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“Dis-Istruzione”

Seicento docenti universitari in Italia stanno dichiarando guerra all’ignoranza istituzionalizzata ….. ed era ora, finalmente !

da questa Testata Giornalistica più volte sono state evidenziate le misere condizioni della istruzione nazionale, così come da altre parti. Ma oltre a ciò che si è scritto, che ha indotto gli studiosi a prendere le armi, vi è l’impossibilità a leggere elaborati e testi di concorsi, ricerche e semplici articoli, gonfi di orrendi errori di grammatica, sintassi, e di travisamenti. Vale a dire non solo le pagine giornalistiche sono state efficaci, ma le prese dirette sulle indegnità che hanno ridotto fino in alto loco la comunicazione con le spalle al muro.

A chi va il merito è presto detto: l’indifferenza dei Governi, tutti, dal 1968 in poi: inizialmente era la bandiera politica a immiserire esami e preparazioni a tutti i livelli, poi la più somara indifferenza.

Gli italiani, si dice, hanno la memoria corta, ed allora va rinfrescata. Il 1968 l’Università di Berkeley lasciò suonare un trombone a gran fiato, che sproloquiò di eros e civiltà, di piacere contro lavoro: questo strumento forse asservito a qualche grosso potere economico oggi per fortuna è dimenticato. Il guaio è che da subito governi e strani personaggi affamati di successo hanno preso quei suoi suoni come Vangelo applicandoli alle norme di istruzione, e il solletico erotico degli stessi ha accolto Batjuska Marx perchè si figliassero sistemi educativi, sociali, morali, innominabili .

Sarebbe bene che questi ministri, oggi nonni, sapessero in che abiezione hanno scaraventato la conoscenza, la cultura, l’istruzione e dunque l’umanità stessa d’Italia, ed andassero in giro con la gogna o con la macina al collo per buttarsi dalle rupi. Se non ci si parla più, se i figli uccidono i genitori, se la scuola ha insegnanti virtuali, questo è delitto loro.

La società è perduta, secondo quei soggetti , prima per il predominio di classe che ha condotto alla lotta, finita, perchè contadini ed operai si sono fatti integrare: allora si sono rivolti a studenti, matti gialli bianchi rossi e neri , guerrilleros latini, omosessuali, emarginati, per farne eroi, presidenti, istituzioni, e poi hanno stabilito di cambiare la società con l’immaginazione. Cioè di governare a parole e di far salire il porco sulla tavola. E’ evidente che il secolo scorso è quello della cancellazione del buonsenso. Vale l’istinto, diceva il trombone, perchè è stato represso, ed a tale scopo ha predicato il plurisessualismo. Ma non ha spiegato che cosa è veramente l’istinto, anche secondo lui, invece ha detto che l’utopia guida la storia. Alcuni studiosi dell’Università di Brandeis hanno detto che il trombone scriveva in una lingua poco chiara, perché acquisita, e questo è la ciliegina sulla torta: a chi ha fatto comodo la religione occulta di questo individuo? …. Alle divinità dell’estrema sinistra, ed al panciolle delle altre sponde politiche.

66992_346313832143639_1281059610_n Povera scuola, dove i maestri, figli e nipoti dei suddetti nonni,    sono ignoranti per aver raggiunto il diploma con l’esame di gruppo  e la laurea con il diciotto o sei politico, poveri bambini che nessuno  corregge se scrivono cuore con la “q”, e che domani confonderanno  i congiuntivi con i condizionali all’esame da Notaio. Poveretti coloro  che cadranno nelle mani , come già fin’ora sono caduti, di questi  legali, di questi medici eccelsi solo in malasanità, di questi  ingegneri ed architetti che fanno crollare tetti ed aprire crepe nelle  strutture, in quanto non sono professionisti preparati, ma improbi  che hanno comprato.

Nelle scuole è lo studente a dettare legge: insulta e rinfaccia lo stipendio all’insegnante, perseguita i compagni, usa il social per lo strapotere desiderato ed è caldeggiato da genitori pronti a sfoderare volumi di certificati psichiatrici o psicologici, spesso perchè presi da lavori impegnativi, ma il più delle volte per indifferenza: un figlio è un peso. Il preside ha paura di perdere e far perdere popolarità all’istituto che dirige, e vessa l’insegnante, che così è preso fra due fuochi, anzi: tre, aggiungendo i padri e le madri che , in mancanza di fede, deificano i loro figli perchè usciti dalle loro ipervalutate viscere, e poi: è vietato vietare, i bambini diventano repressi, oppure sono collezionisti di malattie da accatto, e si chiede per loro lacrimosi, oppure protervi, di “essere buoni”. Diventare se stessi è una lunga scala che si sale gradino dopo gradino, talvolta con fatica: questi, ai quali si regala tutto, compresi i diplomi pagati a peso d’oro, chi saranno?

Non servano da esempio il garzone del mercato divenuto deputato, grazie al guru dei ragazzi, il telefonino, o il blog di qualcuno; o il bamboccetto che finge di avere la laurea e così via. Si chiede quale preparazione e quale esperienza possano offrire ad una Nazione così in cattive e disordinate acque, e quale rovina si prospetta.

Chi raccomanda di essere “buoni” è nella melma fino al collo, non va ascoltato, vanno invece contrastati i cattivi maestri ed i cattivi genitori che con la bontà viziano o si lavano le mani: i giovani sono un valore, e per il bene loro bisogna anche essere decisi, cancellare non le leggi che fanno comodo, ma quelle che fanno male: si vieti quando è giusto e senza paura, si punisca per prevenire delinquenza e miseria nera futura, non si faccia passare ridacchiando o lodando l’imbroglio, si comprenda senza genuflettersi, e si premi solo chi è più bravo, perchè non si è tutti uguali. L’istinto non è natura: e questa non è quel piccolo aggeggio pieno di app, di collegamenti, di chat, che ha solo un esito: la solitudine data dal non saper più comunicare.

Marilù Giannone

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