Skip to main content

Autore: Sveva Marchetti

Armine Harutyunyan: la modella di Gucci che non rispetta i canoni di bellezza

La modella diventata vittima di body shaming sui social si racconta a Repubblica: “Meglio essere diversi che omologati al resto, anche se non tutti ti capiranno. Le persone sono spaventate da tutto ciò che è diverso, non posso vietare loro di parlare ma posso ignorarle”

Continua a leggere

Postalmarket: “Vogliamo creare il più grande portale del Made in Italy” così con Francesco D’Avella (ri)nasce il catalogo più famoso d’Italia

Il catalogo più amato dagli italiani riprende vita online. La tech company veneta entra nella società e annuncia un piano di sviluppo. Il sogno della nuova ascesa del portale del Made in Italy.
Era una icona per le famiglie degli anni Settanta e Ottanta. Un catalogo, che arrivava due volte l’anno nella cassetta postale di milioni di persone, quelle che abitavano nei paesi più piccoli. Sembrava un elenco telefonico: settecento pagine di desideri. Dall’intimo ammiccante che ha creato un popolo di fan (sia tra le donne che tra gli adolescenti), alle ultime innovazioni tecnologiche. Il sogno dei prodotti impossibili da raggiungere, quelli che non si trovavano nel negozio sotto casa, che si materializzava con il suono del campanello. Il postino consegnava il pacco di Postalmarket e ogni giorno pareva Natale. Postalmarket gestiva oltre le 45.000 spedizioni giorno ancora prima che Amazon e lo stesso internet entrasse nelle nostre case.

Continua a leggere

“Perchè devo laurearmi online quando è possibile andare al ristorante?” la lettera aperta di una studentessa milanese

Lucrezia Velagic, studentessa della Bicocca di Milano, scrive alla redazione de Il Sole 24 Ore una lettera sfogo nella quale contesta il fatto che se adesso si può tornare al ristornate o in discoteca perchè non si può tornare anche all’università?

Riportiamo il testo:

“Ho deciso di scrivere queste righe per cercare di portare all’attenzione una dinamica che si sta verificando nel nostro Paese e che trovo priva di senso e di moralità.

Sono Lucrezia Velagic, una ragazza di 24 anni che vive a Milano, sono iscritta all’Università di Milano Bicocca e a ottobre conseguirò il titolo di Laurea Magistrale. Ho ricevuto oggi una comunicazione dall’Ateneo contenente le norme che saranno messe in atto nei mesi a venire in relazione all’emergenza Covid-19 e ho appreso con enorme dispiacere che le sessioni di laurea per i mesi di settembre, ottobre e novembre saranno svolte ancora in modalità online.

Non ci sto! Non così! Capisco l’esigenza e l’importanza di tutelare tutte le persone che vivono l’ambiente universitario, ma se sposto il mio sguardo un po’ più in là osservo una realtà ricca di contraddizioni. Il premier Conte chiederà la proroga dello stato di emergenza al 31 ottobre 2020, ma l’abisso che intercorre tra le parole e i fatti è davvero impressionante. La sensazione è che la maggior parte delle persone si sia già dimenticata i terribili mesi che abbiamo appena vissuto, si sia già dimenticata che un virus ha colpito fortemente tutti gli ambiti della nostra vita, si sia già dimenticata gli sforzi di coloro che sono stati impegnati in prima linea per combattere questa emergenza e soprattutto si sia scordata di tutti coloro, più di 35.000, che hanno perso la vita.

Per le strade delle città non vedo rispetto e buon senso. Dobbiamo chiederci, ora più che mai, quali sono le nostre priorità? È possibile prendere aerei, navi, treni per recarsi in vacanza, magari anche all’estero. È possibile che gli stranieri entrino nel nostro Paese. È possibile andare per negozi, cenare nei ristoranti, bere un drink nei locali. Ho visto personalmente, in diretta e sui social, immagini di persone che non curanti creano assembramento nelle strade della movida. Discoteche nuovamente aperte con migliaia di giovani stretti a ballare fino all’alba, però laurearsi in presenza quello no, non è concesso.

Non è concesso ad un singolo studente recarsi in università per sostenere davanti a una piccola commissione di docenti una delle prove più significative della propria vita. Non è possibile guardare negli occhi gli insegnanti che hanno guidato il nostro percorso universitario, non è possibile provare sulla pelle l’emozione, la tensione e la gioia di avere davanti una persona in carne e d’ossa in un giorno così speciale.

