Skip to main content

Autore: redazione di roma

Tullio Gregory

Università listate a nero

 

Sabato 2 marzo, quasi in punta di piedi sulla frenetica vita cittadina, si è spento Tullio Gregory, Docente universitario della migliore provenienza e della migliore cultura, apprezzato e celebrato anche negli States, per partire da Roma, sua città natale, fino all’Inghilterra e la Francia, che gli aveva donato la Laurea ad Honorem e la nomina di Chevalier Officier de l’Ordre des Arts et des Sciences.

Il mondo accademico si è fermato, contrastato da questo atto di guerra dell’ignoranza che spesso affligge anche gli ambienti della Cultura, addolorato per la perdita di un uomo che aveva dato del suo meglio nella vita, e con grande semplicità.

Innamorato della vita, del Medioevo che percorreva nella Filosofia come una sua personale tenuta, era però scettico di fronte a Wikipedia, che considerava “un coacervo di notizie senza sistemazione critica, insicuro nell’informazione” e fiducioso esploratore della Lingua e della sua spiritualità realistica e simbolica, considerata un punto di partenza irrinunciabile per la riflessione vuoi da ricercatore, vuoi da filosofo.

Non è esaustivo elencare i Dipartimenti e le Istituzioni Umanistiche e Scientifiche che diresse, ognuna con spirito, benevolenza e con la massima serietà, ma è più vicino raffigurarlo per ciò che era: un ineguagliabile professore anche nella gentilezza colloquiale con qualche studente disperso, come chi scrive, nel mare delle bibliografie e voglioso di trovare la sua accademica Itaca. Particolare soggetto senza confini, quasi, dello scibile, appassionato gourmet anche e goloso del pomodoro, ma sostenitore di quella ragione che non è fuori dai confini di una tranquilla umanità. Sua frase ripetuta era ” Chi invita alla ragione dovrebbe impegnarsi per essa, usandola nei confronti degli altri”.

Un rispettoso ed ammirato saluto, con la certezza filosofica di aver passato un confine permeabile, dal quale si ritorna.

Marilù Giannone

Adolescenza Futura…. Letcio Magistralis di Massimo Ammaniti

ALL’AULA MAGNA della SAPIENZA 

Giovedì 28 Febbraio nell’Aula Magna dell’Istituto di Neuropsichiatria Infantile della “Sapienza” di Roma si è svolto un Convegno sulle Riflessioni e Visioni sul Futuro dell’Adolescenza, con la “Lectio Magistralis” del Prof. Massimo Ammaniti, Onorario della Cattedra di Psicanalisi della stessa Sapienza di Roma.

Continua a leggere

Uno sguardo diverso fra Ucraina e Russia

 

Roma, 22 feb. – (AdnKronos) “In Ucraina si sequestrano illegalmente le chiese, sacerdoti e chierici vengono chiamati con falsi pretesti a essere interrogati, subiscono ricatti e i loro cari vengono minacciati”. Lo denuncia Kirill, patriarca di Mosca e di tutte le Russie, in una lunga lettera inviata al patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I e pubblicata nel libro “La missione dei Cristiani nel mondo” (Mauro Pagliai Editore, pagine 168, euro 14), una raccolta di interviste, dichiarazioni e documenti curata dal giornalista Francesco Bigazzi e in uscita il 1° marzo.

“Penso che quella in corso in Ucraina”, continua Kirill I, al secolo Vladimir Mikhailovich Gundjaev, “sia una gravissima violazione dei diritti umani e della libertà religiosa – si legge nella lettera anticipata dall’AdnKronos – I raid e i pestaggi di massa contro i nostri credenti hanno attirato l’attenzione della comunità internazionale, ma vorremmo che questa voce fosse più forte”.
Potrebbe essere la prima guerra di religione dell’Europa moderna: le dispute tra la chiesa ortodossa di Kiev e quella di Mosca, che nell’ambito del più ampio conflitto tra Ucraina e Federazione Russa hanno raggiunto lo scorso dicembre un livello drammatico, hanno ormai aperto una profonda ferita nel tessuto sociale di quell’area geografica.
Nel ricco materiale raccolto da Bigazzi, considerato uno dei maggiori esperti italiani di storia e cultura russa, il capo della più grande Chiesa ortodossa al mondo si rivolge per la prima volta a tutti i suoi fedeli – sia dentro che fuori dai confini russi – per lanciare un invito pressante all’unità.
Il testo tocca una grande varietà di temi a partire dal rapporto con Vladimir Putin, un’alleanza solida e convinta basata sul principio di “non interferenza reciproca” tra Stato e Chiesa, per arrivare alle relazioni internazionali, in particolare quelle russo-cinesi, che hanno avuto un forte impulso in seguito alla visita di Kirill a Pechino nel 2013, e quelle con la chiesa cattolica, il cui momento chiave è stato lo storico abbraccio tra il patriarca e papa Francesco avvenuto a Cuba nel 2016.

