Conservatori e Liberali nell’era Trump e del Governo Conte
“IL PENSIERO CONSERVATORE DA BURKE A ELIOT”
UN LIBRO di RUSSEL KIRK, PUBBLICATO DA FRANCESCO GIUBILEI
Lunedì 25 giugno, a Roma, per iniziativa del Centro Studi Machiavelli, presso la Sede del Centro Studi Americani ha avuto luogo il convegno per la presentazione del libro in oggetto. Sono intervenuti Alessandro Campi – Docente di Storia Dottrine Politiche all’Università di Perugia, Daniele Dell’Orco – Giornalista di “Libero”, che ha svolto il ruolo di moderatore, Simone Billi – Deputato Lega alla Camera, Daniele Capezzone – Direttore Editoriale di “Atlantico”, Maurizio Gasparri – Senatore FI, e Francesco Giubilei – editore e scrittore.
Il convegno si è svolto in occasione per la presentazione dell’edizione italiana del libro “Il pensiero conservatore da Burke a Eliot” di Russell Kirk, a cura di Francesco Giubilei per la Casa Editrice Giubilei Regnani.
Alessandro Campi ha iniziato il suo intervento ringraziando Francesco Giubilei per la pubblicazione del libro. Precedenti tentativi di pubblicazione erano stati iniziati, ma mai portati a termine in quanto il volume, per la sua vastità, necessitava di una accurata traduzione con notevoli costi. Il libro, scritto nel 1953, rappresenta un tentativo di razionalizzare la tradizione del pensiero conservatore e ha avuto diverse edizioni, fino alla più recente, ove è inglobato anche Thomas Stearns Eliot (1888-1965), uno dei maggiori innovatori della poesia mondiale del Novecento. La peculiarità del conservatorismo è una sua plasticità, in quanto – pur se ancorato a determinati principi di base – non pretende di fermare l’innovazione, quasi sempre invece avversata da istituzioni o da governi “reazionari”.
Campi evidenzia come, anche in base alle affermazioni di Russel Kirk, nel “Pensiero Conservatore” sia importante il cambiamento e come su tale questione si sia espresso con autorevolezza un grande ed illuminato conservatore, Giuseppe Prezzolini, per differenziare la novità buona da quella cattiva. Bisogna accettare le innovazioni positive, in quanto migliorano le condizioni della società, mentre sono da evitare i mutamenti fini a se stessi. Ne “Il pensiero conservatore da Burke a Eliot” sono presenti scrittori inglesi e statunitensi, mentre non sono citati né francesi, né italiani, posizionando Edmond Burke ad “emblema” del conservatorismo. Campi prosegue rilevando come tra i punti più interessanti sono da citare “Il decalogo del conservatorismo” e la critica al razionalismo, evidenziando l’importanza fondamentale del testo scritto Kirk, ma anche l’assoluta mancanza di di notizie su scrittori italiani. Per questo motivo la lettura del libro andrebbe integrato da manuali di matrice europea-continentale, per dare anche il necessario risalto ad un autore come Vincenzo Cuoco (da definire come l’ Edmond italiano) di cui è stata inopportunamente anche trascurata la sua memoria, così come i suoi scritti. Oltre a Cuoco, sul Pantheon del conservazionismo italiano dovrebbero esserci Vincenzo Gioberti e Augusto Del Noce. Alessandro Campi conclude il suo intervento con due problemi che dovrebbero essere meglio fronteggiati dal Conservatorismo: la mentalità pianificatrice e razionalista della politica e lo Stato nuovo.
Simone Billi, quale deputato della Lega, ha illustrato brevemente la nascita del Governo Conte, per effetto della situazione creatasi in seguito alle votazioni del 4 marzo. Per il deputato è necessario ribaltare le politiche dei governi precedenti riguardanti la questione immigrazione e politica economica.
Il primo problema è legato alla sicurezza ed al rispetto per nostra identità nazionale. La chiusura dei porti da parte del Ministro degli Interni, Matteo Salvini, risponde alla necessità dell’Italia di farsi ascoltare a livello internazionale. Il secondo problema riguarda redditometro, tassazione improponibile rispetto a servizi offerti. In Italia non è presente una pressione fiscale, bensì un’oppressione. Le autorità hanno il dovere di tutelare la libertà, non limitarla.
Daniele Capezzone, prima del suo intervento, ha suggerito al giovane editore Giubilei, il libro di Arthur Brooks, presidente dell’American Enterprise Institute, un testo che non tratta the conservative mind di Kirk, bensì the conservative heart. Sull’elezione di Trump c’è stata l’incapacità della classe dirigente politica che non ha saputo o voluto capire i problemi della Nazione. Trump ha vinto in quanto ha saputo introdurre nel suo programma le aspettative del ceto medio, impoverito e dimenticato. Prima di scegliere i candidati, bisogna volgere lo sguardo verso gli elettori.
Maurizio Gasparri, quale senatori Forza Italia, ha dissertato sull’aspetto politico del libro in questione, fondato sul pensiero anglo-americano. Gli statunitensi hanno inventato il politically correct, al quale si deve opporre il vero conservatore. Facendo un passo indietro, nel dopoguerra, c’è stata difficoltà a definirsi conservatori. Le rivoluzioni del 68 vanno contro il pensiero conservatore. “L’opposizione era l’affermazione della sopravvivenza”. Ha ripercorso brevemente la storia del centro destra conservatrice a partire dal 1980. In quegli anni il movimento si era andato a collocare in una posizione diversa da quella che doveva ricoprire, motivo per il quale vi era la necessità di creare un centro destra, ravvisabile nell’Alleanza Nazionale e Pdl.
Il conservatore è colui che si oppone al cambiamento senza progresso, come l’apertura di negozi di cannabis light; bisogna avere il coraggio di proporre un conservazionismo che vada contro il politically correct, gli eventi del 68, il premio nobel per la pace a Barack Obama e l’utero in affitto. Il vero conservatore per Maurizio Gasparri è colui che dice sempre la verità, senza nascondersi dietro l’ipocrisia ed il libro è un necessario richiamo all’ orgoglio identitario.
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Il Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli è sorto a Roma all’inizio del 2017, su iniziativa d’un gruppo di professionisti e studiosi, con il desiderio di fornire un costruttivo contributo, in senso ampio, per la vita politica del Paese. Quindi, il Centro cerca di affrontare una serie di tematiche di particolare interesse, studiando idee e proposte da trasformare in progetti realizzabili ed in realistiche azioni di governo, spaziando dalla politica interna alle relazioni internazionali, dall’economia alla sicurezza, dalla cultura all’organizzazione.
Il Leone e la Volpe, presenti nel simbolo del Centro Studi, rievocano la forza e l’intelligenza e quindi qualità e virtù necessarie allo statista contemporaneo non meno che al Principe Rinascimentale, ipotizzato da Niccolò Machiavelli, così come lo spirito che anima il Centro Studi è ben espresso dal motto che campeggia sul suo logo: “Suadere atque agere“, cioè “consigliare e agire”.