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Autore: Matteo Platania

Trump contro gli immigrati clandestini scontenti

Alcuni parlamentari democratici e un gruppo di avvocati hanno denunciato le pessime condizioni dei centri di detenzione per immigrati senza documenti al confine degli Stati Uniti con il Messico. Questa denuncia, in pochissimo tempo, si è trasformata in un’allerta degli stessi ispettori del governo Usa.

Secondo il rapporto dell’Ispettorato generale del Dipartimento per la sicurezza interna (DHS), preparato la settimana del 10 giugno nei luoghi di detenzione per immigrati dell’area del Rio Grande, nel Texas meridionale e orientale, la pattuglia di confine aveva detenuti 8.000 persone, 3.400 di cui erano in arresto da più di 72 ore, presunto limite legale per il trattamento delle domande di asilo. La foto che accompagna il rapporto ufficiale mostra una cella piena di gente. Questo mercoledì, Donald Trump ha risposto all’attacco: “Se gli immigrati illegali sono insoddisfatti delle condizioni della struttura di detenzione che è stata rapidamente costruita o ricostruita, per favore non venite. Tutti i problemi sono risolti!” Questo il tweet scritto nel pomeriggio.

 
Il massiccio arrivo di famiglie in fuga dalla povertà e dalla violenza del Centro America sta andando a mettere in crisi un sistema di accoglienza che non è preparato per questo volume di persone, soprattutto tanti bambini. L’amministrazione statunitense dichiara che il confine è sull’orlo del collasso, trasformando quelle che non sono altro che stazioni di polizia in centri di detenzione improvvisati. L’ingorgo si aggiunge al forte discorso anti-immigrazione del presidente, che da quando si candidava alla Casa Bianca quattro anni fa ha fatto la guerra contro i clandestini irregolari una delle sue grandi bandiere elettorali.

“La nostra pattuglia di frontiera non è composta da operatori ospedalieri, medici o infermieri. Il problema sono le leggi sull’immigrazione dei Democratici, che potrebbero essere facilmente risolte. Ottimo lavoro della pattuglia, soprattutto. Molti di questi immigrati clandestini vivono molto meglio ora. che nel luogo da cui provengono e in condizioni più sicure “, ha aggiunto il repubblicano in un secondo messaggio. “Dite ai migranti di venire legalmente”, ha aggiunto, “e si spera attraverso un sistema basato sul merito”.

Il repubblicano Donald Trump fa pressioni sui legislatori democratici per ottenere norme più severe contro l’immigrazione irregolare, sebbene abbia lasciato in secondo piano la sua vecchia promessa elettorale di costruire un muro al confine con il Messico, cosa per cui l’accordo non raggiunge nemmeno molti membri del Congresso e senatori dai suoi. partito, necessario per finanziare il progetto. D’altra parte, la tensione sta avendo effetto con il Messico, che ha minacciato di tariffe su tutti i suoi prodotti se non avesse applicato una mano più forte con i centroamericani che attraversano il suo territorio per raggiungere il confine americano. Le deportazioni sono aumentate del 33% a giugno rispetto al mese precedente, raggiungendo 21.912, il più alto dal 2006.

Micheal Jackson, dieci anni senza il re del pop

Dieci anni fa, il 25 giugno 2009, la morte di Micheal Jackson sorprese il mondo. Stroncato da un attacco cardiaco, nella sua villa di Holmby Hill, sita a Los Angeles, scomparve all’età di 50 anni.  Ne avrebbe compiuti 51 il 29 agosto. Il re del pop stava lavorando al progetto “This is it” (questo è quanto), una serie di concerti che erano previsti nella capitale britannica nel mese di luglio ed era già tutto sold out. In un’intervista aveva annunciato che questi concerti sarebbero stati gli ultimi della sua carriera.

Micheal Jackson usciva da un periodo nero: processo per abuso di minore solamente quattro anni prima. Nonostante queste accuse, il suo pubblico non gli ha mai voltato le spalle, riempiendo sempre gli stadi e arene in cui si esibiva. Un’infanzia tutt’altro semplice quella del re del pop. Da piccolo, assieme ai suoi fratelli, entra nei Jackson 5, ma fin da subito, dato il suo enorme talento tanto nel cantare che nel ballare ed inventare nuovi passi di danza, quali il Moon Walk, inizia una carriera da solista. Il padre lo costringeva sempre a dare il massimo, obbligando, di  fatto, ad una vita all’insegna di contratti discografici. Insomma una vita da adulto. Suo padre molte volte è stato descritto come il “cattivo” della storia, ma lui voleva solamente il meglio per il figlio. Non voleva che vivesse una vita in miniera come lui.

