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Autore: Redazione

Dalla Redazione di Consul Press:
News per Congratulazioni ed Avvicendamenti

EUGENIO PARISI, classe 1995, lunedì 17 ottobre ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza 
presso l’Università degli Studi ROMA TRE, con una Tesi in Diritto Amministrativo su:   
“La Prevenzione della Corruzione” – profili di diritto amministrativo comparato

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All’UNAR, la cerimonia di assegnazione del
“Premio Internazionale Ciociaria”

CELEBRATA A ROMA LA PRIMA EDIZIONE
DEL “PREMIO INTERNAZIONALE CIOCIARIA
 

Si è svolta a Roma nella sede dell’UNARUnione Associazioni Regionali- la cerimonia di assegnazione del ‘Premio Internazionale Ciociaria’, alla sua prima edizione. L’iniziativa è nata da una idea di Carlo Felice Corsetti, Generale della riserva dell’Arma dei Carabinieri, ciociaro di origine, e del Presidente dell’Associazione Romana della Ciociaria l’avv. Alessandro Carnevali.

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POST IL 25 SETTEMBRE,
un’analisi elettorale di Federico Gennaccari

UNA RADIOGRAFIA DEL VOTO
di FEDERICO GENNACCARI 
 
Per fare un’analisi elettorale completa volevamo aspettare i dati relativi ai seggi, ma a quanto pare certezze al 100% ancora non ce ne sono (con continui contrordini e passaggi di seggi tra maggioranza e opposizione sulla base del famigerato algoritmo) per una figuraccia cosmica del “Ministero degli Interni”.
Così intanto possiamo fare un’analisi del voto di domenica 25 settembre che ha visto la storica vittoria del centrodestra con la netta affermazione di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni, destinata dagli italiani ad essere la prima donna presidente del consiglio pur con il record di astensioni (e un milione di voti in meno per il centrodestra rispetto alle europee del 2019), segno che Letta ha fallito.
 
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La sua campagna elettorale non ha fatto breccia, le demonizzazioni e gli allarmi antifascisti (amplificati da “Repubblica”, “La Stampa” “Corriere della Sera” e la tv La7 – *1) non hanno riportato gli italiani alle urne, anzi li hanno allontanati, ottenendo proprio l’effetto contrario e segnando così la fine del Novecento e, secondo alcuni studiosi, anche dell’antifascismo come argomento politico.
Quando abbiamo sentito che i votanti erano stati solo il 63,91 abbiamo pensato che con una percentuale così bassa (il 9% in meno rispetto al 2018) il risultato avrebbe potuto essere un pareggio perché solitamente l’astensione penalizza il centrodestra, ma non è stato questo il caso.
Invece le urne hanno stabilito che il centrodestra guidato da Giorgia Meloni ha vinto nettamente col 43,8 e Fratelli d’Italia è il primo partito con il 26% (Lega all’8,8 e Forza Italia all’8,1) mentre la coalizione di centrosinistra si è fermata al 26,1 con il Pd al 19 (Alleanza Verdi e Sinistra al 3,6 e +Europa al 2,8). In ripresa il Movimento 5 Stelle al 15,4 mentre Azione più Italia Viva di Calenda e Renzi ha ottenuto il 7,8. Sopra l’1 poi Italexit, Unione Popolare e Italia Sovrana. Sul territorio sono stati eletti anche i candidati altoatesini della SVP e il candidato siciliano della lista di De Luca.
Simile poi il risultato al Senato dove per la prima volta è stato abbassato il limite di età a 18 anni (prima votavano dai 25 in su).
 
