Nei diversi contesti del sud del mondo, prima dell’avvento del colonialismo, esistevano delle civiltà che ne permettevano la sopravvivenza e lo sviluppo.
Uno dei dubbi più insistenti, emerso già al tempo della colonizzazione è quello del “grado di civiltà” il cui concetto pone il problema della questione antropologica dell’esistenza di una o di più civiltà e al connesso problema filosofico dell’assolutezza (affermata anche da Weber quando scrive: “gli ideali supremi che ci muovono nella maniera più potente si sono formati in tutte le età solo nella lotta con altri ideali”) o relatività dei valori (secondo invece P.K. Feyerabend).
Sono pochi coloro che nello scegliere il Paese target per l’export prendono in considerazione la situazione geopolitica che cambia ad una velocità impressionante in Europa e fuori: Libia, Venezuela, Corea del Nord, scontro frontale Stati Uniti e Cina, embargo verso l’Iran, la Russia sono solo alcuni degli esempi di un contesto internazionale che sembra essere sempre più instabile che ha inevitabili ripercussioni sul business (sia questo #export, investimento o produzione). Quindi dove esportare e quali Paesi scegliere è la domanda delle domande a cui un imprenditore deve saper rispondere.
Desidero iniziare questo mio breve articolo con una frase di Sergio Marchionne: “L’Italia è un paese con una delle più grandi ma inespresse potenzialità che io conosca”.