Gherardo Del Lungo

A Palazzo Madama un Convegno su “Famiglia e bullismi”

Lo sport come attività di prevenzione

Il 7 febbraio la Sala Koch del Senato  ha ospitato un convegno sul Bullismo & Cyberbullismo, organizzato dall’ Osservatorio Bullismo e DOping e dal Comitato Unico di Garanzia del Cnr, dove si è evidenziato lo stato psicologico e le relazioni imperfette dei ragazzi in età scolare e adolescenziale.

Continua a leggere

Festival di Sanremo n. 69

Ieri 9 febbraio si è chiuso il Festival di Sanremo con un inaspettato vincitore, cosa che ha destato una bordata di polemiche da parte di riviste, quotidiani e tutto il mondo scritto e parlato: Mahmood, italo-egiziano. Ci si è messa pure, offesissima, Loredana Bertè, che ha disertato l’incontro di festa a RAI 1 il giorno dopo, e il disordine è stato notevole.

Si può notare però, nel complesso dell’intero Festival, che le tendenze della canzone odierna sono due: una è quella rievocativa o addirittura ripetitiva della linea musicale anni ’60, con tutto il carico poetico, romantico e geniale, nelle personalità di Battisti, De Andrè, Mina, con il paroliere eccezionale che è Rapetti, in arte Mogol; l’altra è quella RAP, odiata e criticata, ma, in controluce, interessante se fatta bene. Colpisce infatti la canzone vincitrice, Soldi, e quella del gruppo ZEN, Amore dittatore; il testo musicale è quello solito, ma le parole e l’ arrangiamento fanno pensare: Che cosa si è distrutto, maltrattato ed illuso nelle giovani generazioni dagli anni ’60 ad ora? Tremendo fatto e impossibile ad essere negato, ma è così. La banalità del RAP d’amore si dimentica, questo Rap duro, arrabbiato ma soprattutto doloroso ferisce l’anima di chi ascolta, con il passaggio metallico del ritmo battente che paragona l’odierna società quasi ad un’officina industriale, con robot stile Metropolis. Così adesso è la gente: sofferenti avvelenati da smog, costretti ad Amore Dittatore, e dettato da mass e Multinazionali economiche.

Forse è giusto e buono rivoltare la società. Questi ragazzi vivono nel fango degli anni politici ’70/’80, storditi da slogan buonisti e traditi da realtà anche religiose sporche, trascinati da depressioni per diffusione di mode oltreoceaniche volutamente alla ricerca di un’Europa-mercato o discarica per il continuo pungolo del consumo. A favore di chi? Non delle giovani generazioni . “…. Soldi..” ripete incessantemente Mahmood. Ma che è successo?..” volevi solo soldi..”., mentre Battisti, in una canzone che forse anticipava il ritmo battente del Rap, cantava .”.. adesso , adesso dimmi di sì”.

La musica anni ’60 non può essere dimenticata. Ma chi è genitore, insegnante, ministro, osservatore, legislatore, assuma queste canzoni in evidenza e questi vincitori come fil rouge per combattere e ripristinare la normalità relazionale che esiste nei viventi, e che non può essere negata. La società, il mondo, hanno bisogno di un equilibrio, di moralità e non moralismo, di amor di prossimo, senza dogmi e gerarchie antievangeliche. Questo è la sconfortata richiesta fra le righe delle giovani musiche, bisogna portare loro pane e non pietre.

