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Dedicato all’ Ungheria

Nonostante di martedì, giorno che diverse sedi di eventi considerano in sordina, la sera del 14 febbraio – tra l’altro festa di San Valentino, all’”Universale” erano presenti molte persone.

L’evento focalizzava un tema interessante ed in parte inusuale: i contatti amichevoli in tutto il corso dei secoli dopo la fine dell’Impero Romano fra l’ Ungheria e l’Italia; il convegno è stato aperto dal Direttore dell’Accademia d’Ungheria, Prof. ISTVAN PUSKAS al quale si è unito un regista noto, GILBERTO MARTINELLI, che al termine del saluto ha presentato un suo film.

L’argomento particolare ed interessantissimo, trattandosi della Rivoluzione Ungherese del 1956, con foto ed interviste inedite e con i commenti di alcuni ex profughi ormai completamente italiani, anzi, come tengono a dire, assolutamente romani. I giudizi benevoli e sinceri sulla Capitale non sono mancati: “Roma è il mondo, il romano ha cuore, io sono venuto qui da piccolo e mi sento qui a casa mia” queste ed altre frasi che lasciano un pensiero: Roma accoglie coloro chi sanno di potersi integrarsi, in quanto simili per morale, sentimenti ed affinità.map_hungary Inutile diffondere paragoni con altri tipi di profughi: il magiaro è profondamente cristiano, un esempio di come lo si può essere è il Card. Mindszenty … la religione è modo di pensare, di agire, di vivere, perfino di mangiare o di vestirsi. E’ dunque un sogno pensare che, chi è completamente distaccato dalla morale europea, possa integrarsi, a meno che non lo voglia e fuoriesca dal concetto di guerra santa, e di parità femminile.

rivoluzione-ungherese-1956-budapest_959023 La pellicola riportava le giornate più oscure della storia  contemporanea ungherese ed europea: ragazzi di quindici anni  arrestati e lasciati in carcere fino a diciott’anni per permettere al  regime di impiccarli. Carri sovietici che distruggono cose e persone,  guidati da genti orientali, in quanto i militi russi di nazionalità  ucraina si erano rifiutati di uccidere i fratelli. Fughe di varie persone  attraverso i confini, quello austriaco in particolare. Austriaci che  portano ai poveretti generi di conforto.

Al termine, il Prof. ISTVAN PUSKAS ha espresso compiacimenti per l’iniziativa, accennando inoltre alle pregevoli mostre, concerti, intrattenimenti culturali che da tempo offre l’Accademia che dirige, ponendosi senz’altro all’apice fra le Accademie di Cultura di Roma, veri cuori battenti per fare in modo autentico un unione fra le Nazioni.

Marilù Giannone

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