Il comune di Trieste oggi celebra il 12 giugno la “Giornata di liberazione della città dall’occupazione jugoslava”. Con una delibera, proposta dal sindaco Roberto Dipiazza, la celebrazione era stata approvata dalla giunta comunale il 26 maggio scorso.
A Trieste si sono aggiunte anche le municipalità di Monfalcone e Gorizia che, a partire da quest’anno, annoverano tra le festività cittadine anche il 12 giugno, quando le truppe partigiane di Tito lasciarono la città dopo 40 giorni di terrore.
Alla Città di Trieste era stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare con motivazione significata in questo testuale passaggio istituzionale: “…Sottoposta a durissima occupazione straniera subiva con fierezza il martirio delle stragi e delle foibe non rinunciando a manifestare attivamente il suo attaccamento alla Patria…”.
Mito o Realtà? Informarsi prima, per conoscere e leggendo apprendere
Praktischer Idealismus – Idealismo pratico. Oggi situazionismo dilagante?
Raffaele Panico
Unione Europea, in questi ultimi mesi vediamo come il potere aggregante si va sempre di più sfaldando. Siamo oramai ben oltre la linea del cosiddetto choc da Brexit. Il collante dei cosiddetti padri fondatori della “Nuova Europa” è solo uno spettro che si aggira per il vecchio continente o, distintivo stemmi e bandiere al vento e chiacchiere televisive.
L’idea non era male, successiva al conflitto mondiale, quando i padri fondatori iniziarono a progettare la pace e la progressiva unità e prosperità della parte occidentale del continente, per dar vita ad una comunità di Stati in cooperazione tra di loro, allargandosi poi, furbi e maliziosi, fino alle frontiere dell’ex Unione sovietica: quindi… tutto è andato oltre ogni discutibile previsione iniziale.
«Le occupazioni abusive sono una delle maggiori emergenze presenti sul territorio: non solo hanno ricadute pesanti in termini di criminalità diffusa e degenerazione urbana, ma comportano anche un danno economico ingente per l’amministrazione. E’ evidente, quindi, che per più motivi non ci si può più permettere di procrastinare i tempi con i quali intervenire su questo fenomeno. Per questo ieri ho presentato, presso ciascun municipio capitolino, un’istanza di accesso agli atti. Quanti e quali sono gli immobili di Roma Capitale occupati abusivamente? Dove si trovano esattamente? Quale è la loro destinazione d’uso? In termini economici quanto costano al governo che amministra la città e, di conseguenza, ai cittadini? Mi aspetto di ricevere una risposta esaustiva e tempestiva a tutte queste domande quanto prima. Voglio conoscere tutti i dati utili alla identificazione di ciascun edificio occupato, come già chiesto nei mesi scorsi al Dipartimento Patrimonio e Politiche abitative il cui Direttore ha preferito rispondere in maniera volutamente elusiva. Solo in questo modo, infatti, avrò un quadro chiaro che mi consentirà, tra l’altro, di stabilire la presenza di un possibile danno erariale. Questi spazi, infatti, se non recuperati, giorno dopo giorno finiscono per perdere il valore di mercato e non generano alcun reddito. E’ arrivato il momento di cambiare registro. E io farò di tutto perché questo venga fatto».
Così Rachele Mussolini, consigliere comunale della lista civica Con Giorgia e Vice Presidente della Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale.
Le “Falsità Storiche” in un cartello esplicativo
in cui si chiama in causa Mussolini
Egidio Maria Eleuteri*
A piazza Augusto Imperatore, a Roma, è in corso da anni (sic!) il restauro del Mausoleo di Augusto. Osservando gli eterni lavori, sono stato colpito da alcuni cartelli esplicativi messi per indicare la storia e l’importanza del monumento. Questi cartelloni indicano in modo succinto la storia della piazza e gli interventi per il suo risanamento. Sembra dal tono che a certi Architetti dispiaccia l’abbattimento di alcune fatiscenti ed insignificanti casupole, o dei loro avanzi smozzicati e sbrecciati.
Queste costruzioni erano quasi tutte risalenti all’ottocento (meno una, ma senza particolare importanza storico ambientale da tutelare o da difendere).
Queste casette furono demolite per poter costruire (a spese dell’Assicurazioni) una piazza in stile razionalista. Una mirabile rappresentanza di quell’arte che valorizzava gli artisti dell’epoca. Basta osservarla in un momento di tranquillità.
Orbene in alcuni cartelloni esplicativi, di cui pubblico la foto, si legge che l’allora Presidente del Consiglio Benito Mussolini nell’imporre la costruzione della piazza disse “Tra qualche anno togliete la statua di Augusto e ponete la mia”. Con l’aggiunta ma la storia non andò così. Niente di più falso, anche se nel cartellone correttamente hanno scritto sembra. Probabilmente una svista, o una lettura affretta della Nuova Bibbia del Sapere: “Internet”, od il consueto balzo sull’antifascismo più di maniera.
Mi spiego: Mussolini decise che, poiché, i Reali venivano seppelliti al Pantheon, i Presidenti del Consiglio avrebbero potuto trovare l’eterna dimora in quel luogo. A tale scopo fu commissionata all’artista Dova (di cui allego la foto del bozzetto) la decorazione dell’importante monumento tombale. Il maestro volle recuperare, quale omaggio alla romanità, la memoria della Tellus immortalata nel gruppo marmoreo dell’ Ara Pacis. Ovviamente dopo il 25 aprile del 1945 l’artista diventò, giustamente, anti.
* Storico d’Arte, già Docente Emerito,
Saggista, Conferenziere e Politologo
MARCOS y MARCOS ….. con il 2021, “4o candeline” !!!!
di Francesca Accurso
Sul finire degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, il comparto editoriale italiano iniziò ad attuare un’opera di ristrutturazione dei suoi sistemi e mezzi di diffusione. Decisivo fu il passaggio da un’editoria di militanza, che spinse molti editori a puntare su generi quali la saggistica e la letteratura impegnata, alla necessità soprattutto per quelli medi e grandi di investire sullo sfruttamento del catalogo e nuove serie, per accattivarsi un pubblico di lettori differente rispetto a quello fedele.