Marilù Giannone

Al Tennis Club Parioli la Riabilitazione dal Coma di A.R.C.O. Onlus

Al TennisClub Parioli sabato 9 febbraio si è avuto un evento per sensibilizzare i convenuti e stimolare ad un sostegno economico a favore di una Associazione Onlus per la riabilitazione psicologica e motoria dei risvegliati dal coma per svariati motivi, dall’incidente al coma patologico.

Il Grande Coro di Roma l’ha fatta da padrone , invitato e atteso con gioia da numerosissime persone: per chi è stato presente alle prove l’esperienza della preparazione alla parte esecutiva ha reso conto di quanto sia complesso e preciso coordinare e collegare musicisti di varia provenienza, dalla RAI alla FAO, dall’INAIL per i Cori, alle Polifonie dei dipendenti INPS e Tim. Fabrizio Adriano Neri, il Direttore, ha avuto come collaboratori Andrea Calvani al piano e Georgia Tessarolo alla conduzione .

Le musiche scelte spaziavano da brani classici alla musica da film e teatro: non poteva mancare “Roma nun fà la stupida stasera” e la novità, invece, è consistita nella “Marcia di Radewsky” di Strauss. A coronare il meeting la cantante statunitense Amalia Dustin, con una voce elastica dalla morbidezza senza scalfitture per il canto romantico al ritmo variato e chiaroscurale della scrittura di “America, America”,veramente splendida.

Da tenere presente l’importanza di questo evento che esplica l’attività del ritorno alla vita per quegli infelici che hanno subito un trauma, che illusoriamente gli sceneggiati televisivi dipingono facile, mentre si tratta di veri e propri duri ostacoli da superare per il recupero che spesso non può essere totale. Il cervello di questi esseri colpiti recede, durante il coma, in zone differenti, ed è un miracolo di amore se si frena loro l’aggressività improvvisa che li affligge al ritorno, o la perdita di ogni freno psicologico, o si attenua la disabilità che può averli offesi, o la mancanza di coordinamento con la vita presente.

L’Associazione ARCO si sostiene da sola, ed è la migliore organizzazione per questa delicatissima opera, spesso sostenuta dalla volontà degli stessi operatori.

Se può esservi una Onlus, veramente, da aiutare, invece di lacrimare per i commercianti di uomini, ebbene, è questa. E, per estensione del terribile colpo subito che ha annientato momentaneamente un essere umano, considerare che un trauma psicologico come un lutto, o anche come una o più ferite inferte dalla cattiveria di alcuni guarisce solo, pur lasciando tracce, sempre e proprio dall’amore che è segno dell’Inconoscibile Uno, il Creatore. 

Marilù Giannone

Giornata Mondiale della Lingua e Cultura Ellenica

Alla Sapienza di Roma, venerdì 8 , nella Facoltà di Economia e Commercio una grande festa per la Cultura Ellenica Italiana ha entusiasmato un numero così grande di persone da stupire veramente chi vi ha preso parte per mero interesse culturale: bambini delle scuole elementari, medie, ma soprattutto ragazzi dei migliori Licei di Roma e Lazio (ahimè il Giulio Cesare, decaduto a radical-chick con progetti di dubbia riuscita) hanno fatto rinascere quella base di pensiero e d’arte che tanto caratterizza lo Stato.

Guardandosi in viso si è trovato che l’anima italica è costituita da millenni di bellezza, scienza, poesia, teatro, ed i cellulari, vivaddio, sono serviti solo a fare la ola luminosa ai compagni seduti sotto la cattedra con chitarre, flauti, tamburi in mano, per accompagnare la recitazione di un incantevole Creonte (Flavio Tempesta) e, nella lingua grecoantica, di Antigone (Aurora Transelica) non meno coinvolgente.

