Skip to main content

Autore: Stelio W. Venceslai

Referendum d’autore, …. ma quanto ci costi?

Per gli Italiani la riduzione dei parlamentari ha un vantaggio pari al costo
di una tazzina di caffè per ciascuno. E le spese della consultazione referendaria?  

Stelio W. Venceslai

         Comincia la campagna referendaria. Sullo schermo si alternano facce vecchie e altre sconosciute: chi vuole mantenere ciò che ha e chi vuole, invece, appropriarsene. E’  la solita storia: si condiscono con parole nuove pietanze vecchie, tanto l’elettore beve tutto. A settembre si vota. Il popolo sovrano può esprimersi ma, attenzione, non si tratta di uno dei soliti referendum. È solo consultivo.

Continua a leggere

Gli Stati Generali moderni I becchini della Repubblica

            Villa Pamphili apre le sue porte al grande incontro di Conte: gli Stati generali dell’economia. Una riedizione degli Stati generali del 1789 in Francia. Ci saranno tutti, meno l’opposizione. Male, perché gli assenti hanno sempre torto e l’Aventino non porta fortuna.

            Lo show è scontato. L’ultima volta fu con Gheddafi, ospite di Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri di allora, con le fanciulle arabe a guardia del corpo del Rais, nella sua tenda piantata in mezzo ai giardini della Villa.  Dopo qualche mese, finì malissimo. Non è un buon auspicio.

            L’evento è importante, fondamentale, perché fino ad ora, dopo quasi un anno di governo, con una profonda crisi economica e la mazzata della pandemia, il governo non ha ancora un briciolo d’idea o di progetto. È alla ricerca di una proposta, di suggerimenti, da parte di chiunque. Un’esigenza molto democratica, ma inutile. Poi, si dovrà fare un documento unitario, magari con un Comitato, l’ennesimo.

            La tragedia non è questa. La tragedia è che il PD, l’unico partito che tiene in piedi il governo, non avrebbe nemmeno voluto questa assise. Magari, le idee sono pericolose.

            Siamo alla ricerca delle priorità possibili per il Paese, che sono cangianti, come le sfaccettature dei diamanti.

            Sessanta milioni d’Italiani sono ansiosi di sapere che cosa ne verrà fuori. Un altro DPCM?

            Tutto è possibile. Sconcerta che dopo decine di comitati e di esperti (tutti, suppongo, pagati da noi), il governo vada alla ricerca  dell’idea. E se non la trova?

            Anche la vispa Teresa cercava, ma non mi pare che ci sia qualcosa di vispo nei cercatori di oggi. Sono squallidi e  grigi,  come i funzionari delle pompe funebri. Gli unici che non sono in crisi, come il governo.

            Le priorità sono note da anni, a decine. Non vale neppure la pena di ricordarle. Sono tutte priorità ferme e un po’ impolverate.

            Fra i partecipanti, ci sarà anche il CNEL! Un esempio della futilità dell’incontro. In cinquant’anni questo organismo costituzionale è riuscito a sopravvivere, lautamente pagato, in quanto organo costituzionale, senza fare nulla. Non si ricorda uno scritto, un saggio, un documento, una proposta usciti dal CNEL. Il nulla. Doveva essere abolito a furor di popolo ma sopravvive. Adesso, sarà là, fra i mille saggi del Paesi. Un consulto di faccendieri, ognuno interessato a portare avanti i propri interessi. D’altro canto, se il governo è alla sbraco, qualcuno dovrà pure aiutarlo, magari il CNEL.

            Da questa assise dovrebbe uscire il volto nuovo del Paese.

            Forse ci diranno se la distanza è di un metro o di uno e mezzo o di due, oppure di quattro. C’è incertezza, in proposito. Forse qualcuno farà, come Bolsonaro, la proposta di secretare il numero dei morti, così non se ne parla più, e al diavolo le statistiche che non coincidono!

            Forse, ancora, ci sarà qualcuno che dirà che è meglio aprire le discoteche, i locali di scommessa e di divertimento piuttosto che gli asili nido, anche se il contagio aumenta.

            Ne sentiremo tante, come ne sentiamo da anni. Il mondo cammina, male, ma cammina. Noi siamo ancora al Ponte sullo Stretto. Ero un adolescente, quando si cominciò a parlarne. Quanto è costato al contribuente parlarne per cinquant’anni con una società ad hoc dell’ex Iri?

            Probabilmente, il tema ricorrente sarà quello delle grandi opere. Altro argomento consunto.  Tutti ne parlano, tutti dicono che i soldi ci sono, ma non si costruisce nulla. Se ne parla con indignazione. Bisogna fare! Perbacco, sarà la volta buona?

            Il Ponte di Genova ha dato l’esempio che quando si vuole si può fare, in un anno, ciò per cui, normalmente, se ne impiegano cinque. Abbiamo ridotto le complicazioni burocratiche. Abbasso la burocrazia!

            Solo che chi ha complicato le cose non è la burocrazia, ma chi ha emanato le norme che la burocrazia deve applicare sotto sua responsabilità, perché tanto, i Ministri che le norme fanno, sono irresponsabili.

