Dalla “Tragedia” alla “Memoria”:
la ferita ancora aperta della seconda guerra mondiale
IN PATRIA, o dove caduti, tutti i soldati
ritrovano la pace e una onorevole sepoltura
GOLFO DEL CARNARO, dopo 74 anni, nella seconda settimana del corrente mese di maggio sono stati effettuati degli scavi presso una fosse comune localizzata attorno al perimetro esterno del cimitero di Ossero, piccolo paese sito in prossimità di un sottilissimo istmo che riuniva anticamente Cherso (in latino e in lingua dalmatica Crepsa) e Lussino (Lussin in veneto): in epoca romana erano una sola isola, i latini poi le separarono scavando la sottile lingua di terra realizzando il canale denominato della Cavanella. Si facilitavano così le comunicazioni delle navi romane dall’Istria verso la Dalmazia. Le due isole sono di fatto ancora collegate con un ponte girevole. Oltre il lembo di terra di Lussino si trova, appunto, il borgo di Ossero. Solo dopo oltre Settant’anni si è deciso di operare, tanto che della fossa comune si sapeva fin dalla sua realizzazione, avvenuta negli ultimi giorni dell’aprile del 1945. In essa, erano custoditi i corpi di un manipolo di soldati della X MAS, posti a difesa di quei territori, e questi, dopo cruenta battaglia, visto l’inutile spargimento di sangue, si arrendavano secondo i codici militari e si consegnavano ai partigiani di Tito. Ma, ciò nonostante, vennero fucilati e scaraventati barbaramente in una fossa comune in spregio delle convenzioni internazionali.
La Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati ha l’onore di aver perseguito l’importante e meritorio fine. Si vuole evidenziare che, “fin dalla sua costituzione – la Federesuli – ha continuamente svolto un’azione di interlocuzione con le Istituzioni italiane, affinché si facessero carico di dialogare con le omologhe Autorità croate, al fine di ottenere un semplice gesto di pietà umana. Per questo la Federazione ringrazia sentitamente il Commissariato per le Onoranze ai Caduti in Guerra (Onorcaduti), il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che hanno reso possibile questa iniziativa.
Un sentito e speciale ringraziamento, inoltre, è indirizzato alle Autorità croate per l’alto senso di civiltà dimostrata e per la continuità del suo agire, avendo già lavorato in maniera fattiva, nello scorso anno, per la riesumazione dei caduti di Castua, presso Fiume. Ancora una volta la Federazione chiede che una tale pietà verso le vittime dell’insensata violenza scatenatasi dopo la fine della Seconda guerra mondiale, possa manifestarsi apponendo lapidi multilingue nei luoghi accertati che hanno visto gli orrori dei massacri, affinché la memoria non vada perduta e possa essere monito per le generazioni future liberate, una volta per sempre, dalle pulsioni nefaste dei nazionalismi così come dall’ insensata ideologia. Gli scavi, effettuati in accordo con il governo della Repubblica di Croazia, rappresentano l’attuazione dell’Accordo stipulato sulle sepolture di guerra da una apposita Commissione mista italo-croata e sottoscritto a Zagabria il 6 maggio 2000.
La campagna di scavi ha riportato alla luce gli scheletri di una trentina di corpi ignoti.
Presso quel luogo venne realizzata dalle comunità degli Esuli Giuliano-Dalmati una lapide con l’elenco dei nomi dei caduti di quella battaglia, al fine di celebrare adeguatamente la memoria di un evento che non deve più accadere in una società volta al bene dell’umanità. Anche se quei poveri resti, a tutt’oggi, risultano essere ufficialmente di persone ignote, per tutto il mondo dell’Esodo lo scavo alle fosse di Ossero rappresenta un successo, seppure amaro, conseguito a decenni di distanza ed ottenuto grazie all’insistenza delle Associazioni che hanno da sempre richiesto di onorare i propri caduti”.
La tragedia della seconda guerra mondiale è una ferita ancora aperta in tutta l’Europa, e più che ricordare i vari giorni dei cosidetti D-Day, o sbarchi anglo-americani cosiddetti liberatori, nei secoli avvenire gli italiani ricorderanno l’insensato inutile intervento già nella guerra di Spagna, di fatto guerra civile europea, le leggi razziali contro ottimi cittadini italiani, e l’altra follia l’entrata in guerra il 10 giugno 1940, la successiva guerra civile iniziata di fatto con l’armistizio l’8 settembre e proseguita fin dopo la sconfitta del Reich tedesco nel 1945. Tragedia dei caduti che si estende con umana sensibilità per l’onore fino alle regioni della Federazione Russa dove i nostri soldati sono partiti nel 1941 e ora grazie alla comunanza di intenti tra autorità civili e militari d’onorare il Soldato con degna cerimonia di sepoltura, le autorità, e le associazioni militari e civili di entrambe le nazioni si adoperano, quando possibile, di individuare l’identità dei resti, dopo la ricerca e il ritrovamento delle fosse comuni. Riportare in Patria le spoglie, quando possibile, se accertata l’identità rintracciare le famiglie d’origine e darne ufficiale comunicazione, o tumularle definitivamente nei pressi dei territori dove sono caduti per una tragedia che ha coinvolto gli europei di tutte le nazionalità, è sicuro il pensiero più alto e compiuto sulle speranze per l’avvenire.
RAFFAELE PANICO