Skip to main content

Autore: redazione di roma

La maledizione dei falsi Modigliani

Un grande Artista senza pace

Chi non ricorda la beffa delle sculture di Modigliani false, che ingannarono, fra l’altro, il grande critico d’arte Giulio Carlo Argan?

Firenze, 10 gennaio 2018 – Con la perizia depositata in procura a Genova, secondo cui i 21 quadri di Amedeo Modigliani esposti lo scorso marzo a Palazzo Ducale sarebbero dei clamorosi falsi, il grande artista torna al centro di una triste vicenda legata alla contraffazione di opere d’arte. L’esperto pisano Carlo Pepi, tra i primi ad accusare le tele di essere una “clamorosa truffa”, era già stato protagonista nel 1984 della “beffa di Modigliani”, celebre scherzo ideato da un gruppo di studenti livornesi che realizzarono false sculture di Modì tendendo una trappola ai più grandi esperti d’arte. Come racconta Giovanni Morandi, già direttore di QN-Quotidiano Nazionale e autore del fortunato libro La beffa di Modigliani (Pagliai/Polistampa, 2004-2016), Pepi fu tra i pochi a denunciare le teste false. La sua opinione controcorrente – che lo portò all’epoca ad essere pressoché ostracizzato – si rivelò fondata: oggi come allora, Pepi si prende una meritata rivincita.

Gherardo Del Lungo

Un Epistolario pubblicato per la prima volta: Moro – La Pira

Firenze, 21 dicembre 2017 – “Caro Moro, cedo a un impulso del mio animo – pensoso e prosciugato per la portata delle decisioni del

Un volume per esperti, e per tutti gli amanti della storia e della politica di livello

Comitato nazionale della DC – e ti scrivo per dirti questo: e se lo ‘spazio vuoto’ che vogliono fare occupare da te, fosse diventato vuoto per effetto di cose non pulite e compiute nelle ‘tenebre’? E se queste operazioni non pulite e tenebrose (franchi tiratori diretti e indiretti), fossero state sgradite oltre che agli occhi degli uomini anche agli occhi di Dio?”. I dubbi di Giorgio La Pira sull’elezione dell’amico Aldo Moro a segretario della Democrazia Cristiana sono espressi in una lettera del 13 marzo 1959 in cui il “sindaco santo” si domanda se le scelte del consiglio nazionale DC possano “contrastare la volontà e il disegno di Dio”. La missiva fa parte del nutrito carteggio intercorso tra i due statisti, oltre cento lettere finora inedite, oggi trascritte e annotate da Eugenia Corbino con la supervisione di Pier Luigi Ballini e raccolte nel volume Moro e La Pira. Due percorsi per il bene comune (pp. 384, euro 24), pubblicato da Polistampa a cura della Fondazione La Pira con saggi di Alfonso Alfonsi, Renato Moro, Giulio Conticelli, Augusto D’Angelo e Massimo De Giuseppe. Lo scambio epistolare, che inizia nel 1952 e termina nel 1977 (anno della morte di La Pira), testimonia il legame che unì le due personalità, i cui percorsi politici e umani si intrecciarono in numerose occasioni: dall’impegno comune nell’Assemblea Costituente alla nascita del centro-sinistra, dagli sforzi per porre fine alla guerra del Viet Nam all’opera diplomatica volta alla distensione in Europa e nel mondo, in particolare riguardo alla questione mediorientale e al riavvicinamento con la Cina. Il carteggio si conclude con una lettera datata 6 aprile 1977, l’unica in cui Giorgio La Pira fa riferimento al terrorismo che in quel periodo scuote il paese: meno di un anno dopo Aldo Moro sarà sequestrato e ucciso dalle Brigate Rosse.

Gherardo Del Lungo (335 1373725)

Ricerca sui revival dell’estrema destra nell’inserto del “Corriere”

La rabbia che sale

Nell’inserto del Corriere della Sera del numero 1 di gennaio 2018 il dottor Andrea Rossi, intitolando l’articolo “La Rabbia”, compone un affresco ottimo su alcuni aspetti della politica alla soglia delle prossime elezioni. Dopodiché egli evidenzia con chiarezza gli aspetti esteriori come anche gli slogan che caratterizzano certi focolai di recrudescenza di pensieri e convinzioni che – sembra, se non si tiene conto che ormai sono passati circa ottanta anni dal Fascismo – siano del tutto ripetitivi del famigerato “ventennio”, e mettano paura all’opinione pubblica e soprattutto a diversi onorevoli o deputati.

Si ha insomma un timore tanto profondo quanto immotivato, data la differenza e la vetustà del Fascismo, che il “ventennio” possa tornare.

Spiacente per Vico, che indulgeva sulla certezza, anche se non matematica, dei corsi e ricorsi storici, si sa che qualsiasi idea si possa riproporre non è e non può essere mai eguale a se stessa: c’è quel “quid” pari alla dimensione aurea, incommensurabile e sconosciuta, che inevitabilmente rende molto differente l’idea dal suo primo stadio di affermazione. Inoltre, e qui è il punto, si parla un poco tutti di Fascismo, ma nessuno più sa con sicurezza che cosa sia. Il nostro giornalista inoltre sembra non conoscere che la Patria è la Nazione sono, da secoli, e semplicemente, la casa dei cittadini della Penisola, e che i due termini sono stati usati da molto tempo e da quando il Risorgimento l’ha resa una e con la stessa bandiera. Non sembra che Amatore Sciesa o i Fratelli Bandiera, per finire a Garibaldi, fossero fascisti.

