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Autore: Massimo Rossi
Avvocato Penalista e Patrocinante in Cassazione, con studio in Siena;
Docente a contratto presso Unifi in Procedura Penale e Relatore
in Convegni a livello nazionale - avvocatomassimorossi@yahoo.it
L’Occidente stanco e molto disattento ….. l’Europa non solo assente, ma “inesistente”
_____________ un’analisi di MASSIMO ROSSI
La guerra in Ucraina dopo la pandemia (che, per miracolo, pare finita nei nostri talk show) è un “male” che ha messo a dura prova l’Occidente incapace di ragionare se non su dove fare l’aperitivo.
La risposta dell’Occidente ad una crisi socio-economica che si trascina dal 2014 (nel silenzio più totale dei media di massa) è stata dapprima una timida presa di posizione sperando in un colpo di testa del cosacco VladimirPutin, poi una “energetica” (quanto disumana) risposta con sanzioni economiche, poi – siccome non c’era verso di fare sto aperitivo in pace – di inviare armi alla parte che sembra essere quella aggredita.
La via referendaria e la necessità di riforme della giustizia
UN’ANALISI DELL’ AVV. MASSIMO ROSSI
Non mi piace parlare di politica perché la politica si fa: non se ne parla. E non mi piace assimilare la consultazione referendaria a qualcosa di politico che sa di schieramento, di contrapposizione, di clima da stadio. Amo osservare le cose e le persone e trarne una valutazione. La “chiamata” referendaria fa paura e non fa paura per il quorum o per l’eventuale risultato (se il quorum fosse raggiunto), ma fa paura perché crea una “breccia”. Crea un punto di passaggio tra l’intoccabilità dei magistrati e la loro “irresponsabilità” ope legis. Mette a nudo delle profonde criticità che la storia recente ha evidenziato. Su tutti vi è il c.d. Caso Palamara.
DAL GOVERNO VARATA UNA CORRAZZATA
PER AFFRONTARE LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA PENALE, …MA A BORDO, PARE, CI SIANO ALCUNE FALLE
__________MASSIMO ROSSI*
La Ministra Marta Cartabia si è impegnata, da subito, a superare l’imbarazzante momento istituzionale rappresentato dalle “riforme” del precedente Ministro Alfonso Bonafede, il quale ha generato la peggiore riforma della prescrizione della storia repubblicana.
L’impegno era preciso e l’impegno è stato mantenuto. Si è costituita una Commissione di esperti che hanno fatto le loro osservazioni su alcuni “correttivi” normativi nel settore penale. La Commissione presieduta dal Presidente Emerito della Corte di Cassazione Dott. Giorgio Lattanzi ha fatto un ottimo lavoro mettendo a fuoco i temi cruciali del processo penale.
Da tale comunicazione è nato il “ddl penale” sbandierato dal Governo Draghi, come lo strumento, attraverso cui l’Italia può (di diritto) raccogliere i soldi provenienti dall’Europa.
Il potere, in senso assoluto, adora la disinformazione. Adora infliggere nei cittadini l’idea, del tutto astrusa, che siano informati e conoscano le cose in modo perfetto.
Analizzare l’epoche storiche è fondamentale per capire che dagli inizi del ‘900 ad oggi vi sono stati solo alcuni decenni, nei quali l’informazione e la formazione era pluralista e non controllata. L’inizio del ‘900 vedeva una popolazione sotto acculturata ed una élite di potere che, di fatto, dirigeva la “cosa pubblica” nel modo che riteneva.
Vi era una distanza siderale tra l’intellettuale del primo ‘900 ed il bracciante o il lavoratore. Vi era una profonda differenza culturale che, di fatto, portava ad un’unica conseguenza: le masse erano del tutto ignoranti ed acefale.
L’informazione giudiziaria nei nostri (Amari) tempi
una analisi di MASSIMO ROSSI*
In queste settimane hanno tenuto alta l’attenzione sul tema in questione i fatti di cronaca accaduti a Roma. In particolare, la notizia di una donna, dirigente del Ministero della Pubblica Istruzione coinvolta in delle indagini che hanno portato ad atti di ricerca della prova (quali le perquisizioni) e che è stata travolta dall’onda mediatica. Il nome ed il cognome sbattuti in prima pagina in molti quotidiani e servizi televisivi pubblici e privati. Una tempesta mediatica che ha colpito tanti: la notizia delle indagini. La notizia di una Procura che ha svolto e/o sta svolgendo una attività d’indagine legittima e doverosa.
UNA SACRALITA’ (oramai) SCOMPARSA DA TRIBUNALI ED ARE
Una analisi dell’Avv. MASSIMO ROSSI
La Giustizia è un settore in piena e profonda crisi da anni. Non lo scopriamo adesso, ma ora tutto è molto più evidente.
L’evidenza è data dalla profonda disaffezione del comune sentire e da risposte di Giustizia che si attendono per anni ed anni. Si badi bene, è inutile negare: la crisi investe sia il settore civile sia quello penale. L’esigenza che si avverte è sempre la stessa in un mondo che corre: la celerità della giustizia e la sua sostanziale efficienza.
Due esigenze non sempre compatibili tra loro. L’ambito civilistico conosce una pluralità di riti che non aiutano né gli operatori né il cittadino comune. Si ha un grado di litigiosità alto a fronte di risposte di “mediazione e composizione” delle liti del tutto inefficaci. Questo, oltre ad “impantanare” i cittadini in giudizi alienanti – come è noto – allontana gli investimenti esteri in Italia.
L’ambito penale non è da meno, è costellato di norme che, in realtà, non consentono il corso di una giustizia rispondente ad un criterio di reale efficienza. In tutto ciò si innesta la questione morale che ha investito la Magistratura che non è una questione da sottovalutare, anzi, da analizzare per scongiurarla in futuro.