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Cairo, conferenza regionale. Europa, Israele ed Egitto firmano un accordo storico

Ci sono voluti diversi mesi e un grande impegno da partr della diplomazia internazionale per cercare di trovare una alternativa al gas russo.

Nel corso della conferenza regionale al Cairo, l’Unione europea, Israele ed Egitto hanno siglato un accordo di carattere storico sull’esportazione del gas naturale, considerando che è la prima volta che  il gas israeliano arriva in Europa.

L’accordo prevede la suddivisione del gas a metà tra Asia ed Europa. Il gas dall’Egitto verrà liquefatto in GNL (gas liquido naturale) attraverso il nuovo gasdotto che verrà realizzato grazie alla collaborazione dei due Paesi orientali e che verrà realizzato nel Golfo Persico, col nome di North Field East e serviranno circa 30 miliardi di dollari per poterlo realizzare, ma la produzione di gas passerrà dalle 77 milioni di tonnellate annue, a circa 126 milioni di tonnellate entro il 2027.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è detta soddisfatta del progetto aggiungendo però che nel tempo bisognerà esplorare l’uso di infrastrutture per le energie rinnovabili in quanto questa rappresenterà il futuro.

La QatarEnergy, società statale, per velocizzare i tempi di realizzazione ha dichiarato di aver aperto il nuovo giacimento in collaborazione con un gruppo di operatori occidentali.

La quota più importante spetterà alla Total, che avrà il 6,25 per cento della nuova area di espansione.

Tra le società che dovrebbero far parte del consorzio che svilupperà il giacimento sembrerebbe esserci anche Eni, anche se non ci sono dichiarazioni in merito da parte della società.

Anche alcune bigoil americane risultano far parte del consorzio come Conoco-Philips e ExxonMobil.

La firma del memorandum è arrivata all’indomani della dichiarazione della russa Gazprom di aver diminuito del 40%  “per questioni tecniche legate presumibilmente alla mancata consegna di alcuni pezzi di ricambio”, le forniture di gas attraverso il gasdotto North Stream 1, situato nel Mar Baltico.

«Una questione politica» ha invece sostenuto il primo ministro dell’Economia e del Clima Robert Habeck.

Tarek el-Molla, ministro del petrolio egiziano ha sottolineato l’importanza di questo accordo, come una “pietra miliare”, un momento importante per quanto riguarda la cooperazione tra Egitto, Israele ed Ue, ma anche un avvicinamento tra i membri dell’East Mediterranean Gas Forum, di cui fanno parte Grecia, Francia, Italia, Giordania, Israele ed Egitto.

In merito alla vicenda, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen affida a twitter il suo commento sulla vicenda dichiarando che: «Con questo accordo lavoreremo sulla fornitura stabile di gas naturale all’Ue dalla regione del Mediterraneo orientale. Ciò contribuirà alla nostra sicurezza energetica. E stiamo costruendo infrastrutture adatte alle energie rinnovabili, l’energia del futuro».

Questa collaborazione tra Unione Europea, Egitto e Israele dovrebbe preannunciare quanto accadrà nella Cop27, la conferenza sul clima in cui dovrebbe venire annunciata una partnership in merito all’idrogeno verde.

L’israeliana Karine Elharrar, ministro dell’Energia ha dichiarato che «Egitto e Israele prendono l’impegno di condividere il loro gas naturale con l’Europa e di portare aiuto nella crisi energetica. Stiamo spianando una nuova strada di partenariato, solidarietà e sostenibilità»

I Paesi europei però non sono tutti ugualmente dipendenti dal gas russo, quindi stanno cercando di diversificare i propio approvviggionamenti in base alle necessità. L’Italia ad esempio ha siglato un accordo con l’Algeria per un aumento del 40% dell’import e punta lo sguardo anche all’Angola e al Congo, mentre la Germania, che importava il 66% del gas russo, guarda all’Africa con la speranza di aumentare le importazioni dal Senegal per un totale di circa 10 milioni di tonnellate entro il 2030.

Non è solo il caso della Germania, moltissimi Paesi europei guardano all’Africa con speranza, ma gli esperti sono piuttosto critici inquanto il Paese non sarebbe in grado, almeno in breve tempo, ad aumentare esponenzialmente la produzione di gas naturale. Per non parlare poi dei problemi interni di alcuni Paesi.

Gianfranco Cannarozzo

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