Andrea Rossi espone con ricchezza atti di violenza trascorsi con quelli che si teme possano manifestarsi ancora e soprattutto sostiene che essi sono frutto della “rabbia” data dalla sfiducia nelle istituzioni. Giustissimo: ma illustra i motivi di questa sfiducia? rileva che è da più di trent’anni che l’Italia è appesa ad un filo, che rischia un commissariamento, un fallimento? E delinea i perché e gli errori di queste passate istituzioni che hanno giocoforza portato i cittadini a ritenere validi sistemi di governo diversi dai loro anni bui ? Direi di no. Forse egli lascia questo compito, spontaneo, immediato, incontestabile, all’evidenza dei fatti vista dal lettore e dal cittadino.

Marilù Giannone

Nosferatu a Palazzo Chigi e dintorni

Si ricomincia il giro di giostra:  non si resti abbacinati !

Il governo non-votato, che ha per assonanza “nosferatu”, è finito. Chiuso. Fatto salvo il conte Gentiloni, al timone, incerto, solo sul bastimento che nessuno abita, solo nel loculo dove l’esito delle prossime elezioni entrerà per nutrirlo ancora del sangue degli Italiani o per mettere un palo nel cuore sinistro di altri vampiri suoi e no scelti senza elezione negli ultimi anni, KjengeMonti, Boldrini, Fedeli, la “coccodrilla” Fornero, ed altri, con il bieco contorno di Fiano, Emiliano, quelli con le mani nel sacco di truffe e legami con ambienti delinquenziali, con Ong assetate di soldi, con cosiddetti religiosi sporchi, i figli di papà come Boschi e Renzi, i budini tremanti davanti all’Europa come altri.

Continua a leggere

Il Museo di Valle Giulia per la Storia Italiana

Un ciclo indispensabile di conferenze ed iniziative 

Quando gli Indeuropei hanno conosciuto la nostra Penisola, si sono incontrati con i Villanoviani, in fase di evoluzione, e questo incontro è stato il più significativo per la formazione della Civiltà Romana, e per tutta la storia del Mediterraneo.

L’Italia è indubbiamente l’athanor dei popoli, e non vale rovesciare sottosopra la verità storica per una piaggeria filoestera. Prendiamo nota di questa rilettura che nulla nega dei lavori passati, ma che apre una finestra più ariosa alla nostra via di conoscenza.

Continua a leggere

I “nostri malati” a casa! Degenza in Ospedali per immigrati !

Condannati a morte

Un articolo di Marco Pili su Il Giornale del 16 dicembre scorso riporta un perentorio ordine agli ospedali sardi, a Cagliari, a firma Ortu – Dirigente del Presidio Sanitario – per comunicare ai vari centri di mandare a casa i pazienti “dimettibili” per far posto ai migranti in arrivo con stato di salute presumibilmente danneggiato.

Un rapido pensiero all’intera situazione medica ed assistenziale italiana, affetta da malasanità, e l’oscuro termine esitante “dimettibile” danno la misura e la paura a chi assume la notizia di una sorta di sorda condanna agli italiani: dopo essere comprati quanto ad industrie e centri di produzione, dopo essere ridotti a frugare, anziani, nei cassonetti, dopo essere irrisi e presi in giro dalle istituzioni e dai cittadini europei, invasi da mendicanti, ci mancava questa!

Continua a leggere

I Santi Quattro Coronati: un'idea

I Santi Quattro Coronati: un’idea

Un poco di filosofia non guasta

La nostra religione, sempre riempita di santi e martiri, non si ferma più di tanto a considerare il significato delle quattro figure dei Santi Coronati, presenti in tutte le epoche presso tutte le produzioni artistiche delle varie civiltà. Se è vero che il nostro Creatore ha voluto gli universi e le vite tutte, ha armoniosamente impiegato gli elementi che Egli ha voluto: Acqua, Aria, Fuoco, Terra. Così è l’umile ed incantata meditazione dei saggi di ogni tempo, che per questo hanno rispettato ciò che essi vedevano e che parlava loro della grandezza della loro Origine Creatrice. E questi sono i quattro del “titulus” confusi ed incerti nei nomi e nel numero che l’Agiografia ha tentato penosamente di attribuire loro.

Coronati perché creature di Dio, partecipi e non martiri di nessun bieco paganaccio. L’uomo non ha iniziato la fede dall’organizzazione cattolica, ma ha sempre rivolto gli occhi intorno, comprendendo che c’era un Superiore assoluto che lo incitava o lo limitava, secondo la Sua saggezza. Ha sbagliato, ha sofferto, ha imparato. Un grande filosofo greco, di Samo, ha spiegato che la filiazione, il Tre, ha applicato il suo amore per lo Spirito disegnando un quadrato. Il quadrato è il mondo secondo le sue Leggi, che Egli ha affidato all’uomo lasciandolo sbagliare per farlo venire a Lui.

