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Da Ippolito Nievo alla strage di Bologna.

Credo sia ormai chiaro che le stragi e gli omicidi che non sono stati ancora chiariti del tutto, non siano dovuti alla criminalità comune né a quella organizzata. Sembrerebbe infatti che i loro mandanti, più o meno diretti, siano i servizi segreti di nazioni straniere “alleate”. Per quale motivo si darebbe questa simile mostruosità? Evidentemente per un grande interesse a controllare la politica, la scienza e l’economia del nostro paese. Col Trattato di Parigi dell’autunno del 1946 fu stabilito un nuovo assetto geopolitico dell’Europa che prevedeva sanzioni finanziarie e militari ai paesi sconfitti, tra cui l’Italia, unitamente a una nuova definizione dei confini nazionali. Ma oltre a tali sanzioni, anche se non previsto formalmente dal Trattato di Pace, le sanzioni erano anche di natura politica e di fatto l’Italia era posta sotto un “protettorato” anglo-americano che ne limitava sviluppo e autonomia a insindacabile giudizio dei “protettori”.

Naturalmente la grave affermazione del coinvolgimento dei servizi segreti stranieri nelle stragi e negli omicidi di tanti italiani e il coinvolgimento di parti delle istituzioni in tali delitti non è farina del mio sacco. Anzi io non potrei mai avere né la competenza né le informazioni per una simile affermazione. Questa affermazione è invece il frutto delle indagini di storici, giornalisti e magistrati che hanno scavato, a volte nel sommerso e, con le loro documentazioni, hanno permesso a noi, o meglio, a quelli che volevano saperne di più, di farsi una idea precisa e documentata dei fatti. Va quindi constatato con soddisfazione che una informazione libera è ancora esistente nel nostro paese e chi vuole può informarsi senza problemi. Questo è comunque un segno di salute della nostra società di cui dobbiamo ancora essere fieri.

La prima storica pressione subita dalla nascente Italia da parte di servizi stranieri è stata senz’altro quella degli interessi britannici nel mediterraneo che fin dal XIX Secolo hanno avuto come obiettivo il controllo della Sicilia. Questo era il periodo in cui i britannici si indebolivano nel mediterraneo dato che in Palestina risentivano delle pressioni sioniste che alla fine li avrebbero cacciati, e il canale di Suez era definitivamente fuori controllo britannico. Essi vedevano quindi nella Sicilia la possibilità di controllare il mediterraneo e tutte le sue rotte navali. La massoneria britannica sostenne quindi il confratello italiano Giuseppe Garibaldi nel famoso sbarco dei mille cui partecipò anche lo scrittore e patriota Ippolito Nievo come Intendente di Finanza a servizio dell’eroe dei due mondi. I britannici sostennero lo sbarco garibaldino con la loro flotta a largo di Marsala ma anche finanziando le spese di spedizione e contribuendo ad alleanze con popolazioni locali di estrazione indipendentista. Queste dovevano aiutare l’esito della spedizione garibaldina, ma anche, a guerra finita, conservare delle alleanze con la corona inglese.

Ed è stato proprio per i documenti comprovanti le spese dell’impresa dei mille, che evidentemente contenevano anche i contributi inglesi, l’intendente Ippolito Nievo, che portava tale documentazione nel continente, si imbarcò sulla nave a vapore Ercole nella tratta da Palermo a Napoli e, nella notte tra il 4 e il 5 marzo 1861, la nave fece naufragio in circostanze misteriose e in detto naufragio perirono tutti i passeggeri.

Il disegno dell’imperialismo britannico di controllare la Sicilia è continuato fin nel secondo dopoguerra nel quale i servizi britannici parteciparono attivamente a formare alleanze col brigantaggio meridionale di matrice indipendentista. I briganti, costituiti prevalentemente da contadini, erano cosa ben diversa dalle formazioni mafiose, che erano invece di importazione americana, e contigue a chi voleva spingere per l’appartenenza della Sicilia allo stato italiano. E la tragedia di Portella della Ginestra, strage attribuita fino ad oggi dalla stampa a Salvatore Giuliano, è stata invece il prodotto di una guerra sotterranea tra i servizi segreti britannici, sostenitori di Giuliano, e quelli americani (con interesse a togliere i britannici dal mediterraneo), sostenuti dalle mafie e da funzionari deviati dei servizi italiani. Recenti indagini storiche documentate hanno stabilito che Salvatore Giuliano risulta del tutto estraneo alla strage di Portella della Ginestra.

