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Autore: redazione di roma

Cagliostro: una biografia realistica

Oltre il velo del mistero, con la maestria del Dott. Pavone, Chirurgo

Si è scritto tanto su Cagliostro senza mai lasciare il lettore pienamente soddisfatto di averne compreso la personalità: la parola “mistero” è di moda, attira curiosi e poi, li delude. Questa volta il racconto della vita, meglio, del passaggio di Cagliostro, sia pure senza donare il voluto finale deciso, è chiaro.

Giuseppe Balsamo, ripreso e descritto da un medico siciliano come lui, uomo di grande cultura anche in materia di simboli, Mario Pavone, ha la dimensione giusta: è un Sapiente, un illuminato, un Fratello Massone profondamente esperto nel seguire la via che porta alla costruzione della Pietra Filosofale. L’autore di questa biografia ha lasciato da canto le falsità tese a fare dell’oggetto del libro un essere strano, pericoloso, o illuso: Giuseppe Balsamo ha finalmente una dimensione regolare, è un uomo con una straordinaria facoltà, teso a raggiungere ciò che egli stesso ha espresso: una voce che chiama le voci di ognuno eguali alla sua.

Il dottor Pavone è anche Presidente di un settore dell’Accademia dei Filaleti, Federico II° di Palermo, segue la sapienzialità Templare, ha dunque tutte le chiavi per comprendere il discusso conterraneo e lo fa in modo assolutamente convincente. Balsamo è un uomo di volontà, di sapere, che ha difetti e mende come tutti, Pellegrino che cerca se stesso attraverso i suoi simili e con arti diverse figlie di una sola, quella Regia, mediante la quale fa del bene e non smette di approfondire questa via. Arte che spesso lo lascia indifeso, e, nella comprensione della missione che lo carica, Balsamo non si ribella e muore. Ma cosa muore? Già una volta è morto e rinato, diventando Cagliostro. Muore ancora, o si libera per una missione più alta, o ancora non muore, dimostrando il livello del suo spirito?

Questa è la tesi, accattivante, di Mario Pavone, che dona, insieme a notizie e commenti ineccepibili su Cagliostro, studiato a fondo, un rapido compendio di cosa sia Alchimia, e del nuovo sentire culturale del Settecento, con uno stile espressivo inciso in brevi periodi ed alta qualità di lingua. Un libro questo che si legge di un fiato e che si rilegge per memorizzare le tracce dorate di quella scienza vera, generosa, biecamente definita diabolica e che non ha altro scopo che migliorare l’uomo.

Marilù Giannone

Dopo la tragedia svoltasi a Rebibbia,
nostra intervista a Lia Viola Catalano, Psicologa di chiara fama <

L’opinione della Dr.ssa CATALANO, Consulente presso l’Istituto Penale Rebibbia 

Ha giustamente agitato tutti l’orribile fatto avvenuto al carcere di Rebibbia, cioè l’assassinio da parte di una detenuta dei suoi due bambini, mediante il gesto animalesco di averli scagliati per le scale del luogo di detenzione.

E’ stato altresì commentato l’atto immediato del Guardasigilli che, secondo la legge, ha disposto la sospensione della Direttrice e della Vice del settore dell’Istituto: secondo molti, ivi compreso un Agente di Polizia Penitenziaria, intervistato fuggevolmente, non potevano nè prevedere l’assassinio nè evitarlo tempestivamente, dato che le detenute non vengono costrette in cella o legate al letto. Per definire con lucidità questo dilemma, e soprattutto in sostegno ai bambini figli di fuorilegge, Consulpress ha intervistato Lia Viola Catalano, Psicologa da lunghissimo tempo presso Rebibbia.

Alla domanda, se trovasse comprensibile la disposizione del Ministro Antonio Bonafede, Lia Catalano ha risposto di non essere d’accordo, perchè, alla luce dei fatti, la detenuta che si è macchiata di infanticidio è una malata di mente, che ha agito spinta da una crisi depressiva. Questa gente non può essere trattata come un qualunque carcerato: è fuori di testa e va curata; se ha figli, questi devono essere dati in temporaneo affido fino a che la cura non abbia normalizzato il genitore”. – ed ha continuato: – ” la situazione che si dibatte, se lasciare o no i figli ai carcerati, mi vede favorevole, perchè è giusto che i bambini crescano con i congiunti e non con persone estranee, ma non in presenza di soggetti patologici. Aggiungo poi che l’intera situazione di presenza infantile nelle carceri andrebbe rivista e migliorata: non sono solo i figli di detenuti a dover essere seguiti, ma anche i figli che hanno i parenti “pentiti”, o i figli di persone delle Forze dell’Ordine, perchè sono continuamente esposti al rischio di essere rapiti, maltrattati, uccisi. Ne ho conosciuto uno, che mentiva in continuazione per difendersi, per paura.