CENTRODESTRA  – Il centrodestra ha vinto ottenendo il 43,8: come consensi ha preso 147 mila voti in più rispetto al 2018 ma un milione di voti in meno rispetto alle Europee del 2019. Alle politiche del 2018 erano stati 12.152.345 oggi sono 12.299.648. Un dato sorprendente poiché all’interno della coalizione c’è stata una profonda rivoluzione con 7.300.628 per Fratelli d’Italia (ne aveva solo 1.429.550); 2.464.176 per la Lega (erano 5.698.687); 2.279.130 per Forza Italia (erano 4.596.956) e 255.714 per i Moderati (erano 427.152 per Noi con l’Italia).
Una lettura più chiara può arrivare facendo il confronto con le Europee del 2019. Allora aveva votato solo il 56,1 e il Centrodestra aveva ottenuto 13.221.335 voti, quasi un milione di voti in più. La Lega ne aveva ottenuti 9.153.638 seguita da Forza Italia a 2.344.465 e da Fratelli d’Italia a 1.723.232. La Lega aveva fatto il pieno da Forza Italia e dal Movimento 5 Stelle che non a caso registrano una differenza minima tra i voti delle Europee e quelli del 2022.
Lecito pensare che quel milione di voti in meno in parte sia andato alle formazioni minori di protesta, dato che la somma di Italexit con 533.865, Italia Sovrana e Popolare con 347.664, Vita con 201.354 e anche Sud chiama Nord con 211.427 supera abbondantemente il milione di voti (1.311.192 per la precisione, aggiungendo anche i 16.882 di Alternativa per l’Italia), mentre alle Europee l’area a destra del centrodestra non arrivava a 250 mila voti (il Popolo della Famiglia a 113.875, Destre Unite Casapound 88.724 e Forza Nuova 40.782) e alle politiche del 2018 Casapound, Il Popolo della Famiglia e Italia agli Italiani avevano ottenuto 658 mila voti.
Forza Italia ha perso voti verso Calenda? Sì ma in modo molto contenuto dato che la differenza tra europee 2019 e politiche 2022 è di solo 65 mila voti. Quindi se ne ha persi di più, ne ha recuperati altri. Magari a Calenda saranno andati parte dei 171.438 persi dai Moderati.
Per la Lega si può dire che nel 2018 aveva sorpassato Forza Italia prendendo voti che erano del PdL nel 2013, aveva poi fatto il pieno nel 2019 sull’onda del successo del governo giallo-verde conquistando tre milioni e mezzo di voti spostati da Forza Italia e sottratti al Moviment0 5 Stelle (recuperando il voto di quanti precedentemente votavano a destra e poi si erano affidati a Grillo) e ora sull’onda dello scontento per il governo Draghi nel quale Salvini non ha inciso ha perso ben 6.689.462 voti divisi tra Fratelli d’Italia, le liste di protesta e qualcosa anche al non voto.
All’interno della Lega c’è scontento per il risultato elettorale ma non possono certo mettere in discussione Salvini, quanti come Giorgetti o i governatori che hanno rappresentato l’ala più filogovernativa, Personalmente sono convinto che se Salvini non avesse provocato la caduta di Draghi e le elezioni si fossero tenute a scadenza nel 2023, la Lega avrebbe perso ulteriori consensi perché l’elettorato leghista è esigente.
Fratelli d’Italia ha beneficiato di aver fatto opposizione da solo al governo Draghi e di avere una leader come Giorgia Meloni, concreta e decisa che non usa il “politichese” e finora ha sempre mantenuto quanto promesso, risultando più credibile e rappresentativa come leader dell’intero centrodestra, soprattutto da quella fascia di almeno 2 milioni di elettori che prima ha votato per Berlusconi e poi per Salvini, a cui poi si sono aggiunti i grillini tornati a votare a destra, che avevano scelto Lega alle Europee del 2019 e i leghisti delusi dal Salvini draghiano (secondo uno studio di Demopolis degli elettori meloniani il 33% nel 2018 ha votato Lega, il 30 il Movimento 5 Stelle e il 12 Forza Italia). Ben 5 milioni 900 elettori in più in cui vanno compresi anche una minima percentuale che votava a sinistra oppure liste di estrema destra o che non votava proprio.
 
CENTROSINISTRA – Ha ottenuto 7.337.624 voti (nel 2018 ne aveva presi 7.506.723 più 1.114.799 di Liberi e Uguali mentre alle Europee del 2019 erano 7.482.793). Una perdita di 1.285 mila voti rispetto al 2018 (e di circa 150 mila rispetto alle Europee del 2019), voti che sicuramente sono andati a Calenda.
Il Pd di Letta si è fermato a 5.355.086 voti (erano 6.161.896 nel 2018 e 6.050.351 nel 2019). +Europa ne ha avuti 793.925 (ne aveva 841.468 nel 2018 e 822.764 alle Europee nel 2019). L’Alleanza tra Verdi e Sinistra ha ottenuto 1.019.208, centomila voti in meno rispetto a Liberi e Uguali nel 2018, mentre nel 2019 Europa Verde ne aveva 609.678.
Infine Impegno Civico di Tabacci e Di Maio ha preso 169.405 voti (nel 2018 la lista di Tabacci ne aveva avuti 190.601). Troppi errori da parte di Letta in questa campagna elettorale. Completamente sbagliate anche le alleanze. Doveva muoversi tenendo conto della legge elettorale, soprattutto per i collegi uninominali, ma è sembrato farne a meno. Evidentemente Letta pensava di svuotare l’elettorato del Movimento 5 Stelle che invece non si è lasciato irretire né dal segretario del Pd né tantomeno da Gigino Di Maio.
 