Micheal Jackson soffriva di vitiligine, malattia causa lo schiarimento di alcune zone della pelle. Quando la maggior parte del suo corpo era coperto da queste “chiazze”, decise di farsi un intervento chirurgico per rendere la sua pelle omogenea. Immediatamente tra la gente e i diffamatori si diffuse l’idea che il re del pop non volesse trasformarsi un “bianco”, rinnegando le sue origini afroamericane. Micheal Jackson per fermare queste dicerie sul suo conto aveva dichiarato che era fiero di essere afroamericano. 

This is it è uscito nelle sale cinematografiche ad ottobre. Racconta la preparazione dell’ultimo concerto live del re del pop. Si tratta di un vero e proprio docu-film, dove il protagonista non è, come si potrebbe pensare, Micheal Jackson, bensì il corpo di ballo, i fonici e tutti gli addetti ai lavori.

 

Cinema America: ragazzi aggrediti per una t-shirt

Le indagini sono scattate immediatamente dopo il pestaggio avvenuto nella notte tra sabato e domenica in zona Trastevere. Grazie alla visone delle telecamere la Digos della questura di Roma ed i carabinieri sono stati in grado di riconoscere e fermare i quattro aggressori. Alla base del pestaggio la maglietta del Cinema America, le vittime indossavano la t-shirt dell’associazione che proietta film nelle piazze del centro e delle periferie.

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50 anni di Give Peace a Chance, inno pacifista di Lennon e Yoko Ono

Una Rolls-Royce bianca, lenti rotonde fatte di fiori decorano la hall dell’hotel Queen Elizabeth di Montreal in questi giorni. Fa parte della celebrazione del 50 ° compleanno del “peace-squat” in cui John Lennon e Yoko Ono hanno recitato in questo luogo. La coppia aveva intrapreso un’azione simile all’hotel Hilton di Amsterdam, approfittando della loro luna di miele per protestare contro la guerra del Vietnam. Tuttavia, l’evento di Montreal è servito anche a generare un tema mitico: Dare una possibilità alla pace. Lennon aveva già dichiarato che il “sistema” non sapeva come agire di fronte alla non violenza e all’umorismo. 

La coppia voleva ripetere l’evento di Amsterdam a New York, ma il pasticcio di Lennon con la giustizia per possesso di marijuana non gli permetteva di entrare nel territorio americano. Decisero quindi di recarsi alle Bahamas. Tuttavia, pensavano che non fosse il posto giusto. Così, il 26 maggio arrivarono a Montreal e si stabilirono nella suite 1.742 dell’hotel Queen Elizabeth. Il turbinio dei giornalisti è stato considerevole, il curioso pululare. Inoltre, altre icone, come il poeta Allen Ginsberg e Timothy Leary, fervente sostenitore dell’LSD, parteciparono all’evento. “Sembrava un circo. C’era un’atmosfera speciale e la sicurezza era molto rilassata“, questo il ricordo di Perry, un tecnico di registrazione in un hotel della città.

Lennon espresse alla sua stretta cerchia che voleva registrare una canzone con la collaborazione di tutti i partecipanti. Quest’ultima avvenne esattamente il 1o giugno 1969. La suite era di dimensioni modeste. La registrazione però risultava essere cacofonica, infatti, la maggior parte delle voci presenti sul nastro vennero sostituite da cori.

 Durante il soggiorno di Lennon e Yoko Ono  a Montreal, la coppia registrò anche il brano Remember Love, una canzone che apparve come lato B di Give Peace a Chance alcune settimane dopo. Il tema pacifista divenne una sorta di forza indispensabile nelle dimostrazioni contro la politica americana in Vietnam.

