Come tutti gli anni, in questi giorni, ricorre la triste data dell’esame per l’accesso alla professione di avvocato. L’evento riguarda migliaia e migliaia di giovani (e meno giovani) neo-laureati in Giurisprudenza che hanno svolto almeno un anno e mezzo (ma erano due anni fino a poco fa) di pratica forense presso qualche studio legale.
Conosciamo tutti Karl Lagerfeld sia per il suo genio artistico in fatto di moda e di fotografia che per essere l’orgoglioso proprietario del gatto Choupette, per non parlare poi, delle incredibili e particolari scenografie pensate per le sfilate di Chanel. Ma in pochi sanno che l’eccentrico direttore creativo ha anche una grande passione per le illustrazioni di satira politica: le “karlikatur”.
Può sembrare un titolo di fantasia uscito dalla nota penna di E. L. James (autrice di Cinquanta sfumature di grigio e seguenti) ma invece è la viscida realtà nella quale si sono trovate coinvolte ragazze aspiranti magistrati.
Tutto inizia con l’iscrizione ad una delle tante scuole di preparazione per il concorso di magistratura, vuole il caso che la scuola scelta sia quella diretta da Francesco Bellomo, brillante ex magistrato e poi consigliere di stato.
Il caso, o meglio questa sporca faccenda, è scoppiata nel giro di pochissimi giorni quando sono state ascoltate le denunce di alcune ex studentesse.
La storia delle divise delle hostess Alitalia ha oltre mezzo secolo, per la precisione ben sessantasei anni. Dal 1950 a oggi, le divise sono state disegnate e rielaborate da alcuni dei più noti stilisti italiani a cominciare dalle prime, firmate proprio negli anni 50 dalle sorelle Fontana. Un decennio dopo, gonna più corta e guanti bianchi per le divise firmate da Delia Biagiotti, e poi a seguire Tita Rossi, Mila Schön, Alberto Fabiani, Florence Marzotto, Renato Balestra, Giorgio Armani e Mondrian.
Le sorelle Alyse e Lexi Scaffidi hanno deciso di dar vita alla sfilata “Anti-Victoria’s Secret Fashion Show” per mettere in mostra diversi tipi di bellezza e non solo modelle taglia 38 con corpi perfetti come nella ben più nota sfilata di Victoria’s Secret.
Questa è la soluzione di Melegatti per combattere la crisi: il pandoro, la cui produzione è ripartita nello stabilimento di San Giovanni Lupatoto a Verona. «Questa mattina sono stato in produzione, e ho visto persone commosse» afferma Luca Quagini, direttore dello stabilimento Melegatti «Forme perfette, qualità altissima, e non era scontato – spiega – Qualche giorno di ritardo per la manutenzione ci ha dato il tempo di affinare la lavorazione». Nel fine settimana potrebbe riaprire anche lo spaccio aziendale per la vendita ai consumatori diretti. La vera sfida, però, è la distribuzione nella Gdo: «Abbiamo mandato la comunicazione ai vari centri di acquisto e alle diverse insegne; non tutte credevano che ce l’avremmo fatta, e chiaramente a questo punto molte avranno già riempito gli scaffali con altri prodotti. Speriamo trovino un posticino, siamo sicuri che le vendite li ripagheranno».