MOVIMENTO 5 STELLE –  Giuseppe Conte è considerato l’altro vincitore di queste elezioni perché i grillini non sono scomparsi dato che i sondaggi all’inizio della campagna lo davano al 10. Ha ottenuto 4.333.748 voti: un crollo rispetto alle politiche del 2018 quando i voti erano 10.732.066, ma solo 200 mila in meno rispetto alle Europee del 2019 quando gli elettori provenienti dal centrodestra hanno scelto la Lega. Allora i voti erano stati 4.552.527. (*2)
AZIONE-ITALIA VIVA – Senza dubbio l’accoppiata Calenda-Renzi è stata la novità di queste elezioni con 2.186.658 voti. Si aspettavano di più (speravano di essere l’ago della bilancia) e lo stesso Calenda non è riuscito a ripetere a Roma l’exploit avuto alle elezioni comunali del 2021. Da dove arrivano i voti? Stando alla matematica 1.200.000 dal centrosinistra (il Pd ha preso 700 mila voti in meno), circa 200 mila dal centrodestra e il resto dal non voto o da ex elettori grillini. Calenda punta a fare il Macron italiano e il suo risultato non è da sottovalutare anche se la prova del nove saranno le Europee del 2024.
SINISTRA – Discreto risultato per l’Unione Popolare di De Magistris con 402.080 voti pari all’1,43 ben lontano dal quorum del 3% ma migliore di Potere al Popolo che nel 2018 ne aveva avuti 372.179. Elettori di sinistra legati a Marco Rizzo (*3) e ad Antonio Ingroia hanno votato anche per Italia Sovrana e Popolare (lista che ha visto insieme esponenti dell’estrema destra e della sinistra) che ha ottenuto 347.664 voti.
LISTE DI PROTESTA – Ne abbiamo già parlato all’interno del centrodestra poiché sicuramente Italexit, Italia Sovrana e Popolare, Sud chiama Nord e Vita se si fossero uniti in un’unica lista avrebbero potuto raggiungere il 3%, ma non è facile mettersi d’accordo. Per cui sommati hanno ottenuto 4,61 ma essendo separati nessun parlamentare (a parte Sud chiama Nord che ha vinto nel collegio messinese).
 
DI MAIO COME FINI – Fondare un nuovo partito e presentarsi al di fuori del vecchio schieramento non porta fortuna a quelli che ne erano stati leader. Se poi per i gruppi parlamentari usi la parola “futuro” allora lasci intendere che pensi al tuo di futuro e non a quello della nazione. Così Luigi Di Maio non ce l’ha fatta. Sulla carta, stando ai dati delle ultime comunali, gli era stato dato un collegio sicuro a Napoli ma gli elettori non hanno gradito, premiando invece il Movimento 5 Stelle e così è stato battuto proprio dal candidato del suo ex partito.
Eppure lui ce l’ha messa tutta, compreso il volo sulle braccia dei camerieri di una nota pizzeria, foto che sui social ha scatenato la fantasia dei tanti detrattori che lo vorrebbero vedere tornare a vendere bibite allo Stadio San Paolo, anzi Diego Armando Maradona. Di Maio è il più illustre trombato, passato dalla poltrona di ministro degli Esteri alla panchina del parco.
Ha fatto la fine di Gianfranco Fini,  la cui poltrona era quella di Presidente della Camera (*4). L’ex leader di An aveva fondato “Futuro e Libertà per l’Italia”, mentre i gruppi parlamentari di Di Maio erano “Insieme per il Futuro” ma il risultato alle politiche è stato praticamente lo stesso: 0,47 per il partito di Fini nel 2013 e 0,60 per la lista di “Impegno Civico – Centro Democratico” di Di Maio e Tabacci nel 2022, annotando che Tabacci si è salvato, eletto in un collegio uninominale a Milano
__________________________FEDERICO GENNACCARI 
 
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NOTE A MARGINE
(*1)  Su “Repubblica, La Stampa, Corriere della Sera, La7 -Tv, TG.3″….
ed i relativi Addetti ai Lavori più volte sulla Consul Press, nella rubrica “Media & Editoria/Rassegna Stampa”  sono stati riportati puntualmente una serie di brillanti commenti redatti da Adalberto Baldoni, che invitiamo a leggere . Inoltre, per quanto riguarda Enrico (Chicco) Mentana,  in calce viene postato un Twitter dedicatogli da Mario Giordano
(*2) Il Mov. 5 Stelle a mio giudizio e credo di non errare – è riuscito a mantenersi a galla in gran parte grazie al “Voto di Scambio”, mentre il suo attuale Leader, per quanto riguarda il poltronismo, non si discosta dall’ex Capo Politico dello stesso Movimento…. vds articolo del 17 settembre u.s. 
(*3) Marco Rizzo “Compagno Doc” e di notevole spessore – più volte apre dei dibattiti a favore di obiettivi (che personalmente ritengo) senz’altro condivisibili anche da molti “Veri Camerati”, pur partendo da un retroterra culturale ideale ed ideologico ben diverso ….. vds. sua intervista riportata sulla Consul Press in data 22.05.2020  ed altro suo commento riportato da “La Verità” in data 20.05.2021.  
(*4) Su Gianfranco Fini sono già stati pubblicati dalla Consul Press alcuni interventi in data 18.07.2018, nonché ripresi dal Quotidiano Rinascita, al tempo diretta da Ugo Gaudenzi, in data 09.09.2010…… e credo che tanto basti ! _______________Giuliano Marchetti
 
 
 
 

 

 

 
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TELEFONIA: il futuro si chiama “VoIP”

Il futuro delle chiamate? Tutti i vantaggi del VoIP

di FRANCESCO VALENTE 

Il mercato globale del VoIP vanta circa 68 miliardi di dollari solo nel biennio 2020-2022, destinato triplicare entro il 2026. Non solo versatilità e flessibilità, ma anche basso costo: si ha un risparmio del 40% sulle chiamate nazionali e quasi del 90% per le internazionali.
Questi dati confermano l’ascesa del VoIP come tecnologia protagonista nella comunicazione del futuro.

