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Autore: Matteo Platania

Emergenza sanitaria, sovraffollamento in terapia intensiva

l tallone d’Achille era negli ospedali. Già a gennaio si presume che l’emergere di un nuovo coronavirus che causa una grave polmonite renderà inevitabile un certo aumento della mortalità, ma la capacità delle unità di terapia intensiva di affrontare i casi più gravi sarà il fattore determinante per prevenire la morte da sparatoria. Wuhan aveva già dimostrato che questi servizi sono il collo di bottiglia con cui il sistema può iniziare a collassare dall’alto verso il basso. Senza letti gratuiti in terapia intensiva, i pazienti che richiedono ventilazione meccanica vengono ammessi senza di essa sul pavimento. I letti di ricovero sono pieni, le emergenze diventano sature e il flusso di infetti alle strutture sanitarie da case di cura e residenze viene interrotto.

Le piccole previsioni iniziali sull’impatto del coronavirus in in Europa non portano a pensare alla fine di gennaio che sia necessario acquistare più respiratori. Né test diagnostici né più dispositivi di protezione (DPI) per proteggere gli operatori sanitari. Anche se il denominatore cresce fino a poche centinaia o migliaia di casi diagnosticati, il numeratore non rappresenterà mai una minaccia per il sistema sanitario. O così credeva.

Questo scenario salta in aria a Codogno, un piccolo paese situato a 60 chilometri a sud-ovest di Milano. Lì, il 21 febbraio, diventa chiaro che il virus scorre silenziosamente sul suolo europeo da alcune settimane. La definizione ristretta di casi utilizzati fino ad allora, che consente solo test per coloro che hanno viaggiato a Wuhan, impedisce prima l’individuazione dell’epidemia incombente. Non si sapeva ancora che si sarebbe trattata di una vera e propria pandemia. La maggior parte delle persone, inizialmente, era incredula. La mascherina veniva indossata solamente da poche persone, le quali venivano viste di bieco. Poi, come un fulmine a ciel sereno, l’Italia e l’Europa entrano in lockdown

Chiudono negozi, ristoranti, la gente deve rimanere. Si può uscire solamente in caso di necessità, ad esempio recarsi in ospedale o andare a fare la spesa. Non si ha una vera e propria conoscenza di cosa sia il coronavirus e, altrettanto meno, si è consapevoli dell’aria che si respira nei meandri della terapia intensiva. Insorgono movimenti di negazionisti, i quali, informandosi da fonti poco attendibili quali i social network, iniziano a fare una brodaglia tra covid e 5G. Attualmente la situazione è tesa e il letti di terapia intensiva sono affollati. E’ necessario aprire nuove strutture, soprattutto in quelle regioni dove la sanità non è decisamente un ponto di forza o creare delle strutture mobili dove accogliere quelle persone gravemente malate.

Millennials, una generazione severamente punita

Tutte le generazioni hanno le loro sfide e quella che ora inizia il loro ritiro è stata due volte più fortunata di non aver vissuto alcuna guerra e di aver recitato nel più grande salto nella scala sociale nella storia del nostro paese. I nati tra il 1945 e il 1960, la cosiddetta generazione baby boom, hanno unito la rivoluzione culturale del ’68 alla lotta per la democrazia e i diritti sociali. Ora, lascia l’attività pubblica con l’amaro retrogusto di vedere come l’ascensore sociale che ha permesso loro di migliorare la loro formazione e vivere molto meglio dei loro genitori e nonni, si è fermato per i loro figli e può persino scendere per i loro nipoti.

Un’intera generazione, quella dei millennials ,è stata rinascita dalle grandi aspettative che un futuro doveva essere costruito in linea con la sua alta preparazione accademica in un Paese che aveva suscitato l’ammirazione dell’Europa per la rapidità con cui aveva aumentato il suo reddito pro capite e il suo tenore di vita. Nessuna generazione può emergere indenne se incatena due crisi consecutive ed è quello che è successo ai bambini sotto i quarant’anni proprio nel momento vitale del cementare la loro vita professionale e sociale.

