Colpi di Calore della Boldrini e della Bonino
Cani ed Umani
Tutti sanno che, in campagna, quando un cane abbaia, dopo un poco abbaiano ancora altri: così avviene in Italia per la nave pattugliatrice Diciotti, della nostra Marina Militare. Ha abbaiato inizialmente Laura Boldrini, ed altri, come Emma Bonino, le vanno dietro, con il medesimo motivo, cioè la voglia di protagonismo, o la rabbia zannuta di aver perso il treno del potere. Chi strilla più forte è quello più inutile di tutti, e quando è estate, lo strillo può essere causato da un colpo di calore, ed allora si esce dal margine della normalità, che, anche se talvolta si fa finta di no, esiste, e si scade nel patologico, destando compassione.
Il cane è notoriamente una bestia intelligente ed amica dell’uomo, ma questi soggetti no: rovesciano l’intelligenza in furberia e la generosità canina in fiancheggiamento allo schiavismo e manovalanza alle mafie. In più, la Bonino, con la voglia di denunciare, lei italiana, lo Stato italiano all’Unione Europea per violazione dei diritti umani, è alla stessa stregua di un traditore della Patria. Come non si vergogna lo si ignora: un cane, rimproverato, tace con la coda fra le gambe, come dovrebbe fare anche lei per la sua esternazione, risvegliando alla memoria la fine che tempo fa facevano i traditori della Patria, e che adesso è ignominia. Quanto ai diritti, questa vecchia paladina delle “proprie battaglie” (come una sopraelavazione del suo attico nei pressi di Campo de’ Fiori, forse non autorizzata, forse pericolosa e senza alcun riguardo per i diritti dei terzi) dovrebbe considerare che gli Italiani ne hanno prima di ogni altro. Spero che la logica, almeno, non fallisca: diritto al lavoro, che un eccesso di immigrati come si ha lo annulla; diritto alla sicurezza, che – basta aprire il giornale – gli stupri dimostrano inesistente, così come lo spaccio, lo scippo, il mondezzaio, il rischio alle malattie che questi nuovi arrivi causano. Gli Italiani hanno diritto a vedersi riconosciuto il benessere al quale tendono con fatica estrema e sacrifici, che la perversa volontà di Stati esteri e di traditori come lei contrastano per lucrare sulle migrazioni. Questo Stato pieno di difetti, d’accordo, ma generoso, bello, culla di geni e di persone ricche di sè non merita uno stupido sputo come queste misere primedonne, che invece di applausi per le loro pietose passerelle raccolgono cori di ovazioni come quelle raccomandate ne “L’Oro di Napoli”: pernacchi!
Marilù Giannone