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Autore: redazione di roma

Museo Etrusco a Formello

Un giorno pieno di sole

Sabato 10 novembre si è concluso un corso di didattica museale basato sull’arte e la storia antica, precisamente sugli Etruschi, dal titolo: Nuovi Percorsi Attraverso la Civiltà Etrusca.

E’ ormai indiscutibile che Roma ha il museo etrusco più importante del mondo, di poco più ricco di quello di Firenze, ma, fino a poco tempo fa, era poco frequentato, poichè si riteneva, alla moda dell’Ottocento, che solamente i Greci fossero i veri e propri geni del Mediterraneo e del resto della terra, relegando gli Etruschi a poveri scimmiotti imitatori, dove invece sono, come gli Italiani, eccelsi per l’arte, la tecnica, l’ingegneria civile ed idraulica, la legge ed altro ancora. Grazie all‘Archeoclub di  Formello ed al Museo di Villa Giulia, di Santa Severa ed infine al Museo dell’Agro Veientano di Formello, in accordo con l’Università la Sapienza, si è notato che lo studio di questo antico popolo e la conoscenza che si offre di esso hanno fatto un vero balzo in avanti. Come sempre si ha nel cuore la giovanissima generazione che va distolta dalle insulse minuterie dei games ed app informatici, per per volerle bene raffinando la sua intelligenza con la storia e l’arte a tutto campo e lo scibile proprio della popolazione d’Italia.

Con questo encomiabile scopo, collegato alla buona volontà di riprendere il livello culturale all’avanguardia dell’Italia, si è organizzato un corso di Didattica Museale sostenuto da Archeologi, Sovrintendenti, Professori, dello spessore di Daniela Muscianese, Daniele Maras, Marco Peri, Rossella Zaccagnini, ed infine Fabiano Petricone, organizzato dall’Archeoclub di Formello gestito da Carla Canali. Quattro giorni che hanno preparato insegnanti, educatori e operatori museali a saper comunicare con scolari e persone esperte, con distratti ed appassionati, a gestire domande curiose o imprevisti, ad avvicinare l’oggetto al fruitore. Per la collaborazione di questo proposito è da ringraziare Marco Mannino, instancabile nel facilitare la comprensione dell’immenso patrimonio citato dai conduttori dell’evento.

La disponibilità sorridente di Daniela Muscianese, la larghissima facoltà di diffusione di Daniele Maras, la tecnica precisa di Rossella Zaccagnini ed infine la presa diretta di Fabiano Petricone hanno reso quattro giorni di impegno in un lungo excursus di informazioni meravigliose. Ma non si deve sottacere l’opera degli studiosi che hanno contribuito a rendere le zone di studio dei veri e propri gioielli d’arte e di conoscenza: Flavio Enei, dirigente del Museo di Santa Severa, che permette una full immersion nel mondo marinaro e cultuale etrusco, sul territorio da moltissimo tempo e con ottimi esiti, e la dirigente del Museo dell’Agro Veientano, Iefke van Campen, ricchissima di inusitate iniziative creatrici che lasciano stupito chi visita il luogo e se ne appassiona.

Se a Santa Severa si è ricostruito, un esempio fra tutti, lo spazio interno di un naviglio antico, con tutti i suoi arredi necessari, tale da portare il visitatore fuori dal tempo e nel fatto diretto di un’operazione di marineria, a Formello si è assorbita la cultura etrusca anche con una riproduzione recitata e luminosa della realtà veiente verso la conquista operata da Roma: Livio ha scritto, Iefke van Campen ha eseguito, ma in modo assolutamente bello ed efficace: nessun adulto, e, soprattutto, nessun bambino perderà una sola parola ed un solo pezzo d’arte esposto.

Ci si aspetta che si dia seguito a questo nuovo corso museale e si prende nota che probabilmente è iniziata un’era nuova per i genitori, i discenti, ed i docenti dello Stato, un percorso dall’ antico che nel moderno darà frutti belli e dolci, comincia un Ministero per l’Educazione, l’Università e la Ricerca degno di questo nome: ecco, bisogna pensare al sacerdote di Veltumna che, pieno di aspettativa, batte un nuovo chiodo nel tempio.