I giovani hanno avuto la fortuna di essere i meno colpiti dal coronavirus, ma saranno loro a subire le maggiori conseguenze economiche delle conseguenze causate dalla pandemia. Le persone di età inferiore ai 35 anni e le donne saranno i due gruppi più colpiti dal calo dell’attività economica. La crisi finanziaria del 2008 li ha costretti a ritardare di dieci anni i passi per iniziare una vita adulta completa. Pur essendo la generazione più preparata della storia, la crisi li ha ancorati nella casa di famiglia oltre i trent’anni, al punto che nel 2017, quando il Pil stava già crescendo fortemente, il 61% dei giovani tra i 18 e i 34 anni viveva ancora con i genitori. Ha anche ritardato il suo ingresso nel mercato del lavoro, e di conseguenza tutti gli obiettivi vitali associati alla possibilità di una vita indipendente come l’accesso a una casa o l’avvio di una famiglia. È così che si trova il luogo di nascita. La percentuale di donne di età compresa tra i 30 e i 34 anni che non hanno figli è salita al 52%, secondo l’indagine ine sulla fertilità, quando nel 1999 era del 26%.

 

millenals disoccupati pandemiaCiò che una volta si era stabilita all’età di 25 anni, tornare a casa, vivere in coppia, iniziare una famiglia, ora, invece,  questo passo viene stimato all’età di 35 anni e in condizioni di enorme difficoltà.  Ora, la nuova crisi innescata dal coronavirus colpisce con particolare intensità i giovani precari legati ai servizi, al mondo accademico o al lavoro creativo. E’ difficile prevedere una ripresa dei livelli di attività come quella della pre-pandemia. Una cosa che, sicuramente, va a vantaggio della generazione dei millenials è lo sviluppo della tecnologia.

La robotizzazione e l’intelligenza artificiale permetteranno di automatizzare gran parte del lavoro meccanico, amministrativo e gestionale che ora rende professionisti di medie e alte qualifiche. La questione chiave dei prossimi anni sarà come distribuire il lavoro, se vogliamo che rimanga il principale veicolo di distribuzione della ricchezza e anche come possiamo articolare nuove forme di condivisione della ricchezza per garantire il sostentamento di coloro che entrano ed espulse dal mercato del lavoro. Si tratta di un dibattito che riguarda soprattutto i giovani. Se vuoi prendere il controllo delle tue destinazioni, la cosa migliore che puoi fare è organizzarti per modulare come vuoi che sia il futuro e assicurarti che l’ascensore sociale non si fermi. Lo faranno?

In memoria di George Floyd, quando la protesta contro il razzismo diventa globale

25 maggio, Minneapolis (USA), perde la vita George Floyd, durante un arresto. Le mobilitazioni contro il razzismo innescate negli Stati Uniti dalla morte dell’afroamericano George Floyd per mano della polizia si sono accese in Europa e in altri paesi fino a diventare un fenomeno globale.

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L’Unione Europea volta le spalle a Trump?

Donald Trump, politicamente parlando, appare come un animale ferito dalla gestione della pandemia, dai disordini razziali e dai suoi alti e bassi perenni nella politica internazionale. La maggior parte dei leader europei, come il cancelliere tedesco Angela Merkel, sembrano determinati a voltare le spalle al 45 ° presidente degli Stati Uniti almeno fino a quando non saranno decise le sue possibili rielezioni del 3 novembre.

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Intervista alla mitica Sonia di Super3, una seconda mamma

Sonia Ceriola, televisivamente conosciuta come Sonia di Super3, è stata, per le generazioni nate tra gli anni ’80 e ’90, un pò come una seconda mamma. Con l’indimenticabile sigla della buonanotte ha messo a nanna tantissimi bambini, me compreso. Conduceva un programma su Super3, emittente privata del Lazio.

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Vollgar botnet e gli attacchi informatici.

Il team di “Guardicore Labs Cyber Security Research Team”, un gruppo di ricerca globale, composto da hacker, ricercatori sulla sicurezza informatica ed esperti del settore, ha scoperto una botnet, una rete di computer infettati da software dannoso in modo da poter esser controllati in remoto. I computer vengono forzati ad inviare spam, diffondere virus o lanciare attacchi DDoS (Distributed Denial of Service) senza che i veri proprietari ne siano consapevoli. I DDoS sono una delle principali minacce a livello informatico. L’acronimo è traducibile in italiano nel seguente modo: Interruzione distribuita del servizio, ovvero mettere fuori uso un sito internet, dopo averlo tempestato di richieste.

