Danzaterapia 2
Teorie Psicologiche
La danzaterapia è un approccio terapeutico che si fonda su principi psicologici che riconoscono la stretta connessione tra corpo e mente. La centralità del concetto di “body-mind connection” (connessione corpo-mente) è fondamentale per comprendere come il movimento corporeo possa essere uno strumento potente di guarigione psicologica. Le teorie psicologiche che influenzano la danzaterapia vanno dalla psicologia corporea alla psicologia dinamica, passando per l’attaccamento e la Gestalt. Queste teorie forniscono un quadro teorico robusto che aiuta a spiegare i meccanismi sottostanti alla pratica terapeutica della danza.
La Teoria dell’Attaccamento, sviluppata da John Bowlby, si concentra sul legame emotivo che si sviluppa tra un bambino e i suoi caregiver primari, come la madre o il padre. Questo legame è essenziale per il benessere psicologico dell’individuo, in quanto costituisce la base per lo sviluppo emotivo, sociale e relazionale. Bowlby sosteneva che un attaccamento sicuro fosse cruciale per il buon adattamento psicologico, mentre un attaccamento insicuro o disorganizzato potesse portare a difficoltà emotive e comportamentali nel corso della vita. Nel contesto della danzaterapia, la teoria dell’attaccamento si applica principalmente alla dimensione relazionale del trattamento. La danzaterapia favorisce un ambiente in cui il partecipante può esplorare la propria relazione con il terapeuta e, indirettamente, con gli altri. Il movimento, infatti, è un linguaggio corporeo che consente di esprimere emozioni e attaccamenti inconsci. La danza, come forma di espressione non verbale, aiuta a riattivare esperienze relazionali precoci, soprattutto quelle che riguardano la sicurezza emotiva e la fiducia. Attraverso il movimento, i partecipanti possono sperimentare un “riattaccamento” emotivo, che li aiuta a migliorare la capacità di stabilire legami sani e sicuri. Il terapeuta diventa un “caregiver” che fornisce un ambiente sicuro in cui esplorare e affrontare emozioni non espresse, creando così le condizioni per lo sviluppo di attaccamenti sicuri. Questa riscoperta della sicurezza relazionale può avere un impatto positivo sulle relazioni interpersonali dei partecipanti, sia nel contesto terapeutico che nella loro vita quotidiana.
La Psicologia Corporea si concentra sull’interazione tra il corpo e la psiche, riconoscendo che le emozioni e i traumi si manifestano non solo nella mente, ma anche nel corpo. Wilhelm Reich, psicoanalista austriaco, è stato uno dei pionieri nel sottolineare l’importanza di questo legame. Reich teorizzò che le emozioni represse e i traumi psicologici si riflettessero come tensioni corporee, che egli definiva “corpo armato”. Secondo Reich, queste tensioni corporee sono il risultato di esperienze emotive non elaborate, che vengono bloccate nel corpo come una sorta di “difesa” psichica. La danzaterapia si collega profondamente a queste teorie, poiché il movimento corporeo è un mezzo per esplorare e liberare le tensioni accumulate nel corpo. Durante le sessioni di danzaterapia, i partecipanti sono incoraggiati a diventare consapevoli delle sensazioni fisiche nel loro corpo, a identificarne le rigidità e a permettere al movimento di sciogliere le tensioni. Questo processo di rilascio aiuta non solo a migliorare la flessibilità e la mobilità fisica, ma anche a favorire il rilascio emotivo. Il movimento nella danzaterapia, che può spaziare dall’improvvisazione libera a sequenze coreografate, diventa così una modalità per esplorare emozioni represse, come la rabbia, la paura o la tristezza. Questo approccio aiuta i partecipanti a ristabilire un equilibrio psico-corporeo, integrando la consapevolezza emotiva con quella corporea. Inoltre, attraverso il movimento, i partecipanti possono imparare a riconoscere e rilasciare le emozioni accumulate, riducendo lo stress e migliorando il benessere psicofisico complessivo.