L’Ambasciatore di Grecia, Thasia Afanasiou, che aveva aperto la manifestazione, era estasiata come tutti coloro che apprezzano altro che le disquisizioni politico-sociali in TV o le massaie recitanti una quotidianità non vera. L’apertura dell’evento era stato uno studio approfondito sulla lingua Neogreca, sviluppata dal greco antico in terra di Calabria, Puglia, Basilicata soprattutto ed ancora vivente ed attuale, nonostante le curiose limitazioni date da un’interpretazione malintesa del Nazionalismo fascista (Prof.Maria Olimpia Squillaci, autrice e relatrice della ricerca) per le quali si era giunto a vere e proprie repressioni anche violente a chi lo parlava. Luci ed ombre di un secolo, ancora da purgare e riscoprire, e per questo intelligenti discenti si sono impegnati l’anima per fare amare ed imparare la Cultura Greca, e dove questa eccellesse si è messa in luce senza risparmio. Magnifica, meravigliosa giornata, da far proseguire anche per la valutazione delle ombre della Cultura detta: maschilismo esasperato, che ancora fa brace nelle menti degli uomini, corroborato da religione; considerazione della poesia, che è la più libera e profonda espressione umana come il canto, come semplice teknè, cioè arte sottoposta a canoni o decadente perchè imitazione del vero (Erwin Panofsky): Due caratteristiche fra tante, ma importanti se si nota che ciò rivela una dicotomia sociale fra assolutismo e democrazia, quella vera, ben lontana dalla presente, cariata da un sinistrismo di tipo kennediano. Nessun filosofo greco “posava” come i politici dei tempi attuali, simulacri perfetti di un terribile vuoto di umanità. 

Ma i ragazzi hanno spazzato tutto. Citazioni e riprove delle maggiori correnti di pensiero greche e delle migliori loro applicazioni sono state la bandiera di un movimento sorto quasi in sordina, e recentissimo, che fa pensare con gioia che un’era trista è in agonia, e che si ricomincerà ad amare il vero uomo, quello che non l’erudizione o la preparazione finta, ma la conoscenza caratterizza e fa bello, quello che per economia sa che è la “scienza della casa”, la cura per la propria Nazione.

Marilù Giannone

La Prevenzione per una “Sana Longevità”: la situazione in un convegno al Parco dei Principi

UN DIBATTITO COGNITIVO su DEMENZE e ALZHEIMER

Una conferenza, con Piero Angela e Lamberto Maffei, si è tenuta all’Hotel Parco dei Principi il 6 febbraio alle ore 18,30, con amplissima partecipazione di pubblico attento ed interessato. Si è trattato degli itera compiuti e da compiersi per prevenire la subdola demenza, non solo senile, visto che l’età si è abbassata a 35 nei casi di concorrenza di altre patologie o di uso di droghe (tutte, leggere e no).

Continua a leggere

Andreotti e l’Europa

Il 5 febbraio è stato presentato al Circolo dell’Acqua Acetosa del Dopolavoro del Ministero per gli Affari Esteri il libro di Francesco Lefebvre d’Ovidio “Andreotti e l’Europa” , una rilettura dei rapporti delicati ed intricati insieme avuti fra il compianto Statista Giulio Andreotti ed i Paesi d’Europa, nel loro equilibrio spesso instabile e faticoso.

L’arguzia e la finezza politica di Andreotti sono state illustrate da tre eminenze dell’esperienza governativa attuale: il Ministro dello Sviluppo Economico Giovanni Tria, il Neopresidente della Consob Paolo Savona, già Ministro per gli Affari Europei, ed il Diplomatico ed esperto di Economia Umberto Vattani, con ampio successo ed interesse dell’uditorio che ha letteralmente colmato ogni centimetro disponibile.

Chiarissimi i riferimenti alle presenti scelte economiche ed ai loro rischi: recessione, non applicabilità di taluni scopi del programma, perdita di lavoro, angustianti orizzonti, dissestato futuro nazionale. Il Ministro Tria ha evidenziato, pur nella difficoltà presente, il cammino iniziato per risalire la china causata da governi precedenti miranti solo all’egoismo del proprio orticello. Savona è stato più circostanziato illustrando, invece, diversi passaggi economici che Andreotti aveva supposto e l’esito da funambolo che lo Statista democristiano aveva raggiunto più volte, sempre con il sorriso e la facezia. Più cauto ma profondamente padrone dei suoi assunti nel merito di visioni economiche dello Statista Umberto Vattani. Luigi Maria Vignali ha condotto l’evento intervenendo più volte con domande opportune sulla carriera politica ed il pensiero del soggetto descritto. Ottimo lo stile e la scorrevolezza della prosa usata da d’Ovidio, che rende accettabile anche a chi non è dell’arte la narrazione e le osservazioni sul momento storico passato. Andreotti si svela in ogni lato, ivi compreso quello delle sue oscurità, ma si cancella tutto quell’accumulo di falsità spesso fatte malamente aderire da calunniatori mirati a creare destabilizzazioni: viene ad evidenziarsi, così, per mano dell’Autore, un personaggio che vanta una genialità garbata, fissata su un notevole carattere così stabile da risultare talvolta odioso.

