Chiude il Mercato Centrale: tutta colpa dei Carciofi!
A Roma, dopo il tormentone Spelacchio (la Raggi tutta contenta ha appena dichiarato che grazie a “lui” c’è stato un incremento del turismo del 10%), i cinghiali ed i maiali che girano per le strade saccheggiando i cassonetti, che da giorni non vengono svuotati, e gli immancabili gabbiani, succede anche questo. La ASL fa chiudere il Mercato Centrale, isola felice nella Stazione Termini, dove tutto è sporco e rotto e l’illegalità è diffusa, per colpa dei carciofi.
Umberto Montano, il proprietario che lo ha fondato dopo il successo di quello di Firenze, a Il Foglio dice di sentirsi in “una favola buffa”.
Il 20 dicembre, gli ispettori avevano visto che la pulitura dei carciofi era effettuata in pubblico dove c’è il passaggio delle persone, Montano dice che «la dottoressa Cappiello, funzionaria dell’ASL, ci aveva imposto di non fare questa operazione in corridoio, perché le norme igieniche non lo consentono. Noi siamo profondamente legati all’idea di far vedere alla gente la pulizia del carciofo e io su questo romanticismo mi sono personalmente fissato.»
Quindi «arbitrariamente, senza averla prima sentita, anche se era nelle mie intenzioni che questo avvenisse, ho messo una bacheca di vetro per evitare che l’operatore che pulisce i carciofi stesse a contatto con il pubblico.»
La Cappiello non ha gradito l’intraprendenza e sentendosi profondamente indispettita ha disposto la chiusura del mercato motivandola ad un qualcosa che riguardava i piani di appoggio non perfettamente lavabili o qualche pezzo di pavimento non ricoperto così come prescritto dalle norme.
Una storia incredibile ma al tempo stessa grottesca visto il quartiere, quello attorno alla Stazione Termini, in cui gira qualunque cosa, alla faccia non solo delle norme igieniche.
Montano afferma che la punizione pesa ed è smisurata rispetto all’inadempienza, è dispiaciuto e risentito soprattutto perché con la Cappiello aveva un rapporto estremamente costruttivo. Ma non si scoraggia e ribadisce che nel giro di qualche giorno “riapriremo più forti che mai”.