Focus su un punto della situazione storica attuale
Il titolo di questo libro evoca le favole del fascinoso Oriente, quelle che, purgate da troppi incisi, si leggono avidamente soprattutto da bambini. Ma la realtà appare quasi subito a sconfessare l’attraente finale promesso: il Minareto di Jam è un libro che rivela l’attualità del Vicino Oriente, un mondo sconvolto da guerriglia sanguinosa e intermittente per mille false paci, bombardato, distrutto.
Un evento particolare, organizzato da “Voce Romana”,lo scorso giovedì 1 marzo, presso la Sala Convegni della Basilica di S. Maria Sopra Minerva, ha riguardato la forte presenza femminile nel mondo della letteratura, sebbene scarsa quanto a numero. Forte, perché si tratta di personalità artistiche di alto livello ed è giusto portarle alla luce dell’apprezzamento e della lettura in quanto non tutti ne sono a conoscenza.
Caro Renato, ero una tua estimatrice, ma non te ne sei mai accorto. Quando recitavi per noi, uno dei brani di qualche tua commedia, qualche frase di una parte di un film, ed ancor meglio una delle tue disincantate poesie, davo di gomito a chi mi sedeva accanto se parlottava, io, così rumorosa (caciarona, avresti detto tu), per ascoltarmela bene . Entravi con il cappello bianco, a gran passi, sorridendo, e tutti ti applaudivano. “sentite qua…” e cominciavi, con l’arguzia che ti distingueva, con quel sottofondo drammatico che non manca mai al romano verace: “Giuda, che nun ce po’ stà ad avere tradito Nostro Signore“, oppure quelle considerazioni del fico di via Margutta, simbolo inosservato del Saint Germain romano.
Era molto che non ti si vedeva, noi poeti, e sapevamo che eri ammalato, ma non ci si aspettava che il tuo saluto sarebbe arrivato così presto: l’artista è parte del flusso vitale universale, e la sua voce va al di là degli anni, del decadimento, perfino degli amori e dei contrasti: è già eternità, è già vittoria sul relativo e sull’incerto. Non finiremo mai di ricordare, di vedere te che avanzi verso di noi, scanzonato, sorridente, non perderemo mai le tue storie che, oltre al divertente, facevano chiaro qualcosa di noi da perfezionare, che fino ad allora ignoravamo.
Piove, piove continuo e sottile, tanto che cielo e terra sono confusi in un velo d’acqua, e l’unico punto fermo è una tazzina di caffè. Pino Ammendolanon sembra neanche sfiorato da quest’aria negativa.
Giovedì 8 Marzo 2018, alle ore 21:00, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma (Sala Petrassi), andrà in scena 50 Anni e Sono Ancora Mia, spettacolo musicale scritto e diretto da Pino Ammendola.
La sala di Achille a Sciro nella Domus Aurea è stata restaurata, offrendo a cittadini e visitatori cascate di colori e di immagini magistrali. Il merito è dei nostri archeologi, della Fondazione Isabel & Balz Baechi e della Direttrice del Parco Archeologico del Colosseo Alfonsina Russo, che, al pari dei Ministro e Sovrintendenti dei Beni Culturali, si adoperano per insegnare al mondo cosa è civiltà, riportando Roma e le bellezze artistiche italiane alla luce piena.
Si dà breve notizia della comunicazione lasciata alla Stampa lo scorso 15 febbraio, con i dovuti ringraziamenti.
“I restauri della volta della Sala di Achille a Sciro sono stati presentati alla stampa il giorno 15 febbraio, illustrando i metodi adoperati ed i colori secondo tradizione, contenenti fra l’altro il blu egizio e la foglia d’oro” , dice Gabriella Gatto, (Electa) e dunque seguendo ciò che Nerone aveva proposto e riportando la magnificenza inimitabile che questo imperatore, non del tutto conosciuto, aveva scelto per questo edificio, che la cattiva tradizione sostiene di essere stato costruito a totale disposizione dell’Enobarbo e che invece era dedicato alla città di Roma, Caput Mundi.