Come il termine carbonara non può stare vicino all’aggettivo vegana anche il termine carne non può stare vicino a vegetale. Invece a quanto pare possono essere accostati. Infatti il Parlamento Europeo ha bocciato gli emendamenti che chiedevano di vietare l’utilizzo di nomenclatura tipica della carne per riferirsi a prodotti vegetali.
Tra il 1919 e il 1920 nasceva a Roma la Regia Scuola Superiore di Architettura, la prima Facoltàdi Architettura d’Italia
Cento anni fa, tra il 1919 e il 1920, negli stessi anni nei quali veniva fondato a Weimar il Bauhaus, nasceva a Roma la prima Facoltà di Architettura d’Italia, allora denominata Regia Scuola Superiore di Architettura.
Di Cristóbal Balenciaga i posteri hanno detto molto, soprattutto che ha trasformato l’haute couture in arte. Ma qualcuno più autorevole di noi, e di qualsiasi critico di moda, disse di lui “è il maestro di tutti noi”, l’architetto dell’haute couture”. E anche: “l’unico vero couturier, in fondo, era lui, gli altri sono solo fashion designer”. Sono parole che pronunciarono, rispettivamente, Christian Dior, Hubert de Givenchy e Coco Chanel, che insieme a molti altri stilisti del passato e del presente hanno fatto dell’ammirazione per Balenciaga un vero e proprio culto e una fonte di ispirazione. Ma chi era Cristóbal Balenciaga, il capostipite degli stilisti-personaggio, fondatore della maison Balenciaga?
Cristóbal Balenciaga era nato il 21 gennaio del 1895 a Getaria, in piccolo paese di pescatori nella provincia spagnola di Gipuzkoa. I giocattoli sono pochi, la famiglia non è esattamente benestante, e lui passa l’infanzia aiutando la mamma a cucire. Impara a farlo così bene da scoprire che per lui si tratta di una vera passione e di un talento, tanto che a 12 anni lascia la scuola e inizia a fare l’apprendista nel laboratorio di un sarto. Quello che impara è ciò che intenderà Coco Chanel, ex sartina anche lei, nel definirlo “l’unico couturier”. Cristóbal sapeva infatti confezionare per intero un abito, dal taglio della stoffa alle rifiniture finali. Lavorando in sartoria, viene notato dalla marchesa di Casa Torres, una nobildonna locale che ne fa il suo protégé. A sue spese, la marchesa lo manda a studiare l’arte della sartoria a Madrid, spianando così il suo destino. La prima boutique Balenciaga apre a San Sebastian nel 1919.
La fama di questo nuovo stilista che ridisegna la forma delle donne e crea abiti che rendono bella ogni silhouette si diffonde presto. Balenciaga apre altri atelier a Madrid e Barcellona. Diventano suoi clienti anche i membri della famiglia reale e di conseguenza tutta l’aristocrazia spagnola. Sembra che tutto proceda verso un destino iberico luminoso e prestabilito, ma nel 1936 scoppia la guerra civile in Spagna e Balenciaga è costretto a chiudere tutte le sue boutique e a fuggire a Parigi. Parla già bene il francese: da ragazzino si recava spesso a Biarritz, città di confine, per andare a vedere come vestivano le donne francesi. Ma ora, nell’entroterra, un nuovo destino lo attende. La sua reputazione lo precede e in meno di un anno, nell’agosto 1937 apre il suo primo atelier parigino nell’Avenue George V. E c’è chi è disposto a viaggiare attraverso l’Europa devastata dalla guerra, pur di riempirsi gli occhi delle sue creazioni.
