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Due colpi, milioni di morti: 4 novembre 1918 / 4 novembre 2018

Due colpi, … milioni di morti

_______________ Note di ALESSANDRO RICCI

Il prossimo 4 novembre, San Carlo Borromeo, “la vittoria” ricorderà il centenario di quel 4 novembre 1918 che concluse la prima guerra mondiale sul fronte italo – austriaco. Riporto alcune lettere di Ugo Ojetti che furono pubblicate nella rivista “Storia Illustrata” nel novembre 1958, un po’ di anni fa.

Padova, 3 novembre 1918, ore 7 –

“Parto per Trieste. Vado col generale Petitti, governatore di Trieste e dell’Istria. L’armistizio non è firmato fa lo stesso. Per questo corriamo a Trieste. Lo sarà domani o stasera.  L’impresa è facile. La città è già tutta imbandierata e ci aspetta. Ma quel che più importa verranno dei bei bersaglieri.  Alle nove, a Mestre, salgo nel motoscafo del generale Petitti diretto a Venezia. Alle dodici salperemo in un cacciatorpediniere. Saremo a Trieste verso le sedici… “

Trieste, 3 novembre 1918, ore 22 – 

“Siamo entrati a Trieste alle sedici e cinque; con mille bersaglieri.:  Finché vivo non potrò dimenticare quel che ho veduto. Piangevamo tutti. Il generale Petitti di Roreto, magnifico, equanime, imponente e intelligente. Tutto il lunghissimo molo e le piazze dietro, nere di popolo delirante che agitava bandiere e fiori. Valerio, l’ultimo podestà, un’ora dopo ricollocato al suo posto come sindaco su decreto scritto da Camillo Ara, è venuto incontro con un vaporino. Un simpatico vecchio, pallido come un cencio, tremante. Il generale l’ha abbracciato, e l’ha baciato. Siamo scesi, saliti non so come su due automobili. Venti carabinieri e noi cinque ufficiali intorno ai Generale! Niente altro.  Così s’è occupata Trieste.

Poi sono arrivati altri duecento carabinieri, poi i bersaglieri. Tutti ci baciavano e ci coprivano di fiori. E parole folli e lagrime dovunque. Più di centomila persone. Altro che autodecisione! Subito siamo venuti nel palazzo abbandonato il 1″ novembre dal Luogotenente, e ci dormiremo (le nostre valige arriveranno solo domani). Qui altri discorsi. Bandiere dovunque, Sono uscite fuori, per miracolo, il 31. Ci aspettavano da allora. Poi a piedi in Municipio. Ma a traversare la piazza, abbiamo messo un’ora: il generale, io, il colonnello dei carabinieri, il comandante Tanca di marina. Altri baci, suppliche, fiori. Ci toccavano le uniformi e si baciavano le mani che ci avevano toccato. E grida frementi di amore, di applauso, a tutti: al Re, al Generale, all’Italia … Al Municipio altri discorsi, brindisi, baci, abbracci, fiori. Poi qui a stabilire un governo: il generale, Ara e io. Un sogno. Fucilate qua e là di teppisti liberati dagli austriaci. I primi pattuglioni di carabinieri in giro. E non so ancora dove dormire e se dormirò. Forse qui su uno di questi divani.

I telegrammi del generale al Re e a Diaz, e quello del sindaco Valerio al Re, sono tutti miei.   A domani.” 

Dal “Diario Storico Militare” dell’81° Reggimento – Brigata Torino

4 novembre 1918, lunedì –

Il Reggimento riceve ordine di marciare su Trento e Bolzano. La marcia si inizia a piedi. Il 2° Btg., la 1143a  Comp. Mitragliatrici, la Sezione Cannoncini da 37 m/m e il Comando di Reggimento, caricato su camions, raggiunge Mezzolombardo, fra Trento e Bolzano, alle ore 14 e vi si ferma per effettuazione dell’armistizio.

Tempo: coperto  //  Perdite: N. N.

Il Colonnello Comandante il Reggimento

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Tra quei militari che marciavano verso Trento e Bolzano c’era anche un sergente maggiore, promosso al grado di Aiutante di Battaglia, dal Comandante del XXIII Corpo d’Armata, il Tenente Generale Petitti, il 18 giugno 1918 in zona di guerra, che visse quei momenti e volle conservare, a futura memoria, un numero del giornale di trincea della 7a Armata 

“il razzo” – NUMERO DELLA VITTORIA – S. MARTINO 1918

 che viene riproposto integralmente in formato PDF 

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Il RAZZO Nov-1918

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Riteniamo che le foto e i disegni raccolti in tale PDF, oggi per la loro rarità, abbiano un “alto valore” non solo storico e documentaristico ma anche ideale ed affettivo

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