 

Per spiegare cosa è un attacco DDoS è necessario fare un passo indietro. Il nome originario era DOS (Denial of service). Infatti, come suggerisce il nome, l’obiettivo era quello di ingolfare i server di un sistema informatico. Server più colpiti sono quelli delle aziende. Si riesce a bloccare il server, esaurendo la banda di comunicazione e rendendo quindi inutilizzabile il sito. Questo principio viene utilizzato anche dagli attacchi DDoS, ma con la differenza che quando ci si trova davanti a un attacco DOS, bisogna difendersi da un’unica sorgente di attacco informatico.
Mentre quando si deve fronteggiare un attacco DDoS, le false richieste di accesso al server arrivano da più fonti. I server, essendo raggiunti da più richieste contemporaneamente e da fonti diverse, si intasano in minor tempo.

Tornando sul tema botnet, in apertura, abbiamo fornito la nozione. Entriamo nel vivo del discorso. Un noto esempio è la botnet Mirai, che nel 2016 è riuscita ad interrompere i servizi di colossi come Twitter e Amazon. E due mesi dopo, in Germania, è riuscita a mettere fuori uso le reti internet e telefoniche di un milione di persone.

Un’altra botnet, che attacca i sistemi operativi Windows è la Vollgar. Scoperta intorno a maggio del 2018, installava sui computer RAT (Remote Access Trojan), ovvero un malware in grado di aver accesso al pc delle vittime ignare da remoto, e silent miner, virus che sfruttano i computer per avere accesso ai bitcoin. Gli esperti del Guardicore Labs hanno scoperto che ora ogni giorno eseguiti attacchi contro server MS-SQL. Una volta violato il sistema vengono, vengono inseriti i malware RAT e silent miner. I database più colpiti sono quelli della sanità, aviazione ed istruzione. È assai difficile capire quali dispositivi sono stati attaccati e quali no.

Alcuni sviluppatori e ricercatori sono riusciti a creare un tool per trovare nei server se ci sono stati, o meno, attacchi. Quindi è possibile verificare se la macchina è stata infettata.

Coronavirus Finder, la truffa pandemica

L’emergenza coronavirus, passata oramai dalla fase 1 alla fase 2, sembra essersi ridimensionata, ma questo non vuol dire che siamo salvi. Le tv locali, soprattutto in questi giorni, stanno trasmettendo una pubblicità, che ha come tema principale il covid e tutta una serie di azioni da non commettere, in quanto potrebbero esserci nuovi casi. Adesso ciò che più preoccupa sono gli asintomatici, i quali potrebbero generare, senza nemmeno accorgersene, una nuova pandemia. In questi giorni alcuni sviluppatori stanno realizzando un’applicazione, che potrà permettere di individuare i contagiati e vedere con quali persone sono entrate in contatto. 

Il coronavirus con sé ha portato anche numerose truffe informatiche a tema covid, tra queste una delle più pericolose è il “Coronavirus Finder”. Ripercorriamo la storia del malware. Nome tecnico del malware è “Ginp”, un trojan mobile banking, nato originariamente come una sorta di finto Google Play Verificator. La sua creazione risale circa a giugno 2019. Da una prima versione basic, si è passati velocemente a una a pagamento, attraverso il conto corrente bancario e l’app è stata trasformata in un finto Adobe Flash Player, Sanpchat o Viber.

Gli sviluppatori di “Ginp” hanno preso la palla al balzo e, approfittando dei tristi avvenimenti dovuti alla pandemia, sfruttando il caos mediatico e le fake news, hanno chiamato il malware “Coronavirus Finder”. Le persone, prese da paura e sconforto hanno iniziato a scaricare l’app. Cosa fa questa applicazione?

Quando si accede all’app in questione e si da un comando qualsiasi, l’utente viene reindirizzato verso una pagina web che mostra le persone infette vicine.