La tematica dell’istruzione ha accompagnato questi mesi frenetici, ma a parer mio senza ricoprire il ruolo fondamentale che dovrebbe avere. Ci si è preoccupati di tutto il resto e c’è stata tanta confusione su un aspetto come questo che caratterizza la vita di ogni individuo, dall’infanzia alla età adulta. Non interessa a nessuno? Non interessa a nessuno la tutela di un’istituzione che ha il compito di formare gli adulti del domani? Per tutti è più importante andare a mangiare una pizza con gli amici, prendere un volo per Ibiza, bere uno Spritz all’aperitivo, sì mi sembra proprio di sì.

Ho 24 anni e anche per me è importante la vita sociale e il divertimento, ma nel periodo storico che stiamo vivendo mi chiedo se è davvero questo quello che conta o se è più importante agire con giudizio e preservare gli sforzi fatti e i risultati raggiunti. Mi domando se sia più importante andare a ballare in discoteca o laurearmi. La mia risposta ce l’ho, forte e chiara! Comprendo le necessità economiche che hanno spinto tutte le attività a ripartire, ma non voglio tollerare le contraddizioni presenti ovunque. Non posso tollerare che il giorno della mia laurea, il coronamento di cinque anni di sforzi, dovrò stare seduta dietro a un computer, mentre il mondo fuori si comporta come se niente fosse successo.

Non chiedo di rinunciare a condurre una vita il più normale possibile, vita che io stessa cerco di vivere ogni giorno, ma chiedo che sia data la stessa importanza e attenzione a tutti gli ambiti, nel mio caso quello universitario. Se posso andare a cena fuori, se posso divertirmi in un locale, perché non posso recarmi in università per laurearmi? Chiedo di dare valore a quello che conta davvero e di eliminare tutte le contraddizioni, confido nel buon senso, anche se purtroppo pare non essere presente nella maggior parte delle persone.”

Taiwan: Want Show As Young, fashion influencer over 60

Hsu Hsiu-e e Chang Wan-ji sono i taiwanesi più famosi delle ultime settimane. L’account Instagram della coppia di sposi ha raggiunto in pochi giorni quota 497mila follower pubblicando appena 21 post. I due neo-influencer non vivono però in una dimora metropolitana ma in un assonnato quartiere di una città centrale dell’isola e, soprattutto, hanno qualche anno in più rispetto alle consuete star del web. Hsu Hsiu-e ha compiuto 84 anni e Chang Wan-ji 83, il loro successo è arrivato in tarda età grazie al nipote Reef Chang che ha scelto di movimentargli la vita rendendoli dei modelli sui generis. Da circa 70 anni, la coppia si dedica quotidianamente alla propria lavanderia mettendo da parte gli abiti che talvolta i clienti dimenticano di ritirare.

La loro attività non è sempre impegnativa. Si assopivano in negozio e non erano allegri quindi ho pensato, dato che la nostra famiglia ha tutti questi abiti, di ricordare ai clienti di ritirarli e, allo stesso tempo, rammentare ai miei nonni che la vita può essere grandiosa anche se si è anziani”, ha dichiarato alla Bbc Reef Chang, ideatore del profilo in ascesa ‘WantShowAsYoung’. “Non avrei mai pensato che alla mia età così tante persone avrebbero voluto guardare foto di me”, gli ha fatto eco la nonna, protagonista di scatti che sembrano rubati dai fashion magazine indipendenti grazie a uno styling contemporaneo e all’ironia della coppia.

Wan-ji, ha iniziato ad occuparsi di pulitura a secco a 14 anni per aiutare i suoi genitori e afferma che le persone hanno iniziato a dimenticare di ritirare i propri indumenti negli ultimi anni, a causa del basso costo dei vestiti. “In passato l’abbigliamento era molto costoso, si poteva addirittura dare in pegno in caso di necessità economica”. C’è poi chi dimentica in lavanderia abiti appartenenti a parenti defunti, chi si trasferisce altrove e non passa a ritirarli mai più. La coppia ha donato centinaia di abiti, ma ne possiede ancora alcune centinaia, usati proprio per gli scatti sul social network.

Per ora la pensione è fuori discussione, in futuro Wan-ji is ipotizza la possibilità di creare una collezione di abiti second hand. Molti dei commenti che affollano l’account ringraziano la coppia per aver dato un’immagine diversa della terza età e, soprattutto, per aver ricordato di passare in tintoria.

 

articolo via pambianconews.com

Dior sfila a Lecce omaggiando il Salento

 
 

È un omaggio al Salento e al Sud d’Italia, o al “Sud del Mondo” come dice emozionato salutando il pubblico Giuliano Sangiorgi leader dei Negramaro, dopo aver cantato Meraviglioso, che ha chiuso la sfilata di questa sera a piazza Duomo, a Lecce, di una delle più prestigiose maison francesi, la Christian Dior, in scena con la sua nuova collezione Cruise, disegnata dalla direttrice creativa Maria Grazia Chiuri. 

