Celebrazione della Repubblica Romana del 1849
Itinerario Garibaldino sul Gianicolo
In occasione della Proclamazione della Repubblica Romana del 1849 si è svolta sul Gianicolo sabato 9 Febbraio scorso la Celebrazione di questo memorabile evento storico, alla presenza delle Rappresentanze Istituzionali, delle Associazioni d’Arma, di numerosi studenti e cittadini.
“Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,
non la tua conversione, ma quella dote
che da te prese il primo ricco patre!”
(Dante, Inf. XIX, 115-117)
L’Evento è stato presieduto dalla eccezionale personalità della D.ssa Anita Garibaldi, discendente del valoroso generale, l’ “Eroe dei due mondi”.
Il colle del Gianicolo è dedicato alla memoria delle imprese eroiche, ivi combattute e sostenute con tenacia e audacia dai garibaldini in difesa di Roma. La passeggiata del Gianicolo è contraddistinta dai busti, dai monumenti e dal Museo, sito in Porta San Pancrazio, dedicato alla Repubblica Romana e alla Memoria Garibaldina. Ai partecipanti è stato dato modo di ripercorrere le diverse tappe dell’itinerario garibaldino, ricordando in vivo i “Fatti d’Arme e d’Amore” svoltisi in quei pochi mesi della vita della Repubblica Romana, dal 9 Febbraio al 4 Luglio del 1849.
La prima tappa del percorso, momento centrale della Celebrazione, si è svolta al Mausoleo-Ossario Garibaldino, con la Deposizione di più corone d’alloro ai Caduti, gesto solenne accompagnato dalle note della Leggenda del Piave. Sono stati ricordati i fatti storici, la narrazione ha messo in evidenza soprattutto il coraggio e il valore dei giovani eroi, volontari accorsi da tutta Italia per sostenere un’impresa audace e impossibile. Poche migliaia di uomini contro potenti eserciti; eppure armati di volontà combatterono “fino al dono della vita”, per affermare un ideale, i valori risorgimentali di Unità, Indipendenza e Libertà dell’Italia con Roma Capitale. Giovani ventenni, come Goffredo Mameli, autore del Nostro Inno Nazionale “Fratelli d’Italia”, (che tutti i presenti alla Cerimonia, compresi gli studenti, hanno intonato), il bersagliere Luciano Manara, eroe delle “cinque giornate di Milano”, e tanti altri garibaldini che parteciparono alle campagne militari risorgimentali dal 1849 al 1970 riposano nel Mausoleo-Ossario. Monumento progettato dall’architetto Giovanni Jacobucci e inaugurato nel 1941 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, la Regina Elena e il Duce Benito Mussolini. Il sacrificio di questi giovani non può essere dimenticato, finché ci sarà qualcuno a ricordarlo non saranno morti invano, “NON OMNIS MORIAR” (non morirò del tutto). Manara prima di esalare l’ultimo respiro scriveva “Noi dobbiamo morire per chiudere con serietà il quarantotto. Affinché il nostro esempio sia efficace, noi dobbiamo morire”.
L’ideale, il sogno di questi giovani Italiani si realizzerà nel 1918, dopo le valorose battaglie risorgimentali, che videro come protagonisti proprio gli studenti universitari volontari, un esempio, le gesta eroiche compiute a Curtatone, Montanara, Solferino e San Martino, fino ad arrivare ai “ragazzi del ‘99” nella Grande Guerra, atto conclusivo del Nostro Risorgimento.
Alla Cerimonia sul Gianicolo erano presenti molti studenti ai quali si è voluto ricordare un passato “di cui essere degni”. La D.ssa Anita Garibaldi ha sottolineato nel suo discorso l’importanza per le nuove generazioni della conoscenza della Nostra Storia e della Verità storica. Molto significativo è stato il gesto di farsi accompagnare dal nipotino di circa 10 anni di nome Giuseppe Garibaldi, come segno di buon augurio per il futuro.
