Come il debito pubblico incide sull’attività delle piccole imprese
Negli ultimi tempi si sente spesso nominare la parola debito pubblico dello Stato e nelle ultime elezioni politiche la stessa è stata strausata dai diversi partiti in campagna elettorale.
E’ bene spiegare di cosa si tratta e come incide sull’attività delle piccole imprese. Per debito pubblico si intende quel debito dello Stato nei confronti di altri soggetti economici nazionali o esteri quali individui, imprese, banche o Stati esteri, che hanno sottoscritto un credito allo Stato nell’acquisizione di obbligazioni o titoli di stato.
Il debito pubblico in sostanza si crea quando in uno Stato le spese sono superiori alle entrate. Se questo disavanzo non può essere coperto stampando più denaro, lo Stato emette Titoli, obbligazioni del Tesoro che, messe all’asta, vengono acquistate ad un certo tasso di interesse annuo.
Entrando nel vivo dell’argomento è importante fare chiarezza su come il debito pubblico possa incidere sulle attività delle piccole imprese.
Per comprendere questo passaggio bisogna ricordare che il debito pubblico incide sulle imprese tramite il tasso di interesse ovvero il costo del denaro concesso in prestito. Tale costo è calcolato come percentuale sul totale della somma erogata a prestito dai soggetti finanziatori che sono prevalentemente le banche.
Qualsiasi operazione di finanziamento ha un costo e questo corrisponde al tasso di interesse. È evidente dunque che chi ottiene il finanziamento paga il tasso di interesse al proprio creditore (la banca) e che, per chi lo riceve, si tratta di un ricavo (per le banche i tassi di interesse sono delle voci di entrata monetaria).
Un esempio potrebbe essere il tasso di interesse di un’operazione di finanziamento, di un prestito erogato ad un’impresa che deve acquistare nuove macchine o investire sul personale della propria impresa.
Se il tasso di interesse legato all’operazione di prestito è alto, il costo del denaro diventa elevato, quindi non converrà al titolare dell’impresa chiedere il prestito e fare l’acquisto, se invece il tasso sarà basso potrà agire in maniera contraria e chiedere il prestito, comprando i suoi macchinari o procedendo in altre attività o altre spese. Quindi se la fase economica-politica dello Stato non garantisce stabilità le imprese non faranno i loro investimenti.
Altra cosa importante è capire a cosa serve il debito pubblico. Lo Stato può finanziare la spesa dell’anno in corso (consumi e/o investimenti pubblici) in due modi: tramite le entrate fiscali o tramite emissioni di titoli di stato.
La prima opzione prevede che con le entrate fiscali dell’anno in corso lo Stato effettui la spesa del periodo. Ciò implica per lo Stato avere un bilancio pubblico in pari, poiché ogni anno la differenza tra quanto l’amministrazione pubblica spende e quanto incassa è pari a zero.
Con la seconda opzione si prevede che per finanziare le spese correnti lo Stato emetta titoli, ossia che si procuri la liquidità necessaria non tramite le entrate fiscali, bensì con un prestito che gli viene concesso dal settore privato e/o dalla Banca Centrale.
Lo Stato infatti può ritenere che le entrate fiscali non siano sufficienti a finanziare la spesa corrente e di conseguenza la liquidità di cui ha bisogno se la procura con l’emissione di obbligazioni.
Emettendo titoli pubblici lo Stato riesce così ad avere delle entrate per rifinanziare il debito pubblico. In questo caso, allora, la differenza tra entrate fiscali e spese sarà negativa, in quanto l’ammontare delle spese supera le entrate fiscali.
In situazioni normali parte della spesa pubblica del periodo viene finanziata con le entrate fiscali, parte invece con l’emissione di titoli del debito pubblico.
A questo punto è opportuno farsi una domanda, chi decide, perché, quando e quanto comprare? La moneta è una questione politica ed immetterla in circolazione dovrebbe essere una decisione politica che fa capo allo Stato.
In conclusione il debito pubblico rappresenta un elemento importantissimo in un Paese perché ad esso sono legate come abbiamo visto le attività economiche-produttive di ogni impresa.
Le motivazioni sono numerose, a cominciare dal fatto secondo cui un debito pubblico elevato è in grado di ridurre la crescita economica e viceversa la scarsa crescita economica incoraggia un debito più elevato.