Il sito dei Quattro Coronati, già presente in età remota come luogo sacro, è stato mutato in chiesa cristiana nel 499 d.C., collegandola in un complesso esteso alla zona di una residenza sulla via Tuscolana, dal nome Aemiliana, e fortificandolo nel IX secolo. La chiesa ha potuto anche comporre il monastero comprendente cripta, cortili, palazzo cardinalizio, danneggiato tutto al tempo di Roberto il Guiscardo, che gli dette fuoco. Il 1084 l’insieme fu ricostruito, con modifiche e l’uso abbondante di materiali di spoglio.

Pasquale II lo volle collegato come presidio all’Abbazia benedettina di S. Croce presso Foligno. Il complesso religioso, più volte restaurato, fu lasciato decadere quando il papato si spostò dal Laterano al Vaticano. L’interno è ricco di affreschi del XII secolo, la pavimentazione è più antica, in opus alexandrinum, a sinistra una porta conduce ad un silenzioso chiostro a colonnine ed arcate e, all’uscita di questo, si trova l’oratorio di Papa Silvestro, così pieno di affreschi da essere definito simile alla Cappella Sistina, e così pieno di enfasi nel rimarcare la Donazione di Costantino da dare l’evidenza del falso. Più figurativamente interessanti gli affreschi cinquecenteschi nel presbiterio e più pregni di significati storici ed artistici i due oratori di S. Nicola e di S. Barbara.

All’entrata del chiostro, fra due colonne, una lastra marmorea incisa riporta una tavola numerica considerata un calcolatore. È molto probabile, vista l’indispensabile presenza dei numeri in architettura, spiegata su più fronti data la collocazione della lastra fra colonne portanti in numero di due, e vista l’equivalenza di somme e sottrazioni con significati filosofici e religiosi, un esempio è trovabile nella Bibbia, per la costruzione del Tempio di Salomone.

Ma ancora più attraente è ciò che si trova inciso in una parete del chiostro, una “triplice cinta” che si trova anche in altre chiese tardoantiche (S. Stefano Rotondo) e diffuso, come una forma di moda, fino a tutto il Trecento, tanto da far pensare al punto di partenza di simili incisioni templari nelle Cattedrali. Si fa riferimento, invece, a S. Francesco, quando parla di “nostra morte corporale” e di “secunda morte”: queste espressioni del Santo spiegano che l’uomo ha tre elementi compositivi: il corpo, che qui sarebbe la prima cinta; l’anima, che qui è il secondo giro ; ed il terzo, più alto nel cielo, è lo Spirito, che ci lega allo Spirito di Dio, finendo, in ipotesi non tracciata, un unico punto al centro della terza cinta, Uno, la Corona. Simile ancora a questo quadrato è la scala a chiocciola leonardesca, che si può immaginare tangente ai lati dei quadrati e, mediante la sezione aurea, in salita. E dunque è un concetto ben diverso di quello, sanguinolento, del martirio di quattro o cinque probabili lapidari, che non si sa bene come si chiamino, né di quale paese siano, se della Pannonia o provenienti da altri luoghi.

Gli artisti della pietra, scalpellini, cavatori, muratori, erano riuniti in Collegia già nell’Alto Medioevo o prima ancora, ed erano considerati sapienti, studiosi della Conoscenza. Costruire secondo ordine ed armonia voleva dire creare come la divinità ha creato, seguendo quel poco di luce che l’architetto poteva avere più degli altri suoi collaboratori. La bruttura grandguignolesca e falsa di oscure agiografie con genti sbudellate, tagliuzzate, scapitozzate, non è nella bellezza comunicativa e comunicatrice di un gruppo di uomini al lavoro, che hanno sacrificato la loro vita nell’opera. Ed è per questo che la chiesa, articolata in armonia nonostante parti compositive differenti, è il luogo sacro che celebra tutte queste abili mani di lavoratori, fedeli e gioiosi come gli angeli imperituri del cammino umano.

Dalla Nikolajewka al Paradiso degli Eroi

SILVANO LEONARDI  È  ANDATO AVANTI ! 

Un coraggioso guerriero fra le schiere di S. Michele Arcangelo 

un ricordo redatto da SANDRO BARI *

Egregi, vi comunico la spiacevole notizia della scomparsa di Silvano Leonardi, l’Artigliere da montagna che, tra le tante iniziative benemerite in difesa del sentimento di Patria, ha ideato e condotto il Comitato NIKOLAJEWKA – per non dimenticare, in ricordo dei nostra Caduti e Dispersi in Russia.

Continua a leggere

La frustrazione dei piccoli poteri

L’ignoranza che incorona re

Il disagio sociale, l’orribile esempio dei governi creati con furbizia e falsità, l’assenza totale di un’etica anche da parte del mondo religioso hanno profondamente inciso con i loro sporchi artigli l’individuo, ogni persona. Se già esistevano soggetti come questo che viene ora esposto, adesso sono sempre più diffusi, perfino dove è superfluo mostrare superbi un qualsiasi grado.

L’amore di prossimo è scomparso, con la genitorialità, con l’equilibrio, con la giustizia. I figli del tempo d’ora piangono per queste colpe commesse dagli anziani.