Un’altra tappa importante e significativa del percorso ha avuto luogo presso il Monumento Equestre a Garibaldi. Dopo aver deposto una corona d’alloro, è stata ricordata la figura del valoroso condottiero, come Colui che combatté per la libertà e l’indipendenza dei popoli. E’ stato sottolineato il momento finale della Repubblica Romana quando Garibaldi resosi conto della impossibilità di difendere Roma dall’interno, diede un appuntamento a tutti i combattenti che intendevano seguirlo e a questi disse parole memorabili “La fortuna che oggi ci tradì ci arriderà domani. Io esco da Roma: chi vuole continuare la guerra contro lo straniero, venga con me. Non offro né paga, né quartiere, né provvigioni, offro fame, sete, marce forzate e morte. Chi ha il nome d’Italia non sulle labbra soltanto, ma nel cuore, mi segua”.
L’evento della Repubblica Romana è fondamentale perché rafforzò la coscienza dell’Unità d’Italia con Roma Capitale. Garibaldi partecipò attivamente al processo di Unificazione Nazionale, riconobbe il ruolo guida di Casa Savoia nella persona del Re Vittorio Emanuele II, Padre della Patria. Alla Cerimonia, tra le diverse Associazioni Combattentistiche, era presente una rappresentanza dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon. L’Istituto patriottico nato nel 1878 , subito dopo la morte del Re Galantuomo, come sodalizio fra i combattenti delle Battaglie Risorgimentali e a cui aderì lo stesso Garibaldi, ha come fine quello di mantenere viva la memoria del Processo di Unificazione Italiana, mediante un gesto esplicito e silenzioso, la Guardia d’Onore alla Tomba del Padre della Patria. Un gesto di gratitudine e riconoscenza estesosi nel tempo a tutti i Sovrani d’Italia. Le figure di Garibaldi e di Vittorio Emanuele II sono tenute insieme anche dall’arte, infatti le statue equestri monumentali che li ritraggono sul Gianicolo e sul Vittoriano sono state realizzate dallo stesso scultore Emilio Gallori rispettivamente nel 1895 e nel 1911.
L’ultima tappa del percorso cerimoniale si è svolta nei pressi del Monumento-Tomba ad Anita Garibaldi, sito sempre sul Gianicolo, realizzato nel 1932 dallo scultore Mario Rutelli. È stata rievocata la figura di questa “Eccellente Eroina”, sposa dell’ “Eroe dei due Mondi”. Sono state ricordate le sue gesta garibaldine fino agli ultimi momenti di vita, morì in terra italiana e oggi qui riposa. Donna energica, combattiva e valorosa, le sue gesta sono immortalate nel bronzo.
È stato anche ricordato che l’ultimo atto compiuto dal Governo della Repubblica Romana, affidato a un Triumvirato, costituito da Aurelio Saffi, Carlo Armellini e Giuseppe Mazzini, fu l’approvazione della sua Costituzione. Questo importante Documento riprende alcuni punti già presenti nello Statuto Albertino, concesso dal Re Carlo Alberto nel Marzo del 1848, motivo di elogio da parte di Goffredo Mameli, che non a caso, dedicò al Sovrano il nostro Inno Nazionale, “Fratelli d’Italia”, statuto rimasto ininterrottamente in vigore fino al 1946. La Costituzione Romana rappresenta un punto di riferimento importante per l’attuale Costituzione della Repubblica Italiana.
Ci auguriamo che questi momenti celebrativi del Nostro Risorgimento siano occasioni per ulteriori riflessioni, non solo sul glorioso passato dell’Italia, ma su questo incerto presente, dove vige precarietà e instabilità, presente che vorremmo per Noi più grande e carico di futuro.
Il futuro dell’Italia è nelle mani, anzi meglio sarebbe dire, nella testa delle Nuove Generazioni. Ora come allora forza e coraggio. Ripartiamo dunque da Roma, Roma al centro, Roma Capitale d’Italia, Roma Capitale Spirituale dell’Europa.
VIVA L’ITALIA !
Massimo Fulvio Finucci e
Clarissa Emilia Bafaro