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Autore: redazione di roma

L’Accademia Costantiniana al Consiglio di Stato, per l’iter della legge 219

 Tavola Rotonda sulla “EUTANASIA”
  una legge sofferta e delicata

Mercoledì 20 marzo nella Sala Pompeo di Palazzo Spada si è avuta un’ampia diffusione di ciò che enuncia la legge n. 219 sull’eutanasia, evento organizzato dall’Accademia Angelico Costantiniana dal Presidente Avv. Alessio Ferrari Comneno, coadiuvato da numerosi Consiglieri della stessa Accademia, tra cui il Dr. Walter Cundari e l’Avv. Eleonora Di Prisco.

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Anastasia Kurakina ed i suoi ritratti alla Galleria Marino

L’Arte ricomincia dalle donne

Giovedì 18 marzo alla Galleria Marino di S. Sebastianello di Roma una piccola folla inibiva l’ingresso nel locale per una vernice. L’artista russa Anastasia Kurakina ha aperto una personale dal titolo Portraits, riempiendola di tipi umani vestiti e nudi, assorti e provocatori, riprodotti con varie tecniche ma con un’ unica anima, quella di una giovane pittrice che sa approvare, valorizzare, e narrare ciò che nella figura umana è di sintetico ed essenziale.

Acquarello,  matite colorate ed olio, prove su piccolo formato ed anche rapide opere finite, queste esistenze rivelate nel loro paradigma hanno conquistato i visitatori, che il critico Giuseppe Marino conduce al pensiero di qualche contemporaneo o grande maestro di poco tempo fa, come Ensor, o Nolde. Ma non basta: l’arte di Anastasia Kurakina ha assorbito anche le frasi dei grandi maestri come Toulouse per gli atteggiamenti aperti di molti protagonisti delle sue tele, il colpo d’occhio degli Impressionisti per sintetizzare il carattere di essi, e la rilassata sensualità di Modigliani. Viene anche facile alla mente un riferimento a Schiele per quell’ombra di sofferenza che qualche nudo ha, reso talvolta in monocolore con rapidi e precisi contrasti di altra cromia per richiamarne la seduzione, la femminilità, altrove provocatrice nell’immediata citazione dei suoi tratti, come nella “Donna che fuma” .

Anastasia ha a lungo studiato e prodotto, è un’artista nota dagli Stati Uniti alla Cina e presente sia in collezioni private che nei Musei, i Vaticani per esempio. Giovane di trent’anni e bellissima, padrona della lingua italiana e lieta di vivere a Roma. Sembra quasi che la sua avvenenza si lasci fermare nelle opere, con la dolcezza sicura di una pennellata che corre diritta a concludere un soggetto o evidenziarlo da una penombra creatrice.

Gli oli sono di poco più tradizionali per la resa e la scelta dei personaggi, che denotano spesso la realtà di fatti familiari, anch’essi sorgenti da un fondale sfumato, conclusivo, rispondente all’aura d’insieme. Ma è, e si ripete, soprattutto negli acquarelli che si coglie appieno la personalità della pittrice, un’acuta e carezzevole indagatrice di donne quiete e sdraiate, di donne in amore, di trascinanti soggetti ai quali si dà il pensiero e lo sguardo come in muto colloquio, persi in un dialogo anche con se stessi alla ricerca di quell’interrogativo piccolo ed acceso che incomprensibilmente ci fa sentire a loro simili ed amanti.

Marilù Giannone

L’Europa all’Università Roma Tre

Lunedì 18 marzo si è svolto un convegno all’Università Roma Tre, in collaborazione con La Sapienza e Tor Vergata, chiamato: “La Primavera dell’Europa”, in quanto il tema dibattuto era appunto la prossima elezione europea.

A parte la motivazione importante di questa riunione, e l’organizzazione encomiabile e quasi da perfetto Galateo, con ampie donazioni di penne, spilline, blocchetti, ed altro, si è percepito che l’offerta di viaggi esplorativi per reperire un impiego all’estero era, in senso temporale, troppo esigua e imprecisa per potere veramente creare una base di “master” per un futuro, anche se l’idea era senz’altro attraente. Meno piacevole era, invece, la prolusione di alcuni docenti che hanno stancamente ripetuto le solite menate politiche. L’unica frase valida, meglio, una parabola, è stata quella di Sabino Cassese, purtroppo assente e quindi citato: ” Un vecchio pesce, fuori dalla tana, incontra due giovani colleghi. Uno dei due chiede all’altro:”com’è l’acqua?” L’altro gli risponde:” cos’è l’acqua?” Il vecchio tace, stupito.

