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Autore: Matteo Platania

Ristorante Da Luigi all’Orto di Roma: dove la tradizione sarda incontra quella romana

Il Ristorante Da Luigi all’Orto di Roma si trova in via di Grotta Perfetta 551.

Il Ristorante offre un locale ampio e accogliente con ottima cucina. Il ristorante dispone di 400 posti ed è a disposizione per cerimonie, come matrimoni, battesimi, compleanni o pranzi/cene aziendali. Il locale dispone di ambiente climatizzato, veranda estiva ampia. La struttura è dotata anche di un ampio parcheggio. Da noi potrete trascorrere tranquille colazioni di lavoro, piacevoli pranzi di nozze o di battesimo. Penseremo a tutto noi, per organizzarvi cerimonie e banchetti memorabili! Su richiesta, possiamo predisporre anche menù personalizzati.

Il Ristorante è disposto su tre ambienti separati: una sala principale, capace di accogliere anche gruppi numerosi; una sala più piccola, adatta per organizzare cene aziendali, feste private, o semplicemente cene tra amici; ed infine un’ampia veranda estiva, tipico ambiente con pergolato, ottimo per pranzi e cene estive.

Il Ristorante Da Luigi all’Orto di Roma la tradizione sarda incontra quella romana: malloreddus pescatora , porceddu sardo, seadas, bucatini cacio e pepe, saltimbocca alla romana. Il ristorante offre una vasta scelta di piatti diversi. Oltre a antipasti, primi, secondi e dessert, è possibile gustare alcuni piatti speciali come il cartoccio di spigola.

Il locale propone anche una pizza cotta al forno a legna, leggera, molto gustosa e con un alto livello di digeribilità. Una buona lavorazione, ingredienti di qualità. Il segreto per una pizza perfetta risiede nell’attendere i tempi per una giusta lievitazione.  Oltre alla pizza, è possibile anche ordinare la Pinsa Romana. Il prodotto oltre a livello estetico si distingue per la sua digeribilità dovuta a vari fattori: lievitazioni lunghe (da 24 ore in poi), alta idratazione degli impasti (circa 80%), mix di farine meno calorico di una normale farina per Pizza, utilizzo della farina di soia, utilizzo di pasta madre, nessun utilizzo di grasso animale nell’impasto e basso uso di olio.

La friabilità, la digeribilità e la fragranza della Pinsa contraddistinguono il prodotto da tutti gli altri. Ne deriverà un prodotto croccante fuori e morbido dentro. La morbidezza all’interno viene mantenuta proprio grazie alla farina di riso che ha il compito “fissa” l’acqua presente nell’impasto durante la cottura. Grazie alla sua leggerezza la Pinsa Romana è particolarmente adatta a condimenti alternativi che possono sposarsi alla perfezione con questo impasto.

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“Italia Viva”-Roma: una verifica sulla inefficienza della Giunta Raggi

“Italia_Viva – Roma”: scale mobili e ascensori fuori uso quotidianamente
………La Capitale è una giungla metropolitana

“Dopo gli inconvenienti registrati il 23 febbraio alla stazione Termini, così come le scale mobili abbandonate e fagocitate dalla vegetazione selvaggia a Villa Borghese, è solo la punta dell’iceberg di una pessima manutenzione nelle stazioni e sulla rete metropolitana. Chi utilizza i mezzi pubblici tutti i giorni lo sa benissimo. La Raggi e il suo assessore ai Trasporti quando parlano di cambi di passo dimostrano solo che non mettono piede nelle stazioni da anni o forse vivono in una realtà parallela e virtuale in cui tutto funziona a meraviglia”

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Il giorno della Memoria, la storia di Andra e Tatiana Bucci