Bonafede dovrebbe attivarsi in tal senso, anche se non è facile. Per i malati, che non ragionano, e soprattutto in questo caso, cioè quello di una spacciatrice di droga, probabilmente drogata, bambini o no, figli o no, sono semplicemente estranei contro i quali talvolta si avventano. Una mamma normale, anche detenuta, soffre per il futuro del figlio piccolo in carcere con lei, ma non lo ammazza, e mai in quel modo“.

Dunque il Ministro dovrebbe risolvere questo nodo bambini secondo la situazione giudiziaria, allontanandoli, anche non definitivamente, se vi è malattia mentale, dal luogo protetto, cioè l’Istituzione Penale, e preparare ex novo strutture che i governi precedenti non hanno neanche fuggevolmente proposto. Si è volutamente lasciata la cornice delle virgolette per evidenziare l’opinione di una Psicologa che ha visto ogni genere di detenuto, ed è quindi la voce più attendibile per ragionare e capire questo tragico avvenimento.

Marilù Giannone

“Contro la Violenza”, un convegno al Campidoglio

Insieme contro la violenza

Lo scorso 15 settembre, alle ore 11:00, la Protomoteca del Campidoglio di Roma ha ospitato un convegno significativo, promosso da varie Associazioni, tra cui la Hermesduemila e presiedute da Giuristi e Medici che si sono accordate per un’azione ferma e chiara contro la violenza.  Non si parla qui della violenza di genere solamente, ma il raggio di conflitto è più ampio e doloroso: violenza è sì quella contro le donne, ma sono anche vittime uomini e, fatto orrendo, bambine e bambini.

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“Se fossi padre”… un libro di Pietro Spirito

Un’interessante indagine sui rapporti fra padri e figli oggi

Padri e figli: un amore imperfetto
I racconti di Pietro Spirito affrontano il divario tra le generazioni

Firenze, 13 settembre 2018 – Figli che odiano i padri, figli che invece vorrebbero seguirne le orme, o magari solo conoscerli. E poi padri, fieri o delusi, assenti o ingombranti, padri che si vergognano dei figli o di se stessi: sono i protagonisti dei racconti di Pietro Spirito, che spaziando tra luoghi e tempi diversi affrontano il difficile tema del divario tra le generazioni. La raccolta, intitolata Se fossi padre” (pp. 120, euro 8), uscirà il 15 settembre nella collana «Le ragioni dell’Occidente» dell’editore Mauro Pagliai

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«E guai alle donne che in quel tempo avranno figli» …. un ammonimento dall’ Apocalisse !

Contro “La Scrofa Internazionale”

La battaglia per le liberistiche Banche e Multinazionali, i tromboni squillanti della sinistra volontà distruttiva e omologatrice di una politica perpetrata da Stati con il complesso d’inferiorità verso l’Italia arriva anche in TV, e si serve di attori di prim’ordine. La guerra senza sangue, da tempo iniziata, fra Amor Patrio e Mammona non risparmia neanche la ricerca di distensione e, perché no? di meditazione che dopo una giornata di lavoro ognuno desidera.

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Daniela Alibrandi: Una sola morte non basta

Uno straordinario Noir di Daniela Alibrandi, preso la sede Coaster Coworking il 22 settembre, a via Caio Mario 14/B, ore 10,30

Una Morte sola non basta

Sembra, “Una morte sola non basta”, un titolo quasi consueto per i romanzi gialli che al momento sembrano detenere l’interesse maggiore di lettori e di Fiere editoriali. Ma è così solo in parte, solo per ciò che concerne il mistero, l’indagine, la volontà di fare giustizia sul male che, in questo libro di Daniela Alibrandi, fecondissima autrice di opere aventi questo scopo, ha l’aspetto ripugnante di chi lo compie sui bambini.

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