E’ MORTO GIAN PAOLO BERTO
MORTE DI UN GRANDE ARTISTA: GIAN PAOLO BERTO
Gian Paolo Berto si é spento il giorno 18-11-2022. Così è termina la vita di un genio che seppe interpretare tutto un passaggio storico iniziato con Levi per poi proseguire negli studi di De Chirico, Guttuso e Picasso.
VITA DI UN GRANDE ARTISTA
Gian Paolo Berto nacque e crebbe ad Adria nel dopoguerra dove si formava una nuova area culturale con Scarpari, Reali, Rizzi, Palmieri, Gioli. A Rovigo in seguito fu nello studio con Prudenziato e Breseghello e in rapporti di amicizia con Gabbris Ferrari. L’incontro con i maestri Zancanaro e Levi fu fondamentale per questo artista che scelse l’eclettismo per il suo metodo di fare arte. Dopo di che fu nello studio di De Chirico ed anche di Guttuso e Picasso, sempre rifiutandosi comunque di entrare nei grandi circuiti dei “Mercanti d’Arte”, preferendo altre strade del sapere: si circondò solo di allievi e gente semplice che con quei mondi non aveva nulla da condividere.
Questo non significa che la sua arte fosse lontana dalle diverse mode nei diversi tempi, ma anzi sembrò con alcune sue opere anticipare correnti che in seguito si manifestarono. Qui è da collocare l’inizio della cultura pop americana come rivisitazione di canoni che in Europa già esistevano.
L’artista, che fino ad oggi insegnava tecnica dell’incisione all’Accademia di Belle Arti di Roma, ha esordito nel 1956, a soli quindici anni, a Rovigo. A quel tempo usava un vivo realismo che poi in seguito sempre modulò in opere di tutt’altra natura. Trovò poi molti maestri che lasceranno il segno nella sua opera e che lui identificherà chiaramente per chi in lui li riconosceva come si usava nell’arte Dada e pop, ma questo concetto è sempre esistito fin dall’arte antica.
Dopo esserne stato un allievo di De Chirico e di Guttuso, divenne con gli stessi un grande amico; da loro seppe imparare molte cose ma non si fermò nemmeno alla loro arte. Ogni sua opera è frutto del suo microcosmo interiore, tanto che Guttuso disse di lui: ”Il suo furibondo amore per la pittura risiede nell’ostinato desiderio di definire i sentimenti”. Tutto è frutto di quel microcosmo come sono le sue opere “La Madre”, “Il Figlio” e “L’Errante”.
Nella sua opera confluiscono da una parte il realismo di inizio secolo e dall’altra i simboli chiari e decisi della pop art con colori turbinanti e tutto questo in concetti sempre nuovi e non canonici, usando sempre materiali differenti. In tal modo seppe dare nuova vita all’arte che in lui si manifestava in tutte le sue forme. Il fanciullo che osserva la madre cosmica e gli erranti – che non sanno in che direzione andare – sono tutte espressioni di questa sua arte fatta di trasparenze, colori classici, colori psichedelici del pop e quant’altro venisse in contatto col suo genio creativo. La sua pittura era comunque chiarissima, lasciando al lettore diverse chiavi di lettura da poter usare: in lui convivevano il pittore classico e il contemporaneo.
ASSEMBLAGGI
Berto assemblava negli ultimi anni i giocattoli come fossero colori e li costruiva come pittura tridimensionali, piccole camere delle meraviglie di cui ognuna è un frammento di spirito stabilendo un rapporto sempre nuovo con il lettore.
REDI MADE
I “Redi Made” sono veri propri dipinti fatti con oggetti, pitture, reliquie che raccontano la storia di una notte: l’oggetto di consumo usato e gettato rinasce nella nuova e più elevata dimensione dell’arte.
©Francesco Spuntarelli