Questo per chiedersi cos’è l’Europa. Ma, Cassese a parte, l’aneddoto chiarisce lo stato dei docenti di partito, abituati a nebulizzare ogni definizione sempre stata precisa. L’Europa è la casa dove siamo, fatta da tanti nomi diversi, perchè ogni Stato ha il suo nome, che non è uguale all’altro, e che dimostra che non si può essere eguali ed incerti. E’ difficile che i membri di una famiglia si chiamino tutti, ad esempio, Alberto. L’Europa è una famiglia, talvolta in lizza, talvolta in gioco, che dovrebbe seriamente sentirsi Unione di genti con la stessa storia e con lingue ed usi diversi, con tendenze comuni e no. Questo i docenti lo sanno e dovrebbero dirlo.

Ma la parabola è stata usata per incitare i giovani ad andare a votare, e per formare una dirigenza che, secondo la Prof. Claudia De Stefanis, deve riscrivere gli equilibri europei, ed è giusto, com’è bello sostenere quanto afferma il Prof. Francesco Gui, che l’Università è importante per la consapevolezza dei cittadini. Il Docente riprende l’importanza che ha il Passato, che è, infatti, anche Futuro e non identico ad esso. Nega che ciò che esclama Macron sia da prendere in considerazione:” l’Europe est puissance”, preferendo affermare che è accordo realizzato con mezzi giuridici e suggerendo il pensiero di Le Monnier quando cita Saint Simon, che indica chiaramente l’irrinunciabile azione della cultura come processo di integrazione.

Le donne, per questo, sostiene il filosofo, sono di inestimabile importanza: e la cultura può essere interpretata come natura, cosa che la donna è, e meta di benessere e comprensione fra gli uomini. L’Università opera per questo , per non lasciare fondare i rapporti europei sulla “puissance”. Allo stesso modo è di difficile accettazione l’idea di Macron, secondo il quale, come sostiene il Professore, il Rinascimento europeo è la rivincita del Nazionalismo.

L’esame dell’Europa procede, Oriana Blasi fa presente che i giovani sono poco informati ( di chi la colpa? dell’attuale governo o dei trent’anni di nomine di parte per i docenti, di libri confusi e spesso pieni di “voluti” errori, di enfasi verso il piattume ignorante ed i diplomifici?) Non si è mai avuta una vera riforma dell’Istruzione.

I colloqui sono interrotti dalla presentazione dei ragazzi del M.U.R.O., Associazione Onlus per la diffusione della cultura con esperienze sui detenuti. L’Associazione sostiene che la detenzione è da abolire: i carcerati vanno istruiti, tanto è vero che quelli che seguono un percorso culturale hanno meno recidive.

Ammirevole azione di questi giovani sorretta da prove, slides, percentuali: un lavoro perfetto e generoso.

Nicoletta Palazzo e Maria A.Ranchino, del CNR, espongono un lungo studio esaminando ogni lato delle iniziative volte a spiegare e ad ingrandire questi progetti culturali che hanno come fine la chiarezza delle scelte elettorali poichè spiegano chiaramente cosa l’Europa si aspetta. Non solo cultura umanistica, ma anche una buona base di economia , una cura attenta all’occupazione e la crescita.

Parole da attuare, però, è tanto che si pronunciano, e la buona fede delle docenti ne fanno testo come più che necessarie, ormai, per sfuggire al globalismo.

I recuperi, e qui suona la solita sinfonia, devono essere estesi a disabili e rifugiati. A proposito di essi, la docente che segue il discorso, Maria Pia Baccari-Vari, rimanda alla sua disciplina, il Diritto Romano, che è la via e la bussola per raggiungere gli obbiettivi. Cita Cicerone, La Pira, Bonfante, e con voce squillante e mani danzanti sostiene che i Romani, Padri di ogni cultura, (e qui siamo d’accordo) integravano TUTTI gli stranieri, poichè il Diritto di Cittadinanza era esteso a tutti. Sì, ma quando? non da subito, ma nella fase finale dell’Impero. E come? qualcuno dice che esistevano vari tipi di cittadinanza, uno di questi, applicate alle città conquistate, (e dunque quali migranti ? non risulta che l’attuale fenomeno di schiavismo sia stato presente nell’antichità tutta, fatta eccezione per le Americhe) era la cittadinanza “sine suffragio” per mancata alleanza: questi cittadini non erano abili al voto e dunque non del tutto cittadini. Esistevano infine condizioni ben diverse da quelle presenti, il paragone è discutibile, ma fa tanto “Papa Francesco” ed ancor più l’ipocrita e delinquenziale buonismo delle sinistre.