Ancora una serata al vertice dell’interesse e dell’attualità offerta in un luogo che non manca mai d’essere all’altezza ottimale per offrire conoscenza a chi lo frequenta.

Marilù Giannone

Capodanno cinese a Roma

Lunedì 4 febbraio, all’Hotel Plaza, ha avuto luogo il primo dei meeting aventi come scopo i festeggiamenti per il Capodanno cinese, ricorrenza che è ben poco paragonabile, quanto ad importanza e partecipazione, alle festività maggiori d’Europa. Con il favore totale del Campidoglio ed altre istituzioni italiane, che hanno pavesato di rosso via Condotti e tracciato in più luoghi notevoli richiami ed abbellimenti secondo l’abile stile e la raffinata arte d’Estremo Oriente, si è dato accesso ad una serie di iniziative che omaggeranno e faciliteranno agli ospiti e turisti del Sol Levante la conoscenza dei  fiori all’occhiello nazionali.

Si tratta, come è facile intuire, di programmi volti a far conoscere meglio i brand italiani, organizzando percorsi ad hoc, illustrando loro i migliori prodotti commerciali della moda, dell’alimentazione, e così via, in modo tale da renderli fruibili e facili nell’acquisto: uno di questi sistemi è la cura ed il perfezionamento dei pagamenti tramite POS, o quel bel numero di sistemi concordati con le banche nazionali, e sconti, ed uso del digitale, che eviteranno difficoltà o malcomprensione ai turisti, si può dire, d’elite, quali i cinesi sono. Si parla infatti, quanto a statistiche, di un incremento delle presenze calcolato in previsione del 200.000 più dell’anno in corso, e dell’aumento del turismo autonomo, vale a dire quello non legato a consistenti gruppi di soggetti condotti da una guida, pari al 50 % in più .

Una rapida indagine sul tipo di consumi e consumatori ha fatto sì che la moda nazionale si aprisse a fogge ed a stampe di tipo cinese, pur lasciando fattura, tessuti, alta sartorialità completamente nazionali: un bell’incontro di talenti che darà un’ ottima intesa ed una reciproca stima . I prossimi eventi saranno, ancora, ad alto livello: dal 7 febbraio alla Galleria Borghese si conosceranno dal vivo le opere d’arte di LiuBolin, artista cinese contemporaneo giunto ai vertici dell’apprezzamento, e degli altri eventi si darà opportuno annuncio a breve.

Il mondo, anche quello che sembra tanto lontano, come quello orientale, ha bisogno della ridente Nazione Italia.

Marilù Giannone

Da Mosca con amore: musicisti russi a Roma

Il gruppo di cantori e musicisti russi, “Ottocentoclub” ritorna a Roma per offrire i loro concerti, composti da musiche del repertorio classico e da canzoni tipiche russe ed ucraine, così come composizioni moderne.

In allegato si trovano i luoghi e le date dei loro eventi, da non perdere assolutamente per l’eccellenza delle esecuzioni, la purezza delle voci umane e degli strumenti, per l’ineccepibile e coinvolgente direzione del Maestro ALEKSEY YUZIN . Il Gruppo Ottocentoclub ama in particolar modo l’Italia e Roma ed è sempre felice, tramite la musica e l’attento, affettuoso modo di eseguire i brani scelti, di allietare chi li ascolta e che non può che entusiasmarsi della loro opera magistrale data come un’inestimabile dono.

                                                                                                                            Marilù Giannone

  Афиша


 

 

Ancora un bel passo avanti alla Galleria Futurism &Co.

La Galleria Futurism & Co. ieri, 24 gennaio alle ore 18.00 ha aperto a Roma la mostra dedicata a Fortunato Depero ed a suo “figlio spirituale” l’artista statunitense Peter Halley. Depero è uno dei massimi esponenti del Futurismo, con caratteristiche più “meccaniche” e meno dedite ad innovazioni eccezionali come l’aeropittura di Dottori, ma è un cantore del colore espresso e reso infinito da accostamenti, giustapposizioni, variazioni.