            Perfetto. Ma perché non si estende l’esperienza fatta ai grandi lavori? La cosa è misteriosa.

            Si parlerà della magistratura? Chissà, forse i tentacoli del Palamara saranno anche lì. Non se ne parla più. Solo a ondate, come l’epidemia.

            Sotto sotto, tutti tremano all’idea che la barca affondi, se l’epidemia tornasse a far sentire il suo morso.

            Quello che accade in India e in Brasile dovrebbe farci temere il peggio. Ci stiamo preparando, nell’eventualità che torni con l’autunno? Non credo. È la misura della distanza tra gli ombrelloni ciò che interessa. Gli Italiani devono andare in vacanza. Dopo tre mesi d’isolamento, hanno bisogno di un po’ di riposo, altrimenti il turismo crolla.

            E le imprese? Ci sarà un nuovo disegno di politica industriale? Dico nuovo per bellezza, perché di politica industriale non ne abbiamo fatta mai. Soldi sì, al vento, e ci lamentiamo del Sud devastato e irraggiungibile e delle riserve degli altri Paesi “frugali” nel darci i quattrini a babbo morto?

            Non spero nel fallimento dell’evento, ma tutti questi signori vestiti con l’abito scuro sembrano tanti becchini per il prossimo funerale della Repubblica.

 

 

 

 

“Il vuoto italiano”… il Paese è su un binario morto

UN PAESE ALLA RICERCA DI UNA SUA IDENTITA’ 

_________di STELIO W. VENCESLAI

Questo meraviglioso Paese è tanto affascinante quanto complesso e, per i più, indecifrabile. L’individualismo ne è la caratteristica principale. Potrebbe essere un valore, se esalta le qualità dell’individuo, ma accoppiato alla prevalente incultura e all’indifferenza sociale diventa un fattore disastroso. 
La questione fondamentale in Italia non è lo stucchevole contrasto fra la Destra e la Sinistra che domina la vita politica del Paese, contrasto nel quale, alla fine, si sono invertiti i valori: la Sinistra, da progressista, è diventata conservatrice, la Destra, da reazionaria si è trasformata in liberale vecchio stampo. Categorie ideali passate di moda da un pezzo. Incultura e indifferenza interessano ampi strati del Paese e i risultati sono sempre più evidenti. Il Paese è alla ricerca di un modello da seguire perché è incapace di pensarne uno suo.

Continua a leggere

“L’Europa ed i suoi mali”:
crisi economica, debolezza esterna e disuguaglianze interne

PUNTI DI FRIZIONE 

di Stelio W. Venceslai

Della situazione dell’Unione europea si è già parlato più volte. Una crisi economica generalizzata ne ha rallentato la crescita e tutti i nodi del sistema europeo stanno venendo alla luce. 
La nuova Presidenza von der Layen non sembra essere all’altezza di una situazione per governare la quale non basta dichiarare la disponibilità a tirar fuori i soldi. Occorrono idee, e queste difettano. 
I mali dell’Unione sono noti, inutile ripeterli: troppe diseguaglianze interne (in materia fiscale), eccessiva debolezza esterna (sicurezza e politica estera).

***** ***** *****

Continua a leggere

Italiani: i “Migliori del Mondo” al tempo del coronavirus

NOI, GLI “EREDI (?)  DI …. UN POPOLO
DI POETI, DI ARTISTI, DI  EROI, DI SANTI, DI PENSATORI,
DI SCIENZIATI, DI  NAVIGATORI, DI TRASMIGRATORI
 

una dissertazione di STELIO W.VENCESLAI 

Siamo i migliori nel mondo, non c’è dubbio. Chi ? Ma noi Italiani, naturalmente ! Non abbiamo mai finito una guerra con quelli con cui l’avevamo cominciata. Infidi e traditori? No, intelligenti e perspicaci.
Ci vuole un grande fiuto per schierarsi dalla parte del vincitore. È l’istinto della sopravvivenza, primario, essenziale, convincente.  
Riusciamo a trasformare ogni cosa anche la più umile, in un grande affare, anche la mondezza, anche le mascherine, anche l’amuchina.  Non è un business, è il frutto di una variante genetica positiva. 

Continua a leggere

Un Governo “boccheggiante”… sostenuto da un Parlamento “agonizzante”

Quando il Parlamento non rappresenta più la Nazione,
dovrebbero essere imposte Nuove Elezioni  (*1)

una analisi di Stelio W. Venceslai

Il governo boccheggia, tenuto  in piedi con le stampelle, come un pugile suonato. Non molla, perché tutti hanno paura di perdere il posto. Dopo nove anni di crisi economica e politica, fa stupore che ci sia ancora qualcuno che propone interventi choc sull’economia (v. Giuseppi”  Conte) o di natura costituzionale (v. “Mattia”  Renzi). Belle idee, peccato che siano stantie e non ci creda nessuno. È la scoperta dell’acqua calda.

Continua a leggere