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Autore: Stelio W. Venceslai

Lunedì 4 Aprile all’ONU: le proposte di Zelenski

DAL PALCOSCENICO DELL’ O.N.U.  …… ZELENSKY DIXIT

_______una analisi di STELIO W. VENCESLAI

Zelenski ha fatto scena alle Nazioni Unite. Con il suo intervento ha mostrato le efferatezze russe, ha invocato armi e sostegno, ha avanzato proposte interessanti e impraticabili.  
Sulle efferatezze ha chiesto una Commissione d’indagine, negando le asserzioni russe secondo le quali sarebbero stati invece gli Ucraini a commettere i massacri di Bucha. Nel mondo i pareri sono discordi e divisi, ma il punto non è questo.

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La quarantena della politica

Il Covid ha messo in quarantena milioni di persone, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. La variante Omicron si espande rapidamente, acuendo i problemi economici, psicologici e sociali del Paese. Siamo tutti ostaggi di un morbo inafferrabile, checché ne dicano gli addetti ai lavori. 
In Italia, dove tutto si riduce ai minimi termini, la vittima più importante della pandemia, a ben vedere, è la politica.

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“Divide et Impera” per conservare il Potere :
l’unica regola recepita dai “Regimi Democratici”

“CONTRADDIZIONI INFINITE  analizzate da Stelio W. Venceslai
con alcune “Note a Margine” a cura di Giuliano Marchetti 

Il sistema migliore per governare è quello di dividere, una vecchia regola: spezza il Paese ma consente il potere. L’Italia è la metafora di ciò che non funziona. (*1)
C’he il Paese, grazie anche alla pandemia, sia diviso è indubbio. Emerge tutto ciò che non va. 
Faccio un esempio: siamo divisi tra chi è convinto che i vaccini siano la salvezza e chi pensa, invece, che si tratti di una truffa meditata per spopolare il mondo.  Su quasi otto miliardi di popoli sulla terra, aver perso quasi due milioni di morti dimostra che il presunto complotto mondiale organizzato da alcuni “grandi” della terra (v. Bill Gates) non ha funzionato. 

Nessuno sa se il secondo richiamo può essere fatto con un vaccino diverso. AstraZeneca è fatale o no? Prima over ’60 e poi no? 

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Il “Perenne Conflitto” Arabo-Israeliano

ISRAELE, Israele! …..ed il conflitto arabo-ebraico (*1)

 una “Analisi sul perenne conflitto” a cura di STELIO W. VENCESLAI
ed alcune “note a margine” di GIULIANO MARCHETTI

È passato quasi un secolo da quando lo Stato d’Israele è stato riconosciuto come tale dalla Comunità internazionale. Era il 1948 e il complesso di colpa dell’Occidente vittorioso nella guerra contro il nazionalsocialismo sembrava fosse finito.  Cominciava, invece, il dramma palestinese.  Dopo quasi un secolo, siamo ancora a questo punto: deportazioni, guerra, stragi, attentati. 
A che serve? A chi serve questo tumore maligno piantato in Palestina? 
Amo Israele, il suo coraggio, la sua tenacia, la sua storia millenaria.  Come ha detto un Grande Papa, sono i nostri fratelli maggiori. Anzi, l’Ellade e Israele sono i padri della nostra civiltà. (*2) 
Non possiamo negarlo. Lo scempio che si sta facendo da decenni di questo popolo e di quello palestinese rimescola nel profondo gli odi più antichi, i rancori mai sfogati, la rabbia di una povertà non solo economica, ma anche culturale.

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Il referendum non è una gara sportiva. È una cosa seria, è una riforma costituzionale

Ludi cartacei?  No grazie,
preferiamo la rappresentanza parlamentare !
 

 Stelio W. Venceslai

         Non è una gara sportiva il referendum. È una cosa seria, anche se mal presentato, mal discusso e pochissimo illustrato. È una riforma costituzionale. Una cosa importante, da maneggiare con attenzione. Ogni riforma è un tentativo per ottenere qualcosa, a volte un miglioramento, più spesso un peggioramento. Una proposta del genere non si può liquidare con un Sì o con un No. È un modo cretino di risolvere l’incertezza sottostante dei partiti che propongono tali modifiche. Si rivolge al popolo. Basta che dica SI’ e tutto va bene. Se dice NO? Si dimette il Parlamento? No, il Parlamento continuerà nei suoi intrighi alla faccia del popolo sovrano “che non avrà capito”.

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Le Cancellerie europee sovrastate da un’estate che, a qualcuno, piace calda

Furori d’estate

Stelio W. Venceslai

I languori dell’epidemia stanno sovrastando l’Occidente europeo. Bagliori di fiamma ardono  attorno a noi: in Libano e in Bielorussia. Libano un Paese di appena 4 milioni di abitanti, quindici anni di guerra civile (1975-1990), un’invasione israeliana, la guerra israelo-libanese e un mezzo governo cristiano nel sud, alleato di Gerusalemme, imbarbarito e impoverito da un milione e mezzo di profughi, è stato di volta in volta occupato da forze militari arabe e dai Caschi blu delle Nazioni Unite, ha covato gli interessi di Damasco (la grande Siria), ha allevato  i miliziani dell’OLP e gli Hezbollah filo iraniani.

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