A Palmiro Togliatti dedicata una strada in Predappio
HA UNA LAPIDE STRADALE ANCHE A PREDAPPIO
…..OVVERO UNO SCHERZO DELLA “STORIA CON LA MIOPIA”
NOTIZIE AD OROLOGERIA,
SECONDO LE SCELTE DELLA REGIA
Una significativa indagine di FRANCO D’EMILIO
A Ravenna è andata proprio così: mentre, altrove, si spargevano veleni contro il centrodestra con il caso di Luca Morisi, responsabile della comunicazione della Lega, e con il caso dell’inchiesta di Fanpage su attività illecite e la possibile apologia del fascismo in ambienti prossimi a Fratelli d’Italia, nella città romagnola, come da copione, il sindaco uscente Michele De Pascale veleggiava sicuro senza intoppi verso la riconferma, al timone di una vasta ciurma in coalizione di partiti, partitini e sottopancia, alcuni minimi, ma risoluti a farsi sentire come pulci con la tosse.
XXVII OTTOBRE MCMXXIV
precisazioni storiche a cura di FRANCO D’EMILIO
Tra venti giorni ricorrerà il 77° Anniversario della Liberazione di Predappio dal nazifascismo, avvenuta, appunto, il 27 ottobre 1944 anziché il successivo giorno 28, come ostinatamente e infondatamente sostenuto, invece, dal racconto dei sedicenti partigiani liberatori.
UNA “FRATELLANZA ….. QUASI PERFETTA”
Comunque vada, riconfermato o no l’attuale sindaco uscente, impenitente piacione senza gloria e senza infamia, alle prossime elezioni comunali di Ravenna vincerà ancora, anzi, no, sicuramente ha già vinto, come sempre, la “Massoneria & Soci”.
Immagino l’ironica battuta di chi, magari punto sul vivo, ribatterà subito “Eccolo, il solito che tira in ballo i poteri occulti!” Occulti? Quando mai, direi, invece, solo discreti ovvero ci sono, ben organizzati e attivi, trasversali a tutta la società ravennate che conta, ma si muovono senza dare nell’occhio, passo flanellato e voce bassa. Basta cercare, a volte pescare con l’esca giusta e, prima o poi, un pesce abbocca, mai, per carità, uno squalo, perlopiù soltanto un suo gregario pesce pilota, mandato avanti in avanscoperta.
L’attuale politica italiana è largamente ignorantocratica e legifera, amministra, governa, interpretando, rispecchiando una società ampiamente ignorante, di conseguenza facilona perché pressapochista e superficiale, come impone la finzione del saper tutto, ignorando, invece, moltissimo.
L’ignoranza dell’attuale classe politica italiana non significa in senso stretto mancanza d’istruzione, abbondano, infatti, sugli scranni parlamentari e degli enti locali, schiere di laureati, magari 110 cum laude, piuttosto significa una marcata assenza di competenze ed esperienze, insomma di una efficace rispondenza del proprio sapere alla concretezza operativa del fare al servizio dei cittadini.
UNA LEGGE OPINABILE E LIBERTICIDA !
a cura di FRANCO D’EMILIO
Sino ad oggi, scene simili sottocchio mi erano capitate a Roma e Milano, a Verona come a Napoli, ma, si sa, le grandi città amplificano sempre quanto nella piccola provincia resta più in sordina, ancora parzialmente nascosto per la consapevolezza che risulti censurabile, scandaloso, fuori dalle regole, dalle consuetudini, insomma da quella realtà che costituisce o, forse, dovrebbe costituire la normalità dei comportamenti umani.
Invece, mercoledì scorso, pure a Forlì, percorrendo in auto viale dell’Appennino verso porta Ravaldino, chiuso nel refrigerio dell’aria condizionata contro l’incombente afa della controra, ho preso atto che non vi sono più freni, non vi è più pudore: siamo, ormai, all’ostentazione, all’esibizionismo di quanto ritenuto dai più socialmente insano e trasgressivo, ma adesso, invece, quasi imposto provocatoriamente ad una maggioranza, da sempre in quel solco naturale e sociale, umano e morale, codificato da regole e norme, a partire dal riconoscimento costituzionale dell’art. 29 ovvero “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.”