Cristóbal lavora intensamente e intanto riesce a tenere nascosta la relazione con il modista franco-russo Vladzio Jaworowski d’Attainville. Ufficialmente, Vladzio è solo un collaboratore, e poi un socio. Nella realtà è il grande amore della sua vita, il suo ispiratore, ed è un valido supporto al successo della maison. Nel 1945 il nome di Balenciaga è famoso in tutto il mondo e incarna il lusso del lusso. Di lui si dice che quando una donna è ricca veste Dior, se diventa ricchissima deve vestire Balenciaga. Nel suo laboratorio si formano apprendisti di lusso come Oscar de la Renta, Emanuel Ungaro, Mila Schön e Hubert de Givenchy e lui non accetterà mai di disegnare linee prêt-à-porter: “non prostituirò il mio talento”, risponde sdegnato a chi glielo chiede. La leggendaria giornalista di moda Diana Vreelandracconterà nei suoi articoli di aver visto gente che cade letteralmente in deliquio alle sue sfilate e che lei stessa deve controllarsi per non cedere all’entusiasmo. Il 1948 è l’anno più terribile per Cristóbal Balenciaga. Il suo adorato Vladzio Jaworowski d’Attainville muore e lui cade in depressione. Vuole chiudere tutto e ritirarsi, ma poi si fa forza e va avanti. Gli rimane praticamente fedele per tutto il resto della vita, intrattenendo da quel momento solo relazioni senza importanza.
Al contrario di quanto temeva, la sua inventiva non si spegne e continua a produrre capolavori che sottolineano la figura femminile in modi inediti. È lui il primo a ignorare il punto vita e a disegnare le camicie blusa, gli abiti tunica, i cappotti e i vestiti a uovo. La gente che conta veste solo da lui, come la Countess von Bismarck, influencer dell’epoca. E poi Wallis Simpson, Grace Kelly, Jackie Kennedy, Helena Rubinstein, Greta Garbo. Nel 1960 vive due eventi importanti: riceve la Légion d’honneur per i servizi resi all’industria francese della moda e disegna l’abito da sposa di Fabiola per le nozze col principe BaldovinoI del Belgio. Quando nel 1968 decide di chiudere i suoi atelier ha 74 anni ed è ricchissimo, ha investito bene anche nel mercato immobiliare a Parigi e in Spagna, nei quartieri più prestigiosi. Vuole tornare alla sua terra d’origine, che non ha mai dimenticato, ed è lì che il 23 marzo 1972 si ricongiunge al suo Vladzio, che non ha mai smesso di amare. Women’s Wear Daily, la rivista di moda più famosa dell’epoca titola “il re è morto”. Il suo nome e il suo stile verranno recuperati nel 1986 e riportati allo splendore che il suo ricordo merita. E che oggi è affidato a Demna Gvasalia.
L’ Italtex S.p.A., azienda tessile del Comasco ha lanciato sul mercato un rivoluzionario tessuto tutto made in Italy che abbatte il virus. Il presidente del CdA, Alessandro Pedretti: “Pensiamo ad utilizzi non solo nel fashion, ma soprattutto nel medicale, nell’horeca e nel travel”
Il colore è tra il giallo e l’arancio ed a prima vista sembra un normalissimo tessuto. Ciò che rende questo tessuto rivoluzionario sono le nano-particelle di rame “fuse” nel filo. Elementi invisibili all’occhio umano, ma che hanno la capacità di uccidere il Sars-CoV-2. VIRKILL è il nome di questo tessuto prodigioso, creato ed ideato tutto in Italia da Italtex S.p.A., azienda familiare della provincia di Como.
“Il nostro VIRKILL contiene nano-particelle di rame”, spiega il presidente del CdA Alessandro Pedretti. “Un materiale naturale molto efficace contro batteri e virus. Siamo i primi a livello nazionale e apripista a livello europeo ad utilizzarlo nei tessuti. Le applicazioni possono essere vastissime, ma in questa prima fase pensiamo in particolare agli ambienti medici e a quelli di hotellerie e ristorazione, dove i tessuti (dalle lenzuola alle tovaglie, passando per le divise e i camici) sono spesso veicoli di trasmissione del virus. E’ interessante che il nostro alleato contro il Coronavirus sia un elemento che esiste in natura, il rame che abbiamo trovato il modo di “inserire” dentro l’anima dei nostri prodotti grazie alla collaborazione con il nostro partner per la ricerca sui materiali, l’azienda Ambrofibre”.