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15.09.2022: Celebrazione del 31° Anniversario
per l’Indipendenza della Repubblica dell’Uzbekistan

UZBEKISTAN – UN PAESE EMERGENTE 
POTENZIALI PARTENERSHIP E SINERGIE CON L’ITALIA
   
    

La Repubblica dell’Uzbekistan, costituitasi nel 1924 e confederatasi con l’URSS nel 1925, è poi divenuta indipendente nel 1991.
L’Uzbekistan è tra i Paesi più popolosi dell’Asia Centrale, la sua capitale è la Città di Tashkent e vanta importanti moschee, mausolei, nonché numerosi luoghi legati alla “Via della Seta”, l’antica rotta commerciale che collegava la Cina al Mar Mediterraneo.

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Comunicato Stampa dell’Ambasciata dell’Iran
in ricordo dell’anniversario del 30 Agosto 1991

L’Iran, Paese in prima linea nella lotta al terrorismo
e, purtroppo, grande vittima del terrorismo

Alla Redazione della Consul Press è pervenuto via mail il presente comunicato da parte dell’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran, preceduto da queste brevi righe che qui riportiamo:  

Good morning, the statement of the Embassy of the Islamic Republic of Iran regarding the commemoration of August 30, in which the late President and Prime Minister of Iran were martyred by the terrorist agents of the People’s Mojahedin Organization, is attached. Thank you for publishing this statement and sending me the link. 

Segue il comunicato già in lingua italiana, precisando che la nostra Redazione si è permessa di modificare qualche termine per rendere più scorrevole la lettura della traduzione. 

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La “Vera Storia” del Simbolo della FIAMMA

 
pubblicato il 19 Ago 2022 su  “Il SECOLO d’ITALIA”,
a firma di
FEDERICO GENNACCARI (*)
 
 
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La sagra dei luoghi comuni sulla Fiamma

Così in questi primi giorni di campagna elettorale abbiamo assistito da parte di “Repubblica” e di politici vari di centrosinistra alla sagra dei luoghi comuni, aventi per oggetto F.d’I. e soprattutto il M.S.I. per il simbolo della Fiamma. Così ecco Ezio Mauro e poi Emanuele Fiano parlare di “Fiamma mussoliniana” con Carlo Calenda, Andrea Orlando che rilanciano la tesi della Fiamma che uscirebbe dalla tomba di Mussolini e Laura Boldrini che la definisce “raffigurazione del regime che risorge dalla tomba del dittatore”.
Un luogo comune, una “leggenda nera” se vogliamo (ci manca solo che rispolverino pure MSI come sigla di Mussolini Sempre Immortale), ma la realtà è ben diversa per una serie di motivi: la fiamma è ripresa dal simbolo degli Arditi e soprattutto nel 1947 quando il Msi presenta il simbolo alle elezioni amministrative di Caserta (e poi di Roma), non esiste una bara e nemmeno una tomba di Mussolini.

Quell’incontro di Almirante con un mutilato di guerra 
ed il bozzetto di Emilio Maria Avitabile

Il suo corpo è stato infatti trafugato da Domenico Leccisi nell’aprile 1946 e quando le autorità lo recuperano (era stato affidato a due frati) poi non viene comunicato nemmeno alla famiglia il luogo dove viene conservato. Sarà restituito alla vedova solo nel 1957.
Scrive Baldoni: «Il simbolo del nuovo partito viene ideato nel settembre 1947, prima delle elezioni comunali di Caserta e di Roma, in modo casuale e singolare. Un giorno, scendendo le scale della sede centrale di Corso Vittorio, Giorgio Almirante incontra un mutilato di guerra che gli dice: “Segretario, ce l’hai il simbolo? Scegli la fiamma tricolore che è il simbolo dei combattenti”. 
Almirante rimane perplesso. Risale le scale, entra nel suo studio e traccia su un foglio la bozza di una fiamma… Antonio Mazzone ricorda che, per il simbolo, Roberti coinvolse un suo  amico, il pittore Emilio Maria Avitabile (poi autore anche del simbolo della Cisnal), chiedendogli di immaginarne uno.
L’artista preparò un bozzetto, raffigurante una fiamma e una persona, che venne inviato al direttorio chiamato a scegliere il simbolo. «Il direttorio scelse la fiamma. Allora Tonelli inviò una lettera a Roberti per comunicargli che avevano scelto la fiamma come simbolo del partito. Roberti diede la lettera al pittore. Quando poi uscì fuori la versione di Almirante, scrissi al segretario del partito e mia moglie, figlia di Avitabile, diede la lettera di Roberti ad Almirante che avrebbe dovuto correggere la sua iniziale versione…».