Continua a leggere

Beati Paoli: ancora un mistero ?

Beati Paoli: salvezza della società o delinquenti ?

 SANTI O MAFIOSI ?  …E SE CREASSERO UN “MOVIMENTO” ? 

Sui Beati Paoli esistono molte e differenti voci popolari, ma non c’è una vera fonte precisa per indovinarne l’origine ed il loro operato. C’è chi li dice antesignani della mafia (Pitré), chi, tout-court, briganti, chi li addita, innamorato delle mode pruriginose d’oltreoceano o gothic, come dei supremi artefici di azioni stregonesche, esoteriche, dannate, dai grandi grandguignoleschi processi nelle buie cave siciliane.

Continua a leggere

Regina Viarum si lascia scoprire

Un altro appuntamento con la sapienza

La più antica ed importante delle strade consolari, che hanno aperto al mondo intero, partendo dall’Italia, la Civiltà di Roma. Essa si snoda o corre diritta per varia campagna e per un numero forte e certamente attraente di ville suburbicarie, paesini, città piccole e storicamente notevoli. Chi percorre questa bella struttura, ormai solo di basolato, ma al tempo primo lisciata e ben connessa come un’autostrada, non può non restare incantato da ciò che la via Appia, la Regina Viarum offre, allo straniero che ama la terra italiana ed al cittadino suo, come testimonianza di ciò che è il nostro vero io, l’anima creativa e legiferatrice d’Italia.

Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio

per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo

e l’Etruria meridionale

Presentazione della guida

In Cammino sulla via Appia nel Lazio

Al passo con la storia tra Roma e il Garigliano

Lunedì 4 dicembre 2017, ore 10.00

Palazzo Patrizi Clementi, Via Cavalletti 2, Roma

La via Appia a portata di mano. La Soprintendenza presenta l’agile e approfondita guida “In cammino sulla via Appia nel Lazio”, uno strumento che diventerà l’insostituibile compagno di viaggio di quanti, assaporando con lentezza le bellezze del paesaggio in quel modo speciale che soltanto il cammino può offrire, scoprono le ricchezze storiche, culturali ed enogastronomiche dei luoghi che attraversano.

La Regina Viarum, la più nota e importante tra le vie consolari romane, con il suo armonioso ma vario percorso si presta nel modo migliore ad essere svelata attraverso tutti i sensi: è un susseguirsi, da Roma al Garigliano, di emergenze archeologiche, di ville storiche, di scorci suggestivi che incorniciano cittadine, campi e monti, è unoscrigno di vicende, di curiosità e segreti. La guida fornisce al viaggiatore, oltre a consigli pratici e informazioni utili al cammino (schede tecniche di ogni tappa, descrizione dei punti di interesse, box per approfondimenti e notizie particolari), mappe di facile consultazione disegnate a mano e contenuti sonori aggiuntivi facilmente fruibili tramiteQRcode. Ecco quindi che dalla viva voce di esperti e abitanti del territorio si animano opinioni, racconti e storie che superano il confine tra l’antico e il contemporaneo e tra il reale e il virtuale, per avvicinare il viaggiatore a ritmi nuovi, lontani dalla consueta frenesia.

Il progetto da cui la guida scaturisce prende avvio nell’ “Anno dei Cammini” (2016) e, grazie alla collaborazione con la Regione Lazio, che ne ha fortemente sostenuto e promosso la realizzazione, diventa una esperienza tutta da vivere… al passo con la storia.

Intervengono: Alfonsina Russo (Soprintendente SABAP-RM-MET), Saverio Urciuoli (Soprintendente SABAP-LAZ), Caterina Bon Valsassina (Direttore Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Mibact), Antonio Lampis (Direttore Generale Musei Mibact) Daniela Bianchi (Consigliera Regionale del Lazio), Pasquale Iacobone (Segretario Pontificia Commissione di Archeologia Sacra), Mario Tozzi (Presidente Parco Regionale Appia Antica), Rita Paris (Direttore Parco dell’Appia Antica), Sandro Caracci (Presidente Parco Regionale dei Castelli Romani).

Partecipano alla tavola rotonda: Maria Teresa Natale (curatrice della guida), Nicoletta Cassieri e Vincenzo Fiocchi Nicolai (Responsabili dello scavo archeologico del sito di Tres Tabernae).

Chiude l’Arch. Carla Di Francesco, Segretario Generale Mibact.

 

Un vanto della nostra arte: la Maiolica

       La Fondazione Marco Besso offre uno studio particolare sui falsi nella Maiolica

Un bel libro, arricchito di fotografie e con un testo esaustivo, Falsi e Copie nella Maiolica Medievale e Moderna, viene presentato alla Fondazione Besso giovedì 30 novembre, alle ore 17,00 dal Prof. Francesco Buranelli, Presidente della Commissione Permanente per la tutela dei monumenti storici ed artistici della Santa Sede.

