Come, spesso, mi accade in serate di grande banalità televisiva, anche ieri ho cercato conforto in un capolavoro cinematografico e per l’ennesima volta è toccato ad Amarcord, sempre un immenso, benefico momento di arte e poesia. Scelta, fra l’altro, in armonia col prossimo 31 ottobre, data dei trent’anni dalla scomparsa nel 1993 di Federico Fellini, ancora oggi il cineasta italiano più premiato per i suoi capolavori, sintesi unica di satira, malinconia ed inconfondibile tocco onirico.
Tre giorni fa Israele è stata colpita da un attacco terroristico su vasta scala, mosso contro suoi inermi cittadini dalla scellerata Hamas, formazione palestinese, politica e paramilitare, dell’Islam fondamentalista ed estremista: sino ad oggi si contano 1200 vittime e 200 prigionieri, quest’ultimi tenuti in ostaggio sotto la minaccia di morte per contrastare l’inevitabile repressione israeliana.
da FORLI’, UNA CONVERSAZIONE A TUTTO CAMPO CON GIANNI ALEMANNO RACCOLTA IN ESCLUSIVA DA FRANCO D’EMILIO per la “CONSUL PRESS”
Sabato 7 ottobre, tappa a Forlì di Gianni Alemanno,ex sindaco di Roma, ministro e a lungo parlamentare, storico esponente della destra italiana, ora leader del nuovo “Movimento per l’Italia”. La sua venuta sollecitata e d’intesa con tanti amici che nella Romagna forlivese hanno condiviso questo impegno di Gianni a raccogliere e organizzare quella “voce sociale”, tanto viva nella destra come nella sinistra, ma sinora davvero delusa da tutta la politica, compreso l’attuale Governo Meloni.
Alla sinistra non piace, troppo banale e conformista, la normalità di una famiglia tradizionale, insomma da “mulino bianco”, unione serena di una donna ed un uomo, anche genitori di qualche figlio; però, sempre la sinistra non apprezza neppure la normalità di una famiglia di separati, magari con una figlioletta, dispiaciuta della separazione dei genitori fino al punto di inventarsi la bugia di una pesca in dono dalla mamma al papà, ormai fuori di casa.
LA LAICITA’ DEI RITI A CONFRONTO CON LA COSCIENZA E LA TRASCENDENZA
I Funerali di Stato con rito laicosi sono svolti con tanta retorica celebrativa dell’eccezionale “uomo delle istituzioni”; dal cassetto delle redazioni giornalistiche sono usciti finalmente i coccodrilli commemorativi, pronti da tempo in caso di tanta illustre morte, quando finalmente è uscito di scena un discutibile protagonista del ‘900 italiano.
Nell’attuale inconsistenza e scarsa affidabilità delle istituzioni, dei loro rappresentanti, ne è riprova la costante disaffezione degli italiani dalla partecipazione politica, la scomparsa di Giorgio Napolitano è sopraggiunta davvero a fagiolo perché la ritualità della morte, amplificata oltre misura nel tempo, nello spazio, quasi cinque giorni di commemorazioni, tributo delle persone tra il Senato e la Camera, potesse risultare una boccata d’ossigeno al traballante mondo istituzionale italiano.
Resta al palo, bloccato, il restauro della ex Casa del Fascio di Predappio, splendido edificio pubblico del Ventennio, espressione di inconfondibile architettura razionalista, soprattutto manufatto particolare e unico, come lo fu ogni sede di rappresentanza e servizi del Partito Nazionale Fascista, realizzata dappertutto in Italia e, persino, in qualche nostro territorio coloniale.