COSENZA: davanti al Tribunale, i Giardini dedicati a Enzo Tortora
I Giardini davanti al Tribunale di Cosenza dedicati a ENZO TORTORA
Auspicabile in ogni città l’intitolazione di strade pubbliche alle “vittime di errori giudiziari”
di Roberto Di Napoli *
Circa dieci anni fa pubblicai, su questo blog, un mio commento dopo avere letto che, a Genova, non senza polemiche, era stata dedicata una galleria ad Enzo Tortora. Aggiungevo che si sarebbe dovuta sensibilizzare ancora di più l’opinione pubblica sui danni che può comportare un errore giudiziario e che, a mio avviso, in ogni città, nelle vicinanze di strade dedicate a magistrati, funzionari o cittadini caduti nell’adempimento dei propri doveri o per ragioni di servizio, sarebbe dovuta essere dedicata una strada anche a quei cittadini morti o che, comunque, hanno patito a causa di gesta non altrettanto eroiche da parte di soggetti che non hanno servito fedelmente la legge.
Scrivevo, in particolare: «In ogni città italiana dovrebbe esserci una delle vie o piazze principali dedicata a Tortora (a Roma, mi pare che via Enzo Tortora sia una strada periferica) e alle vittime di malagiustizia. (…) Giustissimo ricordare chi è morto al fine di assicurare la Giustizia. Non sarebbe, però, giusto ricordare anche chi è morto, chi ha sofferto o, comunque, ha pianto per un errore o per un uso distorto delle proprie funzioni da parte di soggetti che, per errore o con dolo, non si sono rivelati altrettanto eroi e, magari, sono ancora al loro posto manifestando un diverso senso della Giustizia, dello Stato e del rispetto delle leggi? Si può pensare che le vittime di “malagiustizia”, le loro famiglie soffrano meno o non rischino la vita? Solo chi non ha mai subito un sopruso o un’azione giudiziaria ingiusta, chi non ha mai letto un articolo di giornale può restare indifferente ed insensibile. È per questo che, secondo me, sarebbe più rispondente alla realtà di questo Paese se, in ogni città in cui vi sia una strada dedicata ad un magistrato o pubblico ufficiale che eroicamente ha sacrificato la propria vita, sia anche dedicata una strada o un monumento (in una zona della città altrettanto principale) alle vittime delle “gesta” meno eroiche di chi, per colpa, dolo o in buona fede, ha, comunque, fatto soffrire ingiustamente senza, tra l’altro, avere dimostrato, minimamente, di volere riparare il danno provocato.» (cliccare qui per leggere il post)
Apprendo solo ora, grazie a un post scritto da un amico su Facebook, che a Cosenza, nel 2013, i giardini antistanti il Tribunale sono stati dedicati a Enzo Tortora, esempio clamoroso di vita distrutta per “errore giudiziario” ma, purtroppo, non l’unico visto che troppe volte, ancora oggi, si leggono casi di persone seriamente danneggiate, economicamente e, a volte, anche fisicamente, dopo essersi dovute difendere da processi penali ma anche civili. È auspicabile che analoghe iniziative siano replicate anche da altre amministrazioni comunali.
Dopo quasi 35 anni dal “caso Tortora”, la cronaca ci ha ricordato e, purtroppo, registra ancora casi di detenuti assolti anche dopo 20 anni, di politici messi sotto inchiesta, distrutti politicamente e, poi, scagionati, storie di imprenditori accusati ingiustamente e, poi, dichiarati innocenti dopo avere perso beni e aziende, soggetti a cui hanno venduto tutti i propri beni malgrado le opposizioni contro crediti, in realtà, inesistenti.
Sono risarcibili le sofferenze subite dalle vittime di errore giudiziario? Forse non sono nemmeno immaginabili. Chi restituisce gli anni, la salute – se non la vita – persa? La legge 117/1988 non si è rivelata, a quanto pare, sufficiente ed adeguata. Nella scorsa legislatura fu presentato un disegno di legge per restituire ai cittadini processati ingiustamente e, poi, assolti, quantomeno le spese legali affrontate: vedremo se la legislatura che sta per iniziare vorrà prendere atto del problema e fare approvare il progetto di legge.
L’intitolazione di piazze o strade alle “vittime di errori giudiziari” o l’introduzione di una giornata in loro memoria sarebbe, intanto, un significativo passo in avanti e un gesto di civiltà col quale lo Stato, piuttosto che negare o nascondere i danni provocati, onorerebbe quei suoi cittadini onesti rimasti vittime di un “apparato” che, in alcuni casi, si è rivelato evidentemente “difettoso” dimostrando quantomeno – sia pure, a volte, troppo tardi – di sapere chiedere scusa a quegli stessi soggetti che sono stati, tra l’altro, anche i suoi contribuenti.
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* ROBERTO DI NAPOLI, nato a Galatina (Lecce) il 12.8.1977, vive a Roma ove si è laureato nell’ ottobre 2000 in Giurisprudenza presso l’Università “La Sapienza”, con tesi in diritto penale su “Il mutuo ad interesse usurario”. E’ iscritto all’Albo degli Avvocati fin dal 2004 e, sempre in Roma, esercita la professione, nel proprio studio in via Savoia, occupandosi, quasi prevalentemente, della tutela dei consumatori, degli utenti bancari, delle vittime di usura ed estorsione, nonché di imprese in controversie, nei confronti degli istituti bancari, per la restituzione di somme invalidamente addebitate e/o per risarcimento dei danni.
E’ autore di numerosi testi e pubblicazioni, nonché di note ed articoli su riviste giuridiche; scrive anche su un blog sul quotidiano giuridico telematico “LEGGI-Oggi”. Più volte alcuni di tali interventi sono stati ripresi e riportati, per gentile autorizzazione del medesimo autore, sulla “CONSUL PRESS” che da sempre ha mostrato una propria particolare sensibilità verso tali tematiche.