Continua a leggere

La Spiritualità del Natale

                        Natale in Ungheria, senza materialismi  

 

COMUNICATO STAMPA

Natale ungherese con il gruppo folk KÁKICS

a Roma e a Napoli

 

1 dicembre ore 20.30 – Accademia d’Ungheria in Roma

                                                         2 dicembre ore 15.30- 17.30 – Spaccanapoli (Napoli)

 

 

Venerdì 1 dicembre, alle ore 20.30 presso l’Accademia d’Ungheria in Roma (Palazzo Falconieri – Via Giulia, 1) si terrà l’evento Natale ungherese – Concerto del gruppo folk ungherese KÁKICS.

 

Il giorno successivo, sabato 2 dicembre, tra le 15.30-17.30 nella città dei Presepi, gli interessati potranno assistere ad un flash mob del noto gruppo folk ungherese che percorrendo la via principale del capoluogo partenopeo (Spaccanapoli), li guiderà in un viaggio alla scoperta delle tradizioni natalizie ungheresi. L’Ungheria analogamente a Napoli è nota per la tradizione del presepe, anche vivente, questo ultimo chiamato ”Betlehemes játék”.

 

Il gruppo folk Kákics nasce nel 1997 a Székesfehérvár. Il loro repertorio comprende canti popolari tradizionali accompagnati dagli strumenti tipici, al giorno d’oggi piuttosti difficilmente reperibili dell’area di provenienza degli stessi canti (Transdanubio, la parte meridionale della Pianura ungherese, Moldavia, Transilvania). Il gruppo oltre che in Ungheria si esibisce regolarmente anche all’estero (Ecuador, Perú, Italia, India, Austria, Germania, Slovacchia, Norvegia e Svezia).

Musicisti: Evelin Varga (cetera, canto), Árpád Horváth (violino, canto), János Soós (contrabbasso, canto), Tibor Lendvai (flauto, zampogna, gironda, canto), Ákos Tárnok (viola, koboz, flauto, canto, danza), Ákos Tárnok J. (danza, canto). Collaboratori tecnici: Kamilla Tárnok, Ágnes Kovács

 

 

La Basilica della Meridiana

Uno scienziato tutto da scoprire

Venerdì 24 novembre gli “Incontri in Basilica” a S.Maria degli Angeli, ore 20,00 ,l’evento relativo alla Meridiana, come proposto dall’infaticabile don Franco, coadiuvato dall’Ing. Cinzia Longo, è stato veramente uno dei più interessanti dell’anno. Il Prof. Costantino Sigismondi ha messo in luce non solo la bellezza e la peculiarità della Meridiana, ma ha fatto conoscere agli astanti un numero notevole di scienziati italiani, purtroppo trascurati e tralasciati dalle didattiche e confezioni di testi vari per il nostro insopportabile e deteriore complesso di inferiorità verso lo straniero.

Infatti, come chiaramente disegnato dalle parole precise ed eleganti del professore, lui stesso un vanto della Nazione Italia, pochi sanno l’importanza dell’astronomo Francesco Bianchini ed i suoi studi condotti senza strumenti di precisione e senza computer, sulla sola base del calcolo e della magistrale intuizione scientifica, che hanno dimostrato come la Meridiana della Basilica fosse un sistema assolutamente eletto per annotare le incidenze dei solstizi solari, ma anche della Stella Polare e di altri astri. Bianchini ebbe perfino la capacità di segnare, oltre al punto di stasi del corpo celeste, anche il suo trascorrere nel moto della terra con un’approssimazione limitatissima. Tutto ciò, naturalmente, corretto ed osservato giorno per giorno fino alla fine della sua vita, perché tutto, come dimostrato da Giordano Bruno, nell’Universo e negli Universi è movimento oltre a sosta, e Bianchini lo seguì, in nome dell’amore per la scienza e per la fede, in quanto anche il momento del verificarsi del solstizio è quello per l’opera religiosa e la preghiera.

Francesco Bianchini da Verona, amico di molti illustri studiosi e stimato da Clemente XI°, anche lui coltissimo, aveva al suo attivo la scoperta di 3 comete ed una miriade di lavori di astronomia eccezionali quando il papa lo nomina cameriere d’onore e segretario della Congregazione del Calendario; nel 1701 gli commissiona la creazione di una meridiana nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. La commissione incaricata doveva verificare la validità della riforma gregoriana del calendario e determinare con esattezza la data della Pasqua, da celebrare la prima domenica dopo il plenilunio che segue l’equinozio di primavera.

La meridiana viene inaugurata da Clemente XI il 6 ottobre 1702: una linea di bronzo di 45 metri che si stende sul pavimento della crociera della basilica romana di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri; a destra della linea sono rappresentati i segni zodiacali delle costellazioni estive e autunnali; a sinistra quelli delle costellazioni primaverili e invernali, alle due estremità sono i segni delle costellazioni del Cancro e del Capricorno. Su di essa il sole proietta la luce attraverso un foro “eliottrico” di alcuni centimetri, all’altezza di venti metri sulla parete volta a mezzogiorno.

Secondo l’illustre astronomo che ha esposto la grande personalità del Bianchini, ancora gli effetti degli studi suoi e le applicazioni scientifiche della Meridiana sono in corso di scoperta: auguriamoci dunque che l’evento tenutosi venerdì 24 possa ancora ripetersi con nuove meraviglie, e grazie allalta preparazione del Prof. Costantino Sigismondi.