Ora tocca anche alla “Fiaccola”

Ieri su Repubblica un docente universitario di studi italiani all’università di Grenoble ha aggiunto anche la fiaccola di Azione Giovani, ereditata dal Fronte della Gioventù che a sua volta la ereditò dalla Giovane Italia, l’organizzazione studentesca promossa dal Msi ma indipendente dal partito (sulla Giovane Italia lo stesso Adalberto Baldoni ha scritto recentemente un libro assieme ad Alessandro Amorese).
Chissà cos’altro si inventeranno nei prossimi giorni dopo l’attacco della Aspesi e poi di Mirella Serri (oggi si è aggiunta Michela Murgia), cui ha risposto giustamente Annalisa Terranova.

Chi critica il Msi non conosce la sua storia

Tanti sono i luoghi comuni sul Msi.  Viene giudicato come un partito neofascista, quando sin dalla sua nascita è stato un partito post-fascista voluto da Pino Romualdi proprio per reinserire nel gioco politico i reduci della Rsi, gli epurati e coloro che avevano creduto nel fascismo (il Msi nei confronti del fascismo ha fissato il suo atteggiamento dal primo congresso del 1948 nello slogan “non rinnegare, non restaurare”), e la politica dell’inserimento è stato l’obiettivo perseguito e quasi raggiunto da Arturo Michelini nel 1960 con il sostegno al Governo Tambroni e sfumato per l’errore del congresso a Genova.

Studiare la storia della destra e quella del Pci

Chissà se a “Repubblica” lo sanno. Bisogna studiare la storia della Destra e anche quella del Pci che nei confronti del Msi ha sempre avuto un comportamento altalenante per un antifascismo a intermittenza: ora strizzava l’occhio (fino a governarci insieme in Sicilia con la Giunta Milazzo), ora lo riteneva neofascista e ne chiedeva lo scioglimento…

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(*)  NOTE A MARGINE  – Il presente articolo è stato ripreso integralmente dal “Secolo d’Italia”, con l’integrazione da parte della nostra Redazione delle foto ivi inserite e delle presenti note sull’ autore medesimo e sulle Edizioni Fergen .

Federico Gennaccari –“Romano Doc”- è un giornalista parlamentare, saggista, scrittore ed autore di numerosi testi pubblicati con importanti Gruppi Editoriali. Collabora con vari quotidiani, riviste e pubblicazioni periodiche; è uno studioso dei fenomeni sociali di massa nonché un attento osservatore di ciò accade quotidianamente nel mondo che ci circonda. Si occupa di politica e di storia, di costume e di inchieste, con interessi anche nei settori della musica, dello spettacolo e dello sport. 
Federico Gennaccheri è altresì responsabile della Casa Editrice Fergen srl, fondata nel 2006 per realizzare collane di libri a costi accessibili, promuovendo così la cultura sia verso lettori prevalentemente giovani, sia verso lettori anagraficamente maggiormente “datati”.  Ciò puntando su due specifiche collane e, precisamente: 
1)  Memoria d’Italia – costituita da libri tra la storia e la cronaca per favorire una memoria condivisa per tutti gli Italiani.
2) Spettacolo-Cultura-Storia –
costituita da libri per raccontare la storia d’Italia attraverso lo spettacolo, dalla musica al cinema, dalla televisione alle canzoni.

Nella foto, la presentazione del libro di Silano Olmi – “Non solo la Ciociara”, presso il Museo Crocetti in Roma, nell’ottobre dello scorso anno.    

Per ulteriori informazioni sulle Edizioni Fergen è possibile visionare il sito internet
  www.fergen.it

 

 

 

 

 

 

 

 
 

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17 agosto 2011, …..undici anni fa,
la scomparsa di Gualtiero Jacopetti

 Un  “A-mar-còrd” per il Regista di “AFRICA ADDIO”
a cura di AMERINO GRIFFINI, postato su FB del 17.8.2022 (*)
 
Un ricordo personale di undici anni fa. 
Nel 2011 abitavo a Barga, in Garfagnana, quando mi giunse la notizia della morte del regista Gualtiero Jacopetti al quale Barga doveva qualcosa. Ancora emozionato per la notizia scrissi questa nota che ripropongo:
“17 Agosto 2011, è morto Gualtiero Jacopetti”
 
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L’indimenticabile regista di “Africa addio”, film accusato di essere filo-colonialista, razzista, fascista…… ma che a noi piacque come documento nostalgico di un’Africa umana e disperata, bellissima e maledetta.
In quella metà degli anni ’60, quando uscì “Africa addio”, non avevamo ancora letto Frantz Fanon e avevamo ancora addosso le cicatrici delle storie rosse del sangue della decolonizzazione, il nostro cuore batteva ancora per l’Algeria francese e per il Sudafrica dei Boeri; nelle nostre famiglie c’erano ancora familiari che erano stati nell’Africa italiana, che avevano combattuto nel Corno d’Africa, che avevano costruito in Libia.
Noi sognavamo di dare una mano alla Rhodesia di Jan Smith e di andare a difendere la diga di Cabora Bassa nel Mozambico portoghese.
 
