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Autore: redazione di roma

Uno sguardo diverso fra Ucraina e Russia

 

Roma, 22 feb. – (AdnKronos) “In Ucraina si sequestrano illegalmente le chiese, sacerdoti e chierici vengono chiamati con falsi pretesti a essere interrogati, subiscono ricatti e i loro cari vengono minacciati”. Lo denuncia Kirill, patriarca di Mosca e di tutte le Russie, in una lunga lettera inviata al patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I e pubblicata nel libro “La missione dei Cristiani nel mondo” (Mauro Pagliai Editore, pagine 168, euro 14), una raccolta di interviste, dichiarazioni e documenti curata dal giornalista Francesco Bigazzi e in uscita il 1° marzo.

“Penso che quella in corso in Ucraina”, continua Kirill I, al secolo Vladimir Mikhailovich Gundjaev, “sia una gravissima violazione dei diritti umani e della libertà religiosa – si legge nella lettera anticipata dall’AdnKronos – I raid e i pestaggi di massa contro i nostri credenti hanno attirato l’attenzione della comunità internazionale, ma vorremmo che questa voce fosse più forte”.
Potrebbe essere la prima guerra di religione dell’Europa moderna: le dispute tra la chiesa ortodossa di Kiev e quella di Mosca, che nell’ambito del più ampio conflitto tra Ucraina e Federazione Russa hanno raggiunto lo scorso dicembre un livello drammatico, hanno ormai aperto una profonda ferita nel tessuto sociale di quell’area geografica.
Nel ricco materiale raccolto da Bigazzi, considerato uno dei maggiori esperti italiani di storia e cultura russa, il capo della più grande Chiesa ortodossa al mondo si rivolge per la prima volta a tutti i suoi fedeli – sia dentro che fuori dai confini russi – per lanciare un invito pressante all’unità.
Il testo tocca una grande varietà di temi a partire dal rapporto con Vladimir Putin, un’alleanza solida e convinta basata sul principio di “non interferenza reciproca” tra Stato e Chiesa, per arrivare alle relazioni internazionali, in particolare quelle russo-cinesi, che hanno avuto un forte impulso in seguito alla visita di Kirill a Pechino nel 2013, e quelle con la chiesa cattolica, il cui momento chiave è stato lo storico abbraccio tra il patriarca e papa Francesco avvenuto a Cuba nel 2016.

Gherardo Del Lungo

A Palazzo Madama un Convegno su “Famiglia e bullismi”

Lo sport come attività di prevenzione

Il 7 febbraio la Sala Koch del Senato  ha ospitato un convegno sul Bullismo & Cyberbullismo, organizzato dall’ Osservatorio Bullismo e DOping e dal Comitato Unico di Garanzia del Cnr, dove si è evidenziato lo stato psicologico e le relazioni imperfette dei ragazzi in età scolare e adolescenziale.

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Festival di Sanremo n. 69

Ieri 9 febbraio si è chiuso il Festival di Sanremo con un inaspettato vincitore, cosa che ha destato una bordata di polemiche da parte di riviste, quotidiani e tutto il mondo scritto e parlato: Mahmood, italo-egiziano. Ci si è messa pure, offesissima, Loredana Bertè, che ha disertato l’incontro di festa a RAI 1 il giorno dopo, e il disordine è stato notevole.

Si può notare però, nel complesso dell’intero Festival, che le tendenze della canzone odierna sono due: una è quella rievocativa o addirittura ripetitiva della linea musicale anni ’60, con tutto il carico poetico, romantico e geniale, nelle personalità di Battisti, De Andrè, Mina, con il paroliere eccezionale che è Rapetti, in arte Mogol; l’altra è quella RAP, odiata e criticata, ma, in controluce, interessante se fatta bene. Colpisce infatti la canzone vincitrice, Soldi, e quella del gruppo ZEN, Amore dittatore; il testo musicale è quello solito, ma le parole e l’ arrangiamento fanno pensare: Che cosa si è distrutto, maltrattato ed illuso nelle giovani generazioni dagli anni ’60 ad ora? Tremendo fatto e impossibile ad essere negato, ma è così. La banalità del RAP d’amore si dimentica, questo Rap duro, arrabbiato ma soprattutto doloroso ferisce l’anima di chi ascolta, con il passaggio metallico del ritmo battente che paragona l’odierna società quasi ad un’officina industriale, con robot stile Metropolis. Così adesso è la gente: sofferenti avvelenati da smog, costretti ad Amore Dittatore, e dettato da mass e Multinazionali economiche.

Forse è giusto e buono rivoltare la società. Questi ragazzi vivono nel fango degli anni politici ’70/’80, storditi da slogan buonisti e traditi da realtà anche religiose sporche, trascinati da depressioni per diffusione di mode oltreoceaniche volutamente alla ricerca di un’Europa-mercato o discarica per il continuo pungolo del consumo. A favore di chi? Non delle giovani generazioni . “…. Soldi..” ripete incessantemente Mahmood. Ma che è successo?..” volevi solo soldi..”., mentre Battisti, in una canzone che forse anticipava il ritmo battente del Rap, cantava .”.. adesso , adesso dimmi di sì”.

La musica anni ’60 non può essere dimenticata. Ma chi è genitore, insegnante, ministro, osservatore, legislatore, assuma queste canzoni in evidenza e questi vincitori come fil rouge per combattere e ripristinare la normalità relazionale che esiste nei viventi, e che non può essere negata. La società, il mondo, hanno bisogno di un equilibrio, di moralità e non moralismo, di amor di prossimo, senza dogmi e gerarchie antievangeliche. Questo è la sconfortata richiesta fra le righe delle giovani musiche, bisogna portare loro pane e non pietre.

Marilù Giannone