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Autore: Franco D'Emilio

Storico, narratore, una lunga carriera da funzionario tecnico scientifico nell'Amministrazione del Ministero per i beni e le atiività culturali

Di nuovo da Mattarella, con la coda tra le gambe

Se vogliamo che tutto rimanga come è,
bisogna che tutto cambi

UNA SINTESI A CURA DI FRANCO D’EMILIO 

Alla fine, sconfitti e umiliati dalla loro totale incapacità di giungere ad un accordo per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, tutti i partiti, presenti in Parlamento, sono tornati, coda tra le gambe, da Mattarella per chiedergli di accettare la rielezione alla massima carica dello stato.
Il Mattarella bis è stato così la conclusione della farsa grottesca, alla fine una volgare pagliacciata con la quale, per quasi una settimana, tutti i partiti hanno dato uno spettacolo indecoroso del loro ruolo, costituendo un pericoloso vulnus della democrazia parlamentare rappresentativa, cardine fondamentale della nostra repubblica.

D’altronde, nessun accordo per un nuovo volto presidenziale poteva venire da chiacchere vane, perché improvvisate e contradditorie, da proposte dell’ultim’ora, dalla reciproca interposizione di veti, ma soprattutto dalla scarsa cultura politica e dalla insipiente pratica democratica da parte di partiti, alcuni dei quali preoccupati principalmente dell’esercizio e del mantenimento del proprio potere, anche fuori dal rispetto di ogni dignità istituzionale.

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Una gattamorta al Quirinale? Pier Ferdinando Casini Presidente della Repubblica?

LA “GATTAMORTA”, UNA TIPOLOGIA FELINA SEMPRE PRESENTE
NELLO  ZOO DEL PARLAMENTARISMO ITALIANO

di FRANCO D’EMILIO

Nell’imminente corsa al Quirinale per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica è tornato in campo il nome di Pier Ferdinando Casini, vecchio, ma collaudatissimo arnese della politica italiana, il classico gatto sornione, apparentemente in fusa, sempre pronto, però, a scattare e allungare una decisa zampata sulla preda.
E la Presidenza della Repubblica, si sa, sarebbe davvero per l’immarcescibile e mutevole “Pierferdi”, così l’appellano, al tempo stesso, i suoi amici e nemici, una preda più che appetibile a coronamento di una lunga carriera politica, abilmente costruita sul nulla, ma sorretta da importanti relazioni con chi conta e detiene il potere.

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A Forlì, la “mosca nera” della Chiesa del Castellaccio

La Chiesa di Santa Maria Madre di Dio in Castellaccio
TEMPLUM MARIAE DEIPARAE 

Compresa nella Diocesi di Forlì-Bertinoro, ma per pochi metri già nel territorio della provincia di Ravenna, la sera dello scorso 1° gennaio la Chiesa di S. Maria Madre di Dio in Castellaccio finalmente mi è apparsa nella luminaria di una grande cometa, quasi fosse pure luce salvifica dall’ansia del gran nebbione, in quel momento incombente sulla campagna romagnola. Finalmente!
La chiesa forlivese dei nostalgici della tradizione tridentina, precedente al Concilio Vaticano II: insomma anche a Forlì, a contrasto col candore delle mosche conciliari, la “mosca nera” della Fraternità Sacerdotale San Pio X, fondata nel novembre 1970 dall’arcivescovo cattolico francese Marcel Francois Lefebvre.

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Predappio, ex Casa del Fascio:
in abbandono il simulacro di un “odiato regime”

Predappio, ex Casa del Fascio……
“campa cavallo che l’erba cresce”

________________FRANCO D’EMILIO

Giorni fa verso Premilcuore, inevitabile che transitassi per Predappio, quindi, all’andata e al ritorno, gettassi l’occhio, prima nella luce del mattino, poi nel precoce buio del pomeriggio dicembrino, sulla mole possente della ex Casa del Fascio, ancora prigioniera dell’incuria e della dannazione della storia. Che tristezza!
Nei miei 36 anni di adozione romagnola, riguardo alla superba costruzione fascista con la torre eccentrica, dominante la piazza principale di Predappio, ho solo assistito a fiumi di parole, a progetti, perlopiù campati in aria, soprattutto, al protagonismo degli amministratori locali, da quello eccessivo e smargiasso della sinistra, ora sonoramente sconfitta, a quello più sobrio, ma tanto incerto dell’attuale centrodestra. Si veleggia, ormai, verso 80 anni di abbandono della ex Casa del Fascio, quale simulacro dell’odiato Fascismo, e ancora lunga, proprio degna del proverbiale detto “campa cavallo che l’erba cresce”, si prevede l’attesa perché l’edificio mussoliniano possa vedersi restaurato e recuperato a nuova utilità pubblica.

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A Forlì per la CGIL lavorator* già asterischi

WIVA IL POLITICAMENTE CORRETTO !!!

__________FRANCO D’EMILIO 

Sino a poco tempo fa l’asterisco era solo il simbolo grafico a forma di stellina (*) per richiamare note a margine o a piè di pagina oppure segnare l’omissione volontaria di parte di un testo.
Adesso, invece, l’asterisco è diventato pure un marchio del “politicamente corretto” che, tuttavia, può suscitare perplessità, persino ansia per un’improvvisa crisi di identità personale, sia di genere che politica: proprio così,  un uomo o una donna, anzi, scusate, un* non solo si vede trattat*, appellat* come un ibrido di genere, né carne né pesce, né maschio né femmina, ma addirittura vede demolirsi il suo contributo, definito e particolare, di compagno o compagna alle lotte sindacali dei lavoratori.
Dunque, LAVORAT* DI TUTTO IL MONDO UNITEVI !

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Bestemmia trans sul Natale

LA  MISTICAZIONE DELLA SACRALITA’

Adesso si è superato ogni limite, decenza, soprattutto si è oltraggiato il valore del rispetto, dovuto sempre alla fede altrui in un’idea, un progetto o, ancora di più, in una concezione universalistica, religiosa o laica che sia, della vita che risulti di elevato spessore umano, morale, spirituale. Non si può ammettere che si “giochi” sulla fede religiosa, quindi sui suoi valori e sul racconto delle sue fonti, sulla sua tradizione, spesso millenaria, espressione di un radicamento diffuso, motivo e fine di civiltà. Non si può ammettere che arrivi, così, l’ultimo “intelligentone” a infangare la sacralità del Natale, la suggestiva immagine della Sacra Famiglia, insomma a deridere quella speranza che la Nascita di Gesù rinnova negli animi di tutti i cristiani.

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