Complicato spiegare oggi quali fossero le nostre pulsioni di allora, certo non motivate dal razzismo.
Eppure quel film di Jacopetti mantiene ancora inalterata oggi la sua visione di un’Africa di brancos y pretos, di bianchi e neri, diversi ma non nemici, semmai divisi trasversalmente da ideologie e alla fine vittime solo di nuove colonizzazioni, quelle ancor più disumane, come quella dello sfruttamento del dollaro (e oggi dello yuan).
Poi vennero altri film – sempre con Franco Prosperi – nei quali l’ironia e la visione giornalistica fecero comunque scalpore in quegli anni ’60 e primi anni ‘70: “Mondo cane”, “Mondo Candido”, “La donna nel mondo” ……; ma anche “Addio zio Tom”, un film che gli costò tre anni di vita negli USA per girarlo, una pellicola sull’America sudista prima della guerra di Secessione.
 
Jacopetti era nato a Barga (Lucca) il 4 settembre 1919, aveva studiato a Viareggio perché a Barga, dove aveva messo le radici il Pascoli, non c’era ancora il liceo classico. Giovanissimo fu praticante a “La Nazione”. A 18 anni, dopo essersi iscritto a Scienze Politiche a Pisa partì volontario per l’avventura della guerra, voleva raggiungere l’Africa e invece fu mandato in Albania, poi in Grecia e in Russia con l’ARMIR.
Dopo l’8 settembre scelse la montagna che nella sua terra si chiamava Alpi Apuane, ci rimase poco a causa degli insanabili contrasti con la componente comunista della banda partigiana, riuscì chissà come ad accreditarsi presso un comando Alleato e dopo il 25 aprile 1945 girò per le strade di Milano in jeep per sottrarre alla mattanza quanti più fascisti (o presunti tali) fosse possibile. Meglio San Vittore.
Nel dopoguerra si laureò a Pavia e ritornò al giornalismo, per il tramite di Montanelli e Longanesi, collaborando al “Corriere della Sera”.
La sua carriera tra “i buoni” finì proprio con “Africa addio”, nel quale documentò le stragi di Watussi, i massacri in Congo, ma anche l’ecatombe di animali in Kenya.
 
Una vita scapestrata, viaggi, belle donne, uno degli amori della sua vita, l’attrice Belinda Lee, morta in un incidente stradale.
Nel 1975, tanto per consolidare la sua situazione di reprobo, fu pure nel Direttivo della Costituente di Destra del MSI.
 
Alla sua città, Barga, aveva donato il palazzo di famiglia, adesso divenuto la Biblioteca comunale di Barga.
Ci sono passato davanti stasera, non c’era traccia né di lutto né di ricordo. Ciao Gualtiero.
____________________AMERINO GRIFFINI
 
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NOTE A MARGINE
(*) “A-mar-còrd” – Il pezzo qui di seguito riportato mi è sfuggito, purtroppo, il giorno in cui è apparso su FB – mercoledì 17 agosto –  e, quindi, è stato riproposto sulla Consul Press con un breve ritardo.
E al riguardo mi piace ricordare come
oramai da oltre 8 anni su questa Testata vengono spesso ospitati numerosi interventi a firma di Amerino Griffini, inizialmente a volte trasmesseci da egli stesso, a volte ripresi da altre pubblicazioni, a volte pescati nella rete.
Amerino Griffini, Vero Toscano Doc, è un raffinato autore di elzeviri e di effemeridi, nonché di graffianti commenti ed impeccabili puntualizzazioni, da leggersi sempre con molto interesse e vero piacere. Io ho conosciuto Amerino solo epistolarmente (e forse anche telefonicamente) tramite Mau Berg  (Maurizio Bergonzini), vecchio e caro amico …. “andato oltre” nella notte del 1° Agosto 2019, dopo i festeggiamenti del suo compleanno, anche Egli un “Collaboratore” di peso, il cui nome rimane scolpito nella nostra pagina “Blog d’Autore”  _______________Giuliano Marchetti
 
 

 

 

 

 
 
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La Destra verso le Elezioni del 25 Settembre

# LA BRAVURA DIALETTICA E LA PREPARAZIONE DI GUIDO CROSETTO, UNO DEI FONDATORI DI FRATELLI D’ITALIA

# ELEZIONI POLITICHE – LE MANINE DELLA MAGISTRATURA DI SINISTRA

DUE RIFLESSIONI  postate venerdì 5 agosto su Fb
____________ A FIRMA di  ADALBERTO BALDONI

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C’è aria di Tempesta nel Grande Oriente d’Italia:
“La Situazione è Eccellente”

“La giustizia massonica vale più della Repubblica”: Scontro al Grande Oriente
….. ERGO
C’è aria di Tempesta nel Grande Oriente d’Italia: <br> “La Situazione è Eccellente” (*1)

Su “Affaritaliani.it”, a firma di Antonio Parisi, giovedì 4 agosto è apparso un articolo con l’effetto di un’improvvisa grandinata durante una giornata dominata da una soffocante arsura, che a Roma stiamo oramai sopportando da oltre un mese, negli ovattati ambienti regolati dalla “Squadra & Compasso”  
Il giorno dopo, venerdì 5, il pezzo è stato ripreso e rilanciato sul quotidiano online “7 Colli” in un articolo a firma di Giovanni Trotta, che qui di seguito viene riportato integralmente sulla “Consul Press”.  

