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Autore: Franco D'Emilio

Storico, narratore, una lunga carriera da funzionario tecnico scientifico nell'Amministrazione del Ministero per i beni e le atiività culturali

25 Aprile stantio e polveroso

ANDARE OLTRE 

Tra poche ore, di nuovo il 25 aprile, immancabilmente lo stesso da 76 anni, immutato nel suo spirito celebrativo che resta divisivo, fortemente intriso di ideologismo stantio, anacronistico, pure frutto di retorico accatto.
Ancora un 25 aprile unilaterale di vincitori contro vinti, antifascisti contro fascisti e con la piazza gremita da partigiani, datati o nuovi oppure aspiranti tali, tutti, comunque, così “fragili o vulnerabili”, mutuo gli aggettivi dalla vicenda covidiana, da non convincersi, finalmente, a vaccinarsi con gli anticorpi universali della democrazia, che significa, innanzitutto, confronto. 

Nessuno nega il valore della festività civile del 25 aprile, data di liberazione dal fascismo e fondamentale preliminare della successiva, magnifica scelta della Repubblica, memoria questa, ormai, storicamente acquisita e condivisa da tutti gli italiani, ma, certamente, nessuno può accettare che cocciutamente si continui a millantare  che la porta sul futuro dell’Italia possa ancora girare sui cardini di un antifascismo arrugginito, mai oliato in 76 anni dal buonsenso di ricomporre una divisione lacerante della nostra comunità nazionale.

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A Ravenna, Dante …. e il sapore della cipolla

RAVENNA, CITTA’ D’INCONTRO TRA LE GENTI,
ULTIMA DIMORA DI DANTE …a due passi dalla “CHIESA DELLA CIPOLLA”   

__________________FRANCO D’EMILIO 

Da sempre Ravenna è città d’incontro, laddove la fertile terra padana, irrigua delle acque dolci di fiumi e canali, si mescola alla terra sempre più sabbiosa e salsa verso la costa del vicinissimo Adriatico. Dunque, inevitabile città d’incontro tra genti di terra e genti di mare per costruire una storia ravennate millenaria, davvero unica e originale.
Da tempi remoti ai nostri giorni la storia di questa città è stata possibile proprio dal giusto equilibrio tra la terra e l’acqua, i soli due elementi primordiali del mondo ai quali Ravenna pare essersi affidata nei secoli, lasciando in disparte gli elementi più instabili, fuggevoli del fuoco e dell’aria: è la conferma della concretezza dei ravennati, romagnoli di terra col respiro del mare.

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Foscolo il liutaio romagnolo famoso nel mondo

A DOVADOLA, IN TERRA DI ROMAGNA,
OVE VIVE IL LIUTAIO  LUIGI FOSCOLO LOMBARDI

_________di  FRANCO D’EMILIO  

Chi, solitamente o come turista, soprattutto d’estate, percorre da Forlì a Firenze la statale Tosco Romagnola in direzione del Passo del Muraglione non può certo immaginare che a Dovadola, paese di circa 1600 abitanti arroccati sulle prime pendici appenniniche, viva e lavori un uomo, celeberrimo nel mondo, che accarezza i legni della musica, li tamburella con le nocche delle mani per sentirne lo spessore dell’anima, magari li annusa per fiutarne la stagionatura.

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Cento anni fa la nascita di Gianni Agnelli ________12 marzo 1921_________

Il prossimo 12 marzo sarà un secolo dalla nascita di Giovanni Agnelli (Torino, 12 marzo 1921-24 gennaio 2003), solitamente chiamato Gianni e per antonomasia appellato “l’Avvocato”, sicuramente il maggior protagonista dell’economia italiana nella seconda metà del ‘900 e figura di rilevo nella storia del capitalismo mondiale del XX secolo.
E’ stato, infatti, Gianni Agnelli, succedendo il 30 aprile 1966 a Vittorio Valletta nella carica di Presidente della FIAT, a guidare il grande gruppo industriale torinese attraverso le celeri trasformazioni industriali, produttive ed economiche, di un mutevole quadro internazionale dei mercati e della concorrenza.

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Da Cervia, quel compagno di scuola di Benito

COMPAGNI DI SCUOLA,
IN TERRA DI ROMAGNA 

di  FRANCO D’EMILIO 

“Non credere che il nostro collegio sia come quello dei salesiani di Faenza … omissis … Due persone soltanto contano qui dentro, il direttore della scuola e un allievo del terzo corso: Benito M.”

Così nell’autunno del 1900 il giovane Riccardo informava l’amico Rino, cervese come lui, appena arrivato dalla cittadina litoranea, circa la vita all’interno del collegio, annesso alla Regia Scuola Normale di Forlimpopoli: Rino, grazie alla concessione di una borsa di studio, avrebbe frequentato il primo dei tre anni di corso dell’istituto, giusto in tempo per vedere conseguita dal famigerato Benito M. la licenza d’onore, abilitante all’insegnamento in entrambi i livelli della scuola elementare, quello dalla prima alla seconda e l’altro dalla terza alla quinta, come stabilito dalla legge Coppino del 1877.

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Perché no in un solo giorno la Memoria con il Ricordo?

AD RECORDATIONEM ….ATQUE MEMORIAM 

Dal 10 febbraio 2005, quindi sono già sedici anni, celebriamo il “Giorno del Ricordo” per rinnovare una duplice memoria: innanzitutto, la memoria di quanti, italiani e non, circa 5.000, tra il 1° maggio e il 12 giugno 1945 caddero vittime delle foibe carsiche ad opera delle truppe jugoslave di Tito, liberatrici di Trieste e del Friuli Venezia Giulia dal nazifascismo; poi, la memoria degli oltre 300.000 profughi giuliano-dalmati che, dopo la ridefinizione dei confini orientali con il trattato di pace del 10 febbraio 1947 e sino al 1956, furono protagonisti di un grande esodo verso l’Italia, spesso accolti con ostilità, pregiudizio di filofascismo e sino al 1960 confinati in 109 luridi, fatiscenti campi di raccolta.

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