DA FIUME AD AUSCHWITZ

Andra e Tatiana Bucci, due sorelle, che vennero portate ad Aushwitz. Nate rispettivamente a Fiume nel 1937 e 1939. Amate e cresciute dalla madre Mira e dal padre Giovanni. Autrici del libro “Noi, bambine ad Auschwitz. La nostra storia di sopravvissute alla Shoah, edito da Mondadori. Furono deportate quando Andra aveva 4 anni, mentre Tatiana 6. A indicare la loro abitazione fu il custode della sinagoga di Fiume. Le sorelle, di quel periodo, ricordano in modo particolare il freddo e la neve. Il giorno dell’arresto è limpido nei loro ricordi: loro madre che entra nelle loro camere, le veste in fretta e le porta dai tedeschi che le stavano aspettando nel soggiorno.
Oltre a loro vennero deportati anche loro cugino Sergio De Simone, la madre, la nonna e la zia Sonia. Le ultime due vennero uccise nelle camere a gas.

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Gli Agnelli, la “Famiglia” raccontata da Antonio Parisi, in un libro di grande successo

QUANDO UNA FAMIGLIA  DIVIENE UNA DINASTIA  

Una “Famiglia”, se non l’unica, che continua, dopo quasi un centenario a far notizia è quella degli Agnelli. Ultimamente è stata al centro dell’ultimo scandalo calcistico quale “proprietaria” della Juventus, in merito alla questione Luis Alberto Suarez Diaz, alias el Pistolero
Per poter giocare in un club italiano, il giocatore deve possedere almeno il diploma B1 di italiano, percorso per il passaporto italiano e per il tesseramento in bianconero. L’Uruguaiano ha sostenuto l’esame il 17 settembre presso l’Università di Perugia in modo brillante.
Ma la fiaba stavolta per la Juventus e la famiglia Agnelli non ha avuto il lieto fine a cui oramai erano entrambe abituate.

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“Matusalemme Kid”, il nuovo romanzo di Marco Tullio Barboni

Marco Tullio Barboni appartiene ad una famiglia di “cinematografari”. Suo zio, Leonida Barboni era un noto direttore della fotografia, mentre il padre Enzo, direttore della fotografia ed infine regista con lo pseudonimo di E.B. Clucher.
A partire dal 1981 Marco Tullio Barbone inizia a  firmare i soggetti e le sceneggiature che scrive, prima per la Produzione Tritone T.o.t.a., successivamente per altre produzioni. Dopo aver scritto film ed episodi televisivi, si affaccia alla regia,  grazie anche alla collaborazione di Roberto Andreucci, produttore cinematografico, produttore televisivo e attore italiano, ed il maestro Franco Micalizzi, Ha ricevuto, inoltre, numerosi premi. Ultimo quello del 2018: “Premio letterario internazionale San Tommaso d’Aquino” tenutosi a Mercato San Severino con il Patrocinio dell’UNICEF Salerno.

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“La Giustizia a Roma” al tempo del Covid: attualità e prospettive

La GIUSTIZIA (*) va cercandoch’è sì cara,
come sa chi per lei vita rifiuta” 

_________________a cura di MATTEO PLATANIA

Venerdì 11 dicembre si è svolta a Roma,  in via delle Paste 111, una tavola rotonda dal titolo “La giustizia romana al tempo del covid: attualità e prospettive”.  Il tema della Giustizia è un tema assai delicato e soprattutto da non sottovalutare. A causa della pandemia, ci troviamo in una situazione di stallo nella maggioranza dei settori. 
Il nostro sistema giudiziario è lento: i tempi necessari per risolvere contenziosi civili e commerciali spesso sono biblici. In un articolo de “La Stampa” si evince che “nel 2016 occorrevano 514 giorni per arrivare ad una sentenza di primo grado, nel 2017 ce ne sono voluti, in media, 548. Un mese in più.
E’ il dato più alto di tutta Europa. Nessuno deve attendere un anno e mezzo per un pronunciamento di primo grado”. Domanda che viene da porsi è: perché il cammino della giustizia è così lento? Perché, con il covid, non si possono fare processi anche telematici per non rischiare di contagiarsi? 

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