La proprietà antivirale di VIRKILL è duratura e non si deteriora con i lavaggi. In questi mesi il tessuto è stato certificato (secondo la norma ISO 18184:2019) specificatamente nei confronti del Covid-19 (virus Sars-CoV-2) con ottimi risultati: il test ha riscontrato un indice Mv (attività antivirale) pari a 3.25, che corrisponde ad un’inattivazione del virus Sars-CoV-2 superiore al 99,9% già al primo controllo.
“Ma i test non sono finiti – precisa Pedretti – perché stiamo verificando l’attività antibatterica, anti fungina e altri parametri di specifico interesse per i segmenti obiettivo, senza dimenticare i test per verificare la possibilità di colorare il tessuto senza intaccare le proprietà intrinseche del materiale”.
Nell’attesa di conoscere la reazione del mercato a questo innovativo prodotto, va ricordato che l’ossido di rame è noto da secoli come un composto inorganico ad attività batteriostatica, attività recentemente registrata dall’agenzia di Protezione dell’ambiente degli Stati Uniti come la prima derivante da materiale solido. Le nano-particelle di rame mostrano un’attività antibatterica di lunga durata e una migliore stabilità rispetto alle particelle di rame macro-dimensionate. Recentemente, le nano-particelle di rame si sono dimostrate efficaci anche contro funghi e virus. L’effetto anti-virale si realizzerebbe distruggendo o modificando la struttura virale grazie all’estrazione di atomi di idrogeno dalle proteine del virus per azione di radicali liberi dell’ossigeno prodotti dopo il contatto.
Italtex nasce nel 1946 come azienda produttrice di tessuti in seta per abbigliamento femminile. Negli anni, sotto la guida del fondatore Sandro Pedretti e successivamente del figlio Adriano, si espande e si rinnova nella struttura e nell’offerta per seguire le evoluzioni della tecnica e del mercato. Dal 2003 vi è stato l’ingresso in azienda della nuova generazione. La produzione viene realizzata interamente in Italia nei diecimila metri quadri dello stabilimento di Cabiate, in provincia di Como, dotato di un’ampia e versatile capacità produttiva, con telai di ultima generazione a pinze negative e positive, sia a licci che jacquard. Oggi Italtex occupa cinquanta persone, produce circa tre milioni di metri di tessuto all’anno e fattura nove milioni di euro (rispetto a tre anni fa, la crescita è del 30%). Italtex è leader nel segmento dei tessuti tecnici per la moda ed è attiva nella produzione ecosostenibile con la realizzazione di tessuti da nylon riciclati provenienti dalle reti da pesca oceaniche.
Il governo può fare errori di fronte allo scoppio di una crisi così imprevedibile e drammatica. Ma quando torna a colpire otto mesi dopo, il sistema-Paese non può farsi trovare così impreparato come lo è in questo momento.
SI AVVISA CHE IL CONGRESSO AVRA’ LUOGO ESCLUSIVAMENTE VIA ONLINE E NON PIU’ CON PARTECPAZIONE FISICA PRESSO LA SEDE DESIGNATA, IN QUANTO SOSPESO DAL RECENTE DPCM DEL 18.10.2020. CONTROTALE DPCM L’A.I.A. HA PRESENTATO VIA PEC UN CIRCOSTANZIATO INVITO AL RIESAME IMMEDIATO DELLO STESSO DECRETO, COME VISIONABILE NEL PDF QUI DI SEGUITO INDICATO:
ESPERIENZE CLINICHE IN AGOPUNTURA E MEDICINA CINESE
23-24-25 OTTOBRE 2020 in ROMA Domus Urbis, via della Bufalotta, 550
Il numero di partecipanti totale in aula è limitato a 100 persone (aula da 200 posti), per garantire il distanziamento di sicurezza. Il Congresso è fruibile anche online su piattaforma professionale webinar.
Crediti ECM: 25, per medici e odontoiatri.
Il numero massimo per i crediti ECM disponibili è per 100 persone.
L’evento è aperto a tutti gli operatori MTC e olistici.