La scenografia spettacolare di luminarie da festa di paese, tipiche delle sagre in Puglia, realizzata da Marinella Senatore, nascondeva la piazza barocca con le sue luci, riunite talvolta a formare frasi ad effetto, come “Remember the first time you saw your name” (Ricorda la prima volta che hai visto il tuo nome). Ma ciò non impediva di capire dove ci si trovava, già dalla prima scena: sulle note della pizzica dell’Orchestra della Notte della Taranta diretta da Paolo Buonvino, sono apparsi i danzatori popolari salentini di L-E-V Sharon Eyal /Gai Behar, tra i quali hanno sfilato 45 abiti indossati da altrettante modelle in uno strano ma riuscito miscuglio.

via ANSA

Valentino sfila in digitale a Roma

 
Pierpaolo Piccioli ha portato l’alta moda di Valentino a Roma. Più precisamente nello Studio 10, il gigantesco studio di registrazione del sonoro a Cinecittà, per meglio catturare lo splendore e i volumi di una collezione e di un momento molto particolari.

 

Of Grace and Light, Pierpaolo Piccioli In Dialogue With Nick Knight”, è stato un evento quasi magico, una proiezione digitale in un’ambientazione soffusa dove da padrone la facevano gli abiti spettacolari. 
 
Nel pre-show, la cinepresa ha vagato attraverso i numerosi edifici degli studios romani, costellati di teste giganti di imperatori romani, templi incombenti, enormi aquile e falsi palazzi imperiali.

Prima dell’inizio, una carrellata, ha condotti gli spettatori alla famosa porta d’ingresso degli studi, evocando nelle loro menti i fantasmi dei grandi registi che hanno lavorato lì come Fellini, Rossellini, Visconti, Leone, Coppola e Scorsese. Si potevano persino riconoscere elementi decorativi del Casanova di Fellini, o set della serie TV Roma.
 
Knight e Piccioli avevano dato un assaggio dell’evento due settimane fa, con un video di appena un minuto mostrato durante il debutto online della stagione di Haute Couture parigina. Immagini di enormi frammenti di tessuto fatti ondulare da venti leggeri proprio come un “sogno ad occhi aperti2 come riporta la dicitura dell’invito a questo nuova collezione.

 
Nel corso della storia, i momenti di cambiamento o di ripartenza mettono immancabilmente al centro i valori umani. L’umanesimo è il seme della rinascita. Questo è uno di quei momenti. Concentrarsi sulla moda come attività profondamente umana di dare forma alla materia attraverso le mani, modellando creazioni che il corpo abita e a cui dà vita”, ha affermato la maison.
 
Enormi abiti a fiore o crinoline giganti, sui quali Knight ha proiettato immagini di formazioni rocciose o immensi petali. Partendo da una tecnica che aveva usato con grande efficacia in un progetto insieme a John Galliano per Maison Margiela nella Serpentine Gallery di Londra.
 
I vestiti sembrano trasformarsi in enormi fiori, mentre altri abiti giganteschi sembrano diventare stalattiti. 

Non è la prima volta che Valentino mostra modelle su un trapezio nella Città Eterna, basti ricordare il gala d’addio di Valentino Garavani davanti al Colosseo una decina di anni fa.
 
Come ogni casa di moda sartoriale d’Europa, anche Valentino ha sfilato solo online, così come ha fatto Dior con un grande evento in Puglia.


Percussioni giapponesi mescolate a carillon e musica da operetta contornavano modelle nere che apparivano indossando monumentali abiti bianchi, vestiti di seta plissettata da reverenda madre o enormi nuvole di tulle. Abiti da sera con spalle a sbuffo, braccia coperte con guanti argento metallizzato, abiti imponenti che sembrano scivolare nell’etere.

La bellezza romana Maria Carla Boscono compare in scena, poco prima di un’altra favolosa creazione – un abito da uccello del paradiso in piume di marabù.

Non vogliamo essere subito già così senza sogni, recita lo slogan del mini-film, una frase del poeta e regista Pierpaolo Pasolini.
 
Nel finale tutte le 15 modelle hanno posato in quella che sembrava una gigantesca natura morta, mentre PPP usciva a salutare ricevendo una manciata di applausi da parte del piccolo pubblico di amici, familiari e collaboratori di Valentino.
 
La mia più profonda gratitudine va alla grazia e alla luce degli umani che hanno lavorato così duramente a questa collezione. Se devo pensare a un futuro, all’opportunità che abbiamo per costruire qualcosa di nuovo, posso solo sperare che sarà modellato dalle mani e dai cuori e con la stessa passione di quegli umani che posso chiamare la mia gente”, ha dichiarato il sarto romano.

 

 

fonte fashionmag