E poi ci fu la vicenda di Enrico Mattei, ucciso dopo essere stato minacciato violentemente e a più riprese da statunitensi e inglesi, ma più ancora dai francesi, durante la guerra di liberazione algerina. Mattei era riuscito a intaccare il potere costituito del settore del petrolio e, in generale, dell’energia che è sempre stato fondamentale per la ripresa economica dell’Italia del dopoguerra. Egli era riuscito a penetrare il cartello delle sette sorelle, le sette compagnie petrolifere più importanti del mondo. Con genio e inventiva era riuscito a fare affari con Egitto e Iran proponendo nuove e diverse formule di accordo e di sviluppo. E successivamente con molti altri paesi africani ai quali offriva condizioni più vantaggiose e di sviluppo. Questo è stato visto dai nostri “alleati” come una insopportabile ingerenza da parte di una nazione che aveva perso la guerra e che dunque doveva disporsi su un profilo più basso e lasciare il campo a chi la guerra l’aveva vinta. Mattei precipitò con il suo aereo privato in circostanze che sono ancora oggi ignote il 27 Ottobre del 1962 nelle campagne vicino Pavia.

Ma bisogna che si consideri anche la strana fine di Adriano Olivetti morto in circostanze misteriose su un treno da Arona a Losanna il 17 Febbraio del 1960. Come si scoprì, in seguito alla desecretazione di documenti della CIA, l’industriale fu oggetto d’indagini da parte dei servizi USA. Inoltre citiamo anche l’incidente d’auto, ancora più strano, in cui fu fatto fuori Mario Tchou, il genio dell’informatica italiana dipendente della Olivetti, la mattina del 9 novembre 1961. A tale proposito nel 2013 Carlo De Benedetti dichiarò durante un programma radiofonico: “In Olivetti c’era la convinzione che fosse stato ucciso dai servizi segreti americani”, ipotizzando che l’incidente di Tchou fosse stato in qualche modo provocato per favorire l’IBM.

Dopo Mattei e dopo Tchou, noi fummo seriamente danneggiati nel panorama dell’industria petrolifera e dell’industria informatica. Tra quelli che cercavano la verità circa le loro morti, possiamo anche citare Mauro De Mauro e Pier Paolo Pasolini, morti anch’essi in strane circostanze proprio mentre erano arrivati a un passo dallo scoprire o rivelare i nomi di coloro che, dell’omicidio di Mattei, furono i mandanti.

Poi citiamo Moro, che si era opposto alla democrazia bloccata dalla cortina di ferro e alla limitazione della sovranità italiana ma anche in economia e soprattutto in politica estera. Ucciso brutalmente il 9 Maggio 1978 a Roma da una sventagliata di mitra da militanti comunisti con chiare infiltrazioni di servizi di molte nazioni straniere.

Dopo Moro, vennero eliminati i presupposti della sovranità monetaria dello Stato. Ci furono nel seguito attacchi speculativi contro la lira, e le genuflessioni di Maastricht e poi di Lisbona e le tristi storie attuali degli spread. La Banca Centrale Europea finora non ha prodotto altro che un controllo sulle economie nazionali a vantaggio delle economie del centro Europa. La venuta dei Buoni del Tesoro Pluriennali (BTP) e del perverso meccanismo dello spread rispetto al rendimento dei BTP tedeschi ha generato meccanismi speculativi che non possono più essere controllati dalle economie nazionali non più in grado di battere moneta e di rientrare nel debito pubblico nazionale con l’acquisto dei BTP o BOT invenduti.

Andando avanti nell’inanellare le stragi abbiamo il dramma dell’Itavia, colpito da un missile “alleato” e la tragedia della Moby Prince. E veniamo alla strage di Bologna in quel 2 Agosto 1980, strage di cui ancora non sono stati individuati il movente, il colpevole e la ratio e nella quale la danza macabra è ancora quella dei servizi deviati.

Viene da chiedersi se i tempi siano finalmente maturi e le guerre perdute sufficientemente lontane per smettere di permettere ancora a qualunque “alleato” di occuparsi dei nostri affari e di favorire, con cortese fermezza, di farli tornare una buona volta a casa loro.

Nicola Sparvieri

Foto  © Scaccia la zanzara

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attentati, Ippolito Nievo, stragi in Italia