All’articolo uno, il nuovo decreto in vigore dal 4 maggio dice: “Sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti, purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano usate protezioni delle vie respiratorie”.
Secondo i giuristi, il termine “congiunti” è ambiguo e non corrisponde a una definizione legale precisa, quindi può dare adito a diverse interpretazioni da parte della forza pubblica, tanto che il 27 aprile Palazzo Chigi ha annunciato che presto pubblicherà un questionario di domande e risposte proprio per chiarire gli articoli del decreto che riguardano questo aspetto.
L’avvocato Carla Quinto, esperta di diritto di famiglia, spiega: “La parola congiunti è presente solo all’articolo 307 del codice penale, secondo cui i prossimi congiunti sono gli ‘ascendenti, discendenti, coniuge, la parte di un’unione civile tra persone dello stesso sesso, fratelli, sorelle, gli affini nello stesso grado, gli zii e i nipoti”. In questo elenco non sono presenti né i cugini, né gli amici, né i fidanzati. “A mio parere rimangono escluse tutte quelle persone che hanno un legame stabile, ma non certificato né da un matrimonio né da una forma di unione civile, questo potrebbe ledere il principio di uguaglianza, intesa come uguale possibilità di godere di uguali diritti anche se non si è formalizzata un’unione”, continua Quinto.
I fidanzati e la cassazione
Al di fuori del codice penale, invece, non è chiaro cosa si debba intendere per congiunto. Dopo la pubblicazione del decreto, molti giuristi hanno argomentato che una sentenza della corte di cassazione (46351/2014) ha stabilito che anche un fidanzato è da considerarsi un congiunto, cioè qualcuno con cui si ha un solido e duraturo legame affettivo a “prescindere dall’esistenza di rapporti di parentela o affinità giuridicamente rilevanti come tali”. In seguito alle critiche, in una nota del 27 aprile Palazzo Chigi ha chiarito che i congiunti sono “parenti e affini, coniuge, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili”.
Ma la discussione si è spostata quindi sul concetto di “affetto stabile” e sulla possibilità di dimostrare “la stabilità” di un rapporto. “Se si ammette di estendere il concetto di congiunti a qualsiasi relazione affettiva o amichevole, la norma sarebbe svuotata di contenuto, perché non vi sarebbe evidentemente più alcun limite al suo perimetro applicativo”, spiega in un articolo il Sole 24 ore. D’altro canto, ribadisce l’avvocata Quinto: “È importante in questo momento emanare provvedimenti che sappiano cogliere la diversità delle formazioni sociali che stanno tutte affrontando una grave crisi e garantire l’uguaglianza dei diritti”.
Basti pensare ai single, o agli anziani soli senza figli. Durante la quarantena sono stati spesso aiutati da una rete di amici e conoscenti, che però hanno dovuto agire al limite della legalità. In altri paesi europei sono state consentite visite di amici e fidanzati, nel rispetto di tutte le norme sulla sicurezza e fatto salvo il divieto di assembramento.
Ma a questo punto, il governo dovrà specificare con ulteriori documenti che cosa intende esattamente per congiunti. Tra l’altro, secondo il nuovo Dpcm (decreto del presidente del consiglio dei ministri), sarà possibile rientrare dall’estero in Italia per incontrare “i congiunti” o per rientrare nel proprio domicilio o residenza. “Gli italiani che rientrano in patria, al momento dell’arrivo, dovranno comunicare i motivi del viaggio, l’indirizzo completo dell’abitazione o della dimora in Italia dove sarà svolto il periodo di quarantena, il mezzo di trasporto privato che verrà utilizzato per raggiungere la stessa e il proprio recapito telefonico”.