Romolo, si è detto, chiamava tutti a se’, secondo Tito Livio. Ma tutti chi? L’Italia non era sovrapopolata da gente venuta da fuori, che era benedetta, com’era il caso di Demarato, già presso gli Etruschi. Chi veniva da altre parti era spesso un predone, in altri casi, e dunque combattuto ed imprigionato, con buona pace della cittadinanza.

Più interessante pensare come Appiano, cioè, in Europa bisogna avere più Istruzione, più Matrimoni, più Procreazione e, diciamo anche, meno Tecnica , Mercato, Ideologia, Tecnocrazia soprattutto, che non possono sostituire l’uomo.

Ecco, è un giorno di Primavera.

Marilù Giannone

Farefuturo: Evento sull’accordo “la Via della Seta”

CINA:  Non scherzare con le armi cariche!

Mercoledì 20 marzo, nella Sala della Lupa, a Montecitorio, Farefuturo ha accolto esperti e visitatori per esporre i rischi e i vantaggi previsti nell’accordo da ratificare fra l’Italia e la Cina, la Via della Seta, proposto dal M-5S. L’interesse destato da questo tema ha raccolto numerose persone alle quali i Relatori hanno via via illustrato i molteplici lati che si evidenziano trattando l’argomento.

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Sulla “Idea d’Europa” un dibattito al Parlamento Europeo in Roma

Venerdì 15 marzo la Fondazione per l’Europa delle Nazioni e delle Libertà ha ospitato un evento che ha attratto moltissime persone per gli argomenti assolutamente attuali ed esplicativi della situazione presente, in attesa delle prossime elezioni.

Erano partecipi diverse ambasciate e non solo del mondo europeo, si trovavano infatti rappresentanti della Corea, della Bielorussia, del Congo ed altri ancora. Diverse pubblicazioni dei Lincei erano offerte per fornire approfondimenti sui vari temi trattati.

Danilo Oscar Lancini, ha introdotto il convegno citando le fondamenta del pensiero europeo, codificate dall’opera di San Benedetto da Norcia ed evidenziandone l’ essenza come comunità di genti diverse unite sotto un medesimo assetto giuridico e storico. E’ poi intervenuto Georg Meyer, Presidente della Fondazione, con alcune riflessioni sul Continente e sui principi di libertà su cui si deve fondare la sua stessa consistenza. L’ idea che ne è nucleo, oggi denaturata, dev’essere ripristinata dalla cultura e dalla spiritualità, rivelandola come potere e forza d’equilibrio. Mario Borghezio ha ricordato successivamente l’eccellenza delle sue imprese ed industrie, sottolineando la necessità della loro difesa, così come il lavoro e le tradizioni che da millenni ne fanno il cuore del mondo.

Edoardo Maria Anghinelli, riferendosi all’opera instancabile di Matteo Salvini, ha precisato gli obiettivi della Lega per evidenziare le attitudini e la consistenza delle Nazioni europee che devono essere autonome, stabilendo che ‘l’Idea d’Europa va a chi ha costruito l’Europa stessa’. Ciò vuol dire che l’Unione trae forza da tutti quegli uomini che hanno combattuto per formare un insieme di Stati non omogenei, ma lealmente e fattivamente collaboratori per un fine che è Cultura e Cristianità. L’Europa, dunque, non è la macchina tecnocratico-bancaria che attualmente viene forzata a poter essere, ma una spontanea ricerca di collaborazione e costruzione di un futuro fondato sull’unico ed invincibile comandamento di Cristo: ama il tuo prossimo.

E’ dunque da cancellare la via del ‘villaggio globale’ e la presunzione che l’Europa sia uno spazio economico pronto per la finanza internazionale protetta da Stati Uniti, Cina e Giappone, piuttosto bisogna ricordare che, come sostiene Nicolas Bay, ‘l’Europe est faconnée de la Rome antique pour la loi et l’histoire commune des Nations, qui a la capacité de nous faire rélancer le project que nous avons cherché et voulu. Pas selon Merkel et Macron, mais pour protéger notre économie: nous ferons de mieux’. Viene quindi letto un messaggio di Lorenzo Fontana, Ministro per la Famiglia che, non potendo intervenire personalmente,  ribadisce che ‘si deve riprendere dalle remote origini della storia per rinnovare il presente ed il futuro‘, i tre settori del tempo che muovono la vita, imprescindibili.