La Teoria della Gestalt, sviluppata da Fritz Perls e Laura Perls, enfatizza l’importanza dell’esperienza immediata nel “qui e ora” e l’idea che la percezione delle proprie emozioni e del proprio corpo sia essenziale per la consapevolezza di sé. La Gestalt, infatti, sostiene che le persone possano affrontare i propri conflitti interni e le proprie difficoltà psicologiche solo diventando pienamente consapevoli dei propri pensieri, emozioni e comportamenti nel momento presente. In altre parole, si tratta di concentrarsi sull’esperienza diretta e immediata, senza distrazioni o interpretazioni che distorcano la realtà. Nel contesto della danzaterapia, la teoria della Gestalt è applicata attraverso l’uso del movimento per portare i partecipanti a vivere e a essere consapevoli di ciò che accade nel momento presente. Il movimento corporeo diventa un modo per esplorare le proprie emozioni in tempo reale, permettendo ai partecipanti di connettersi con la loro esperienza immediata. L’improvvisazione del movimento, ad esempio, è uno degli strumenti principali utilizzati nella danzaterapia per stimolare la consapevolezza del corpo nel “qui e ora”. Quando i partecipanti si muovono senza preconcetti o strutture imposte, sono più inclini a vivere l’esperienza emotiva e fisica nel presente, permettendo loro di esplorare nuovi modi di rispondere a se stessi e agli altri. Questo processo di consapevolezza del corpo e delle emozioni aiuta a identificare e risolvere conflitti interni, portando i partecipanti a una comprensione più profonda delle proprie dinamiche psicologiche. La danzaterapia, quindi, diventa un mezzo per vivere appieno l’esperienza del presente e risolvere tensioni e blocchi emotivi, aiutando i partecipanti a integrarsi meglio con sé stessi e con gli altri.
La Teoria Psicodinamica, sviluppata da Sigmund Freud e successivamente evoluta da altri psicoanalisti, esplora come le esperienze passate e i conflitti inconsci influenzano il comportamento e le emozioni attuali. Freud teorizzò che i conflitti inconsci, spesso legati a esperienze infantili, potessero essere la causa di disturbi psicologici. Secondo questa teoria, la consapevolezza di questi conflitti inconsci e la loro elaborazione erano essenziali per il cambiamento terapeutico. La danzaterapia, in combinazione con un approccio psicodinamico, offre un mezzo per portare alla consapevolezza emozioni e conflitti inconsci attraverso il movimento. I partecipanti, infatti, possono esprimere attraverso il corpo emozioni, desideri e conflitti che sono difficili da verbalizzare. Il movimento, in questo caso, agisce come una sorta di “sostituto” per l’espressione verbale, permettendo di esplorare temi come il desiderio, la rabbia, il rimpianto o il dolore non risolto. Nel lavoro psicodinamico, il terapeuta può osservare come il movimento e la danza riflettano i temi inconsci e i conflitti interiori del partecipante. Ad esempio, una persona che si muove in modo rigido potrebbe esprimere una difficoltà nell’affrontare emozioni forti, come la paura o la frustrazione. Attraverso la riflessione sul movimento, il terapeuta può aiutare il partecipante a esplorare e comprendere meglio le radici di tali emozioni, permettendo una trasformazione emotiva che aiuti a superare i blocchi psicologici. La danzaterapia integra teorie psicologiche fondamentali che esplorano la connessione tra corpo e mente, e sfrutta il movimento come strumento terapeutico per promuovere il benessere psicologico. Le teorie dell’attaccamento, della psicologia corporea, della Gestalt e della psicodinamica forniscono una base solida per comprendere i meccanismi attraverso cui il movimento corporeo può facilitare la consapevolezza emotiva, la liberazione di tensioni psicologiche e il miglioramento delle relazioni interpersonali. Grazie a queste teorie, la danzaterapia diventa un potente strumento per favorire la guarigione psicologica e l’autoconsapevolezza.
©Veronica Socionovo