D.A.D. = Didattica A Distanza …..
ovvero Apprendimento a Disagio
Dal DADAISMO alla D.A.D.
E’ solo un’assonanza o forse una simbiosi ?
osservazioni sul tema a cura di LIDIA D’ANGELO *
La scuola italiana è nel caos dal 5 marzo del 2020 quando iniziò la DAD, acronimo di “Didattica a Distanza”, con una decisione presa dal Governo e comunicata alle Famiglie 24 ore prima della attuazione; con i numerosi cambiamenti, le contraddizioni, gli ordini e i contrordini la confusione totale regna sovrana e il 2021 appena iniziato non promette niente di buono.
I genitori, i docenti, i presidi, tutti insomma sono seriamente preoccupati per le scelte politiche del governo; le incertezze sulla riapertura, le continue modulazioni degli orari, la didattica a distanza e in presenza ridotta sono il segno della confusione che si respira nel mondo della scuola.
Le nuove generazioni pagano il prezzo più elevato in termini di disagio psicologico, di rischi di insuccesso e di abbandono; verso la fine di gennaio si concluderà il primo quadrimestre, con quali criteri verranno valutati gli studenti?
Non bastassero le incertezze – il ritorno in classe (*1) non si sa quando, il sistema dei trasporti carente – un altro problema si profila all’orizzonte: si tratta del rischio di un aumento delle tariffe della piattaforma Google che viene utilizzata per la DAD.
Google, che ovviamente non è un benefattore, ha messo a disposizione la sua rete e ora chiede di essere pagato; in questo non c’è nulla di illegale, però – in piena crisi sanitaria, sociale, ed economica – l’operazione potrebbe essere paragonata ad una specie di ricatto; i presidi dovrebbero pagare 300 euro mensili per avere i servizi DAD.
Ciò che non è normale è che l’Italia si debba appoggiare a potenze digitali straniere per sviluppare determinate attività che avrebbe potuto organizzare in autonomia; il governo in un anno non ha provato a creare una infrastruttura tecnologica in grado di far navigare gli studenti senza elemosinare nulla da Google (*2).
Questo è il senso della denuncia di Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia) che ha presentato un’interrogazione al Premier Giuseppe Conte e al Ministro dell’Innovazione Paola Pisano.
La DAD non rappresenta l’input per ripartire; ci sono difficoltà oggettive a svolgere le lezioni da remoto e poi se le scuole debbono sobbarcarsi i costi dell’aumento delle tariffe per utilizzare le piattaforme on line, lo sconforto è totale.
L’allarme è stato lanciato da Angelo Capizzi, Presidente Regionale dell’ANP-Liguria: nel 2020 la piattaforma in versione completa è stata gratuita, mentre nel 2021 rimarrà gratuita solo la versione For Education, ma non si può fare a meno della versione completa.
Il Ministero della Pubblica Istruzione ha cercato di tranquillizzare gli Istituti Scolastici facendo sapere che è stato istituito un “Gruppo di Lavoro” per garantire la realizzazione di strumenti in tempi brevi tra cui una piattaforma unica completa; insomma sarebbero stati avviati processi di digitalizzazione che risultano fondamentali per la scuola, oggi più che mai.
Purtroppo da una ministra per caso non ci si può aspettare di meglio; se si facesse un paragone tra la Azzolina e i Ministri che l’hanno preceduta, la nostra “eroina” ne uscirebbe alquanto malconcia.
Una distanza abissale separa l’attuale “ministra” da quel gigante che fu Giovanni Gentile, nominato ministro nel 1922, filosofo di fama mondiale, presidente dell’Accademia di Italia e autore di una riforma scolastica considerata la migliore da tutti gli esperti; per non parlare di Benedetto Croce, uno dei maggiori protagonisti della cultura italiana ed europea.
Questi ministri sono entrati a pieno titolo nelle pagine della Storia, la Azzolina invece è entrata nelle pagine delle riviste di gossip, beccata al mare come una bagnante qualsiasi. La differenza sta tutta qui.
__________*Lidia D’Angelo, già Docente
in materie letterarie ed ex Dirigente Scolastica
NOTE A MARGINE
(1*) In merito al “Ritorno in Classe” – data la necessità di distanziamento tra gli studenti e la conseguente insufficienza di aule disponibili – la Consul Press aveva ipotizzato in un intervento pubblicato nel luglio 2020 il ripristino dei doppi turni per sopperire così alla mancanza di spazi (dovendo ridurre il numero di studenti per ogni aula), con una conseguente immissione di nuovi qualificati docenti, favorendo così una maggiore occupazione.
(2*) Infatti, a giudizio della Consul Press, il nostro Paese dovrebbe detenere la proprietà e la gestione di un sistema digitale comunicativo nazionale, per evitare di divenire dipendente (non solo economicamente ma anche strategicamente) di colossi multinazionali non controllabili.
Infatti questi colossi mediatici – Google e FaceBook – in più casi cercano di imporre anche i propri orientamenti agli stessi utilizzatori, censurando le manifestazioni di pensiero di costoro, qualora non in linea con alcuni loro discutibili codici comportamentali.
Al riguardo si potrebbero citare certe dichiarazioni di Donna Zuckeberg (sorella del più celebre Mark, Patron di FaceBook e Socio ideale di Bill Gate, Patron di Google) tese a demonizzare la pericolosità di studiare, da parte dei “giovani”, la Storia delle Civiltà Classiche (in particolare Antica Grecia e Roma), in quanto tali studi potrebbero influenzare i suddetti giovani verso modelli etici, oggi, senz’altro da condannare.