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5 Agosto 1933, a Sabaudia
“Posa della Prima Pietra”

5 Agosto 1933, a. XI E.F.
– riportiamo un post pubblicato su FB da Gabriele Limido
 
Posa della prima pietra della Città di SABAUDIA, 
che sarà inaugurata il 15 aprile 1934.
 
C’ è stato il tempo in cui venivano fondate nuove e vivibili Città.
Poi sono arrivati quelli che le hanno devastate.
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Sabato 6 Agosto per Enrico Toti, a Roma,
una Cerimonia di Commemorazione

UN TRIBUTO IN ONORE AD ENRICO TOTI 

Il giorno 6 Agosto, data del Sacrificio dell’Eroe, come di consueto, la Sezione ANCR Di Roma “Enrico Toti” terrà la Cerimonia di Commemorazione presso il Sacello dove riposa.
Verrà deposto un omaggio floreale anche sulla tomba del Generale Francesco De Pinedo, pioniere dell’Arma Azzurra.

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Italiani e sport… Consigli per l’Estate

Italiani e sport: alcuni consigli per i mesi estivi

a cura di FRANCESCO VALENTE

Il caldo delle ultime settimane sta mettendo a dura prova gli sportivi. Si tratta di una situazione difficile da sopportare, soprattutto per chi è abituato a fare sport all’aperto, e non riesce mai a rinunciare alla propria sessione di running o di bicicletta. Purtroppo, le temperature di questa stagione estiva stanno raggiungendo picchi da record, oltre i 40 gradi,  e dunque si parla di un contesto che richiede molta attenzione da parte di chi pratica sport. Vediamo quindi di scoprire insieme alcuni consigli per i mesi estivi.

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Una “Gloriosa Esposizione” di Antonio Canova
sino al 25 Settembre presso il Museo Bailo a Treviso

AMMIRANDO LE OPERE DEL CANOVA, AL MUSEO BAILO  

Alla Redazione di Consul Press, domenica 24 luglio, è pervenuta questa nota redatta da Mattia Carlin – più volte ospite su questa nostra Testata – qui di seguito riportata.   

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A Treviso, al Museo Bailo, pochi giorni fa nel tardo pomeriggio, ho avuto il piacere di ammirare la grande mostra “Canova gloria trevigiana” insieme alla  gentile Dottoressa LAVINIA COLONNA PRETI – Assessore ai Beni Culturali e Turismo della bella città di Treviso. 
L’Assessore appartiene ad una nobile Casata Veneta, discendente dalla Casata Patrizia Romana dei Colonna e, oltre ad un prestigioso curriculum, vanta una notevole esperienza nella comunicazione strategica internazionale. 
Abbiamo preso in rassegna vari temi a me cari, come la conservazione del patrimonio culturale e il valore della cultura come strumento di amicizia e dialogo tra Paesi e Territori, per me un piacere doppio essendo Veneto, nonché gli scenari internazionali che seguo con vivo interesse, essendo Vicepresidente dell’UCOI.

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“La Pirandelliana 2022” – XXVI Edizione
a Roma, nel Giardino di Sant’Alessio

La Compagnia Teatrale 
LA BOTTEGA DELLE MASCHERE

presenta dal 7 luglio al 7 agosto 2022
nel 
   GIARDINO DI SANT’ALESSIO ALL’AVENTINO 
in Piazza Sant’Alessio 23 – Roma

PIRANDELLIANA 2022 nella sua XXVI Edizione

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ROMA, da “Caput Mundi” a “Terra de Monnezza”

CON L’ALTERNANZA TRA SINDACI  “P.D.  e/o  5 STELLE,
A ROMA IL DEGRADO CONTINUA IN ETERNO 

prima IGNAZIO MARINO, poi VIRGINA RAGGI, ora ROBERTO GUALTIERI

 

CRONACHE CAPITOLINE di  MAURIZIO ANDREOZZI,
postate su F.B. il 14 Luglio e riprese dalla Consul Press

 

 

Stavo pensando al Sig. Roberto Gualtieri, secondo molti sindaco di Roma, ma secondo me poco esperto dei problemi della nostra Città. 
Per esempio, lo inviterei a passare in alcune zone della periferia del Centro Storico, rione Prati, Trionfale basso, Della Vittoria, senza però alcun preavviso.