Marilù Giannone

Incontro con Sri Sri Ravi Shankar

Contro la violenza, un volo dentro di noi

Mercoledì 31 ottobre, presso l’Hotel Minerva, l’ambasciatore della pace e dell’accordo Sri Sri Ravi Shankar ha accettato un’intervista per far conoscere le basi del suo metodo, fondato sull’amore reciproco che si trasmette tramite la disciplina della non violenza e sulla meditazione fautrice della comprensione per se stessi e l’altro.

Sri Sri Ravi Shankar è riuscito, tramite questo difficile e delicato credo, l’Art of Living, a spegnere il fuoco di guerre e guerriglie che caratterizzavano il F.A.R.C. dopo 52 anni, e con il tristissimo numero di 250.000 morti; è riuscito allo stesso modo a creare equilibri fra numerose nazioni che ne erano lontane, e la sua disciplina ben presto ha raggiunto una diffusione mondiale, di 160 Paesi e milioni di seguaci, su base volontaria. Il 30 ottobre ha avuto un colloquio con la Presidente della Commissione Affari Esteri, Marta Grande, ed è atteso a giorni a Milano per la Unveiling Infinity. Il suo sistema ha un programma di benessere interiore, che toglie lo stress agli individui, e la sua arma è l’azione spirituale.

La domanda iniziale dell’intervista è se il metodo del Maestro sia una religione, cosa che nega, rispondendo che si fa fondamento sulla spiritualità, che tutte le religioni sono fondate sullo spirito, e comunicandomi che nell’Assam, a Bangalore, il grande tempio ha su ogni colonna l’emblema di ogni religione. (Come il Pantheon, si pensa) E’ spontaneo guardarlo, un uomo giovane, con grandi occhi, il sorriso incantevole. Continua, rispondendo alla seconda domanda su Dio, che è Principio che tutto fa giungere ed al quale tutto ritorna, lasciando riferirsi così alle antiche religioni europee, quella etrusca ad esempio, a Vertums (vertere) ovvero l’eterno passaggio vita-morte-ritorno. A questa frase si dichiara ammiratore di Roma antica e della sua civiltà, e prosegue, dicendo che ognuno può diventare un Maestro, un Gu-ru ( togli- oscurità) vivendo e meditando, fondandosi sulla nota di spiritualità che è in ognuno: quando si insegna, gli altri ascoltano, e da ascoltatori o studenti essi possono a loro volta divenire Maestri, con l’esempio, con la vita, e non dai libri, la saggezza è meditazione da questi due.

Una domanda che tutti si fanno, quando pensano alla potenza della saggezza che spinge non più ai conflitti, ma alla pace, è come agire di fronte ad un attacco violento e non atteso, e sorridendo, Sri Sri dice che sebbene il violento abbia un dolore, quando attacca inatteso o ci vuole il medico o la Polizia: soprattutto bisogna difendersi. Non è come i pacifisti pensano, e questo fa piacere perchè la pace non è sottomissione indegna, avendo ogni uomo un confine personale che va protetto.

Per conoscere del tutto il pensiero di Sri Sri Ravi Shakar ci vuole tempo, le domande affollano la mente infinite, e tutte insieme. Quando si chiede come considera il suo programma spirituale le donne, dice tranquillo che le donne stanno un gradino più su dell’uomo. E’ strabiliante, e si vuole sapere di più. Dice: la vita ha quattro fulcri: la madre, il padre, il guru e l’ospite. Meraviglioso. Non si riesce quasi a pensare alla religione indu’, o alle varie religioni che vedono e trattano la donna in modo indegno. Il ritorno alle antiche fedi è inevitabile, ma di quelle dell’Antica Europa: la prima Creazione si riaffaccia alla mente decisa.

A proposito di violenza, il Saggio racconta che ha lungamente provato con l’ISIS a dialogare con lui, a cercare un punto di accordo per la pace, ma si è visto recapitare un corpo senza testa, pertanto ha tralasciato il contatto. Infine ha ribadito che la politica è lontana dal suo metodo, perchè distorce la comprensione, fa antagonismo, che, insieme al possesso, rovinano i viventi. Sta provando un incontro, piuttosto, anche con Israele, ma è ancora non definito, in quanto la religione ebraica impregna la loro politica da secoli .

Una calma inusitata, una gioia leggera segna il commiato di questa intervista, con l’augurio che raggiunga lo scopo che si è prefisso e con la voglia di collaborare con lui.

Marilù Giannone

La Grande Guerra e le Donne

Un male che caccia via un altro male.

Si è detto presto: riguarda la condizione sociale delle donne, questo sostenere che il male già affliggesse le loro esistenze.

