La Brexit sta mettendo a dura prova la tradizionale capacità britannica di gestire gli eventi anche nelle condizioni più scabrose. L’esperienza di governo della signora May si sta probabilmente concludendo con un fallimento clamoroso.
Il Regno Unito non è mai stato un partner europeo affidabile.
Partiamo da due considerazioni oggettive e da una prospettica. La prima è che più del 50% della popolazione mondiale e il 60% del commercio mondiale sono in Asia e il baricentro della civiltà e dell’economia del futuro si è spostato sul Pacifico. La seconda è che sul pianeta circola un cumulo di derivati, tossici o meno, ma più tossici che buoni, pari a 33 volte l’intero PIL del mondo. La terza è che, sul piano geopolitico, almeno il 90% degli Stati nazionali che fanno parte delle Nazioni Unite (cioè, praticamente, tutti) non conta assolutamente nulla ed ha solo una parvenza di sovranità, magari pesante all’interno dei loro territori, ma pressoché nulla in ambito internazionale.
Raggiunto l’accordo per la manovra, gabbato il santo popolo dei contribuenti, ci aspettano la bagarre dell’opposizione e il negoziato con l’Unione europea. Roba da ridere, ma non è finita. Ora dovrà cominciare la fase degli investimenti, quelli veri, altrimenti si è solo giocato.
La questione dell’ILVA si è chiusa, pare, con successo. Dopo sei anni di trattative il complesso siderurgico di Taranto dovrebbe ripartire con le necessarie garanzie ambientali e con l’occupazione di 10.700 dipendenti rispetto ai 10.200 delle intese precedenti. Un bel colpo. Ci saranno anche esodi agevolati e non esuberi, ma il più è stato fatto.
Si discute di infrastrutture. Un Paese moderno ha necessità di dotarsi di infrastrutture adeguate al suo sviluppo C’è chi le vuole e chi no, spesso adducendo considerazioni importanti, soprattutto di natura ambientale.
una analisi di Stelio W. Venceslai e brevi note di Giuliano Marchetti
Roma, 30/07/2018 – L’estate è una stagione sempre piena di sorprese. Sarà perché le persone sono un po’ stordite dalle ferie fatte o da fare, sarà per una fatale congiunzione di astri, sarà per una serie di coincidenze casuali per le quali l’attenzione è distratta, ma in genere le grandi crisi avvengono d’estate.