
Discorso di Giorgia Meloni al CPAC
Scritto da Gabriele Felice il . Pubblicato in Esteri, Diplomazia e Internazionalizzazione, Italia ed Esteri.
Il discorso di Giorgia Meloni al CPAC commuove e divide: scopri come difende l’Occidente e sfida le politiche di Trump.
Il discorso di Meloni è una dichiarazione forte e articolata che, pur celebrando i valori condivisi tra l’Italia e gli Stati Uniti, si propone anche come una critica implicita – e in alcune parti esplicita – alle incoerenze e alle contraddizioni riscontrabili nella politica estera dell’amministrazione Trump.
Ci vuole veramente faccia tosta o poca capacità di comprendonio da parte delle sinistre a definire il discorso della Meloni l’ennesima dimostrazione di “vassallaggio”.
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Un discorso di identitĂ e di valori
Meloni apre il discorso ribadendo l’orgoglio nazionale italiano e il legame profondo con gli Stati Uniti, enfatizzando una visione dell’Occidente come civiltĂ fondata su principi di libertĂ , uguaglianza e sovranitĂ popolare.
“L’Italia,” disse, “è una Nazione straordinaria, legata agli Stati Uniti da un vincolo indissolubile forgiato dalla storia e dai valori condivisi.”
“Non ci vergogneremo mai di quello che siamo,” e nella sala è esploso un applauso scrosciante.
Una dichiarazione di sfida, una risposta ferma a chi cerca di minare l’identità occidentale, contro la cancel culture e l’ideologia woke che minacciano di dividere, indebolire e si pone anche come contraltare alle narrazioni globaliste.
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Retorica della coerenza
Una delle forze del discorso è la volontà di evidenziare la coerenza dei conservatori: “Noi conservatori facciamo quello che diciamo. Facciamo quello che è giusto, combattiamo per quello in cui crediamo”: famiglia, fede, libertà di parola, democrazia, sovranità nazionale, in una sola parola “buon senso”.
Un discorso che ha saputo toccare le corde più profonde dell’animo conservatore, un richiamo a difendere ciò che è sacro, ciò che dà senso alla vita.
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Le contraddizioni dell’Amministrazione Trump
Ma nel discorso emergono anche riflessioni implicitamente critiche, come quando fa riferimento ai dazi, all’Ucraina o fa presente che “soprattutto a causa di una classe dirigente e di media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente le più folli teorie della sinistra liberal americana” (rispondendo a Vance).
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Focus su Ucraina e Russia
Un punto chiave dell’analisi riguarda la politica estera, specialmente per quanto riguarda:
- Il sostegno all’Ucraina: Meloni celebra il coraggio e la determinazione del popolo ucraino, presentandolo come esempio di difesa della libertĂ contro un’aggressione ingiusta. Questo appello è un invito all’Occidente a rimanere fermo nel suo supporto a chi si batte per i principi fondamentali della democrazia.
- Le responsabilità della Russia: Implicitamente, al valorizzare la posizione dell’Ucraina, Meloni critica l’atteggiamento dell’amministrazione Trump, che in alcuni momenti è stata accusata di ambiguità – o addirittura di cedere a interessi pragmatici – nei confronti della Russia. In altre parole, mentre l’Ucraina lotta per la propria indipendenza, le politiche che cercano di “accontentare” la Russia rischierebbero di compromettere i valori occidentali di sovranità e libertà .
Questa dicotomia serve a sottolineare come una politica estera coerente debba basarsi su principi chiari: difendere la libertà e la democrazia senza cedere a narrazioni che, pur essendo popolari in certi ambienti, non rispecchiano l’impegno a lungo termine per la sicurezza e l’identità nazionale.
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Conclusioni
Concluso il suo discorso, la sala si è alzata in piedi in una standing ovation.
Un segno di approvazione inequivocabile, segno del fatto che in tanti sulle recenti posizioni della nuova amministrazione sull’Ucraina e sulla Russia nutrono delle perplessità .
Alcuni nel pubblico, si saranno sicuramente posta la domanda: “Stiamo davvero seguendo i principi che professiamo?”
Meloni ha saputo seminare il seme del dubbio (sale della democrazia), un invito silenzioso a interrogarsi.
Il discorso di Giorgia Meloni al CPAC ha saputo incarnare la speranza di molti conservatori: una leader forte, coerente, che difende senza compromessi i valori in cui credono. Un faro in un mondo che sembra aver perso la bussola.