Finora sembrerebbe tutto normale, ma il problema risiede nel fatto che per avere accesso al database delle persone contagiate, si deve pagare 0,75 centesimi per conoscerne la posizione esatta. Come detto ad inizio articolo l’applicazione ufficiale è ancora in via di sviluppo. Dopo aver inserito i dati della carta di credito, per pagare quella somma irrisoria, in realtà, il credito rimane invariato, ma i criminali, di fatto, vengono in possesso degli estremi della tua carta di debito. Come si possono evitare le truffe nell’era digitale?

La prima cosa da fare è quella di scaricare le applicazioni direttamente da play store, per i dispositivi android, o dall’ apple store, per i dispositivi apple. Quindi è sempre meglio non andare a installare app da siti non ufficiali, spuntando l’opzione abilita per fonti sconosciute. Altro suggerimento è quello di non cliccare su link sospetti e non rivelare mai informazioni sensibili, come password ed estremi della carta di credito. 

Un saluto a Ezio Bosso …”Buon Viaggio, Maestro”

La Musica ci insegna la cosa più importante che esista: Ascoltare

Ezio Bosso, direttore d’orchestra, compositore e pianista, nato a Torino nel 1971, è morto giovedì sera a Bologna all’età di 48 anni, per complicazioni dovute a una malattia neurodegenerativa che si è accanita su di lui nel 2011. Il giorno prima della sua scompara, era stato ospite di Rai News 24 per sottolineare l’importanza di musica e sensibilizzare sulla crisi che il settore soffre a causa della pandemia. Dopo 24 ore da quell’intervista, la notizia della sua prematura scomparsa.

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David di Donatello 2020, un’edizione speciale

LXV EDIZIONE – PREMIO DAVID DI DONATELLO

Ieri sera, su RAI, Carlo Conti ha condotto la 65esima edizione del premio David di Donatello, organizzata dall’Accademia del Cinema Italiano. Quest’anno, la premiazione non è si è svolta in una sala, bensì in uno studio vuoto con collegamenti via Skype con i vari attori, scenografi e sceneggiatori.
La prima edizione del 1956 si svolse al cinema Fiamma ed il primo attore a ricevere il David di Donatello fu Vittorio de Sica per “Pane, amore e…”, mentre la prima attrice ad esser premiata fu Gina Lollobrigida per il film “La donna più bella del mondo”.

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Striscia la Notizia e Giovanna Botteri

Striscia la Notizia, programma di Antonio Ricci, oramai è arrivato alla frutta. Non sapendo più cosa mandare in onda, si limita a proporre servizi del tutto scadenti, salvo rari casi, limitandosi ad insultare persone, soprattutto sull’aspetto fisico. Il servizio andato del 28 aprile, ha preso di mira la corrispondente da Pechino, Giovanna Botteri, che ha dedicato la vita al servizio pubblico e alla sana e chiara informazione.

Facciamo un passo indietro. La giornalista era stata presa di mira sui social a causa della sua scarsa fantasia nello scegliere l’outfit. Ad ogni servizio, in giorni diversi, ha sfoggiato la stessa maglia nera e una capigliatura poco curata.
Sulla scia, Striscia la Notizia ha voluto dedicarle un servizio di cattivo gusto, mostrando Giovanna Botteri, con video montaggio di pessima qualità, in una vasca. Il servizio inizia sulle note della canzone Shampoo di Giorgio Gaber e l’ironia spicciola di Michelle Hunziker: “Si è presentata agli spettatori del TG1 più bella e più superba che prìa. Ecco ad un tratto la sua chioma curata e vaporosa, in risposta a tante frecciate velenose, di cui evidentemente ne aveva fin sopra i capelli.”

Decisamente alla Hunziker sta a cuore l’aspetto fisico ed apparire al meglio in televisione. Ricordiamo che nel lontano ’95, ancora minorenne, esordì come testimonial dell’intimo femminile Roberta. In quegli anni, in ogni città imperava la foto del suo di dietro, ma il volto era ignoto.
Rita Levi Montalcini in un’intervisrta disse: “il corpo faccia quello che vuole, io sono la mente”.

