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Cambia la “Sceneggiata Partigiana” del 25 Aprile

A.D. MMXXIV – XXV APRILE,  AL  TEATRO ITALIA :
NUOVA SCENEGGIATA  SU UN VETUSTO PALCOSCENICO 

________________di  FRANCO D’EMILIO

Proprio così, quest’anno l’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, organizzazione politica fuori luogo e fuori tempo, pateticamente nostalgica della tragica epopea resistenziale, ha deciso di cambiare, aggiornare il copione della sua solita, trita sceneggiata, celebrativa del 25 Aprile. Decisione subito pubblicizzata con gran titoloni da La Repubblica, quotidiano ormai di precaria fortuna al pari della disastrata sinistra, sua area di riferimento politico.

                                   

Dunque, nell’imminenza della giornata della Liberazione l’associazione dei partigiani, oggi impegnata a rimpinguare le sue focomeliche fila, arruolando, addirittura e tanto disperatamente, esaltati sbarbatelli appena sedicenni, alla stessa maniera di Hitler negli ultimi giorni di Berlino, ha mutato lo slogan di lancio della festa del 25 Aprile con un attacco insensato, perché irragionevole, di stupida sfida al governo Meloni, colpevole, così si legge, di comprendere “una destra estrema che ha le sue radici nel ventennio fascista e nelle sue nostalgie, che per questo intende cambiare la Costituzione” ….. “Una destra estrema che in vari modi tende a reprimere qualsiasi dissenso, qualsiasi protesta; una destra estrema aggressiva, vendicativa e rivendicativa.”

Non sanno più cosa fare per buggerare gli italiani con il loro fazioso, divisivo antifascismo, ormai consegnato alla storia, e parlano, scrivono, colpiscono contro l’unità, la concordia nazionale.
Infatti, una cosa è chiara: l’ANPI non agisce a vanvera, ma con la determinata volontà di mandare gambe all’aria un governo di destra, la cui esistenza, legittimata, fra l’altro, da ampio consenso elettorale alle ultime politiche, ha segnato e continua a segnare il declino dell’antifascismo falso e fittizio di tanta sinistra parolaia, di tanto moderatismo “double face” e cerchiobottista, di tanto disonesto gioco salottiero alla rivoluzione col fondoschiena altrui.
Per questo, con tanta manipolazione dell’informazione e altrettanta malafede nel sottrarsi al confronto l’ANPI riconferma il suo ruolo di leccapiedi antifascista della sinistra contro il governo Meloni, accusando quest’ultimo di assurde “proposte di premierato” e di “frantumare il Paese attraverso l’autonomia differenziata.
La verità che l’ANPI vuole nascondere, perché per lei davvero insopportabile, quasi un urticante prurito, se non doloroso “fuoco di S. Antonio”, è il riconoscimento del fallimento del proprio antifascismo a chiacchiere, pretestuoso, mai rivolto ad unire gli italiani dopo le conseguenze di una terribile guerra civile: per decenni, inoltre, l’antifascismo è stato la copertura politica di tanto statalismo, di tanta contrarietà alla libertà d’impresa e mercato, di tanta iniqua fiscalità e tanto falso egualitarismo, di tanti diritti proclamati, ma scarsamente realizzati, ancora di più di nessun merito, di nessun valore personale promosso e tutelato. Unico merito dell’antifascismo, ricorrente e duraturo in decenni, sono stati gli scandali, molti e beffardi,  sempre a scapito, guarda caso, del popolo sovrano e della democrazia.

Adesso, il malridotto fronte antifascista sente di avere l’acqua alla gola e dà mandato alla complice ANPI di lanciare un tragicomico, perché ingiustificato, allarme: “Sono in discussione  democrazia, libertà, uguaglianza, lavoro, solidarietà, pace“….. altro da aggiungere? ….. “Questo 25 Aprile non può essere come gli altri, deve essere il giorno in cui si ritrova nelle piazze di tutte le città l’Italia antifascista e democratica a cui va restituita una speranza vera di futuro.” Che faccia tosta! Quanto seme di malcelato sovversivismo in questa riottosità a riconoscere che è stato il voto popolare nel segreto dell’urna a decretare il successo della destra sulla sinistra inconcludente e nostalgicamente antifascista! Sì, seme di sovversivismo, già vigliaccamente piantato, aizzando e strumentalizzando un’ignorante, becera, per fortuna minoritaria, protesta studentesca; poi, ricorrendo oltre misura alla convocazione ingiustificata di piazze sindacali CGIL e UIL; ancora, paventando l’inesistente proposito governativo di eliminare il diritto all’aborto; infine, sollevando la solita solfa, esasperatamente ad arte, dei diritti civili.

Siamo stufi di questo antifascismo partigiano di facile accatto. Siamo stufi del 25 Aprile partigiano, ostinato a dividere, contrapporre nella ricerca dello scontro politico, Vorremmo tutti, ormai, perlopiù, generazioni fuori dall’esperienza diretta del fascismo, dell’antifascismo resistenziale e della loro conseguente guerra civile, vivere nella Festa della Liberazione un momento per tutta la nazione assertivo di valori unificanti nel segno della Costituzione. Invece, niente, insensatamente l’ANPI cerca sempre di riaprire una ferita, gettandovi sopra il sale della faziosità, unico fine della sua stessa esistenza, anzi sopravvivenza. Il 25 Aprile sarò in piazza anch’io e spero sia davvero una bella giornata serena di sole per un solo motivo: alzare lo sguardo e contro il cielo terso vedere il mio, il nostro tricolore garrire superbo per tutti gli italiani nella consapevolezza del valore universale della libertà.

 


Foto autore articolo

Franco D’Emilio

Storico, narratore, una lunga carriera da funzionario tecnico scientifico nell’Amministrazione del Ministero per i beni e le atiività culturali
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