LA FEDELTÀ AL RADICAMENTO STORICO PER PRESERVARE ROMA DALL’INCURIA
Una conversazione con Massimiliano Serriello
Per lei i vincoli di sangue e di suolo, l’egemonia dello spirito sulla materia, il radicamento nella Città Eterna, in attesa dell’esito delle imminenti elezioni amministrative, non pagano affatto dazio alle mere banalità scintillanti dell’assillante propaganda. L’autoironia la spinge piuttosto a scherzare sui canonici santini elettorali che la ritraggono nella lista civica del candidato sindaco Enrico Michetti (nella foto).
IL PROFONDO SENSO D’APPARTENZA E LA LEVITÀ IRONICA DI PIPPO FRANCO
Una conversazione con Massimiliano Serriello
Quando gli capitano sotto gli occhi, ne resta sempre conquistato: l’immediatezza espressiva connessa al timbro stilistico delle vignette, il dono della sintesi, la forza significante ad appannaggio dell’allegra deformazione caricaturale, l’implicita contemplazione del reale avvertita senza concedere alcunché all’infeconda enfasi grafica, l’innesto degli spassosi giochi di parole, gli elementi segnaletici riscontrabili nell’alacre cura dei dettagli rientrano appieno nelle corde del duttile e intramontabile Pippo Franco (nella foto). Giunto da poco al considerevole traguardo delle ottantuno primavere col famoso sorriso sulle labbra. Insieme alla sana leggerezza che trae linfa dal valore terapeutico dell’umorismo, dall’equilibrio preservato dallo slancio dell’empatia, dalla capacità d’impreziosire l’opportuno livello di comprensione sulla scorta dell’imprescindibile autoironia. Lontano anni luce dall’accidia del corredo d’idee sottratto di nascosto all’altrui ingegno, dal deleterio nonché goffo delirio d’onnipotenza, innescato dalle ingannevoli sirene del successo, dagli illusori luoghi comuni e dai pesanti restringimenti.
IL PIACERE DI STARE INSIEME PER VINCERE COL SORRISO SULLE LABBRA E LE ALI AI PIEDI SECONDO CIRO FERRARA
Una conversazione con Massimiliano Serriello
L’immagine dell’abbraccio conclusivo, al termine della lotteria dei rigori, tra Roberto Mancini e Gianluca Vialli (nella foto), gli ex gemelli del gol in grado di rinascere come un’Araba Fenice, trascende l’enfasi manieristica delle arcinote ostentazioni di stima, i pistolotti edificanti in merito all’apporto dell’intesa genuina nello sport di squadra, gli applausi fragorosi dietro di cui si nasconde il pretesto di uscire dal senso d’estraneità dovuto all’impietosa pandemia con canti e schiamazzi superficiali ed esteriori.
L’INGEGNO DI UN AUTORE POSTMODERNO CHE AMA IL CINEMA DI GENERE E SOSTIENE IL PICCOLO SCHERMO
Una conversazione con Massimiliano Serriello
Dinanzi alla smaccata incongruenza dei colleghi che prima stigmatizzavano i prodotti televisivi, ritenendoli sterili oggetti di consumo sprovvisti di qualsivoglia cortocircuito poetico, e adesso attendono in fila il loro turno, per poter accedere alla cuccagna delle piattaforme, Michele Soavi (nella foto) fa tranquillamente spallucce.
Mettere l’estro in cantiere, sia esso identificabile con il mercato primario di sbocco costituito dalla liturgia dell’ormai negletta sala cinematografica in febbrile attesa di riscatto o col piccolo schermo, bersagliato dai critici schiavi dell’impressionismo soggettivo e dell’infeconda alterigia, trascende le trite discipline di fazione.
L’ARTE DELLA COMPOSIZIONE MUSICALE NELLA FABBRICA DEI SOGNI
Una conversazione con Massimiliano Serriello
Docente di Composizione per la Musica Applicata alle Immagini, Stefano Mainetti (nella foto) serba fulgida memoria degli stimoli ricevuti dal compianto Maestro Ennio Morricone sull’audacia di sperimentare. Cercando nuove sintonie, con l’alacre messa a punto di sonorità multiformi ed epidermiche, anziché battere sempre sullo stesso tasto. L’ACMF – Associazione Compositori Musica per Film, di cui è uno dei fondatori, oltre a custodire l’arduo diritto al merito e l’opportuno carattere d’ingegno creativo in un periodo nel quale molti esponenti del mondo dello spettacolo fanno fatica ad andare avanti senza godere dei benefici previdenziali connessi all’inquadramento delle varie categorie, incentiva proprio la forza significante della polivalenza di risorse.
LA VITA DA FILM DELL’ETERNO RAGAZZO DELLA PORTA ACCANTO
A colloquio con MASSIMILIANO SERRIELLO
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L’eterno ragazzo della porta accanto si chiama NINO LA ROCCA. (nella foto).
Ed è nato sessantun anni or sono a Port-Étienne, nella Repubblica Islamica della Mauritania, con il nome di Cheid Tijani Sidibe. Alla figura spesso latitante del padre africano, paracadutista dell’esercito coloniale francese, ha sopperito l’attaccamento protettivo dell’amatissima mamma siciliana. Emigrata da Resuttano, in provincia di Caltanissetta, nella culla della civiltà. A un tiro di schioppo dalla regione del Sahara occidentale.