Giovanna Botteri, nel mondo dell’informazione contemporanea, è una delle firme più importanti. Dire che è una giornalista è riduttivo, è colei che scardina il rapporto tra la televisione e la bella presenza, intesa non nell’aspetto fisico, ma nel modo di apparire davanti alla telecamera e in mondo TV.
Tornando al servizio di Striscia la Notizia, Gerry Scotti, sempre con ironia conclude dicendo: “Brava Giovanna vai avanti così nel tuo importante lavoro e non badar a chi sta a guardare il capello.”

Giovanna Botteri in un comunicato risponde così: “Mi piacerebbe che l’intera vicenda, prescindendo completamente da me, potesse essere un momento di discussione vera, permettetemi, anche aggressiva, sul rapporto con l’immagine che le giornaliste, quelle televisive soprattutto, hanno o dovrebbero avere secondo non si sa bene chi. Qui a Pechino sono sintonizzata sulla BBC, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo. Le sue giornaliste sono giovani e vecchie, bianche, marroni, gialle e nere. Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, culi, nasi orecchie grossi. Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio. E nessuno fiata, nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono”.

Striscia la Notizia, in risposta, ha diramato un comunicato stampa per difendere il proprio servizio: “Dopo il servizio andato in onda nella puntata di Striscia il 28 aprile scorso, dove si dava conto della fresca messa in piega dell’ottima Giovanna Botteri, siamo stati accusati di aver fatto volgare ironia sul suo aspetto fisico. In realtà è da tempo che su alcuni media e nei social Giovanna Botteri viene presa di mira per il suo look, a detta di molti non particolarmente curato. E il servizio di Striscia, partiva proprio da questo per mostrare come Giovanna nell’ultimo collegamento da Pechino avesse sfoggiato una nuova pettinatura, quasi a smentire le critiche malevole piovutele addosso. Insomma, parliamo di cose serie e certamente il bodyshaming lo è e va combattuto con ogni mezzo, ma non confondiamolo con una messa in piega”.

Il programma di Antonio Ricci, anzichè fare un passo indietro e chiedere scusa alla giornalista, ha continuato a difendere il proprio servizio. Se i social hanno preso duramente di mira l’inviata della RAI, Striscia la Notizia non fa altro che continuare a girare il coltello nella piaga.
Infine Michelle Hunziker, in una delle sue stories instagram, ha invitato direttamente Giovanni Botteri a fare swipe-up per vedere il servizio di Striscia.

Riconoscimento facciale per uscire dalla pandemia?

Uscire dalla pandemia è una sfida complessa per i paesi europei. Un’applicazione di tracciamento del contagio sembra, ma solo apparentemente, la possibile via di un ritorno a una vita normale per la maggior parte dei paesi. Di questa app nessuno sa con certezza come funzionerà, se sarà efficace, quante persone dovranno scaricarla per risultare utile.

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“Il Palazzo dei Conti di Pombeiro”
…. la Sede Italiana in Lisbona

LA SEDE DIPLOMATICA ITALIANA A LISBONA
illustrata in libro a cura dell’Ambasciatore Gaetano Cortese

Un’altra sede diplomatica italiana entra nella collana curata dall’Ambasciatore Gaetano Cortese per la casa editrice Carlo Colombo di Roma con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio architettonico e artistico delle ambasciate italiane all’estero. È “Il Palazzo dei Conti di Pombeiro” a Lisbona, dal 1925 residenza dell’ambasciatore d’Italia in Portogallo. L’edificio – che al piano terreno ospita gli uffici e al primo piano la residenza del capo missione – è stato costruito tra la prima e la seconda decade del ‘700. Modificato un secolo più tardi, è impreziosito da tre grandi pannelli di azulejos ed è circondato da un giardino di oltre mezzo ettaro con salici piangenti, palme secolari, magnolie e ibiscus.

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I Commercialisti criticano l’INPS …. arruolati per decreto ma lasciati nelle retrovie

Per i lavoratori autonomi, finalmente, arriva una buona notizia: indennità di 600 euro relativa al mese di marzo è stata accreditata dall’Inps sul loro conto corrente. Chi non ha fatto richiesto del bonus, può farlo,accedendo direttamente dal sito dell’Inps. Sono stati stanziati circa 3 miliardi di euro per far fronte alla richiesta di circa 5 milioni di autonomi. Il Governo pensa di aumentare il sussidio di 600 euro, portandolo a 800, con il decreto di aprile, da varare entro il mese corrente.

