Comunicato stampa della Federazione Estero del Partito Comunista
Il Partito Comunista Estero da tempo ha denunciato l’inefficienza del sistema consolare oltre al fatto che anche la stessa portata democratica è in grave pericolo; i tagli del governo Monti hanno escluso praticamente 4.616.000 di elettori, tanti sono gli Italiani all’Estero, dalla democrazia compiuta. Difatti alle ultime elezioni europee solo il sette per cento ha potuto votare! Oggi con la vittoria del Sì ci sarà un nuovo taglio della Rappresentanza politica con il minor numero di Deputati e Senatori espressione del voto degli Italiani all’Estero
In data 18 settembre 2020 il CGIE, tramite il suo presidente, Michele Schiavone, diffondeva sulla sua pagina una nota sulla fine delle votazioni degli expat italiani. All’interno dell’articolo si legge: “È ingiustificabile, grave sotto gli aspetti etici, morali e civici, quant’anche sul risultato elettorale, aver trascurato di informare i cittadini sui contenuti del referendum costituzionale, perché ciò è diseducativo e contraddice tutti i valori di un Paese democratico.”
Come PC Estero da tempo denunciamo l’inefficienza non solo del sistema consolare, ma del fatto che la democrazia sia in grave pericolo da quando i tagli dal governo Monti in poi hanno escluso praticamente 4’616’000 di elettori (tanti siamo all’estero) dalla democrazia! Alle ultime elezioni europee solo il 7% poté votare! Senza contare che la vittoria del SI al referendum costituzionale ci decapita di senatori e deputati, calcolando che gli espatriati sono aumentati a numeri di sei cifre negli ultimi anni, ciò renderà la loro voce ancora più flebile, se già non lo era!
Abbiamo scritto al ministro Di Maio e pubblicato articoli da anni inascoltati sulla situazione della classe lavoratrice espatriata (il 99%), mentre le istituzioni si pavoneggiano con la borghesia italiana all’estero (1%), chi veramente sta soffrendo la mancanza di efficienza e professionalità sono quelli che lavorano veramente. I pasticci successi col RdR e il taglio dei servizi consolari rendono l’esistenza all’estero per la stragrande maggioranza degli expat difficilissima. Chiediamo urgentemente un ripristino delle condizioni democratiche e ci appelliamo agli onorevoli eletti all’estero che fanno parte del governo di intervenire al più presto, fino ad oggi abbiamo sentito solo parole, mentre la situazione peggiora. Come comunisti pensiamo che fino a che non ci sia un cambio di società in favore della classe lavoratrice questo non sarà possibile.
Segreteria Partito Comunista Federazione Estero