L’Europa e il Sol dell’avvenire in questo secolo frenato
Dai germogli della storia: “futuro perché non parli!”… del mito di Roma genitrice
Raffaele Panico
La pace inclusiva, la pace perpetua cercata dai tempi di Kant in Europa, la coscienza non più divisa dalla conferenza di Potsdam a fine guerra, in Europa, luglio-agosto 1945, a tutt’oggi sembra una chimera (nella foto in alto troneggia Stalin, al tavolo dei vincitori URSS, USA e Gran Bretagna). Perché? Proviamo a ripercorre i miti di lunga durata millenaria emergenti dagli strappi laceranti del Novecento, il vaso di Pandora da cui uscirono i nostri mali, a inondare la valle di lacrime in Europa in questi nostri giorni, tra cari vecchi amici e fratelli e compagni, dove un filo, un sol filo di Arianna potrebbe farci ritrovare la via maestra.
Roma siamo a febbraio del 2007, Stefano Delle Chiaie, incontrato in occasione di un’intervista girata a 10 anni dalla celebrazione della tumulazione della salma del Che Guevara a Cuba del 1997, ricorda alcuni passaggi importanti, per ponderata rilettura di anni difficili per tutti e pertanto con un profondo senso di pietas verso il Comandante Che Guevara: “[…] ci adoperammo per la restituzione della salma del combattente Che Guevara nel 1994-95 tornammo in Bolivia e cercammo di spingere il governo boliviano diventato democratico alla restituzione del corpo, a Cuba […] sapevamo dove era sepolto e come era caduto. La notizia venne data attraverso foto e articoli su un’agenzia stampa”.