Marilù Giannone

Un “Libro Gioiello” di Patrizia Carrobio

L’ Autrice ci regala un mondo di luci colorate

con un libro che è anche un augurio

Al Circolo degli Scacchi e l’Accademia del Costume e della Moda, a Roma, rispettivamente  Il 22 ed il 23 novembre è stato presentato il libro “Una vita a gioiello” (ed. Pagliai/Polistampa) di una delle più note esperte in gioielli, Patrizia Carrobio di Carrobio. Il volume è non solo esteticamente piacevole per la veste editoriale particolare, ma anche per il testo che è un sapiente collage di notizie tecniche, scientifiche, di costume, di tradizione e di gusto, intorno al mondo variopinto delle gemme.

Questo libro fa festa, dà caldo come una ricorrenza gioiosa ed il pubblico delle due giornate è stato numeroso ed interessato, protagonista con lui in entrambe le sedi dov’è stato l’evento, curato dalla Docente del Gioiello, Marina Valli, e presentato con Lucia Pasqualini, del Ministero degli Esteri. Le domande su questo o quell’altro argomento sono state molte, ma la magistrale esposizione dell’Autrice in relazione alle diapositive di pezzi veramente attraenti ha risvegliato o suscitato un nuovo interesse per il mondo delle pietre preziose che già il libro suggerisce, scritto anche con spirito e diretta semplicità, come un dialogo fra amici.

Non mancherà chi lo vorrà consultare per un consiglio di un regalo da fare a chi è caro, o per un orientamento sull’accordo delle caratteristiche di una gemma con gli aspetti di un’occasione o per il loro significato, provenienza, varietà. Un libro che è, insieme, cultura e portafortuna.

Marilù Giannone

Un antico culto assorbito dal Cattolicesimo

 Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio

per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo

e l’Etruria meridionale

Evento di inaugurazione della mostra

Sutri, Vulci e i misteri di Mitra. Culti orientali in Etruria

Venerdì, 1 dicembre 2017, dalle ore 15.30

Villa Savorelli, Parco Regionale dell’Antichissima Città di Sutri

Via Cassia Km 50

L’esposizione che si inaugura venerdì 1 dicembre, organizzata dalla Soprintendenza e dall’ Amministrazione Comunale di Sutri, presenta, attraverso un suggestivo allestimento, il culto di Mitra, divinità cosmica di origine orientale che proprio a Sutri ha una significativa testimonianza nel caratteristico luogo di culto ricavato all’interno della necropoli rupestre lungo la via Cassia.

Il Mitreo di Sutri, per la sua posizione e struttura, evoca gli antichi riti, i banchetti sacri e le cerimonie iniziatiche degli adepti alla religione misterica. Dedicato in seguito al culto cristiano di S. Michele Arcangelo e a quello della Madonna del Parto, rappresenta oggi uno dei più importanti simboli della città.

La mostra, che sarà allestita nel Parco Regionale dell’Antichissima Città di Sutri, all’interno della prestigiosa Villa Savorelli, offre finalmente al pubblico l’emozione degli straordinari gruppi scultorei del Mitreo di III secolo d.C. rinvenuto a Vulci nel 1975 e il confronto tra le testimonianze di due centri nevralgici dell’Etruria meridionale.

Il programma della giornata, nella quale interverranno il Sindaco Guido Cianti, il SoprintendenteAlfonsina Russo, il Consigliere delegato al Parco Antichissima Città di Sutri, Vincenzo Caccia e il funzionario archeologo responsabile del territorio, Simona Carosi, prevede:

Alle ore 15.30, un percorso guidato all’area archeologica di Sutri: Anfiteatro, Mitreo e Parco di Villa Savorelli (Appuntamento presso la biglietteria del Parco);

Alle ore 16.30, l’inaugurazione della mostra “Sutri, Vulci e i misteri di Mitra” con visita all’esposizione (Sala Conferenze di Villa Savorelli).

Seguirà un brindisi.

Un programma affascinante per i nostri ragazzi (e per noi)

PREISTORIA DELLA TUSCIA ALLA ROCCA FARNESE

Dai bambini agli adulti: un museo per tutti i gusti! Esperienze e linguaggi diversi al museo della preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese di Valentano

Conferenza

Sala della Fortuna

Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

Venerdì 24 novembre 2017, ore 17.00

Il ciclo Storie di Persone e di Musei riprende Venerdì 24 novembre con una nuova tappa alMuseo della preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese di Valentano, presentato dal DirettoreFabio Rossi e dal Commissario Straordinario del Comune di Valentano Salvatore Grillo.

Inaugurato nel 1996, il museo è collocato nella parte più alta del paese di Valentano, ospitato nella monumentale Rocca Farnese sapientemente restaurata, nel cuore del centro storico. Si articola in due sezioni principali: quella preistorica e quella medievale rinascimentale e moderna.

Nella prima sezione sono esposti manufatti dell’Alto Lazio (Tuscia) risalenti ad un’epoca compresa tra il paleolitico inferiore e l’età del ferro, provenienti dai più importanti siti del territorio.

