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Autore: Massimo Rossi
Avvocato Penalista e Patrocinante in Cassazione, con studio in Siena;
Docente a contratto presso Unifi in Procedura Penale e Relatore
in Convegni a livello nazionale - avvocatomassimorossi@yahoo.it
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE,AL SERVIZIO DEL “PENSIERO UNICO“, IL NUOVO TROJAN PER “L‘INFORMAZIONE CORROTTA” ?
_____________________MASSIMO ROSSI *
Dobbiamo fare una necessaria premessa. Riteniamo che lo sviluppo scientifico e tecnologico sia un bene per l’Umanità.
Riteniamo che la scienza come ricerca di un benessere per l’Umanità sia un atto etico oltre che necessario.
Riteniamo che la scienza come la tecnica in se non siano “male” e siano unite in una accezione di valore. Riteniamo che l’uomo debba tendere al progresso ed alla forza propulsiva del miglioramento della sua vita. Riteniamo che la scienza e la tecnica debbano essere sviluppate e diffusa in tutto il mondo per il bene dell’intero genere umano.
LA LIBERTA’ di MANIFESTAZIONE del PENSIERO
e LA IMPOSIZIONE del ” PENSIERO UNICO “
a cura di MASSIMO ROSSI *
La libertà di manifestazione del pensiero poggia le sue basi nella Carta Costituzionale all’art. 21 e nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea all’art. 10. Come è noto vi sono dei limiti di continenza che devono essere rispettati [tra le molte sentenze di legittimità che si trovano anche nella completa e dotta nota allegata si segnalata la Sentenza della Cassazione – V Sez. (*1) di cui si allega in calce motivazione e l’intervento diFiorenza Oriana (*2) –Avvocato e Dottore di ricerca presso l’Università di Genova per non sfociare nel dileggio, nella diffamazione o, peggio, nella calunnia.
La domanda può sembrare irriverente e (quasi) improponibile.
Il potere – se è senza controllo – è arbitrario, è dispotico ! L’arbitrio è inaccettabile in democrazia.
Non è solo inaccettabile perché è qualcosa di iniquo, ma è un “virus” che colpisce la società civile nei suoi principali e fondamentali gangli.
Le regole di formazione della Prova Testimoniale del “Teste Fragile” tra teoria e prassi.
una graffiante analisi di Massimo Rossi *
Leggo di vere e proprie idiozie in merito al concetto di “vittima in un reato” contro la persona quale la violenza sessuale. Leggo che la vittima è “presunta” e che deve dimostrare di esserlo: una emerita sciocchezza.
Leggo che la vittima può essere deliberatamente sottoposta ad una sequela di domande che la violano nel proprio intimo e la fanno sentire “complice” dei suoi carnefici: una tortura. Leggo che è bravo quel legale che usa questi metodi, mentre è deprecabile il legale della vittima che chiede le tutele normative per l’assistita/assistito (magari è pure “complice” della vittima).
La vicenda di Giulia, ma potrebbe essere di qualsiasi altra donna o altro uomo, fa riflettere in modo pressante sul rapporto tra diritto di cronaca e diritto delle persone alla loro identità e sfera del privato che, in casi come questo, gronda di dolore e di lacrime.
Al tempo stesso, l’accalcarsi di cronisti avidi di conoscere tutto quanto è possibile per riferirlo ad un pubblico divoratore di “sangue” porta a conseguenze aberranti ed incredibili.
Riflessioni sul quadro della giustizia/ingiustizia che attraversa il Paese Italia
una analisi fuori dal coro del “Buonismo di Corte” di Massimo Rossi *
Le fredde cifre parlano di oltre 85 donne uccise dai loro ex o in un contesto di violenza para familiare di “genere” (vittime non protette e non considerate). Abbiamo, ad oggi, oltre 50 persone che hanno scelto il suicidio come via per la libertà dal carcere nel quale, per lo più, stavano espiando pene contenute (ovvero sotto i quattro anni).