Con l’attività esclusiva e precisa, nella ricerca, nella cura, nell’organizzazione, la Galleria Futurism &Co. ha riaperto felicemente lo spazio inesauribile della vera arte italiana agli occhi del mondo disgustato dalla chiusura politica e miope che l’avevano oscurato, bollandolo come “fascista”; chiusura dimentica del fatto che il Futurismo era già da prima nel pieno dell’affermazione, e con l’artista citato, già verso il 1920. La solita lotta sorda ed invidiosa verso una terra ricca di geni. Per continuare a fare storia ed essere se stessa l’Italia deve parlare con le sue arti e permettere ai cittadini di ascoltare ciò che riporta, e di seguire, anche superandoli, i personaggi che l’hanno fatta assurgere a livelli altissimi. L’opera, allora, della Galleria Futurism, che si adopera per chiudere una lacuna insensata e, ancora di più, per mostrare agli interessati come si è evoluta l’arte italiana e quali esiti ha avuto nel tempo, accostando sapientemente un maestro conterraneo a maestri della pittura americani, è assolutamente ed egregiamente inestimabile.

L’afflusso di moltissimi visitatori e la presenza di insigni critici come Maurizio Scudiero, un autentico esperto deperiano e profondo conoscitore di Halley, Giancarlo Carpi,  semplicemente in possesso di esclusiva per quanto concerne la conoscenza del Futurismo, Graziano Menolascina, che si muove agilmente nel mondo artistico americano evidenziando le “fratellanze” di colori, sentimento, significati con l’arte italiana del primo Novecento, hanno segnato luminosamente un passo avanti sicuro nel percorso dello studio rinnovato dei suoi esponenti, che avrà senz’altro significativi sviluppi.

Non si può ignorare ciò che lo stesso Depero disse dell’arte futurista: ” è un’arte che ha come spazio espositivo la strada, sotto lo sguardo di tutti”, è dunque un linguaggio che veicola, oltre a messaggi, pensieri sul vivere contemporaneo, affermazioni, anche diffusioni pubblicitarie come lodi al lavoro della gente.

Non resta che ringraziare Alessandro Bolic e Francesca Carpi, direttori della Galleria,  ripensare ancora sull’evento, che troverà a brevissimo nuovi luoghi di esposizione. e preparare il desiderio di sapere ad una nuova, ancora meravigliosa, occasione.

Marilù Giannone

Un singolare evento al Salotto Romano presso Santa Maria sopra Minerva

Il giorno 10 gennaio, alle ore 16,30, Francesca di Castro e Sandro Bari, con la partecipazione dello studioso di argomenti romani, Renato Mammuccari, presentano una singolare esposizione: Pascarella pittore, un evento insolito ed interessante.

Associazione culturale Roma Tiberina

Salotto Romano

Cari amici, nell’augurarvi un felice Nuovo Anno, vi comunichiamo che il prossimo Salotto Romano stavolta, a causa delle festività, non si svolgerà il primo Giovedì del mese, ma il secondo, cioè Giovedì 10 gennaio dalle ore 16,30, come sempre nella Sala Capitolare del Convento dei Do menicani alla Minerva, in piazza della Minerva 42 (Pantheon).

Il Salotto si aprirà con la consueta rubrica di precisazioni storico-letterarie a cura del prof. Romolo Augusto Staccioli, Presidente dell’ArcheoClub, sede di Roma.

Seguirà la conferenza della d.ssa Daniela Armocida, che ci presenterà un Cesare Pascarella poco conosciuto dai più, nelle sue opere grafiche e pittoriche, catalogate dal Fondo esistente presso l’Accademia dei Lincei, con proiezione di immagini esclusive e inedite. Interverrà il prof. Renato Mammucari, noto collezionista e studioso dell’Ottocento e della Campagna Romana.

In conclusione sarà dato spazio alla poesia con l’intervento dei poeti presenti in sala.

 

 

Le mani in tasca agli Italiani… sempre e comunque, la Sinistra docet !

