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Autore: redazione di roma

Una vernice singolare : CArt Gallery

La prima Galleria del Fumetto: CArt Gallery

Si è finalmente aperta a Roma la prima Galleria del Fumetto, a via del Gesù, con una serie di tavole disegnate dai classici Maestri del Fumetto, quali Crepax, Breccia, Eisner ed altri ancora.

L’evento è stato ricco di appassionati ed estimatori di questa particolare arte che unisce la perfezione formale figurativa e grafica alla migliore tradizione della resa del movimento tramite le consone frasi chiaroscurali, atte a donare una singolare vivezza alle storie che il Fumetto narra e che costituiscono l’anima comunicativa immediata di ogni racconto, sia di tipo fantasy sia di tipo letterario. Per molto tempo ed ingiustamente si è data taccia al Fumetto di ‘Arte Minore’ , dimenticandosi, forse sulla falsariga di una gerarchia che in ogni attività umana creatrice è fuori posto, che tutte le produzioni aventi lo scopo di portare un messaggio all’osservatore, che si avvalgono della bellezza come perfetto equilibrio della resa e del motivo riprodotto sono, semplicemente, Arte, e come tale godibile ed esemplare.

Sarebbe stato inoltre inopportuno in una Capitale di uno Stato che ha l’Arte come colore eccelso della sua bandiera, far mancare un punto di riferimento come CArt Gallery, dalla elementare osservazione allo studio dei linguaggi adoperati dagli artisti che rappresentano al meglio questa categoria del visibile, e che non manca mai di qualificarsi come eccezionale. A tale scopo, cioè per curare la conservazione di capolavori come quelli di Hugo Pratt ed altri, Luca Reinero, gestore della CArt Gallery, dispone accuratamente del Restauro delle opere danneggiate. 

Ci si augura, ringraziando Luca Reinero,  che a seguito di questa prima esposizione ne seguano altre e che ogni Artista del Fumetto possa diffondere la parola disegnata a beneficio di ogni estimatore.

Marilù Giannone

In difesa degli alberi di Roma al Salotto Romano

Giovedì 7 marzo il Salotto Romano, nella Sala Capitolare del Convento Domenicano di Santa Maria sopra Minerva, ha ospitato un evento dedicato agli alberi di Roma, ma, per estensione, dell’intera Italia, trattandone in particolare il problema della loro labilità, dimostrata recentemente per gli effetti delle turbolenze atmosferiche insolite.

Il Convegno è stato incentrato sull’opera e l’esperienza di illustri esperti , come l‘Arch. Bruno Filippo Lapadula, specialista in progettazione, valutazione di impatto ambientale, Consulente in proposito del Ministero dell’Ambiente, di Italia Nostra, per le Politiche Infrastrutturali e molte altre sezioni naturalistiche che osservano e curano il verde della Nazione. L’Architetto ha preso ad esempio il Pincio, anticamente Julii Caesaris Horti, ridotto di molto e recentemente nel suo verde ornamento per incuria, insipienza a gestire vecchiaia delle piante, ripascimento.

Con lui l’Arch. Massimo De Vico Fallani, socio dell’Associazione dell’Architettura del Paesaggio (AIAPP) Direttore della Conservazione dei Parchi delle Soprintendenze Archeologiche di Roma, del Comitato Nazionale per la Conservazione dei Giardini Storici del MiBACT, ha diffusamente chiarito le cause delle cadute degli alberi di Roma, il cattivo procedimento di manutenzione delle strade cittadine che non lasciano agli alberi il dovuto spazio di 6 mq., l’ignoranza degli operatori nell’effettuare azioni di potatura e di valutazione di scelta in rapporto all’albero ed al territorio. Con questa disanima si è anche avuto il piacevolissimo studio del tipo degli alberi romani che si dovrebbe tutelare oltre ogni ragione.