Infatti, se si legge qualche tomo pieno di prosopopea o qualche stringato reportage giornalistico o brano di qualche saggio di emeriti studiosi come Freud, Evola, Marx, Weininger e così via, la donna era stata creata solo per sfornare pargoli, cucire calzini e stare zitta, in un angolo di focolare, in assenza dei mariti comandata dai suoceri o dal maschio di casa, come avveniva in Cina, com’è nei paesi più culturalmente trogloditi. Quando la guerra tolse loro mariti e figli, padri e parenti, le donne tirarono su le maniche ed asciugarono le lacrime, stravolte dal cambiamento che avrebbero non già gestito, ma subito ancora: si trattava non di mutare attività, quella loro richiesta di sostituire gli uomini in fabbrica o nei campi o negli uffici, ma di accettare il lavoro degli uomini in aggiunta al loro. Alcune si angosciarono, altre si schiantarono dalla fatica, ma, al tempo della Grande Guerra, quella del 1915, le donne e gli uomini avevano un’unica, amata parità: la Patria, che adoravano entrambi, così come morirono entrambi nel servirla .

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Quattro Percorsi attraverso la Civiltà Etrusca

Un’iniziativa encomiabile dell’ Archeoclub di Formello in collaborazione con il Museo Villa Giulia

Quasi in gara di corsa per iscriversi, Villa Giulia ha accettato diversi insegnanti e mediatori culturali per un corso di perfezionamento sull’Archeologia, dal titolo: Nuovi Percorsi attraverso la Civiltà Etrusca. Quattro sabati “full immersion” con i progenitori della presente Italia, affidati alle esperienze di archeologi ed esperti in didattica noti e felicemente disposti ad offrire del loro meglio. L’iniziativa trova il merito di Archeoclub Formello che l’ ha richiesta e preparata.

Il primo giorno, sabato 13, è stato una lunga corsa avvincente sui caratteri salienti dei “nonni”, visto che gli italici padri sono i Romani, e poi vari suggerimenti di percorsi diversi per farli capire ed apprezzare a visitatori e scolaresche: questa parte svolta dall’Archeologo Daniele Maras è  stata la più impegnativa, ma lo studioso è riuscito a rinnovare un panorama completo su questa civiltà millenaria che ci ha costruiti . Un ottima collaborazione per questa esperienza è stata fornita da Daniela Muscianese, che guida anche il gruppo per illustrare Veio, il giorno 10 novembre. L’archeologa non ha fatto mancare nulla al completamento della “passeggiata” sulla grande civiltà dal punto di vista artistico, fermandosi opportunamente su ciò che era più importante.

Il sabato successivo si è fatta luce soprattutto sulla didattica, consigliando di immedesimarsi, per una spiegazione esaustiva, ai vari generi e stati sociali dei visitatori in modo da coinvolgerli. Un discorso che si è puntato soprattutto su scolari e studenti, per i quali Marco Peri, educatore museale, è da anni felicemente applicato. Lo studioso ha suggerito di incanalare l’attenzione dei giovanissimi lasciando loro libertà di movimento dipendente dalla situazione e dall’oggetto che si intende illustrare, in modo da creare un’interazione fra osservato ed osservante. Sabato 27 è stata Pyrgi il teatro dell’azione conoscitiva, guidata dall’archeologa Rossella Zaccagnini, ed estesa alla visita completa dell’apparato museale che, anche per il luogo naturalmente splendido, è stata particolarmente apprezzata. L’archeologa ha fatto notare soprattutto i pannelli ceramici dipinti, sorta di antenati dei quadri, dell’arte etrusca che, com’è giusto, non finisce mai di incantare, anche fra luoghi comuni e cedimenti verso prese di posizione critica ormai stantie e clericali, mentre la giovane accademica Magda Vuolo ha avuto il compito arduo, ma chiaramente condotto, di far apprezzare il Museo anche per il Medioevo, non tralasciando la storia  quotidiana al Castello fino all’età presente. La stessa ha illustrato le iniziative sorprendenti del Direttore, Flavio Enei per le persone attratte dai tesori d’Italia. A tal proposito, è evidente, in relazione agli oggetti d’arte, come e quanto l’Arma dei Carabinieri, nella persona del Gen. Conforti e dei suoi sia stata magnifica per salvaguardare e recuperare, soprattutto, prodotti artistici rubati o minacciati di alienazione.

Marilù Giannone