Domenico De Masi è morto a Roma
E’ stato l’archetipo del sociologo nelle trasmissioni televisive e molto di più.
Nato a Rotello il primo febbraio del 1938, viveva e lavorava da molti anni a Roma. “Un sociologo dallo sguardo lucido sui cambiamenti del mondo del lavoro ma anche una persona gentile” ha commentato il sindaco Roberto Gualtieri.
Gli inizi e la carriera
Laureatosi nel 1960 in giurisprudenza, si era specializzato in sociologia del lavoro a Parigi. E’ stato quello il ramo delle scienze sociali a cui ha dedicato maggiore attenzione, come studioso, ricercatore e docente. Nell’insegnamento ha mosso i primi passi a Napoli e poi a Sassari. E’ stato in particolare alla Sapienza docente di Sociologia del Lavoro e preside, agli inizi del terzo millennio, pioniere della facoltà di Scienze della comunicazione.
Come studioso, insegnante, ricercatore e consulente il suo interesse fu rivolto alla sociologia del lavoro e delle organizzazioni, alla società postindustriale, allo sviluppo e al sottosviluppo, ai sistemi urbani, alla creatività, al tempo libero, ai metodi e alle tecniche della ricerca sociale con particolare riguardo alle indagini previsionali.
Il suo paradigma sociologico
Ha elaborato un suo paradigma sociologico partendo dal pensiero di maestri come Tocqueville, Marx, Taylor, Bell, Gorz, Touraine, Heller, la Scuola di Francoforte e approdando a contenuti originali in base a ricerche centrate soprattutto sul mondo del lavoro.
Ha contribuito a elaborare e diffondere il paradigma post-industriale, basato sull’idea che, a partire dalla metà Novecento, l’azione congiunta del progresso tecnologico, dello sviluppo organizzativo, della globalizzazione, dei mass media e della scolarizzazione di massa abbia prodotto un tipo nuovo di società centrata sulla produzione di informazioni, servizi, simboli, valori, estetica.
Tutto ciò ha determinato nuovi assetti economici, nuove forme di lavoro e di tempo libero, nuovi valori, nuovi soggetti sociali e nuove forme di convivenza.
La sua sociologia analizza soprattutto i gruppi creativi, la creatività come sintesi di fantasia e concretezza, l’ozio Creativo (vedi libri più avanti) come sintesi di lavoro, studio e gioco.
Il personaggio televisivo
Tra i sociologi più apprezzati, anche all’estero, è stato frequentemente ospite del Maurizio Costanzo Show e e poi di numerose trasmissioni televisive, divenendo uno dei sociologi più popolari del nostro paese.
La politica e l’avvicinamento al movimento 5 stelle
Si era avvicinato ai Cinque Stelle in quanto era un sostenitore convinto del Reddito di cittadinanza oltre che del lavoro agile. Considerava l’attuale sistema economico italiano inadeguato alle esigenze della società postindustriale, in particolare alla necessità di condurre una lotta efficace alla povertà e al precariato. Questo rapporto s’incrina quando in una intervista al Fatto Quotidiano parla delle pressioni di Draghi su Grillo per mettere fuori gioco Conte.
“Era una persona straordinaria con cui confrontarsi, aperta e mai banale”, ha commentato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: “Il rispetto per le idee diverse non è mai mancato”.
“Perdo un grande amico mio e del Brasile”: così si legge nella nota del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, impegnato nei lavori del G20 a New Delhi. Lula pubblicando su X una foto che lo ritrae insieme al sociologo, “è sempre stato molto attento e affettuoso nei confronti del Brasile, visitando molto spesso il Paese, senza alcun timore di prendere posizione, anche nei momenti più difficili”. Ha inoltre ricordato che Domenico De Masi lo era andato a visitatare quando era in carcere.
Domenico De Masi è stato autore di decine di libri, tra i quali Illavoro nel XXI secolo (Einaudi, 2018), Ozio Creativo (Rizzoli, 2000), Lavorare gratis, lavorare tutti, Perché il futuro è dei disoccupati (Rizzoli, 2017) e Mappamundi. Modelli di vita per una società senza orientamento (Bur, 2014). Tra le sue ultime pubblicazioni, La felicità negata (Einaudi, 2022), Lo Stato necessario (Rizzoli, 2020) e Smart working. La rivoluzione del lavoro intelligente (Marsilio, 2020).
Foto wikipedia ©Francesco Spuntarelli