L’evento è incorniciato e chiuso da Francesca di Castro, Vicedirettore della rivista Voce Romana, membro di Italia Nostra, del Consiglio Direttivo dei Romanisti, Vicepresidente dell’Associazione Roma Tiberina, con un particolareggiato réportage, precisissimo e ricco di esempi, e la definizione scientifica e storica del “Pino Spinea”, oggetto dei “Pini di Roma”, composizione di Ottorino Respighi, e tipico con altri personaggi verdi quali il cipresso, il leccio, la quercia, ospite trionfale di Villa Borghese. I fratelli chiomati dei cittadini di Roma, dipinti e cantati da Trilussa agli acquarellisti inglesi, testimoni di guerre e di paci, chaperon degli incontri secondo il Pinelli, vengono considerati dalle radici, a fittone ed a raggiera, alla corteccia, alla chioma ad ombrello o a colonna. Risalta, oltre la trattazione tecnica, la miserevole azione dei Municipi romani che nulla fanno, oltre al cambio della definizione dell’operatore, per adeguare, con una preparazione seria, il verde ed i suoi tipi alla città Capitale che da sempre ha vantato la nomina di Città Verde per la quantità delle alberature. Una frustata, questo Convegno, sui vertici di governo, ed una carezza ai verdi protettori dell’aria ( 2,7% in meno di particolato, 50% in meno di calura estiva, e così via) che solamente 150 giardinieri accudiscono (invece di 2000 e più di trent’anni fa), con la conclusione che, perfino in questo ambito, l’ignoranza verso la Natura conduce alla perdita del bello della vita. Il concetto di bello, sgraziato ed urlante da primordiale bestia, importato da oltreoceano, se non ci si arma di cultura vera e di azione, renderà l’Italia e la terra un deserto di pietre grigie.

Marilù Giannone

Marcello Veneziani e la sua filosofia alla Libreria Horafelix

Lunedì 4 marzo Horafelix ha accolto Marcello Veneziani ed il suo ultimo lavoro, Nostalgia degli Dei. La sala consueta e le salette afferenti erano letteralmente gremite di persone del mondo letterario, politico, giornalistico, in una forma che, animata, ricordava il raccogliersi classico di numerosi antichi intorno al proprio filosofo.

Il dialogo è stato aperto da Simonetta Bartolini, che conosce ed apprezza a fondo Veneziani e le sue opere, che ha definito questo ultimo libro come un Pantheon di idee, corrose dai cattivi tempi e rinnovellate dall’autore in una primavera di certezze e di speranze. L’abile artista che ha risvegliato le coscienze ottenebrate e confuse della presente era è il pensiero, già stimato come potenza irresistibile dall’antichità classica di Platone soprattutto, ma anche di altri filosofi del calibro di Aristotele, per citarne pochi.

Le idee, gli Dei appunto, fondamentali sono dieci, legate fra loro, una più imprescindibile dell’altra per la vita vera, senza nulla negare, senza negarsi in un assolutismo da dannati dietro un’insegna più o meno globalizzante. Le idee basilari per dare un senso alla vita di ogni umano e di ogni cosa della quale esso si avvantaggia: “basilari” sia la raffigurazione di una base per un volo, e sia il concetto greco di” basilèus”, idee regali e dominanti. La studiosa sostiene che Nostalgia degli Dei è una via, di tipo dantesco, della quale ,il pensiero è Virgilio, ma anche della quale il fuoco segreto dell’amore verso la vita è la sua Beatrice, che riallaccia il pellegrino al sorridente Spirito che sa, che loda, che accoglie.

Il Pensiero di Veneziani è compagno per uscire dalla selva oscura dei nostri secoli sclerotizzati e sclerotizzanti la fede nell’uomo e nel suo Autore. Egli vuole liberare e confermare l’essenza guerriera e gioiosa dei percorsi di ogni soggetto verso la realizzazione, attraverso la catena luminosa di parole-chiave che porta alla trascendenza, vera dimensione, e cancella la solitudine di un presente preso come dominante assoluto ed ipocritamente distruttore.

Le parole degli Dei sono moderne, perchè nulla è da annientare e tutto è da adeguare allo Spirito che conduce , ma esse sono prese nella profondità del significato, una discesa alla fonte sotterranea, alla sacralità del logos, un ritrovarsi alla voce mormorante della Matrice universale. E’ un passo in più della Magia delle Parole di Pavel Florenskiy, perchè, più che impiego del loro potere, è il cammino verso l’Origine, e l’Origine stessa. Non c’è nulla al mondo che renda più ricchi e meno soli.

Ritrovare gli Dei, la Nostalgia di essi è l’attesa di ciò che verrà, il Futuro figlio del Passato che trascorre dinamico nel Presente, unione di stasi ed azione dei loro DNA. Famiglia è, appunto, il fondamento dell’uomo, la fonte creativa come essi sono per l’esistenza tutta, e Pensiero è Famiglia. Impiegare per questo gli altri Dei, le altre Idee: Comunità, Civiltà, Patria, e così via.

Marcello Veneziani perfeziona il dialogo attraverso cenni della genesi del suo lavoro e precisa, in accordo con le aspettative degli uditori, tesi al riconoscimento del loro intimo sentire con quanto egli afferma, che nelle parole, appunto, ci si riconosce, che la Fede è scommessa, e che Dio non può essere assoluto, poichè sarebbe guerrafondaio: gli Dei creano Armonia.

