Dalla vittoria per i Giochi Olimpici ai “Giochi Immorali” del C.S.M.
Gli Amici degli “AMICI”
una puntuale analisi di Stelio W. Venceslai
Bene! L’Italia ha vinto! Le Olimpiadi invernali si faranno a Milano e a Cortina. Un successo straordinario. Si esalta la coesione politica nel comune interesse per la patria. Sala e Zaia si abbracciano: finalmente l’unità senza contese ideologiche !
I media si sciolgono emozionati di fronte a questo evento. Sotto sotto, c’è un po’ di sfottò per i 5Stelle. Non hanno voluto le Olimpiadi a Roma, sono stati tiepidi nel proporre la candidatura di Torino, la Raggi e l’Appendino. In fondo, sono contro le grandi opere, come tutti gli altri del Movimento.
E invece, no, l’Italia ha vinto! Che importa se il Mercatone Uno è chiuso? Oppure la Pernigotti? O l’Ilva di Taranto o la Whirpool di Napoli? Panem et circenses, più circenses che pani! Così va il mondo all’italiana. Avremo i giochi olimpici invernali. Ma non siete contenti? Anche i disoccupati, i non occupati, i senza tetto, i poveri, finalmente, saranno soddisfatti.
L’euforia per questa “vittoria” mi ricorda quella di quei due imprenditori che, al telefono, dopo il disastro del terremoto dell’Aquila, pregustavano soddisfatti i futuri appalti per la ricostruzione. Il giro dei miliardi ricomincia. Altro che lo sblocco faticoso dei cantieri! Adesso, siamo costretti ad aprirli! Poco importa se ci sarà o no la neve, se saranno più Olimpiadi d’estate o d’inverno, se gli impianti non si farà in tempo a costruirli oppure se rimarranno dopo inutilizzati, per decenni, preda di qualche occupazione abusiva (Rom o cooperative “sociali”). La vera festa sarà quando tireremo le somme, dopo. La Grecia è affondata dopo l’ultima Olimpiade organizzata ad Atene. Però, lavoreranno tutti, adesso. Potrebbe esserci addirittura un rilancio della Tav. Si parla di 22.000 nuovi assunti. Altro che navigator! E dopo, quanto lavoro avranno i nostri magistrati?
COMUNQUE SIA, l’ Italia “sportiva” esulta, l’euforia fa dimenticare le pene.
Parliamo, invece, di cose serie, anzi, serissime: la Magistratura ! Se ne parla, se ne scrive, ma con cautela. Il terzo pilastro della Repubblica oscilla. È pieno di crepe con molti mascalzoni.
Cerchiamo di riassumere i fatti come sono emersi. Un gruppo d’imprenditori e di avvocati cercava favori, attivando un sistema di compravendite di sentenze favorevoli del Consiglio di Stato, tramite un “amico” servizievole, il giudice Luca Palamara, membro influente del Consiglio Superiore della Magistratura, il CSM. In fondo, se si può determinare la nomina di Procuratori amici, che male c’è? Qualche regalo importante, un po’ di denaro, vacanze di lusso pagate e il gioco è fatto. I magistrati sono poveri, anzi, poverissiumi. 40.000 euro di mazzetta possono salvare dall’indigenza.
La manovra, però, non riesce perché Mattarella, oltre ad essere Presidente della Repubblica è anche Presidente del CSM e blocca la designazione auspicata. Non solo, ma se ne ha qualche sentore in giro, perché dalla Procura di Roma partono per quella di Perugia (competente per questi casi) atti segretissimi sulle mene del Palamara.
Perugia indaga ma, nel frattempo, qualche notizia trapela. Due altri Consiglieri del CSM, “amici”, mettono sull’avviso il Palamara. Apriti cielo! È quasi un delitto di lesa maestà.
Che ti fa il Palamara? Poiché il Procuratore di Perugia deve andare in pensione, si dà da fare per la nomina di un Procuratore amico, così tutto finirebbe a tarallucci e vino. Non solo: altri due Consiglieri del CSM tentano una manovra avvolgente con un esposto contro la Procura di Roma, così il cerchio si chiude e il Palamara è salvo.
Purtroppo, ci sono le intercettazioni che finiscono sui giornali e l’affare viene fuori in tutta la sua bellezza.
La Magistratura italiana è lo specchio del Paese. Inutile farsi delle illusioni: intrallazzi, corruttele, lotta fra bande. La Costituzione repubblicana ne ha fatto un potere. Questo potere è “temperato” da associazioni di magistrati, ancorate ai diversi partiti politici, che si fanno la guerra tra loro.
Diceva il Pesidente Emerito Cossiga che il CSM è una via di mezzo tra un’associazione mafiosa e un’associazione eversiva. Forse era eccessivo, ma sta di fatto che si tratta di un ambito esclusivo dove, come si vede, può avvenire di tutto.
Il cittadino comune fa affidamento sulla Magistratura. La maggioranza dei magistrati è formata da gente seria e onesta, con studi solidi ed esperienze importanti. Molti ci hanno rimesso la pelle, testimoniando la loro fede nei principi della giustizia.
I magistrati devono applicare la legge. Se le leggi sono fatte male o sono troppo permissive, non è colpa loro. Se le procedure sono lentissime, non è sempre colpa loro. Se vengono talvolta fuori sentenze inaudite, qualche volta è colpa loro. Se questo accade è perché si è inciuciato per salvare questo o quello. Non solo è un reato, ma uno scandalo, moralmente gravissimo, perché mina alle fondamenta lo stesso assetto istituzionale dello Stato. La giustizia è una delle funzioni esclusive dello Stato. Se non c’è giustizia, non c’è neppure lo Stato.
Ma che razza di sistema è quello per cui solo i magistrati possono disciplinare se stessi? Ogni volta che il Parlamento mette mani a un tentativo di riforma, le varie associazioni di magistrati intervengono e lo bloccano. Tutti hanno paura di metterseli contro, perfino il potere politico, perché il potere ricattuale del magistrato è immenso. Tutti hanno degli scheletri nell’armadio e i magistrati sono irresponsabili. Se hanno per caso responsabilità, sono giudicati dai loro stessi magistrati e finisce come finisce, nel nulla.
Oggi come oggi, il sistema giudiziario italiano è pessimo: una palla al piede che fa solo proliferare gli avvocati, ma non gli investimenti. Con la durata dei processi e le ambiguità nelle sentenze, ci si guarda bene dall’intraprendere un’azione giudiziaria. La giustizia è diventata un terno a lotto se non un vulnus nel sistema italiano. Ora si scopre che la ragione, che conoscevano tutti da tempo, è il traffico di denari, di amicizie “pericolose”, di esercizio disinvolto di un potere immenso, fuori da ogni legge e da ogni comportamento morale. Il CSM andrebbe sciolto subito e riformulato il sistema delle nomine. Via i politici dal CSM. Che ci stanno a fare?
Che senso ha mantenere con laute prebende e regole interne, anche di lavoro, molto difficili da accettare, un corpus di persone che è al di sopra della legge che deve valere per tutti? Perché non si riesce a fare una normativa sulla responsabilità civile dei magistrati?
Troppe cose non vanno in questo sistema di corporazione medievale perché non si metta mano, e subito, a una riforma seria che cancelli i privilegi e restituisca dignità a una funzione violata. Almeno, in onore dei morti caduti per aver adempiuto onestamente al loro dovere.