L’uditorio viene poi “coinvolto ed affascinato” dall’intervento di Marcello Veneziani, fresco di presentazione della forza del suo ultimo lavoro: La Nostalgia degli Dei. Con la stessa energia di un milite vittorioso, Veneziani afferma che bisogna salvare l’Europa dagli europeisti di professione, e basarsi sui singoli sovranismi nazionali per una unificazione europea. “L’Europa, dice chiaramente, è un fatto politico e non una moda. E’ doveroso reintegrare le nazioni che il globalismo vuole disintegrare, e che per questa azione negatrice si polarizza a cancellare le origini, cercando di farle dimenticare, ed a distruggere i confini per globalizzare tutto. L’Europa concepita come sovranista non è basata soltanto su economia e finanza senza il cuore. Deve rimediare a dolorosi difetti, e stabilire strategie militari e politiche, negare il concetto che sia concepita come interesse, fissare i confini e fermare l’immigrazione, cessare di essere vessatoria con il suo interno ed inerme verso gli estranei (Cina, migranti, poteri internazionali interessati), perché è da qui che si produce la frattura fra popoli e classi dirigenti, senza votanti alle elezioni, e senza idea di protezione verso l’esterno. Il Nazionalismo non è male da sradicare, ma è misura difensiva contro le crisi, le discrasie, l’occupazione incontrollata, decadenza, denatalità, gli egoismi. Nulla ha a che fare con l’Europa o con un’idea di 70 anni fa ormai slavata, il Nazionalismo non è nè causa, nè esito delle cause rovinose nostre, e dipende dalle nostre democrazie. Nessuno sa più cosa è, e che era crescita anche demografica, giovinezza, baluardo contro le solitudini e l’aggressività, malesseri, al contrario, tipici della globalizzazione. La Civiltà è Europa, il suo concetto è salvezza, ed ha radici greche, romane e poi cristiane. Il cammino dell’Europa dev’essere scandito così: protezione, proiezione, connessione.” Un lungo applauso ha salutato la relazione di Marcello Veneziani, quasi una “Lectio Magistralis”

Alberto Rosselli, storico e saggista, è intervenuto sostenendo come la depressione sorga dalla “mancanza dei credo” e soprattutto dalla polverizzazione degli europei per mancanza dell’idea di se’ stessi e delle proprie origini. Dopo aver citato vari  filosofi come il Vico e l’Abate Galliani, Rosselli ha proseguito consigliando di riempire il vuoto privo di valori – e stagnante in Europa – con le nostre radici, ribadendo che come ” l’accoglienza è rifiutare di amare se’ stessi”. 

Gianandrea Gaiani successivamente si è soffermato sulle inutili operazioni contro i trafficanti di carne umana, sulla mancata considerazione della forza dell’Islam che va contro i diritti umani, sull’assenza di una politica per la famiglia ed il dispendio del denaro non applicato per essa e devoluto, invece, per i migranti, e soprattutto sul trattato franco-tedesco che condanna a morte l’Italia, sommersa da cattive politiche ed economie vessatrici. L’esperto di Geopolitica evidenzia che le due nazioni-guida del trattato si armano tranquillamente e mettono a punto novità militari e strategiche senza la partecipazione italiana, che organizzano un Consiglio per la difesa e la sicurezza, mostrando un egemonismo rovinoso per tutti e di amara memoria.

Mario Borghezio è quindi intervenuto per concludere la prima parte del Convegno, ribadendo la necessità sia di utilizzare il  sovranismo come arma anti globalizzazione, sia di dotare questa Europa di una visione politica tutt’ora mancante, sia di estendere la sovranità alla natura e all’ambiente, curando e proteggendo maggiormente acque, mari, monti, boschi, monumenti, cattedrali.

L’evento è poi ripreso più tardi, nel pomeriggio, con lo studio su alcuni filosofi quali Ortega, con gli interventi del Dr. Giovanni Devoto e Pierpaolo Saleri, del Prof. Paolo Becchi e Nenad Krstic, nonché di Gilles Lebreton, Professore di Diritto Pubblico, per concludersi con le numerose domande di partecipanti e di giornalisti.
Il pensiero va e resta a questa parte di mondo infinitamente benedetta e creatrice, come Madre di tutte le genti e di tutte le Possibilità.

Marilù Giannone

Ad HoraFelix una “conversazione forte e chiara” su Economia e Finanza

QUANDO LA CULTURA SI INTERSECA  CON TEMATICHE ECONOMICHE E FINANZIARIE 

L’incontro presso la libreria Horafelix sabato 9 marzo, organizzato dall‘Associazione Giampiero Arci – Società Civile, presieduta dalla Prof. Enrichetta Arci, per “Comprendere Economia e Finanza”  ha registrato una notevole partecipazione, come previsto per l’interesse del tema, essendo l’Economia alla base della politica, almeno quando a “fare politica” sono uomini e donne con esperienza e competenza e non “avventizi-apprendisti”. L’attenzione è stata polarizzata dagli interventi di illustri relatori e, precisamente, da Massimiliano Lapi, Enea Franza  e Stefano Bellu.

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