L’Armonia genera protezione, e cessa la paura della morte, aumenta per contro la volontà di Verità, che esiste ma è più grande di noi: l’uomo non può comprenderla tutta insieme. Cita Gioberti, quando definisce la Verità come poligonale. Nel suo Nostalgia degli Dei Marcello invita a guardare il cielo stellato sopra di noi, dentro di noi come senso morale che dà voglia di conoscenza. Le stelle sono punti fermi, molla per incontrare il trascendente, e rimanda infine alla parola Mito, fondamentale perchè, come ha detto Simone Weil, Mito è il Bello del Vero.

La Felicità, conclude Veneziani, sicuro e tranquillo ma anche coinvolto, da vero filosofo, è vedere gli Dei, e vedere con gli occhi degli Dei, che è Sapienza.

A questo, veramente, non c’è niente da aggiungere, solo una felice gratitudine.

Marilù Giannone

Francia versus Italia: addio Libia?

Martedì 5 nella Sala Nilde Jotti della Camera dei Deputati, un convegno ha fatto il punto della situazione dei rapporti internazionali in corso da parte dell’Italia: Francia versus Italia: addio Libia?, che in particolare osservano lo svolgimento, da una diecina di anni, delle azioni intraprese fra la Nazione e la Francia per la questione spinosa del Nordafrica, con il focus sulla Libia.

E’ stato innanzitutto evidenziato che i rapporti internazionali anche al di là del continente europeo sono tesi talvolta e perfino ai ferri corti, con spostamenti di corpi militari e minacce di interventi che allarmano il resto del mondo e conducono gli Stati collegati a quelli sotto pressione a regolarsi anche loro con una disamina degli armamenti relativi.

Il convegno, Francia versus Italia: addio Libia? è stato condotto da Adolfo Urso, Presidente di Farefuturo e del Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, che ha presentato un ampio quadro d’insieme della politica degli Stati del Mediterraneo.

Giorgia Meloni, Segretario di Fratelli d’Italia, ha aperto l’evento dal punto di partenza del contenzioso interno della Libia e della politica ostile verso l’Italia. Si tratta, ha detto, di un’operazione di quella politica estera che mai si dovrebbe notare, quella aggressiva. In effetti l’inizio della decadenza libica è iniziata con l’inasprirsi e poi lo spezzarsi dell’equilibrio fra i due Stati per i fatti del 21 luglio del 1970, che hanno visto depredare e poi cacciare i nostri connazionali dal territorio libico. Nel turbine seguito, la Francia, possibile sobillatrice di quel danno, ha letteralmente portato altri Stati a rovesciare il governo ed uccidere Gheddafi, che, con l’intervento diplomatico permesso da Silvio Berlusconi, si era mostrato favorevole al dialogo civile fra i due Stati. L’intervento del 2011, ha continuato Giorgia Meloni, è avvenuto per inglobare le monete africane nel Franco “Coloniale” privo di sovranità, di possesso francese, che ha determinato disordini, migrazioni e miseria nel continente dirimpettaio.

Inoltre, la stessa ha dichiarato che 20 anni fa la Francia aveva fondato la Scuola di Guerra Economica, con possibili interventi di aggressione anche armata in favore della economia e supremazia francese.

Adolfo Urso ha sottolineato la crescente ingerenza cinese da quell’instabilità perniciosa dell’Africa, dalla tecnologia alla politica, che nessuno soppesa con dovuta lucidità.

Giulio Terzi di Sant’Agata, Ambasciatore e già Ministro per gli Affari Esteri, – allontanatosi allora volontariamente per contrasto alla fragile e colposa politica di sinistra – , ha ribadito che i rapporti diplomatici italiani verso gli altri Paesi non sono mai stati seriamente sviluppati, preferendo un sonnacchioso acquietarsi sullo stato di cose ed una rinuncia addirittura, in nome di una curiosa “pace” che sa di buonismo, di una reazione doverosa ed a pugno fermo. Ha detto che l’impegno economico italiano nei confronti degli Stati intorno allo Stivale è maggiore per le Nazioni africane rispetto a quelle Balcaniche o Mediorientali . Ha più volte dichiarato che la politica estera attuale internazionale è fatta di slogan e rabbia, cosa che destruttura le relazioni internazionali ed irrita con il suo atteggiamento declaratorio , mentre si dovrebbe operare a chiarimenti e soluzioni comuni per i problemi. Per questo, rivela che l’atteggiamento ultimo di Macron per l’Italia a proposito della TAV nei giorni scorsi è stato dettato dalla volontà di risolvere opportunamente gli screzi, in base al fatto che i due Stati hanno in comune una quantità notevole di rapporti e di cooperazioni industriali che non vanno negati. – L’Italia – continua l’Ambasciatore – dovrebbe affrontare gli ostacoli guardando nell’insieme gli Stati Nordafricani, sapendo che la protagonista della gestione politica è la Francia.