A Palermo, MayDay per un futuro senza frontiere

PER UN POSSIBILE FUTURO
….. SENZA FRONTIERE 

Sabato 25 maggio sbarca nel capoluogo siculo, presso il Castello a Mare, in via Filippo Patti, il “MayDay”. Si tratta di un evento di dodici ore di arte, musica e cultura. L’iniziativa promuove un possibile futuro senza confini e barriere e si rivolge principalmente a tutti coloro che vogliono una realtà migliore senza differenze di sesso, colore della pelle e pregiudizi.

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Due deputati FI in manette nell’inchiesta tangenti

Due deputati FI in manette nell’inchiesta tangenti. Un Blitz di carabinieri e Guardia di Finanza ha arrestato 43 persone, tra politici e imprenditori, per associazione a delinquere aggravata e, in alcuni casi, per aver contribuito a favorire un’associazione di matrice mafiosa, corruzione e reati di turbata libertà degli incanti al fine di aggiudicarsi appalti pubblici. Pietro Tatarella, consigliere comunale di Milano e candidato alle prossime Europee, Fabio Altitonante, sottosegretario della Regione Lombardia, Daniele D’Alfonso, imprenditore del settore rifiuti e bonifiche ambientali della Ecol-Service srl, risultano nella lista degli arrestati . La procura indaga anche su Diego Sozzani, deputato di Forza Italia, per finanziamento illecito.

Martedì 7 maggio i carabinieri con l’ausilio di militari della Guardia di Finanza, che operano tra la Lombardia e il Piemonte, hanno condotto in modo magistrale un’operazione di grande entità che ha portato alla condanna di ben 43 persone. Tra queste 12 sono finite in carcere, altrettante all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria; tra questi compaiono imprenditori, funzionari pubblici e politici, accusati di diversi capi di accusa inerenti al favoreggiamento di associazione a stampo mafioso volta alla corruzione per l’aggiudicazione e spartizione di appalti pubblici. Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, non risulta indagato, anche se a lui sembrerebbe legato un episodio di istigazione alla corruzione, in quanto non avrebbe denunciato l’episodio. Gioacchino Caianiello, ex coordinatore provinciale di Forza Italia a Varese, ha contestato il reato di istigazione alla corruzione nei confronti del Governatore.

Il gip Raffaella Mascarino ha emesso 43 ordinanze di custodia cautelare richieste dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, a seguito di una lunga e organizzata indagine coordinata da Alessandra Dolci, procuratore aggiunto della Dda e dai procuratori Silvia Bonardi, Adriano Scudieri e Luigi Furno. Una di queste ordinanze riguarda gli appalti AMSA, azienda dei rifiuti milanese e parecchie partecipate pubbliche.

 

Tatarella e Altitonante, due deputati Fi in manette

Il numero di militari dell’Arma e quelli delle Fiamme Gialle impegnati nell’operazione, che è scattata tra le province di Milano, Varese, Monza e Brianza, Pavia, Novara, Alessandria, Torino e Asti, ammonta a quasi 250 unità. Tra le 43 richieste di custodia cautelare ci sono Pietro Tatarella, il consigliere comunale di Milano di Forza Italia e candidato alle prossime europee e Fabio Altitonante, sottosegretario alla Regione Lombardia, anche lui deputato Forza Italia. Tatarella è accusato di associazione a delinquere, mentre Altitonante di corruzione. Personaggio che, secondo investigatori e inquirenti, sarebbe a capo dell’inchiesta è Daniele D’Alfonso che secondo le ricostruzioni, con la sua azienda Ecol-Service, avrebbe, con appalti ottenuti in cambio di tangenti, favorito l’ndrangheta, dando lavoro alla famiglia calabrese dei Molluso di Buccinasco.

Richiesto l’arresto per Diego Sozzani

Altro nome illustre finito nel registro degli indagati è quello di Diego Sozzani, deputato di Forza Italia di Novara e vicecoordinatore degli azzurri in Piemonte. Condanna che gli viene attribuita è quella di reato di finanziamento illecito, ancora da verificare. Indagate 95 persone e solamente a 9 è stata contestata l’associazione a delinquere aggravata che riguarda il favoreggiamento di un’associazione mafiosa, finalizzata a corrompere, finanziare illeciti ai partiti, reati di turbata libertà degli incanti, false ricevute per lavori mai messi in atto.