La procedure avviene in via telematica, per cui  non è necessario l’invio di modelli cartacei validati agli sportelli per certificare l’Iban. L’Inps aveva preannunciato che la “delega per attivare la procedura telematica per la richiesta sarebbe stata affidata ai Commercialisti e ai Consulenti del lavoro. Il risultato: nel decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, la delega viene esclusivamente data ai patronati.”

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Consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria da parte della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala

INVOCAZIONE ALLA VERGINE MARIA
da parte di Alessandro Meluzzi, Primate della Chiesa Ortodossa Italiana  

Così come San Bernardo di Chiaravalle, nell’ultimo canto del Paradiso, invoca la figura della Vergine, come creatura più alta nella gerarchia umana e religiosa e, successivamente, la supplica per far ottenere a Dante la grazia da Dio, anche Alessandro Meluzzi, Primate della Chiesa Ortodossa Italiana, nella sua consacrazione, invoca la Vergine per intercedere con Gesù Cristo, affinché finisca la strage innocente di vite umane dovute al coronavirus.  Quest’ultimo assomiglia a uno dei  sette flagelli o all’apocalisse, descritte nella Bibbia.

Di seguito riportiamo il comunicato della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala, riguardante la Cerimonia svoltasi il 5 Aprile presso il Monastero di Santa Maria Theotokos Madre di Dio, sito in Grottaferrata (Roma) con l’invocazione di Sua Beatitudine Alessandro I.
Al termine vengono riportati i celebri versi danteschi. 

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Ristoranti e Alberghi in ginocchio: fatturato pari al 44% in meno rispetto al 2019

A causa del covid-19, molte attività sono state costrette a chiudere perché non giudicate come  di prima necessità. Sulla base di questa ottica, sono rimaste fortemente penalizzate tutte quelle attività che prevedono assembramenti di persone, tra le quali – in prima linea – le attività collegate al settore Turistico/Alberghiero e della Ristorazione. Mentre i Ristoranti, pur rimanendo chiusi al pubblico, si sono attrezzati (per superare le difficoltà temporanee) con le consegne a domicilio, il provvedimento è stato traumaticamente devastante per il comparto alberghiero.
Infatti  tale settore è stato fortemente colpito da una perdita di 7,7 miliardi di euro, pari al 54% in meno, mentre le perdite del settore della ristorazione ammontano a 8,3 miliardi, pari al 37% in meno. La regione più colpita è la Lombardia con un calo di 3,5 miliardi, seguita dal Lazio con -2,7 miliardi e dal Veneto con -1,6 miliardi. 

Obiettivamente va rilevato che tale tracollo non è stato causato solo dai provvedimenti governativi o legislativi (anche se in buona parte necessari),  ma anche dall’azzeramento (imposto o spontaneo) dei consuetudinari flussi o spostamenti turistici, in occasione di particolari celebrazioni e festività annuali. 
Su questo particolare aspetto la Consul Press cercherà di ritornare con alcuni analisi ed approfondimenti, precisando comunque che – a suo giudizio – il settore Alberghiero dovrebbe essere considerato, proprio per l’Italia, un’ attività di primaria rilevanza, nonché stratetegica per il nostro “Sistema Paese”.     

Qui di seguito si riporta il comunicato della Fondazione Nazionale dei Commercialisti,
con un annesso “studio” riprodotto su file in Pdf 

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Coronavirus, stop alle procedure di sovraindebitamento già omologate

Un Documento, rilasciato dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti, fornisce le prime indicazioni operative per la gestione delle procedure di composizione della crisi.