Ha fatto ricordare ancora che la malagrazia diplomatica, con minacce, insulti e violenze verbali è ormai comune nel mondo, e che spesso è seguita dall’uso della forza e dall’impiego di militari: ciò è da limitare, ma si deve rispondere con energia e facendo presenti possibili reazioni militari: “se non ci si fa sentire, – ha sostenuto  il diplomatico, a contrasto con l’anguillesco e tremante pacifismo della sinistra – ci si isola: l’Italia si sta isolando per l’eccessiva remissività in politica estera.”

Il Generale dell’Associazione Paracadutisti, Marco Bertolino ha fatto presente che la Francia è da ammirare per il Nazionalismo, la politica estera adeguata a questo, e la Pubblica Amministrazione ineccepibile. Inoltre ha detto che la politica militare comune in questa Nazione prescinde dalla politica interna, ed ha auspicato infine una piattaforma comune, con l’Italia, atta a superare le discrepanze.

L’evento è stato concluso da Del Mastro, di Fratelli d’Italia, che stigmatizza, riferendosi all’incontro di Palermo, la mancata esecuzione di quanto in esso si era proposto: si era d’accordo, vista l’evidente debolezza di Al Serraj, di intervenire. Lodata la politica dell’ENI, ha  sostenuto che l’intervento in Libia sarebbe doveroso per i vuoti di potere che spesso sconnettono un andamento commerciale e dunque, economico, che andrebbe salvaguardato. Ha rimproverato il governo di non aver mai intrapreso una politica corretta ed a favore degli interessi nazionali, preferendo misure non efficaci come l’individuazione dei covi degli scafisti e loro distruzione. Si sarebbe dovuto, invece, operare manu militari in quanto la sicurezza e la politica estera vanno su operazioni e trattati militari.

SI FA PRESENTE CHE IL 26 Marzo, NELLA STESSA SALA DEL PARLAMENTO, AVRA’ LUOGO UN MEETING SULLA CINA, DI PROFONDO INTERESSE PER LA POLITICA ESTERA ITALIANA.

Marilù Giannone

Tullio Gregory

Università listate a nero

 

Sabato 2 marzo, quasi in punta di piedi sulla frenetica vita cittadina, si è spento Tullio Gregory, Docente universitario della migliore provenienza e della migliore cultura, apprezzato e celebrato anche negli States, per partire da Roma, sua città natale, fino all’Inghilterra e la Francia, che gli aveva donato la Laurea ad Honorem e la nomina di Chevalier Officier de l’Ordre des Arts et des Sciences.

Il mondo accademico si è fermato, contrastato da questo atto di guerra dell’ignoranza che spesso affligge anche gli ambienti della Cultura, addolorato per la perdita di un uomo che aveva dato del suo meglio nella vita, e con grande semplicità.

Innamorato della vita, del Medioevo che percorreva nella Filosofia come una sua personale tenuta, era però scettico di fronte a Wikipedia, che considerava “un coacervo di notizie senza sistemazione critica, insicuro nell’informazione” e fiducioso esploratore della Lingua e della sua spiritualità realistica e simbolica, considerata un punto di partenza irrinunciabile per la riflessione vuoi da ricercatore, vuoi da filosofo.

Non è esaustivo elencare i Dipartimenti e le Istituzioni Umanistiche e Scientifiche che diresse, ognuna con spirito, benevolenza e con la massima serietà, ma è più vicino raffigurarlo per ciò che era: un ineguagliabile professore anche nella gentilezza colloquiale con qualche studente disperso, come chi scrive, nel mare delle bibliografie e voglioso di trovare la sua accademica Itaca. Particolare soggetto senza confini, quasi, dello scibile, appassionato gourmet anche e goloso del pomodoro, ma sostenitore di quella ragione che non è fuori dai confini di una tranquilla umanità. Sua frase ripetuta era ” Chi invita alla ragione dovrebbe impegnarsi per essa, usandola nei confronti degli altri”.

Un rispettoso ed ammirato saluto, con la certezza filosofica di aver passato un confine permeabile, dal quale si ritorna.

Marilù Giannone

Adolescenza Futura…. Letcio Magistralis di Massimo Ammaniti

ALL’AULA MAGNA della SAPIENZA 

Giovedì 28 Febbraio nell’Aula Magna dell’Istituto di Neuropsichiatria Infantile della “Sapienza” di Roma si è svolto un Convegno sulle Riflessioni e Visioni sul Futuro dell’Adolescenza, con la “Lectio Magistralis” del Prof. Massimo Ammaniti, Onorario della Cattedra di Psicanalisi della stessa Sapienza di Roma.

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