Nella seconda sezione sono esposti reperti che raccontano lo sviluppo del territorio a partire dall’Alto Medioevo, con una particolare attenzione alla storia della Famiglia Farnese fra il 1300 e il 1600; molto interessante è la ricchissima raccolta di ceramiche rinvenute nei butti del castello, tra cui si segnala il corredo matrimoniale di Pier Luigi Farnese e Gerolama Orsini (1519).

Il percorso espositivo trova compimento nella sala etrusca, dove è esposta la collezione con pregevoli ceramiche ceretane e vulcenti donata dal Vescovo Giovanni D’Ascenzi, e in quella dedicata alla cosiddetta Tavoletta Enigmatica, straordinario oggetto preistorico ritrovato nella Caldera di Latera.

La stessa Rocca Farnese, abitata dalla famiglia omonima dalla metà del 1400 fino alla distruzione di Castro, costituisce un interessante percorso architettonico e storico-artistico fra cui spiccano il cosiddetto Cortile d’Amore e il pozzo del Sangallo, la loggia di Paolo III, la Scala Santa.

Affascinante e suggestiva la terrazza panoramica cui si accede dalla sommità della grande Torre Ottagonale.

Di recente inaugurazione è, infine, il percorso tattile (e non solo!) dal titolo Toccare la Preistoria!. I manufatti, realizzati con materiali diversi (ceramica, bronzo, legno, pelle animale, ecc.) e resi idonei alla manipolazione, sono stati ordinati cronologicamente all’interno di un percorso lineare, dove è anche presente una ricostruzione in scala quasi al vero di una capanna dell’età del Bronzo, che integra la lettura tattile, l’accompagnamento verbale e, infine, le scritte in linguaggio braille per non vedenti.

 Il ciclo Storie di Persone e di Musei

La conferenza rientra nel ciclo di incontri “Storie di Persone e di Musei”, finalizzato al perseguimento dello spirito della Convenzione di Faro (2005) sul valore dell’eredità culturale per la società e, al contempo, ispirato al “decalogo per un Museo che racconti Storie quotidiane” di Orhan Pamuk, per dare spazio e voce alle molteplici realtà culturali locali che popolano il territorio di cui il Museo di Villa Giulia è stato ed è tuttora interprete. Lo scopo è quello di mettere a disposizione degli amministratori locali e dei curatori di raccolte civiche di interesse archeologico presenti nelle regioni del Lazio, dell’Umbria e della Toscana un luogo in cui poter raccontare la loro esperienza di valorizzazione non tanto dalla prospettiva delle “cose” quanto, piuttosto, da quella delle “persone”, intese sia come operatori museali che come fruitori culturali, in modo tale da far convergere l’attenzione anche sulla dimensione immateriale della nostra eredità culturale e sulle persone che, a vario titolo, “desiderano” identificarsi in tali valori.

L’iniziativa rientra nella programmazione dell’Anno europeo del patrimonio culturale (2018) e ha ottenuto il patrocinio dell’International Council of Museum (ICOM) sezione italiana.

La partecipazione all’iniziativa così come l’ingresso al Museo per i partecipanti alle conferenze saranno eccezionalmente gratuiti, fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Il prossimo appuntamento del ciclo avrà luogo venerdì 1° dicembre e sarà dedicato al Museo Civico “U. Mastroianni” di Marino.

TENETE D’OCCHIO IL TEATRO ROMA

 

           Punizione ad effetto

    TRE ATTORI  PER UN SICURO DIVERTIMENTO  ( ed un po’ di meditazione)

Una serie di spettacoli ad alto livello di attrazione sono in corso da questo mese di novembre, al Teatro Roma, in via Umbertide, per colorare il grigio autunno e lavare le finte notizie di fine crisi.

A questo proposito si raccomanda di godersi:” UNPERCENTO” Punizione ad effetto – che andrebbe comminata a tutti i diffusori di fake news , opera ottimamente diretta da Valerio Groppa ed ancora più eccellente per la recitazione dei bravissimi Gabriella Silvestri e, Fabio Avaro ed Enzo Casertano.

La rappresentazione inizia il 21 di novembre e termina il 3 dicembre, pertanto, per prepararsi alle feste in allegria, sarà bene andarci senza esitazioni.

 Marilù Giannone

 