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Polemizzando con il TG3, già “Tele-Kabul”

IL TG3,  GIA’ EX FEUDO DEL P.C.I. AI TEMPI DI “TELE-KABUL” (*1),
 E’ ANCORA L’
AVANPOSTO DELLE ULTIME RETROGUARDIE 
DELL’ INTELLIGHENZIA DI SINISTRA
  

UN’ ANNOTAZIONE DI ADALBERTO BALDONI,
POSTATA SU “FB” DI SABATO 9 LUGLIO
 

TG3. È diventato una cassa di risonanza dei postcomunisti.  L’altro giorno ha mandato in onda una lunga intervista a ERRI DE LUCA, già capo servizio di Lotta Continua, che ha militato nel gruppo dell’ ultrasinistra sino al 1976. Non solo. A suo tempo ha giustificato politicamente le Brigate Rosse. Ricordiamo ai dirigenti RAI che Lotta Continua si è resa responsabile dell’ omicidio del Commissario Luigi Calabresi

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Concita De Gregorio, …. “La Repubblica, L’Unità,
Il Secolo d’Italia” ….. e non solo

“PENNA ECCELSA”, QUELLA DI CONCITA DE GREGORIO !
 
ANNOTAZIONI di ADALBERTO BALDONI, postate su “fb” di Lunedì 4 Luglio

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Oggi sul quotidiano La Repubblica, che ormai sembra ricalcare le orme della vecchia Unità, organo del PCI, è apparso uno spumeggiante articolo di Concita De Gregorio.
Un pezzo che denota la bravura di questa illustre giornalista che vanta una carriera lusinghiera. L’ha scritto in punta di penna, come raccomandava il Direttore Cesare Mantovani a Mauro Mazza quando quest’ultimo doveva redigere un editoriale del “Secolo d ‘Italia”.

 

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Vale a dire: polemizzare con forza ma senza toni rancorosi. In tale maniera – secondo Mantovani – il pezzo avrebbe acquistato più credibilità e non si sarebbe esposto a possibili querele. Si uccide anche con il fioretto, diceva il direttore. Non c’è bisogno di un’ascia per eliminare un avversario.
Ebbene leggendo il pezzo della Concita il pensiero è ricorso a quegli anni in cui ricoprivo l’incarico di redattore capo. Ed erano i cosiddetti Anni di Piombo…. (*1)
L’ articolo è ricolmo di elogi per Giorgia Meloni, intelligente, autentica leader, preparata, grintosa, ecc. ecc.
Da tempo non leggevo un pezzo così obbiettivo, senza cattiverie, insinuazioni ecc. Detto ciò l’abile Concita dispensa una serie di raccomandazioni a Giorgia: meno fascisti vecchi e giovani nel suo partito (ma dove li ha visti ?), netta condanna del “passato”, via il simbolo della Fiamma perché ricorda il Movimento Sociale Italiano….
Tre rapide considerazioni. 1) Il fascismo è un fenomeno politico, culturale, sciale che appartiene al passato. Saranno gli storici a giudicare, a valutare, ecc ; 2) È proprio una ossessione vedere ad ogni angolo di strada un “fascista” ? 3) Rinunciare al simbolo significa abdicare alla propria identità, alle proprie radici, alle proprie tradizioni, ai principi e ai valori della Patria.
Non credo che Giorgia Meloni cada nella trappola tesa dalle sinistre a Gianfranco Fini che lo adularono per distruggere la Destra. (*2) 

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NOTE A MARGINE 
(*1) –
Io ho iniziato a collaborare al Secolo” nel 1965 su input di Massimo Uffreduzzi, al tempo Direttore della Teleghraph Press Agency, passando poi alla “Terza Pagina”, il cui responsabile era Ugo Franzolin, Grande Giornalista e vero “GentilUomo”.
Successivamente, quando in prosecuzione ad “Urbe ’70” – una “Testata Romana”, da me avviata unitamente ad Alessandro Benini ed Alessandro Ricci, diretta poi da Adalberto Baldoni, (con sede a Via Barletta 29 in un vecchio palazzo, molto ben frequentato) – decisi nel 1996 di fondare la “Consul Press”, proprio Massimo Uffreduzzi fu il nostro Primo Direttore Responsabile. 
(*2) – Per quanto riguarda Gianfranco Fini, a mio giudizio, la sua maggior colpa non è stata quella di aver distrutto la “Destra“, in quanto succube delle adulazioni della Sinistra, ma quella di aver distrutto una “Comunità Umana (quella del M.S.I.) facendola confluire nel “Popolo (?) della Libertà”, per un suo narcisistico sogno di “Scalata al Potere” e definendo il Fascismo come il “Male Assoluto”.
…E per Pietà di Patria evitiamo di parlare nuovamente della “Vicenda Montecarlo” ! …..E, invece, no ! forse è opportuno ritornare su determinati argomenti .……. > Clicca qui !
Ma, Grazie a Dio (ed anche agli Dei !), Giorgia Meloni sembra essere decisamente migliore di tale innominabile personaggio e nei prossimi giorni cercherò di rintracciare e pubblicare una “antica” missiva da me indirizzatale, quando era “Ministro della Gioventù”, nonché la sua successiva molto gradita risposta
_____________ Giuliano Marchetti 
 

 

 

 
 
 
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