Giancola: “In questa fase drammatica le piccole e medie imprese sono impossibilitate a rispettare i piani predisposti e omologati. Ma il Sovraindibitamento resta l’unica soluzione per sdebitare piccoli imprenditori e lavoratori autonomi per il post Covid-19. Normativa da semplificare

Riportiamo di seguito il comunicato stampa della Fondazione Nazionale dei Commercialisti

 

Roma 6 aprile 2020

In questa fase di estrema difficoltà economica le piccole e medie imprese che hanno già procedure di sovraindebitamento omologate sono sostanzialmente impossibilitate a rispettarle. Un dato di fatto che ci spinge e a sostenere che quelle stesse procedure vadano sospese”. E’ quanto afferma la consigliera nazionale dei commercialisti delegata alla materia, Valeria Giancola. “Siamo però convinti – aggiunge Giancola – che le procedure da sovraindebitamento restino la soluzione ideale per il dopo Covid-19 per esdebitare i piccoli imprenditori e i lavoratori autonomi. Quando si tratterà di ripartire e purtroppo migliaia di aziende del nostro Paese saranno in ginocchio, a quelle procedure si dovrà far ricorso. Ma bisogna sin d’ora lavorare per snellirle e rendere più agevoli e veloci”. Proprio su questo tema il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato oggi il documento: “Emergenza Covid-19: prime indicazioni operative per la gestione delle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento”. Un documento, spiega Giancola, “che ha un taglio prettamente operativo. E’ quello che ci chiedono in questo periodo difficile tanti colleghi da tutti Italia. A quanti sono impegnati su questa materia e che fanno parte degli Organismi della categoria di Composizione della crisi, presenti a decine sull’intero territorio nazionale, diciamo che possono rivolgersi al Consiglio nazionale per indicazioni e informazioni”.

Lo studio pubblicato oggi indica alcune soluzioni interpretative che consentano di adeguare all’attuale contesto emergenziale le previsioni della legge n. 3/2012: si tratta, nello specifico, di indicazioni finalizzate non solo a richiedere al Giudice la sospensione dell’esecuzione degli accordi o dei piani omologati, ma altresì ad accordare al debitore la possibilità di modificare gli stessi, anche successivamente all’omologazione, al fine di agevolarne l’esecuzione e di semplificare, quanto più possibile, la prosecuzione dei procedimenti pendenti.

Più precisamente, oltre ad alcuni spunti di riflessione in ordine all’opportunità di procedere con future modifiche della normativa, i suggerimenti esposti nel documento sono volti a facilitare, in particolar modo, le imprese che stanno eseguendo piani in esecuzione di accordi di ristrutturazione precedentemente omologati e che sono, e saranno, fortemente colpite dalla sospensione delle rispettive attività.

Il documento analizza gli effetti che la sospensione dei termini processuali e, più in generale, il contesto emergenziale che stiamo vivendo, producono sulla gestione dei procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento pendenti e, più partitamente,  sulla “sorte” dei piani del consumatore ex art. 12-bis della legge n. 3/2012, ovvero degli accordi di ristrutturazione dei debiti ex art. 12 della stessa legge che siano stati omologati e in relazione ai quali, l’esecuzione, è attualmente compromessa. Occorre, in tal senso, richiamare quanto disposto dalla decretazione d’urgenza con i differenti provvedimenti adottati dal Consiglio dei Ministri  con cui, a causa della situazione di emergenza epidemiologica, il Governo ha previsto la sospensione di molte attività produttive.  E naturalmente considerare le significative ricadute economiche legate alla situazione di emergenza epidemiologica e alla sospensione delle attività lavorative e di impresa, attuata con i provvedimenti,  che potrebbero pregiudicare il puntuale adempimento degli obblighi assunti dal debitore nel piano, ovvero nell’accordo, già omologati. 

Lo studio si divide in due parti, nella prima spazio alle Indicazioni operative per la gestione degli accordi e dei piani omologati, e nella seconda focus sulle proposte per intervenire in modo incisivo sulla disciplina relativa alle modifiche dei piani nelle procedure di sovraindebitamento. 

 

Per maggiori informazioni clicca qui Sovraindebitamento_covid 19_def_

“All’avvocato si dice sempre tutto” così sentenzia l’autore Luca Ponti !