 La  vicenda  si  dipana,  fra  equivoci,  malintesi,  interruzioni,  dubbi  e  giochi  di  enigmistica mostrando  il  valore  e  la  potenza  dei  buoni  sentimenti.  Hans  e  Sesto,  non  potrebbero  essere  più  diversi per  struttura  fisica,  passioni,  scelte  di  vita,  interessi  e  sensibilità.  Il  loro  incontro  avviene  all’interno della  stanza  46,    al  settimo  piano  della  clinica  San  Gaetano  a  Roma,  dove  sono  stati  portati  da  un invito   comunicato   loro   tramite   una   lettera   riservatissima,   ma   anonima,   arrivata   a   mezzo   di raccomandata  con  ricevuta  di  ritorno.  Il  perché  di  questa  convocazione  diverrà  evidente  al  pubblico solo  al  termine  dello  spettacolo,  quando  le  tessere  del  mosaico  verranno  messe  al  loro  posto  dalla signora Anna. Hans  è  un  bidello,  anzi  un  operatore  scolastico,  o  per  meglio  dire  un  allenatore  in  seconda”,  che viene  da  Napoli.  E’  un  uomo  mite,  sposato  con  l’asfissiante  Marisa  ed  ha  un  figlio,  il  quattordicenne Francesco,  promessa  del  calcio  italiano.  Sesto,  invece,  è  un  esuberante  chiacchierone  residente  in  una zona  non  proprio  altolocata  di  Roma  Sud,  è  un  ex  talento  del  mondo  del  pallone  con  una  carriera stroncata  da  un  infortunio  al  crociato.  Convive  con  Patrizia  ed  alimenta  la  sua  passione  di  tifoso dedicandosi ai piccoli sportivi, in particolare alla categoria dei pulcini.Andare  all’appuntamento,  previsto  per  le  dodici,  e  ritrovarsi  fianco  a  fianco  con  un  estraneo,  e soprattutto   con   una   bara   di   chissà   quale   sconosciuto,   è   l’occasione   per   parlare   delle   tante sfaccettature  dell’animo  umano,  ma  anche  per  mettere  a  confronto  due  comicità  –a  matassa  della  vicenda  si  dipana,  fra  equivoci,  malintesi,  interruzioni,  dubbi  e  giochi  di  enigmistica mostrando  il  valore  e  la  potenza  dei  buoni  sentimenti.  Hans  e  Sesto,  non  potrebbero  essere  più  diversi per  struttura  fisica,  passioni,  scelte  di  vita,  interessi  e  sensibilità.  Il  loro  incontro  avviene  all’interno della  stanza  46,    al  settimo  piano  della  clinica  San  Gaetano  a  Roma,  dove  sono  stati  portati  da  un invito   comunicato   loro   tramite   una   lettera   riservatissima,   ma   anonima,   arrivata   a   mezzo   di raccomandata  con  ricevuta  di  ritorno.  Il  perché  di  questa  convocazione  diverrà  evidente  al  pubblico solo  al  termine  dello  spettacolo,  quando  le  tessere  del  mosaico  verranno  messe  al  loro  posto  dalla signora Anna. Hans  è  un  bidello,  anzi  un  operatore  scolastico,  o  per  meglio  dire  un  allenatore  in  seconda”,  che viene  da  Napoli.  E’  un  uomo  mite,  sposato  con  l’asfissiante  Marisa  ed  ha  un  figlio,  il  quattordicenne Francesco,  promessa  del  calcio  italiano.  Sesto,  invece,  è  un  esuberante  chiacchierone  residente  in  una zona  non  proprio  altolocata  di  Roma  Sud,  è  un  ex  talento  del  mondo  del  pallone  con  una  carriera stroncata  da  un  infortunio  al  crociato.  Convive  con  Patrizia  ed  alimenta  la  sua  passione  di  tifoso dedicandosi ai piccoli sportivi, in particolare alla categoria dei pulcini.Andare  all’appuntamento,  previsto  per  le  dodici,  e  ritrovarsi  fianco  a  fianco  con  un  estraneo,  e soprattutto   con   una   bara   di   chissà   quale   sconosciuto,   è   l’occasione   per   parlare   delle   tante sfaccettature  dell’animo  umano,  ma  anche  per  mettere  a  confronto  due  comicità  –

 

Incontro in Basilica, all’ombra della Meridiana

 

                      Il Prof. Sigismondi e l’ing. Montebello rimettono tutti in sesto con la Meridiana e con la visione delle stelle

« LA MERIDIANA DI S.MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI » relazione dell’Astronomo COSTANTINO SIGISMONDI Il Parroco Don Franco Cutrone ed i Presidenti Onorari avv. Gianni Borrelli ing. Cinzia Longo hanno il piacere di invitare la S.V. venerdì 24 novembre 2017 ore 20.00 all’incontro con successivo dibattito su : BASILICA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI SALA CONFERENZE DEI CERTOSINI ROMA – VIA CERNAIA 9 a seguire come è consuetudine, agape fraterna : “ mangiamo e beviamo, insieme, ciò che portiamo” e raccolta spontanea, possibilmente in viveri (pasta, pelati, salsa, purè, scatolame, caffè, ecc.) per la mensa dei poveri della Parrocchia. Per ulteriori informazioni, il Bollettino della Parrocchia I

Allarmi: ma davvero siamo fascisti?

                                        Uno scritto di Luigi Iannone, scrittore e giornalista, che si aggiunge alla sua realistica collana

 Ma quando la fate finita?

 

Abbinato al quotidiano “Il Giornale”, un libretto della collana “fuori dal coro” dà un’esauriente panoramica di un vizio contemporaneo che, quasi come il morbillo, si è diffuso dall’angosciato partito PD, che perde i pezzi di elettorato come un morto vivente, alla popolazione italica che ha finito, quasi come avesse subito una mutazione genetica, per non riconoscere più il vero significato del vocabolo che le è stato propinato. Si tratta del termine “Fascismo” che ognuno interpreta come vuole e senza rispettarne il senso, che è variabile a seconda del gruppo politico che si teme. Come il babau per i piccini, “fascismo” si applica a tutto ciò che è ordine, regola, sicurezza, decisione.

Continua a leggere