L’arte difficile della memoria, unica arma per non errare ancora

Tempi di burrasca, gli attuali mesi della politica italiana, che preoccupano o lasciano sospesi un po’ tutti, intenti a considerate le posizioni di ogni Partito per notare, ragionando, se è il caso di dar loro piena fiducia. Per cercare quella giusta coerenza che fa accettare le posizioni diverse di costoro, la memoria è l’arma e l’arte migliore: si riguarda a ritroso non tanto le parole, ma gli esiti dei fatti manifesti o, il più delle volte, compiuti in sotterraneo.

Ebbene, colpiti dalle proteste strazianti alla Carolina Invernizio di alcune parti, ecco un breve pensiero: le mani nelle tasche degli Italiani non sono state messe, un giorno non vicinissimo, a mezzanotte, pescando dai conti correnti di tutti, poveri e ricchi, senza nessun avviso, per forzare un equilibrio economico compromesso, per “entrare in Europa” ? Le tasse che aumentano, poi, hanno un lunghissimo iter di ripetizione annuale, da parte dei trentennali democratici di sinistra: una monetina qui, un lieve ritocco alle tariffe là, il biglietto che aumenta – di poco, naturalmente! – a fronte di trasporti da Malebolge dantesche, l’IVA, la spezzettatura ipocrita delle voci e dei tipi di tasse ed imposte per fare confondere nella giungla della burocrazia, il giro del mondo dell’immondizia sparpagliata qua e là per far business, e quante ancora ? Ed inoltre, quanti governi sono durati circa tre anni per permettere all’ultimo compagnuccio, in Parlamento solo per pochi giorni, di prendersi una pensione strabiliante?. Quante volte si è visto preferire un totale analfabeta alla guida solo perchè era dalla parte del partito mancino?

In questi trenta anni, l’unica politica per la famiglia è stata quella di scioglierla in un confuso mélange di colori che nessuno, meno i globalisti dell’Associazione composta da Istituti di Banche, di Rating, Finanze & Co., ha voluto, anzi. I numeri falsati di una Società di Psicologi a favore: quanti falsi oltre questo per pilotare l’uomo comune, non si sa. Quante famiglie possono crescere i figli, quali politiche etiche sono state mese in atto?

Quanti poveri ha fatto il globalismo in USA, che vanta di essi il maggior numero, e quanti disperati ha fatto in Africa, ed ora, nella valletta balbettante di ieri che era l’Italia, chi vuole ancora una conduzione economica sulla scia global? La politica sinistra, che considera l’offeso dalla delinquenza un delinquente, il ragazzo violento perchè i genitori devono essere “democratici”, non deve più parlare, lasci qualche scena madre almeno per riuscire a far ridere, ammetta che ha voluto disistruire e non istruire, disculturare e non educare, appiattire e donare malessere, malasanità, giustizia fumosa, protezionismi, delinquenza “rispettata” come i Casamonica.

Trenta anni fa, poco più o poco meno, si è impiantata la politica della compulsione alla spesa: migliaia di oggetti tutti uguali, differenziati solo dalla pubblicità: guardare le composizioni chimiche dei detersivi ad esempio. Non c’è bisogno di questa schizofrenica produzione nè di altre, non c’è bisogno di infinite scarpe, triliardi di vestiti e di cibi rococò; regolare i costumi, non seguire solo professioni alla moda nelle quali confluiscono tutti. C’è bisogno di comunicare: con l’angoscia della meta di una sfuggente ricchezza, non si comunica più. L’uomo è solo.

Per essere ricchi si truffa, si ruba, si tradisce, si uccide civilmente, si emargina, non si ascolta: che uomo è questo, non si sa. Non si crede più: la Natura è lontana dai microprocessori, distrutta da programmi fatti solo per guadagnare, da dinosauri edilizi che restano scheletri dopo avere reso tutto sterile: da più di trenta anni Cristo chiede se ai figli si daranno pietre al posto del pane, e vari Segretari strabuzzano gli occhi fintamente colpiti, e vari ministri del culto (quale?) lo scomodano per rivendere carne umana.

Guardare l’incanto musicale di una marea, ascoltare la lingua degli uccelli, lavorare per conoscersi,  e sentirsi sicuri ed umani: la meta non è divorare tutto, è amare tutto.

Marilù Giannone