Il Libro dell’ Avv. Luca Ponti
“ALL’ AVVOCATO SI DICE SEMPRE TUTTO “

una recensione di Matteo Platania  

Il libro, pubblicato dalla casa editrice Aragno, è una raccolta di 29 racconti, scritti da Luca Ponti, avvocato, che opera nel campo del diritto commerciale societario, civile e penale. I racconti rappresentano una serie di episodi ironici, inverosimili, divertenti, ove non mancano considerazioni sull’”io” del protagonista.
Per certi aspetti potremmo assimilarlo al film “I Mostri” di Dino Risi del 1963, articolato su una sequenza di 20 episodi. Non vi è una trama, in quanto gli episodi sono tra loro disgiunti. Nel film ogni episodio è collocato in uno stesso tempo e luogo, ovvero la Roma dei primi anni sessanta. Protagonisti, interpretati da Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman i quali compaiono sia singolarmente, sia in coppia, evidenziando gli aspetti caricaturali di  persone fondamentalmente normali.  Alcuni episodi sono molto brevi, mentre altri, per durata e struttura, assomigliano ad uno sketch, altri ancora, infine, presentano una costruzione più elaborata, simile ad un vero e proprio racconto.

Tornando al libro dell’ Avv. Luca Ponti, i racconti sono preceduti da citazioni appartenenti sia al mondo della letteratura, sia a quello del marketing contemporaneo. La raccolta è anch’essa suddivisa in episodi e la trama non segue un filo logico, ma, al contrario del film di Dino Risi, è incentrata sulle vicende di Castano Dittongo, un unico personaggio con un nome quasi improponibile. 
Se il lettore, una volta letto il nome del protagonista, in un primo momento si estranea dalle sue vicende, in un secondo momento, invece,  viene affascinato e catturato totalmente.

Nonostante il titolo sia “All’avvocato si dice sempre tutto”, il libro non parla affatto di leggi, né tanto meno di strategie per vincere una causa. 
L’intento di questa raccolta di 29 racconti è, invece, quello di avvicinare il “mondo giudiziario” alla vita di tutti i giorni. La legge non viene vista, solamente, come una raccolta di articoli suddivise nei vari codici, ma, soprattutto, come il “mondo della parola e della filosofia”. Questo aspetto viene, inoltre, approfondito sia nel capitolo riguardante la capacità d’ascolto dell’avvocato, ovvero quello cha dà il titolo all’intero libro, ma ancor prima sottolineata nella prefazione dal titolo legge e letteratura curata da Fabio Finotti, titolare della cattedra  di Italian Studies presso la Pennsylvania University di Philadelphia, dove è Direttore del Center for Italian Studies, oltre ad essere Docente di Letteratura italiana nelle Università di Trieste e di Pola. Nella prefazione, viene esaminato sia il rapporto che intercorre tra legge e letteratura, sia il rapporto tra psicologia e comunicazione. “Ciò che abita le pagine di Ponti è la legge in quanto “parola”. E se sono viaggi, incontri, deformazioni ed equivoci di parole quelle che i suoi racconti mettono in scena, mostrandoci gli uomini nella fragilità dei loro rapporti: cosa c’è di più incontrollabile di una parola? La parola viaggia spesso per raggiungere chi la pronuncia prima ancora di chi l’ascolta”.

Come già detto, nel libro sono presenti racconti inverosimili che, a volte, assumono tratti completamente surreali, come quello della segretaria stalker, che parla esclusivamente della propria vita, senza ascoltare le richieste dell’avvocato, che appaiono anch’esse inverosimili.
La psicologia è molto presente. Alcuni anni fa, gli avvocati erano soliti usare espressioni latine tra loro per impressionare sia il proprio collega, sia il proprio assisto, sia la giuria. Se, ad esempio, vediamo un avvocato tenere sula propria scrivania una pila di documenti, siamo portati a pensare che sia un ottimo avvocato, o comunque un giurista con molta esperienza. Il modo di comunicare e di apparire condizionare la mente;  parlare in un certo modo affascina e allo stesso condiziona il giudizio altrui, come accade nel capitolo il difensore d’ufficio, dove troviamo Castano nelle vesti d’avvocato d’ufficio, intento a difendere un uomo, che sta per essere condannato a 12 anni di galera, ma che inverosimilmente, non sembra preoccuparsene affatto, volgendo lo sguardo, per tutta la durata del processo, alla segretaria d’ufficio.

Tutti i racconti si aprono come un testo scritto per il teatro dell’assurdo, dove paradossalmente, è proprio la normalità ad esser vista come anormale.