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Autore: Franco D'Emilio

Storico, narratore, una lunga carriera da funzionario tecnico scientifico nell'Amministrazione del Ministero per i beni e le atiività culturali

Allo “Studio Valle – Progettazioni” di Roma il restauro della Casa del Fascio di Predappio

LA EX CASA DEL FASCIO e dell’ OSPITALITA’ in RESTAURO per il CENTENARIO DEL MCMXXII 

Finalmente un passo importante verso il restauro e il recupero della ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità di Predappio: il progetto verrà elaborato dal raggruppamento con lo “Studio Valle – Progettazioni” di Roma. Il gruppo di progettisti si è aggiudicato il bando di gara appositamente , ha vinto la gara appositamente bandita dall’ Unione dei Comuni della Romagna Forlivese – Unione montana. E’ stato un percorso lungo ed articolato dovuto anche alla tipologia dell’appalto “ristretto” a seguito di prequalifica.

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Dal MiBACT il riconoscimento per l’Archivio di Arnaldo Mussolini

Dallo Stato, dichiarate di  interesse storico nazionale le “carte” del fratello del Duce, Arnaldo Mussolini

di Franco D’Emilio

Mercoledì 31 ottobre 2018 alle ore 15.30, nella Sala Consiliare del Municipio di Mercato Saraceno, la Soprintendente ai Beni Archivistici e Bibliografici dell’Emilia Romagna,  nell’ambito di una cerimonia appositamente convocata, renderà pubblica la dichiarazione con la quale lo Stato, attraverso il Ministero per i Beni Culturali, ha recentemente riconosciuto di interesse storico l’Archivio di Arnaldo Mussolini, custodito appunto nel comune della Valle del Savio. La cerimonia si svolgerà alla presenza degli attuali detentori di tale archivio, la famiglia Bondanini, per decenni attenti, discreti custodi di questo patrimonio documentario e librario.

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Maria Elena Boschi: donna PD – Maxim !

Maria Elena Boschi: quando il meglio di una Donna PD deve ancora venire

Caspita, però!
Davvero intrigante questo primo piano di Maria Elena Boschi su una recente copertina di Maxim con i capelli in disordine, niente trucco, un ciuffo ribelle e lo sguardo misteriosamente volto a destra, chissà dove e su cosa.

C’è qualcosa di ambiguo, ammiccante, a metà strada tra la santerellina e la lolita, in questa donna del Partito Democratico che, dismessi gli abiti di ministra e, poi, di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, si è fatta mettere a fuoco, come mai prima, per offrire di sé un’immagine nuova di donna, forse anche di femmina: per questo ha scelto l’obiettivo di Oliviero Toscani, fotografo del sociale, ammaliandolo perché, stregato dal suo fascino torbido, tornasse ad inquadrare la grazia muliebre, innanzitutto la sua; per questo, non a caso, ha scelto Maxim, rivista patinata per uomini raffinati, assai diffusa nel mondo, non certo per promuovere cultura quanto piuttosto per suscitare la piacevole contemplazione di donne belle, eleganti, non banali, insomma strafighe.

Maria Elena Boschi può, addirittura, ambire a posare anche per il prossimo calendario di Maxim, evocativo di desideri, pensieri pruriginosi negli italiani, pur se non suoi elettori, perché, si sa, il sesso è un comune denominatore che supera tutte le barriere, comprese quelle ideologiche e politiche. In questo rilancio d’immagine la nuova Boschi si affiancherebbe così a icone dell’augurio natalizio sexy come Anna Falchi, Alessia Merz, Elenoire Casalegno e via dicendo, dunque a far compagnia a figure certo più significative e ricche di smalto rispetto a grigi ministri, sottosegretari e parlamentari.

La nostra fascinosa Boschi, protagonista di una conversione all’incontrario sulla via di Damasco, parlando di sé sempre sulle pagine di Maxim, ha dichiarato che “il meglio deve ancora venire”: dunque finora ci ha mostrato il peggio o, forse, il meno appetibile. Sicuramente il peggio politico del suo ruolo istituzionale ce l’ha rifilato proprio tutto: indimenticabile!

Ma il suo meglio, che sta per sopraggiungere, quale mai sarà?

Intrigante, davvero intrigante! Se il bamboccione Renzi, illudendosi di poter emulare Piero Angela, si è riciclato cicerone “cincischiato”, per dirla alla toscana, ma pagato profumatamente in documentari sull’arte e la cultura, la Boschi vuol forse riciclarsi come femme fatale per turbare almeno i sogni degli italiani dopo aver fallito nell’intento di sconvolgere l’obsoleta Costituzione?

Certo, detto dalla Boschi, è molto ambiguo, dice tutto e non dice niente quel suo “Il meglio deve ancora venire”. Cosa mai sarà? Pensiamo a tutto, a tanto e, perché no, anche ai tesori personali più reconditi!

Ai compagni del PD, magari lettori/ammiratori clandestini del numero di Maxim con la compagna Boschi, una sola raccomandazione: fermi con le mani, si rischia di perdere la “vista” del paese!

Morire in un “Archivio di Stato”

IN COMPIANTO PER UNA “MORTE DI STATO” 
ABBATTUTASI SU DUE “POVERI” ARCHIVISTI

di Franco D’Emilio

Quasi una settimana fa la notizia della morte sul posto di lavoro di due impiegati dell’Archivio di Stato di Arezzo ha occupato appena un misero trafiletto su qualche quotidiano o lo spazio flash di qualche telegiornale: nulla di più, al tragico avvenimento è stata messa la sordina con l’intento che risultasse un fatto imprevedibile, unico nella sua accidentalità, relativa esclusivamente alle condizioni materiali e alla gestione dell’impiantistica dell’Ufficio aretino.

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All’aria il Governo del Cambiamento: occhio al nuovo partito di Renzi

Non ho certo sofferto per l’inglorioso fallimento del governo del cambiamento, le premesse del fiasco c’erano tutte: le bugie curricolari di un candidato premier, ridotto al ruolo di passacarte di Salvini e Di Maio; un contratto di governo, irrealizzabile e conflittuale col pareggio di bilancio dello stato; l’aurea mediocrità di taluni papabili ministri, soprattutto tra i pentastellati; la condotta ondivaga della coalizione gialloverde sulla politica estera, in particolare quella comunitaria europea.

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Il pericolo del prossimo “Governo dei Magliari”

A VOLTE, LA POLITICA E’ COME UN FILM  ?

un’ analisi di FRANCO D’EMILIO 

“I magliari” è il titolo di un celebre film, diretto nel 1959 da Francesco Rosi e interpretato da Renato Salvatori, Alberto Sordi e Belinda Lee. La storia è ambientata nell’allora Germania Ovest e racconta gli imbrogli di un gruppo, appunto, di magliari italiani per vendere merce di dubbia qualità e provenienza.

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